How are
you?
I.
«Ehi
George».
«Sì, Fred?».
«Come
stai?»
Guardò con un po’ di fatica verso il
soffitto, con la testa che gli scoppiava e il naso chiuso per via di
una brutta
influenza. Essere ammalato faceva a dir poco schifo.
Poi si voltò a destra. Sul letto accanto
al suo, stava un bambino identico a lui, anch’esso allettato
e con le gote rosse
quasi quanto i suoi capelli. Nei suoi occhi brillava qualcosa di
insolito,
simile a una risata.
«Alla grande».
Perché, benché malato, suo fratello
riusciva a farlo sentire meglio con un semplice sguardo.
Perché
Fred era lì con lui, e star male non faceva così
schifo.
II.
«Ehi
George».
«Sì, Fred?».
«Come stai?».
Sollevando la testa, guardò oltre una finestra davanti a
sé:
Diagon Alley devastata dalla guerra. Edifici in rovina, sbarrati con
assi di
legno, tappezzati con locandine di Mangiamorte evasi; strade deserte,
piene di
detriti e scarsamente illuminate; il cielo cupo, velato da nuvoloni
neri, che
minacciavano pioggia.
Poi guardò verso il gemello, intento a riordinare lo
scaffale delle Merendine Marinare. Semplicemente,
sorrideva. E tanto bastava.
«Alla grande».
Perché, nonostante la guerra avanzasse e mietesse vittime,
suo fratello continuava a rallegrarlo con la sua gioia contagiosa.
Perché,
nonostante tutto, Fred era ancora
lì, e tutto quel dolore non faceva così schifo.
III.
«Ehi
George».
«Sì, Angelina?»
«Come stai?»
Si guardò attorno: visi sorridenti ovunque, contentezza
incontrollata e festeggiamenti per la disfatta del Signore Oscuro e la
fine del
suo regime di terrore.
«Alla grande».
Il suo sguardo si spostò inevitabilmente sul fondale della
Sala Grande. Si rese conto di aver mentito.
E mentre tutti esultavano per l’inizio di una nuova era
gloriosa, si ritrovò a lottare contro le sue lacrime.
Perché lì in fondo, tra i caduti di quella lunga
battaglia,
giaceva il corpo di suo fratello, morto col sorriso stampato in volto.
Perché
Fred non c’era
più, e soffrire, da solo,
faceva più schifo.
{
Solluxy’s
wall }
Voi
non
potete capire quanto io mi senta realizzata: non ho scritto una, ma ben
tre drabble (106, 106 e 103 parole)!
Già, è
un gran record.
Questa
volta, mi sono concentrata in una triple drabble su Fred e George.
L’ho pensata
ieri mattina e l’ho messa nero su bianco. Be’, ne
sono piuttosto soddisfatta,
considerando che non scrivo cose sensate dall’ultima one shot
pubblicata.
Il filo
conduttore di queste drabble è la domanda “come
stai?”, che dà anche il titolo
alla fan fiction. Diciamo che può essere come un prompt.
Perché
proprio questa domanda? Non so, di preciso. Probabilmente per le mille
sfaccettature che può avere, per gli infiniti modi di
interpretarla. In fondo,
se ci riflettete, “come stai?” può
essere un quesito affascinante e pieno di
significato.
Be’,
siccome non credo che le drabble necessitano di ulteriori spiegazioni,
io
chiudo qui, altrimenti l’angolo autrice verrà
più lungo della storia.
Spero
di tornare presto con qualcosa di nuovo.
With love,
Solluxy ♥