Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: Delta08    20/06/2015    0 recensioni
Trattto dalla storia:
[...] Ashton Irwin. L'unico ragazzo che si comporta male con lei perennemente, che non perde occasione di schernirla, che sembra esistere solo per offenderla. Dal nulla. Sophie lo fissa e si aspetta un'altra delle sue tirate scadenti, dato che il ragazzo ha ormai esaurito il vocabolario personale per le offese. Quando la risposta non giunge subito, la ragazza comincia a sogghignare perché Ashton che rimane in silenzio è il suo Ashton preferito, se si può dire che un qualche lato di Ashton possa minimamente piacere a Sophie. La ragazza è pronta a lasciarlo lì in mezzo al corridoio come un perfetto imbecille quando gli ennesimi aggettivi risuonano nell'aria.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sculpted In Flames
How did we end up arguing, in the first place?

"Ti odio, idiota!" Sophie grida al massimo delle capacità, le guance rosse e infuocate che poco le adornano quel viso da angelo sono stirate dalla rabbia. Non è più in sé. Le sue iridi, di solito calde e avvolgenti, in quella particolare frazione di secondo diventano più scure e tutto d'un tratto non c'è più nulla da poterci vedere dentro. C'è solo furia dentro di lei, e tutto per colpa sua. La giornata non poteva cominciare in modo peggiore; dopo il test di tecniche di montaggio andato male, e dire male è un eufemismo, adesso c'è di più. Come se non bastasse. Ma Sophie è decisamente pronta a fronteggiare un altro attacco. Sono cinque anni che lo fa, ed è ancora lì. Nessuno la butterà mai giù, tantomeno quel leccapiedi di Ashton.

Ashton Irwin. L'unico ragazzo che si comporta male con lei perennemente, che non perde occasione di schernirla, che sembra esistere solo per offenderla. Dal nulla. Sophie lo fissa e si aspetta un'altra delle sue tirate scadenti, dato che il ragazzo ha ormai esaurito il vocabolario personale per le offese. Quando la risposta non giunge subito, la ragazza comincia a sogghignare perché Ashton che rimane in silenzio è il suo Ashton preferito, se si può dire che un qualche lato di Ashton possa minimamente piacere a Sophie. La ragazza è pronta a lasciarlo lì in mezzo al corridoio come un perfetto imbecille quando gli ennesimi aggettivi risuonano nell'aria.

"Non mi sfidare, non mi toccare e non mi guardare, puttana!" Ashton le rimanda ad alta voce mentre indietreggia, facendo attenzione a non inciampare addosso a qualcuno nei corridoi dell'università. La vuole guardare negli occhi con tutta la sua fierezza quando esprime i suoi sentimenti per lei, ovvero tutto l'odio e tutta la repulsione di cui questo mondo è possibile. Come al solito il ragazzo dai capelli castani la squadra dalla testa ai piedi e lo fa soltanto perché sa che a Sophie dà estremamente noia; lui non perde occasione per irritarla.

La relazione tra di loro non può di certo essere definita armonica, e dalle parole si capisce chiaramente come una burrasca meglio si addica ai loro animi profondamente contrastanti. Animi che non giungono a un punto di contatto, perché uno è benzina e l'altro e fuoco e viceversa. La minima scintilla è capace di incendiare giorni interi finché la situazione si acquieta. Va avanti così da anni, e nonostante sia passato così tanto tempo c'è sempre qualcosa di nuovo da far sapere all'altro ogni volta che si avviene un incontro-scontro. E' davvero sconcertante affermarlo ma i due non sarebbero loro stessi senza l'altro, mostrano il lato che le persone cercano di nascondere perché fa paura, perché fa male.

Sophie non distoglie lo sguardo da lui nemmeno per un secondo perché non è una ragazza che si arrende e imperterrita regge il confronto nonostante dentro sia fumando, finché Ashton si aggiusta gli occhiali, tira su col naso in modo spregevole e si volta nella direzione opposta, riprendendo per la sua strada e sistemandosi la tracolla nera che ben si abbina al suo outfit total black. La figura di Ashton si allontana da lei a grandi falcate per poi diventare piccola piccola e Sophie, nonostante un folla di gente si muova frenetica e apatica attorno alla sua piccola anatomia, si sente sola e incompleta. Un'altra parte di lei se n'è andata in fumo, un altro neurone che se ne va allegramente via dalla sua intelligenza.

"Se ti toccassi sarebbe solo per prenderti a pugni!" Sophie urla fino a che le corde vocali si infiammano, scorticate dalla fatica. Ashton sembra non aver sentito il rilancio di Sophie, soffocato dal chiacchericcio generale, e prosegue zig-zagando tra gli studenti per poi sparire dietro l'angolo. Anche questa volta Sophie ha avuto l'ultima parola, l'ultima possibilità di ribattere agli insulti. Ma non serve a niente, Sophie non si sente affatto sollevata e non sa spiegarsi il motivo; dovrebbe aver aumentato il proprio orgoglio, rafforzato l'autostima. E' come aver ucciso una mosca fastidiosissima; il senso di potenza torna a galla nel vedere il corpicino nero spappolato sul pavimento, per poi essere sopraffatto dal senso di colpa perché magari sarebbe bastato aprire una finestra e lasciarla volare via. Sophie è spaesata, confusa.

"Per me puoi bruciare all'inferno anche ora..." Sophie sussurra a se stessa dato che ormai Ashton non può più cogliere le sue ultime parole. Gli occhi si chiudono in un respiro profondo, gonfi di pesantezza. Sente le sue guance bagnarsi ma non è per la rabbia, magari fosse quella. Calma, deve stare calma, le serve un po' di calma per ricomporsi e andare nell'aula di scrittura creativa dato che è inaccettabile presentarsi in quello stato pietoso. Cosa diranno gli altri frequentatori dei corsi, che la vedono come la persona solare e allegra amata da tutti? Forse il loro giudizio a Sophie non importa in quel momento; vuole solo scaricare le sue ceneri da qualche parte, dove nessuno possa interromperla o tempestarla di domande.

E' la fine dell'ennesimo battibecco con Ashton; le furiose litigate prendono scena in tutti gli spazi dell'università, affollati o meno, inusuali o meno, abbandonati o meno. Ogni momento, ogni luogo è buono perché si accenda la scintilla dello scontro. Gli studenti che frequentano i diversi corsi dei due sanno che Sophie e Ashton sono come cane e gatto, che non si sopportano, che restano sempre l'uno alla gola dell'altro; ci hanno fatto l'abitudine e quando li incontrano intenti a insultarsi nei corridoi, non ragionano di loro ma guardano e passano: è prassi giornaliera, e nessuno si è mai chiesto il perché di quei litigi. In fondo non è colpa loro, non vogliono immischiarsi nei problemi altrui.

