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Autore: Mue    19/06/2015    6 recensioni
«Ehi, Folletto Saputello!»
Ecco come nei corridoi di Hogwarts il divino James Sirius Potter apostrofa Emily Hale, Corvonero, anonima, impacciata e senz'altra dote -se dote si può chiamare- che non un'estrema bibliofilia.
Sarebbe un episodio di potteriana impertinenza come tanti altri che Emily è costretta a subire se Stuart Dunneth, suo misantropo e ambiguo compagno di classe, non si trovasse per caso nei paraggi.
Emily, ligia alle regole, timida all'ennesima potenza e avversa a qualsiasi tipo di azione eroica, ancora non sa che questo incontro la coinvolgerà nel vischioso mistero che avvolge il ragazzo e sarà costretta, suo malgrado, a dare fondo a tutte le sue risorse per risolvere quello che, da giallo inquietante, potrebbe rivelarsi invece una storia dell'orrore delle peggiori. E i Potter, con le loro smanie di protagonismo, ovviamente non possono stare molto lontani.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'I Figli della Pace'
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Epilogo

 

Strange how you know inside me
I measure the time and I stand amazed
Strange how I know inside you
My hand is outstretched toward the damp of the haze

 

«Che caldo asfissiante», si lamentò Jamie, lasciando cadere la testa pesantemente tra le braccia conserte.
Emily, seduta a gambe incrociate sulla sedia di fianco, con un libro appoggiato sulle ginocchia, gli rivolse un'occhiata sorridente. «È quasi estate, no?»
«Già, tra dieci giorni finisce la scuola», si ricordò improvvisamente lui. «Grazie al cielo, non ne potevo più di scervellarmi sui libri.»
Emily chiese ingenuamente: «Perché, hai studiato tanto per gli esami?»
Jamie sbuffò. «E a che mi servirebbe? Io, dopo Hogwarts, voglio fare il Cercatore di Quidditch, non l’Auror.»
«Pensavo volessi seguire l’esempio di tuo padre», disse Emily sorpresa.
Jamie alzò le spalle. «No, è Al quello che vuole cacciare Maghi Oscuri. Io non ci penso neanche: troppo impegnativo.»
Emily sorrise e con una punta di ironia che sorprese persino lei stessa commentò: «Già, non devi sforzarti troppo, altrimenti dove prenderesti le energie per giocare a Quidditch?»
Jamie fece una smorfia. «Di’ un po’, ma da quand’è che tu sei diventata così sarcastica?»
Emily arrossì, desiderando ardentemente rimangiarsi quel che aveva detto: negli ultimi tempi, a causa dell'eterna punizione di Quebec passata gomito a gomito, era arrivata quasi a rilassarsi anche in presenza di Jamie. Quasi: quando le faceva l'occhiolino o se ne usciva in qualche battuta un po' troppo maliziosa per il senso dell'umorismo di Emily, in un istante tornava rigida come uno Schiopodo e rossa come un Berretto Rosso, e non c'era più verso di farla tornare a suo agio.
«Be'? Ti hanno fatturato la lingua?» domandò Jamie.
«Ssst!», ingiunse Emily ancora rossa, guardandosi intorno.
Erano in biblioteca, accanto alla solita finestra di vetri piombati, e Madama Oackes era in appostamento e poteva abbattersi da un momento all’altro sui disturbatori della quiete di quel luogo, tra i quali, senza ombra di dubbio, spiccava Jamie, che parlava a voce terribilmente alta. Emily non ci teneva a essere scacciata un’altra volta dal suo posto preferito.
Jamie sbuffò, scocciato, ma abbassò la voce. «Si può sapere che ci trovi di tanto divertente qui? Non puoi andare a leggere fuori nel parco?»
Emily lo zittì con un gesto della mano. «C’è troppo caos.»
Era la pura verità. Persino da lì, affacciandosi alla finestra, si poteva vedere il via vai degli studenti intenti a giocare a Quidditch nel prato, fare il bagno nel lago, passeggiare o chiacchierare all’ombra degli alberi. No, troppa gente, Emily preferiva di gran lunga la tranquillità della biblioteca. Anche se pure lì, ora che erano finiti gli esami, trovava parecchia gente che girovagava tra gli scaffali annoiata o gruppetti di ragazze che aveva scelto quel posto per scambiarsi a bassa voce confidenze. O anche, e questi erano quelli che più le davano fastidio, coppiette di fidanzati che si scambiavano effusioni cercando di non farsi scoprire dalla bibliotecaria.
Jamie si mise a osservare due ragazzi appartenenti proprio a quest’ultimo gruppo, troppo occupati tra loro per accorgersi di essere oggetto dell’attenzione di qualcuno.
«Sai, mi chiedevo se…», cominciò Jamie.
Emily, accorgendosi di cosa stava osservando, arrossì e si affrettò a interromperlo. «Posso chiederti una cosa?»
Jamie la guardò sorpreso. «Certo.»
«Perché non vai a giocare a Quidditch con i tuoi amici invece che stare qui ad annoiarti?»
Jamie fece una smorfia. «Cos’è, un altro commento sarcastico?»