Sophie scuote la testa in modo sconsolato e sospira pesantemente; non evita nemmeno di portarsi le mani sul viso per cancellare la frustrazione degli ultimi tempi. Era davvero molto speranzosa sul fatto che la giornata sarebbe andata di gran lunga meglio. Evidentemente si era sbagliata; Ashton è sempre lì nei paraggi in qualche modo e non poteva fare a meno di lanciarle occhiatacce velenose e condividere sporche battutine e pessime freddure con i suoi amici da quattro soldi. Il bello è che quei leccapiedi non hanno mai conosciuto Sophie; seguendo il maschio alfa avevano cominciato a schernirla sulla base del nulla, per puro divertimento. La ragazza non sa nemmeno i loro nomi; per lei sono burattini manovrati dalle mani di Ashton tutte le volte che si scontra con lei, e non evita di pensare a quanto la stupidità umana possa arrivare. E' così che le sale il nazifascismo nelle vene, che, anche se da sola, ha le palle abbastanza grandi per fare il culo a ognuno di quel gruppetto insulso di persone che si permette di infastidirla.

Adesso che non c'è più nulla da gridare, più nulla da scaricare e di cui liberarsi, Sophie rotea gli occhi e si avvia verso l'aula in cui è diretta. Si è dimenticata sul comodino l'orologio che i suoi le avevano regalato prima del suo trasferimento e per questo non sa dire se a causa del piccolo incidente durante il percorso è in ritardo per la lezione. I pochi secondi sprecati a infuriarsi con Ashton le paiono ore, il tempo buttato irrecuperabile. Le ampie vetrate la fanno sentire un po' meglio dato che il cortile è in piena fioritura e che qualche rosa gialla sta sbucando in mezzo ai cespugli incolti.

****

Sono le due e mezzo e Sophie è leggermente sollevata rispetto alle condizioni di quella mattina; si è calmata e Ashton non è più nei suoi pensieri. O quasi. Lui dovrebbe essere bannato dalla sua mente ma l'odio sincero che prova per lui è così radicato che alla fine la ragazza ci ha rinunciato. Non vede l'ora di liberarsi di lui per il resto dei suoi giorni. Il professore di editoria dichiara che la lezione è terminata e Sophie si appresta a preparare le sue cose: la sua casa dista una decina di minuti a piedi dall'università ma alla ragazza non dispiace camminare e per questo decide di mandare un messaggio alla sua amica per farle sapere che non andrà in macchina con lei. La grande porta in legno finalmente è nel suo campo visivo e per Sophie quella porta è il simbolo della libertà.

Giunta sulla soglia sta per scendere gli scalini in granito levigato quando alla sua destra nota con la coda dell'occhio un ragazzo e una ragazza che si stanno scambiando effusioni entro i limiti della decenza pubblica; la ragazza ha i capelli boccolosi e in punta di piedi sta stringendo le braccia attorno alla vita del ragazzo, mentre lui ha dei tatuaggi sull'intero braccio sinistro che insieme al destro va a proteggere dolcemente la schiena della ragazza. Entrambi sembrano molto presi dalla loro coinvolgente attività che non si accorgono nemmeno della presenza di Sophie, fino a quando una voce riecheggia nell'aria pregna di pioggia.

"Quando mai smetterai di pomiciare con il tuo ragazzo e degnarmi di una risposta, Debbie?" Sophie domanda ironicamente alla ragazza ancora voltata di spalle. E' curiosa di sapere cosa la ragazza le risponderà.

Debbie si gira di scatto e l'espressione che nasce sul suo viso parla da sola; è ovvio che è un po' in imbarazzo per essere stata colta in flagrante ma ormai ci sta facendo l'abitudine e cerca di auto-sdrammatizzare. Debbie si sistema e si accoccola comodamente sul petto del suo ragazzo nascondendo il viso imbarazzato nell'incavo del collo di lui, e le due braccia possenti tornano a proteggerla proprio come qualche minuto prima. A Debbie piace scomparire nell'abbraccio dei ragazzi; si sente protetta e al sicuro dai pericoli.

"Piacere di vederti cara Sophie...di nuovo" Zack la saluta sarcastico e calca con prepotenza quel 'di nuovo' per il riferimento all'incontro mattutino, facendo finta di essere scocciato dalla sua presenza ma in realtà non essendolo per niente. Zack è simpatico e a lui piace far impazzire (in senso buono) le persone; Sophie è la seconda persona (dopo Debbie ovviamente) che adora prendere in giro e stuzzicare. E a Debbie va benissimo così; loro tre sono un trio perfetto.

"Davvero non vuoi venire in macchina con noi Soph?" Debbie domanda normalmente cercando di cambiare argomento e intanto si accoccola ancora di più nel suo gomitolo fatto di muscoli e affetto.

"Preferisco andare a piedi Debbie, sai com'è... Stamani io e Ashton ci siamo scontrati in corridoio; era davvero infuriato ma anche io ero altrettanto infuriata e abbiamo cominciato a dirci di tutto e lui gridava e anche io sberciavo ma poi è successo che-" Sophie non finisce più di parlare e le parole sembrano correre come un fiume in piena ma Debbie la blocca; sa già quello che l'amica sta per dire senza bisogno di altro.

Sophie voleva soltanto rispondere che no, non sarebbe andata in macchina con loro; invece Ashton è sempre nei suoi pensieri e il fatto la disturba non poco. Non capisce perché ha sempre l'esigenza di tirarlo in mezzo a ogni discorso; è come se il ragazzo tornasse da lei come una calamita. Appena il pensiero sfiora la lingua di Sophie, quello diventa parola mista a rabbia. I due concetti sono perfettamente conciliabili, e lei si arrabbia ancora di più perché non è possibile che pensi costantemente a lui, seppur in modo negativo. E vorrebbe spaccargli la faccia con la forza bruta se solo i suoi genitori non le avessero insegnato le buone maniere. Si maledice per essere nata ragazza; a volte vorrebbe avere qualche muscolo in più invece di sole curve.

"Ne parliamo a casa di fronte a una bella tazza di Baileys, ok? Con tanta panna come piace a te" Debbie promette dolcemente e si divincola, seppur a malincuore, dalla stretta di Zack che tanto ama. 