Emily rise involontariamente. «A dire la verità no, ma adesso che mi ci fai pensare è vero. Per quanto è che avete perso? Settanta punti?»
Jamie era imbronciato. «Novanta», ammise riluttante. «Ma solo perché, per colpa di quella stupida punizione di Quebec, io e David non abbiamo potuto allenarci.»
Emily sorrise. «Be’, il Boccino lo hai preso lo stesso, no?»
Jamie sembrò offeso. «Che importa? Abbiamo perso, come non fa che ricordarci tutte le volte che ci incontriamo la tua amica Mandirlla!»
«Drilla», lo corresse Emily. «Vi rifarete il prossimo anno.»
Jamie non sembrò molto consolato da quel fatto. «Perdere contro Tassorosso. Che vergogna!», mugugnò.
Emily si accigliò. «Guarda che i Tassorosso sono tutti simpaticissimi e molto bravi. Non dovresti sottovalutarli.»
«Bah, sono un branco di imbranati!»
«Non è vero!», ribatté Emily accalorata, mettendo da parte il libro.
Jamie la fissò attonito, poi sorrise. «Ma tu devi sempre difendere così quelli che ti fanno pena?»
«Non mi fanno pena!», disse Emily rossa. «E non li difendo. Sto solo dicendo la verità!»
Jamie ridacchiò. «Come al solito. Ma a te stessa non pensi mai?»
Emily lo guardò perplessa. «E questo cosa centra?»
«Niente», fece lui alzando le spalle. Poi, come se niente fosse, si sporse dalla sua sedia e la baciò.
Fu un attacco a sorpresa e così inaspettato che Emily non riuscì nemmeno a reagire. Sentì la bocca calda del ragazzo, il suo respiro sulle labbra e senza rendersene conto si ammorbidì a quel contatto tanto desiderato e tanto temuto.
Quando lui si scostò un secondo, Emily non si mosse di un millimetro. «Ja…Jamie... » balbettò.
Lui le prese una mano con un sorriso trionfante. «Adesso non dirmi di no! So tutto, Al non è bravo a stare zitto su queste cose: l'ho fatto spiattellare tutto.»
Emily si appuntò mentalmente di arrabbiarsi molto con Al la prossima volta che l'avrebbe visto, ma l'intenzione svanì quasi subito, perdendosi nel momento più incredibile, più bello e più inaspettato della sua vita; la mano di Jamie stringeva forte la sua e il cuore le scoppiava nelle tempie; avrebbe voluto dire qualcosa ma di colpo si sentì addosso gli sguardi di un gruppetto di ragazze sbalordite poco lontano e la vergogna la fece tornare in sé «No, è che… insomma, non adesso, per favore!»
«E quando? Ci sono sempre la tua amica rompiscatole o Al o quel Dunneth a ronzarti intorno.»
«Ma… ma… ma adesso non siamo soli…», balbettò lei debolmente.
Jamie alzò lo sguardo e vide le ragazze poco lontano che li fissavano. Sorrise diabolicamente. «Qualche problema?»
La ragazze fuggirono via, intimidite. Jamie sogghignò e tornò a Emily, che aveva tenuto stretta fino a quel momento. «Be’, adesso sì.»
Emily non era per niente d’accordo: c’erano ancora un mucchio di persone in biblioteca. «Sì, però…», cominciò.
Jamie fece un verso esasperato. «Ma insomma, non ti va mai bene niente?»
Emily sorrise per un attimo, timidamente. «No.»
Lui scoppiò a ridere. «Ah sì? Beh, sai che ti dico? Non mi interessa!» E, così dicendo, la baciò.
Emily cercò di opporsi. «Ma se arriva Madama Oackes…»
«Non importa», ribatté lui.
«M-ma se arrivassero Drilla, Al e gli altri…»
«Tanto meglio. Così non dovremo star lì a spiegargli tutto.»
«Ma…»
«Ma vuoi stare zitta?!», sbottò lui.
Emily ammutolì e si arrese. Jamie aveva vinto. E, in fondo, a lei una sconfitta di quel genere non dispiaceva per nulla. Anzi.

 

Strange how I fit into you
There's a distance erased with the greatest of ease
Strange how you fit into me
A gentle warmth filling the deepest of needs

Eric's Song, Vienna Teng

 

〜 Fine 〜
 

E siamo arrivati alla fine.
Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, se non sono stata costante come avrei voluto e se, ma spero di no, la conclusione non è stata all'altezza delle vostre aspettative.
A mia discolpa posso solo dire che con lo studio, un doppio lavoro e una briciola di vita sociale, è dura riuscire a stare dietro alla pubblicazione di Ob Morsum.
Vi volevo avvisare che questa storia ha un seguito, anch'esso già scritto e concluso e lo pubblicherò appena troverò un attimo. Non riuscirò ad andare avanti tutti i giorni perché questo periodo per me è veramente intenso ma almeno una o due volte alla settimana cercherò di aggiornare.
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite e seguite (non vi menziono tutti perché siete più di quaranta, wow!) e a coloro che hanno recensito: Martina87, chuxie, Sheilin, Lux_Klara e Ellygattina.
Spero che mi farete sapere cosa vi è piaciuto o no di questa storia, se vi siete affezionati a qualche personaggio e che seguirete il proseguimento delle avventure dei nostri eroi.
A presto!
Mue
 

   
 
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