In quel momento Sophie ha bisogno di sfogarsi con lei e non vuole dirle di no, non può dirle di no; le vuole bene come una sorella da quando si sono trasferite nello stesso appartamento nella nuova città per studiare. Londra è grande, è viva, è ricca e cosmopolita; le opportunità ci sono, vanno soltante colte al volo. Sophie ha colto al volo la borsa di studio per l'università di giornalismo e ha lasciato temporaneamente il piccolo paese di campagna per diventare quello che vuole essere da grande; una scrittrice. Londra è un mondo da scoprire, è pub e teatro e cultura ed evoluzione in una corsa frenetica all'innovativo, al creativo, allo straordinario. Lo spirito libero di Sophie gode di tutto questo, si sta trasformando lentamente. La ragazza un giorno tornerà nel suo paesino sperduto ma solo per dare un addio definitivo a quella parte di sé che pur essendo tale le andava sin troppo stretta; adesso è felice di abitare qui con Debbie e di aver cominciato a vivere veramente.

"Ok, ti aspetto a casa, preparo tutto io. Piacere di averti rivisto, Zack" Sophie risponde col sorriso calcando il nome dell'amico e si allontana dai due, pensando a quanto stiano bene insieme i piccioncini. E pensare che la ragazza ha assistito al primo incontro tra i due tanto tempo addietro; e ancora se lo ricorda nei minimi dettagli quel pomeriggio innevato, quando Debbie è andata a sbattere contro Zack nel corridoio dell'università perché troppo distratta nella lettura di un fantasy. Non si può dire che gli incontri che ha lei, invece, abbiano la stessa conclusione.

****

L'appartamento in cui abitano Sophie e Debbie si trova al piano terra di un palazzone di vecchia data vicino all'università; è piccolo e luminoso e nonostante ciò alle ragazze non importa se ci sono soltanto due camere perché tanto quello che conta è sentirsi come se fossero a casa. Ormai sono una la casa dell'altra da due lunghi anni e anche se condividono la stessa passione per le lettere in generale, Sophie studia giornalismo e Debbie studia traduzione; entrambe vogliono girare il mondo e viaggiare. Sophie pensa di essere stata veramente fortunata a trovare una ragazza che condividesse quest'impulso da libera rondine come lei e spera che entrambe riescano ad avere successo.

L'università sarebbe stata un'esperienza molto più entusiasmante se non ci fosse stato Ashton tra i piedi. E lei che pensava di essersene liberata alle superiori! Era chiaro come il sole che il destino aveva altro in serbo per lei. Sophie ritorna con la memoria a tutte le occhiate piene di sospetto e cattiveria che entrambi si lanciavano in qualunque posto si trovassero, con il proprio gruppo di amici o senza, e si rende conto che nulla pare cambiato.

"Cos'è successo stamana nei corridoi? Sono pronta per un altro episodio di 'Friends' " Debbie prova a sdrammatizzare la situazione portandosi alle labbra il bicchierino riempito di Baileys fino all'orlo con sopra un monte di panna. Bere alcol di pomeriggio non è comunque la miglior cosa da fare; a loro non importa, stanno prendendo un sacco di abitudini interessanti che prima non avevano considerato.

Sophie decide di fare compagnia a Debbie e avvicina il suo bicchierino marroncino chiaro, prendendo un sorso di quell'alcolico che le ragazze mettono in cima alla lista dei preferiti. Probabilmente le parole usciranno in maniera più fluida.

"Stavo andando nell'aula di scrittura creativa e a un certo punto sento un'offesa pesante che, sai, riecheggia nell'aria, ma non so a chi è diretta. Mi giro e vedo Ashton che ridacchia sotto i baffi con quei cretini dei suoi leccapiedi, e mi fa l'occhiolino! Ha avuto il coraggio di farmi l'occhiolino! Cioè, mi ha dato della troia qualche secondo prima e poi... mi fa l'occhiolino! Renditi conto! Debbie io lo odio, lo odio. Non so se riuscirò a finire l'anno in questo modo" Sophie racconta tra un sorso e l'altro mentre la panna si deposita sui contorni della bocca. Sembra trovare un po' di conforto nel retrogusto dolce e ardente del Baileys e non le dà noia la gola che inizia lentamente a raschiare, arsa da particelle liquorose e concentrate.

"Capisco. Quello che non capisco è perché vi odiate a vicenda; puoi ripetermi quando avete cominciato a litigare, a insultarvi, a scannarvi come se non ci fosse un domani?" Debbie corruga la fronte seguendo con le mani l'andamento della domanda e poggia a lato del tavolo il bicchierino ormai vuoto. Quello che dice è vero: Ashton è entrato nella vita di Debbie dal nulla e di lui conosce il nome, al quale è assegnato un volto, e niente di più tranne il fatto che Sophie andrebbe all'inferno solo per portare Ashton lì e lasciarlo a morire nelle fiamme fino alla fine dei tempi.

Sophie la osserva per qualche secondo e sospira, le braccia che si distendono piano sul tavolo; la verità è che neanche lei sa dare una risposta reale alla domanda che le viene posta. Sa solo che la faida tra di loro è nata durante la terza superiore a ricreazione per un banale incidente; quel giorno non avrebbe avuto la benché minima importanza e si sarebbe perso nella matassa di tutti gli altri giorni scolastici tediosi se soltanto Ashton le avesse risposto con un semplice 'mi dispiace' di circostanza. Tutto sarebbe finito lì e Sophie si sarebbe rispiarmata la fornitura di incazzature a gratis. Ma no, il mondo ce l'ha con lei e dunque anche uno sconosciuto deve avercela con lei, per di più aggressivamente e senza motivo.

"Eravamo in terza superiore a ricreazione, non ricordo il mese ma ricordo perfettamente che era autunno quindi... Mi stavo allontanando dalle macchinette dopo aver preso la cioccolata calda e stavo camminando con cautela per non imbattermi negli altri e versare la cioccolata, ma girato l'angolo..." Sophie lascia in sospeso il discorso e non sa più quale parte del salotto guardare. Sono passati circa cinque anni da quel giorno; le immagini però sono sempre vivide nella sua mente, come la scena un film che si ripete all'infinito. Riprova per un istante le emozioni di quel giorno, che refrattarie evadono dal dimenticatoio; un estremo dispiacere per il danno involontariamente causato e... la rabbia nata subito dopo il caratteraccio di Ashton; così quel dispiacere iniziale era molto e sepolto chissà dove.

"E la cioccolata gli è finita addosso, fin qui ci sono. Ma tu mi hai detto che ti sei scusata tante volte e gli incidenti capitano. Perché si è arrabbiato così tanto per una banalissima cioccolata? Perché ha, come dire... 'protratto' questo suo odio verso di te senza motivo? C'è qualcosa che non quadra" Debbie conclude mentre afferra la bottiglia appena incignata e rifornisce il piccolo bicchiere di Baileys. Non ce n'è mai abbastanza.

"Riempi anche qui, che forse la risposta finalmente la trovo anch'io, dopo tutto questo tempo..." Sophie risponde scrollando le spalle e con la mano avvicina il suo bicchierino sotto la bocca della bottiglia scura. Inspira il dolce sapore prima di buttare giù un sorso con un suono gutturale abbastanza rumoroso. La sensazione di dolce bruciore accarezza la gola della ragazza e perviene alla bocca dello stomaco: è una bellissima sensazione.

Debbie assume le sembianze dell'oracolo della verità; c'è qualcos'altro sotto. Ma Sophie e Ashton hanno deciso di spendere il loro tempo a odiarsi piuttosto che chiarire una volta per tutte e mettere fine ai loro battibecchi. Ogni volta che i due si incontrano la rabbia accende i loro animi come se l'altro fosse il nemico ultimo da distruggere, ma in realtà non sanno che durante un litigio i nervi si consumano e non si rigenerano più. E il tempo perso non torna più indietro, cinque anni vissuti nell'odio non tornano più indietro. Forse Sophie quei cinque anni li vuole cancellare dalla sua vita e sa che non è possibile farlo; dunque oltre al danno, pure la beffa.

Il silenzio appena creatosi è rotto dalle parole di Debbie, che intanto estrae il cellulare dalla tasca perché una lieve vibrazione l'ha avvertita che Zack le ha inviato un messaggio.

"Sinceramente spero per te che tu riesca a chiarire prima o poi; Ashton ti sta rovinando le giornate in una maniera incredibile e ciò non ti fa bene, ti distrae dai tuoi obiettivi e ti mette di malumore. Devi fare qualcosa Soph" Debbie dice prima di risistemarsi il telefono in tasca, riportando la sua completa attenzione su di lei. Con Zack ci parlerà dopo; in fondo non è poi così importante rispondere ai migliaia di cuoricini del fidanzato.

"E' uno stronzo. Ci odiamo. All'inizio ho cercato di capire il perché del suo odio, ma lui continuava a ripetermi che era 'così evidente che anche un bambino lo può vedere' e non mi ha mai dato una spiegazione. A un certo punto mi sono stufata di comportarmi bene nei suoi confronti e notando il suo non-cambiamento ho appreso che le persone infantili e piene di sé vanno evitate come la peste nera, e che persone così non cambiano mai" Sophie sputa con disprezzo e nei suoi occhi si vede che la voglia di parlare di Ashton è svanita.

"Ci devi parlare Soph, il più presto possibile. Se fossi in te mi arrabbierei per il fatto che tutte le volte mi devo incazzare per nulla, per un motivo che non conosco. So che odiare è più facile che amare ma ti prego, almeno provaci" Debbie la prega perché vuole veramente che tutta questa storia finisca, che Sophie per una volta torni a casa con un'espressione serena sul volto e senza abbandonarsi al Baileys.

Sophie trova un fondo di verità nelle parole dell'amica e per questo si ritrova automaticamente ad annuire senza proferire altro. Si alza e l'abbraccia stretta dicendole che è un angelo, ma anche Debbie ricambia rispondendole che i veri angeli non hanno le ali e la veste bianca...spesso vanno in giro struccati e in tuta perché si devono mescolare bene tra gli umani. Sophie sorride a dentri stretti riguardo a quella perla di saggezza così filosofica.
E' naturale che i bicchierini restino vuoti sul tavolo del salotto avvolto completamente dalla notte, invece di essere riposti con cura nel lavabo per essere lavati la mattina seguente.

****

Sophie il giorno dopo ha un atteggiamento positivo ed entra in aula sicura come non si era mai sentita prima; ha passato tutta la notte precedente sveglia pensando alle parole che avrebbe dovuto dire ad Ashton, le parole giuste, quelle prive di rabbia e rancore. Tanto sa che incontrerà il ragazzo da qualche parte anche contro la sua volontà. L'insegnante di redazione sta tenendo una lezione noiosa e Sophie non vede l'ora di chiudere i libri e uscire da quell'aula, magari andandosi a prendere un caffè seppur scialbo alle macchinette al primo piano. Redazione è la materia che le piace di meno ma che è comunque costretta a studiare se vuole conseguire la laurea in giornalismo.

Quando mezzogiorno scocca Sophie è già fuori dalla stanza e il corridoio comincia lentamente a riempirsi di alunni; la ragazza sembra aver perso la confidenza guadagnata durante le ore notturne e si prende un minuto di pausa per riflettere su quello che sta per fare appoggiandosi al muro, dopo essersi sistemata la grande borsa nera e bianca sulla spalla. Mille dubbi, forse di più, cominciano a intrufolarsi nella sua testa e Sophie si morde il labbro superiore per aver realizzato quanto fosse stupida la sua idea; nonostante ciò è ancora in tempo per ritirarsi indietro e dimenticare quello strano pensiero per sempre. Purtroppo non ha il tempo materiale perché qualcuno la precede.

"Ancora non ti sei ritirata? Non vali nulla qua dentro" una voce sibila malvagia al suo orecchio,

Quelle poche parole sono così cariche di disprezzo, astio e repulsione che il sangue si gela nelle vene di Sophie. Calma, le serve calma. Cosa ci vuole a essere gentili, Sophie pensa tra sé e sé. Cosa ci vuole a essere gentili? Basterebbe una parola giusta al momento giusto. Invece ecco qui che sta per scoppiare l'ennesimo litigio fatto di parolacce, l'ennesimo di una lunga serie che la ragazza spera finirà presto. Sophie chiude gli occhi e tutto diventa buio; i secondi passano.

Ashton è ancora lì accanto a lei con il braccio appoggiato al muro e aspetta una risposta ad effetto, una risposta che getti benzina sul fuoco così da rendere più divertente lo scontro e lo scambio di insulti ancora più desolante di quanto già sia; non aspetta altro. Il ragazzo pensa di averla messa veramente a disagio per una volta, e sul suo volto è già un pronto un sorrisetto derisorio.

E' sconcertato e viene colto di sorpresa quando da Sophie riceve un lungo, pesante silenzio. Quando Sophie è nei paraggi Ashton non è abituato al silenzio, lo odia; per questo quando la ragazza non gli risponde e lo fa sembrare un perfetto idiota la situazione diventa insopportabile e Ashton stringe i pugni finché le nocche si tingono di un bianco niveo. In quel momento vorrebbe farla sparire perché Sophie non lo sta considerando, lo sta altamente snobbando, se ne sta fregando alla grande di quello che dice. E ad Ashton non piace essere messo da parte, trascurato; questo Sophie non lo sa. Ashton è comunque un ragazzo che non si permetterebbe mai di sfiorare una ragazza; da qualche parte nel profondo riesce ad applicare questo valore aggiunto anche alla persona che vorrebbe disintegrare soltanto con lo sguardo.

Il silenzio prolungato risveglia Sophie dalla specie di trance nella quale era momentaneamente caduta e il suo sangue ricomincia a correre normalmente in tutto il suo corpo. Sophie alza lo sguardo e si accorge che il suo acerrimo nemico ha le orecchie letteralmente fumanti; un ghigno nasce spontaneo sulle sue labbra e non le abbandona per qualche secondo finche è Sophie stessa che rompe il silenzio. Ma le parole stranamente non sono uguali a quelle che aveva in mente e il ghigno scompare.

"Ho deciso di accorciare la laurea. E' triste sapere che quando me ne andrò da qui nessuno ti considererà come me o ti odierà tanto quanto ti odio io. Spero vivamente che non ti sentirai troppo, come dire, solo" Sophie sputa con disprezzo e per un millesimo di secondo è invincibile.

Le parole sono così fredde, ironiche e velenose che a Sophie pare di essere un'altra persona; mai usa quel tono di voce così pungente e incalcolato, come se le cose e le persone fossero indegne di essere vissute, considerate, sentite. C'è il gelo nel corridoio, ma fuori c'è un sole che spacca le pietre. Sophie alza lo sguardo e lo fissa direttamente in quello di Ashton come a voler instaurare una connessione; di quale tipo essa sia, lei non ne ha idea. Ma vuole comunque provarci.

Gli occhi di Ashton rimangono sbarrati e la bocca cerca di schiudersi ma non ci riesce; quelle parole gli fanno male dentro, sono come un coltello che trafigge il cuore proprio nel centro e lo fa dissanguare piano, perché la vendetta è un piatto che gli è appena stato servito freddo. Ashton è a corto di parole e di insulti, non sa cosa dire. Questa volta è diverso: gli sembra così facile rispondere per le rime agli attacchi della ragazza quando lei lo insulta, invece in quel momento non può assolutamente controbattere. Perché Sophie gli ha rivelato una profonda verità della quale nessuno nei due si era reso conto. E la verità è spiazzante quando brucia. Lei gli ha appena confermato che lo abbandonerà, che lo lascerà da solo. Che nessuno avrà la stessa considerazione per lui, come se Ashton avesse un posto speciale nel cuore di Sophie.

Sophie non ricorre ai trucchetti da quattro soldi, non è così vile; ma la stanchezza e il peso della routine sentimentale che è costretta a subire passivamente la fanno essere ciò che non è. Lei non è vile, un automa, una che usa i trucchetti; Sophie sente il bisogno di essere sincera e autentica più di ogni altra persona e per questo non chiede ad Ashton quale sia il suo fottuto problema con lei ma gli dice la semplice verità. Che non troverà mai nessun'altra che lo odierà come lo fa lei, che lei è unica nel suo genere, che sentirà una profonda mancanza quando non ci sarà più a rispondergli per le rime.

E Ashton ha paura di tutto questo. Dopo il divorzio dei suoi e la separazione dai suoi fratelli, il pensiero di perdere il minimo briciolo di vitalità lo uccide.

Il ragazzo si discosta dalla parete, il colore delle nocche che è ritornato naturale. Sposta lo sguardo un po' dappertutto a causa dell'imbarazzo perché sa di essere stato colto sul fatto, che la sconfitta è bruciante e quando l'aria diventa stagnante risponde con poche semplici parole, ma efficaci.

"Hai ragione, hai perfettamente ragione" dice prima di voltarsi e andarsene senza lasciare altra spiegazione. Ashton non cammina all'indietro come fa di solito ma sposta i piedi velocemente uno dietro l'altro tentando di mantenere l'equilibrio, come se invece di camminare volesse scappare da quel posto.

Sophie non si aspettava una risposta del genere e non riesce a capire; lo guarda andarsene e non pensa di aver vinto una battaglia, non si crede una vincitrice. Anzi, pensa di aver ulteriormente complicato la situazione e che ora tutto sarà più difficile perché si è esposta quando non doveva assolutamente esporsi. Si è messa in un bel pasticcio. Si sente improvvisamente stanca e gli sbadigli le suggeriscono di andare a dormire; in fondo la lezione doppia di linguaggio grafico e visivo non è poi così importante. Sophie ammira con dolcezza e nostalgia la sua 'phoenix' tatuata sul polso, e un giorno spera di volare via dopo essere rinata, dall'altra parte del mondo rispetto al suo nemico.


****

I giorni corrono, corrono senza fermarsi mai; giugno è alle porte così come gli ultimi esami. Tra caffé, Baileys e schiaffi dati vicendevolmente, Sophie e Debbie trascorrono pomeriggi e notti intere sui libri, sugli appunti e davanti al pc per ottenere il massimo nei test fino al punto in cui se una si addormenta e sbatte la fronte sul tavolo l'altra le tira una secchiata d'acqua gelata addosso. E poi ci sono quelle volte in cui Zack si infiltra come un ladro nel loro appartamento senza avvisare minimamente e comincia a dedicare un po' troppe attenzioni alla fidanzata, distraendola ulteriormente. Sophie li osserva e non si sente affatto a disagio, anzi, li osserva e i castelli in aria con la sua anima gemella ideale si formano negli angoli più sporchi della sua mente finché un sorriso ebete spunta sulle sue labbra e Sophie riscende dalle nuvole rendendosi conto di quanto è ridicola. Tecniche di montaggio non la affascina molto e per questo è tentata di chiudere tutto e prendersi una pausa, ma se deve prendersela da sola, tantovale andare direttamente a dormire.

"Stasera andiamo al pub nuovo dietro l'angolo. Si chiama Tattoo e le prime recensioni promettono bene" Debbie dice dal divano, seduta comodamente sopra Zack.

"Divertitevi" Sophie risponde apatica. Non le interessa uscire in quel momento, anche se sa bene che le farebbe bene staccare da tutto quello studio. Inoltre ha l'intenzione di lasciare i due piccioncini in pace e di non sentirsi il terzo incomodo; non ha incontrato un ragazzo decente per mesi e sicuramente anche quella sera sarà come le altre, ovvero passata a bere un drink al bar guardando la gente ballare. E non fare parte di quella loro allegria.

"La mia è un'affermazione che coinvolge tutte le persone presenti in questa stanza..." Debbie dice alzando un sopracciglio come a voler ammazzare Sophie nel caso lei si rifiutasse di andare con loro. Debbie sa essere molto persuasiva quando si tratta di convincere l'amica, avendo gli argomenti giusti.

"Tanta birra, tanto whisky...tanti ragazzi che posso farti conoscere dato che al Tattoo ci sarà un gruppo di amici che non vedo da tanto tempo...e potrei o non potrei aver parlato di te nei miei messaggi" Debbie conclude con un ghigno terrificante. Zack le sorride con compiacenza dal basso e le schiocca un bacio sul collo per farle capire quanto a volte sia malefica.

"Dio, e ti detesto quando fai così" Sophie si arrende e scuote la testa prima di chiudere tutti i libri e andare in camera sua per prepararsi. Non ha voglia di uscire ma farà uno sforzo anche questa sera; tutte le volte che va in discoteca con Debbie e Zack si diverte e quindi crede che sia uno spreco rifiutare l'offerta.

Ha già in mente cosa mettersi quando entra nella camera e senza indugiare apre vigorosamente l'armadio; tutti i vestiti sono appesi nella sezione centrale in modo abbastanza ordinato e le scarpe col tacco giacciono nella parte inferiore, sistemate per colore e altezza. L'abito nero stretto sotto il seno cade sulle curve di Sophie fino a metà coscia e senza spalline mostra le spalle nude; è il penultimo a partire da destra. Gli accessori sono all'angolo della scrivania; in particolare le collane sono appese l'una sopra l'altra ma Sophie sa già quale deve districare dalla massa informe di fili e pendenti.

Dopo essersi truccata con colori che lei definisce leggeri Sophie si veste e si mette i tacchi neri quadrati con la punta chiusa; per concludere la preparazione si lega al collo il collarino doppio anch'esso nero con un diamantino ovale nel mezzo e si spruzza un po' di profumo su polsi e giugulari. Si sente, è perfetta; solo che nessun ragazzo gliel'ha mai detto fino a quel momento. Il giacchetto di pelle e la borsa la aspettano sul letto e la ragazza fa presto ad afferrarli; spegne la luce e si dirige verso la porta dove Debbie e Zack la stanno aspettando da una decina di minuti. I due sono esterrefatti appena si accorgono della sua presenza perché Sophie sta davvero bene; Debbie vorrebbe vederla così più spesso.


****


I tre raggiungono il Tattoo in due minuti dato che il pub è dietro l'angolo; l'insegna reca una scritta molto appariscente al neon blu scuro e recita "Tattoo" in una calligrafia rotonda e articolata e la porta in legno scuro è aperta. Sophie si chiede se il nome provenga dal fatto che prima il locale era proprio un luogo dove fanno i tatuaggi oppure perché è così figo che rimane letteralmente impresso nel cuore dei clienti. All'esterno ci sono alcuni tipi abbastanza alticci che fumano e reggono bicchieri di vino in plastica in modo alquanto instabile, circondati da ragazze che cercano di sorreggerli. L'aria è fresca ma non è fastidiosa e anzi, accarezza la pelle senza farla sentire completamente nuda. Dall'interno invece proviene un odore acre di alcol e di fumo, sigarette, e la musica ad alto volume risuona tra le pareti dello stabilimento; la ragazza sente l'eco delle vibrazioni del basso e il ritmo serrato e sempre uguale di una canzone techno-house.

Sophie si prepara mentalmente a entrare e tutta eccitata segue Zack e Debbie che sta parlottando al telefono; probabilmente si sta mettendo d'accordo con quel famoso gruppo di amici di cui lei non ha mai sentito parlare. Si ricorda delle amiche che aveva al liceo; con alcune e rimasta in contatto, altre l'hanno dimenticata a viceversa. Il suo migliore amico la chiama di rado perché si è trasferito dall'altra parte del mondo; ormai la confidenza si sta perdendo lungo la via e a Sophie dispiace perché in fondo sapeva che sarebbe andata così. Non ci vuole pensare più: è a Londra da due anni e la sua vita sta cambiando. E soprattutto vuole godersela.

Debbie fa segno di seguirla e insieme a Zack si addentrano nel locale; l'atmosfera è melliflua e allo stesso tempo scoppiettante. Le pareti sono di color violetto, i divanetti neri e ci sono a malapena due finestre sulla destra. Il locale è su due piani e il piano terra sembra molto ampio; Sophie crede sia facile perdersi e per questo si mantiene vicina all'amica che si fa strada piano piano.

Tutto procede per il meglio fino a quando i tre raggiungono i vecchi amici di Debbie, che sono famelici e vogliono conoscere Sophie a tutti i costi. La ragazza però fa fatica persino a registrare i nomi di ciascuno di loro e dopo qualche secondo si ricorda solo di Luke, Michael e Alex. Per movimentare la serata Zack propone di prendere un drink e trovare un posto dove si possano sedere per fare due chiacchere e conoscersi meglio. Tra una risata e l'altra Sophie si sente a suo agio e infine dà un giudizio positivo a ognuno degli amici di Debbie, anche se nessuno è adatto a lei; ma non ha assolutamente fretta.

Verso l'una il dj decide che è il momento di cambiare genere e abbandona la techno; una serie di ballate e canzoni lente invade la pista da ballo, dove le prime coppie cominciano a formarsi occupando posto in punti diversi. Lo spettacolo che si mostra agli occhi di Sophie è comico, o forse è solo la sua vista che è leggermente distorta dal drink che sta reggendo in mano: c'è chi corre a destra e a manca per vomitare, chi esce per prendersi una pausa e fumare, chi non si stanca di limonare con il proprio partner, chi si rende ridicolo e chi ci sta provando con la barista. Sophie guarda la scena e pensa che non vorrebbe fare parte di nessuna tra quelle categorie. L'alcol scorre imperterrito nelle sue vene e Sophie percepisce una certa leggerezza nella sua testa, dove i nervi febbrili si agitano senza trovare pace e i pensieri si annebbiano, si complicano, si fondono uno nell'altro.

Sophie si è allontanata da Debbie, Zack e tutti gli altri; si è appartata in un angolo poco affollato per godersi le ultime gocce di Jack&Cola che giacciono sul fondo del bicchiere ormai vuoto. La testa di Sophie ondeggia in qua e là con un movimento svogliato dettato dal ritmo cullante di una ballata inglese che Sophie non conosce; le dita schioccano cercando di seguire il battito ma il risultato è uno schiocco svirgolato e disconnesso, proprio come lei in quel momento.

"Non pensavo che avresti avuto il coraggio di uscire di casa conciata così come sei."

All'inizio Sophie non si cura minimamente di quelle parole che le arrivano nelle orecchie come un'eco sfocato e lontano; è troppo presa nel suo ondeggiare che non si rende conto che un certo ragazzo la sta offendendo di nuovo. Per l'ennesima volta. L'angolino in cui si è appostata è in penombra e Sophie non riesce a distinguere i tratti del volto di chi le passa davanti. Gli effetti dell'alcol si stanno facendo sentire e tutto quello che pensa Sophie in quel momento è togliersi le scarpe e magari ballare a piedi nudi; ma ha ancora un briciolo di decenza e quindi opta per appoggiarsi alla parete, dopo aver buttato il bicchiere di plastica vuoto.

"Hai sentito che cosa ti ho detto?" la stessa voce minaccia, e Sophie è costretta controvoglia a girarsi, desiderosa di togliersi quel carico di dosso. Le palpebre si appesantiscono, le iridi vedono comunque che quello non è un ragazzo qualsiasi. Tutt'altro. Sophie collega la voce al volto e i suoi occhi trovano la forza di aprirsi di nuovo.

Ashton è in piedi proprio davanti a lei che sta barcollando; le sue gambe sembrano portarlo altrove, di sicuro dove non ha l'intenzione di andare. Gli skinny neri appaiono più stretti del solito e la t-shirt bianca a maniche corte mette in risalto i pettorali nettamente scolpiti. Ashton non porta gli occhiali come di solito e i suoi capelli sono tutti arruffati, volti all'indietro. Il suo aspetto è malandato e lo conferma il fatto che l'equilibrio del ragazzo non è dei migliori, non tralasciando tutto l'alcol che è in circolo nel suo corpo chissà da quanto tempo.

Intanto gli altri continuano a ballare, a cantare e a saltare mentre Sophie vorrebbe soltanto sparire perché l'alcol sta amplificando le sue emozioni piuttosto confuse e quando la ragazza è alterata non c'è dubbio che debba per forza accadere qualcosa di eclatante, che sia positivo o negativo. Sophie è tentata di tornare da Debbie e snobbare Ashton alla grande come aveva fatto giorni fa all'università; l'idea sarebbe eccellente soltanto se non fosse per il fatto che Sophie, quando si discosta dal muro, appoggia male un piede e perde l'equilibrio, costringendola a fare marcia indietro; a quanto pare anche lei è poco stabile. Il cervello le dice di inventarsi una scusa e scappare via di lì prima che scoppi la terza guerra mondiale; il Jack&Cola le dice che non c'è problema se si appoggia ancora per due minuti.

"Ti odio ancora di più quando non mi rispondi!" Ashton sputa esasperato, puntando il dito con mollezza contro Sophie. Irato si avvicina a lei barcollando finché i due sono separati da pochi centimetri. L'aria diventa ancora più carica di tensione e le luci stroboscopiche non aiutano affatto nel migliorare la vista.

Ashton vorrebbe soffocare ogni sorgente di luce e rimanere al buio; ha bevuto una quantità così immane di drink, alcol e shot che i suoi occhi non reggono più l'atmosfera della discoteca. E' lì con il suo gruppo di amici da poche ore ma è come se fosse stato lì per una giornata intera. Stava per uscire e ritornarsene a casa con chissà quale mezzo quando una brunetta vestita di nero ha attirato la sua attenzione e l'ha fatto arretrare; Ashton non può perdere l'occasione di sfogarsi un po' con la sua acerrima nemica, non dopo aver passato un periodo da schifo. Gli scontri all'università evidentemente sono troppo pochi per i suoi gusti, troppo pochi che il ragazzo ne vuole sempre di più proprio come se fossero una droga tra le più finemente lavorate.

Sophie si gira di scatto e pensa di rispondergli per le rime, dato che l'altro giorno lo aveva letteralmente annientato, ma le parole che ha in mente non sono affatto quelle che pronuncia la sua bocca leggermente impastata di alcol e saliva.

"Perché mi odi così tanto? Dimmi che ti ho fatto?" le domande sono semplici, dirette e disarmanti, quasi pronunciate tra respiri spezzati. Sophie abbassa lo sguardo e si pente subito di aver dato voce a quel progetto che si era rifiutata di portare a termine. Ha fatto una cazzata e adesso sta per subirne le conseguenze; sicuramente Ashton getterà benzina sul fuoco così da ravvivare l'incontro-scontro.

Non si accorge, non subito almeno, che sta piangendo sommessamente finché un solletico salato bagna le sue guance. Debbie non è lì ad aiutarla né tanto meno Zack; è completamente da sola e la fragilità sta prendendo il sopravvento aiutata dal Jack&Cola, anche se si era ripromessa in precedenza che non avrebbe mai pianto per una persona così inutile e irritante nella sua vita. Eppure sta succedendo adesso; quella parte di sé rimasta nell'ombra emerge con prepotenza e distrugge tutto ciò lungo la via.

E' tutto uno schifo, uno schifo, Sophie ribadisce nella sua testa.

Il gesto è difficile da rielaborare e Sophie aspetta una risposta in silenzio; vorrebbe andarsene ma non può, vorrebbe restare lì e comportarsi normalmente ma non può. Non c'è una vasta scelta dalla quale attingere questa volta.

Ashton nota le lacrime della ragazza e non fa nulla finché non sente dei singhiozzi che rimbombano nell'aria e si imprimono nel suo cuore come un marchio indelebile. Il Long Island sta ancora provocando un certo effetto su di lui ma si sa che l'assunzione di alcol cambia radicalmente le regole del gioco; e quei singhiozzi trattenuti a fatica dovrebbero essere come mura che crollano in briciole per Ashton come simbolo di vittoria, invece sono soltanto sibili di donne disperate che hanno perso il coraggio di combattere.

Ashton pensa nella sua mente ubriaca che a volte sia giusto crollare e lasciarsi andare; non pensa sia giusto farlo in più completa solitudine. E ad Ashton la solitudine fa ribrezzo, quindi non si stupisce appena si allontana di Sophie rimanendo inchiodato nel solito punto, sentendo freddo. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, Ashton ricorda, e non crede di essere mai stato più religioso di così in tutta la sua vita.

"Sto per baciarti."

Sophie è già pronta ad andarsene, rincasare e mettersi sotto le coperte leggere; ma evidentemente ha fatto male i suoi calcoli perché le labbra di Ashton sulle sue non erano previste nel piano originale. Ashton ha preso il sopravvento, è lì premuto interamente su di lei e sta baciando con delicatezza la ragazza che odia di più nella sua vita, che però scopre essere così incredibilmente dolce da baciare. Non sopporta che una ragazza pianga di fronte a lui, anche se lui stesso è la causa del suo pianto; non sopporta vedere nel dolore le creature più belle dell'universo, soprattutto se è colpa sua. Potevano esserci altri rimedi al suo errore ma i sentimenti di Ashton lo hanno condotto in quella direzione. Se è giusto o sbagliato quello che sta facendo, baciarla, Ashton non lo sa di preciso: sa solo che è necessario perché Sophie ha smesso piano piano di singhiozzare e si sta sciogliendo sempre di più nella sua stretta, se stretta si può definire l'insieme di due braccia che circondano con leggerezza la schiena di Sophie.

Non c'è fretta né furia, nemmeno un movimento disordinato tra di loro; il bacio segue l'andamento della ballata dal nome sconosciuto e per un minuto non pare affatto nato da una potente distorsione della realtà. Sophie non capisce letteralmente più nulla da quel momento in poi e si lascia andare alla musica, al trasporto, al bacio e alle emozioni; il suo cuore è entrato in stand-by e non le importa chi sta baciando, e perché lo sta baciando. Lei non sta piangendo più ed è questo quello che conta veramente; e in quel momento ricambiare i baci di Ashton sembra la soluzione ai suoi problemi più efficace tra tutte. Quando Ashton inconsciamente preme e girovaga con la lingua in modo astuto sul labbro inferiore di Sophie, lei non ci pensa due volte a garantire l'accesso e schiude le labbra a poco a poco finché Ashton ha il pieno controllo delle bocche di entrambi.

Non c'è fretta né furia; i minuti sembrano ore, le ore sembrano secondi. L'unica certezza di Ashton è di avere una brunetta minuta tra le braccia; quella di Sophie è di essere tra le braccia di un ragazzo muscoloso e molto alto che si sta prendendo cura di lei. E la ragazza si sente bene, non vorrebbe essere in nessun altro posto se non lì. Con il suo nemico. Sophie allaccia ancora di più le sue braccia nude attorno al collo di Ashton e lui si china in basso per approfondire ulteriormente il bacio, non lasciando via di scampo ai loro respiri affannati. Le labbra del ragazzo sono così morbide che Sophie pensa, per un secondo, di chiedere la residenza fissa lì.

La dolcezza della scena è in completo contrasto con tutto quello che succede attorno a loro; mentre il mondo non ferma la sua corsa frenetica, Sophie e Ashton sono protetti da una bolla invisibile che li rende inattaccabili e sicuri l'uno nelle braccia dell'altro. Qualche sospiro viene emesso di tanto in tanto; nessuno dei due sembra voler mettere la parola 'fine' a quel piacevole scambio di effusioni.

Ashton sposta le sue labbra da quelle di Sophie sul collo della ragazza, tracciando piano piano la giugulare con piccoli baci umidi e casti fino ad arrivare all'incavo della clavicola dove esse si soffermano un po' di più. Sophie lo lascia fare; è in completa estasi. Ashton alza lo sguardo sulla ragazza come a ricevere un consenso ma l'espressione quasi paradisiaca di Sophie parla da sé; non perde tempo a mordicchiare quel particolare lembo di pelle, poi cominciando a succhiarlo gradualmente e con accurata dedizione. Ashton stringe la brunetta ancora di più a sé mentre la sua bocca sta compiendo un lavoretto decisamente straordinario; dopo qualche minuto il ragazzo di stacca da lei e ammira con soddisfazione il marchio violaceo sulla clavicola.

Per qualche giorno si ricorderà che esisto, Ashton si convince dentro di sé, anche se non sarà per sempre.

La magia svanisce quando i due si separano a causa del cambio musica; quel bacio si è inghiottito tutta l'ebbrezza, tutta la leggerezza fornita precedentemente dai drink. Né Ashton né Sophie hanno risposto alle domande dell'altro; le parole non dette rimangono sospese chissà dove. Entrambi si fissano intensamente per qualche secondo; qualcosa non torna. Sophie ha gli occhi lucidi mentre Ashton ha il fiato corto; non sanno cosa fare e sono in imbarazzo adesso che tutto è finito.

Ashton potrebbe o non potrebbe essere leggermente consapevole di quello che fatto, che l'indomani sicuramente non si sarà dimenticato di nulla. Non doveva permettere ciò che è accaduto, ma ormai è andata così e il passato non si può cancellare. Restano in silenzio per un po' finché tutti i pensieri vengono sovrastati dal volume della musica che è stato appena alzato; vene di rock si insinuano con prepotenza tra le persone che ballano scatenate e tutto sembra ritornare alla normalità. Ma qualcuno adesso sa che le cose stanno per cambiare per il meglio o per il peggio. E lo sa anche Debbie che da lontano ha assistito a tutta la scena, mentre Zack ballava stretto stretto a lei; sarà un periodo molto scoppiettante, si rassicura l'amica.

Ashton prende coraggio e dà voce ai pensieri che da sobrio non concepirebbe mai; non riesce a capire se sia lui a parlare o l'alcol. Nel caso, strascina parole poco comprensibili ma che alle orecchie di Sophie giungono in questa maniera.

"Sei veramente orrenda quando piangi" Ashton blatera, roteando gli occhi.

Ed è proprio quel termine, orrenda, a colpire il cuore della ragazza.

"Sei veramente uno stronzo quando fai così" Sophie si arrabbia e spinge via Ashton per liberarsi la strada e fuggire dal quel locale infernale che è il Tattoo. Si sente umiliata per l'ennesima volta, soltanto con un piccolo imbroglio cattivo in più. L'atmosfera è rovinata e Sophie non si cura di avvertire Debbie e Zack che Ashton le ha appena mandato in fumo la serata; dopo aver trovato le forze prende le sue cose e se ne va, non voltando mai lo sguardo da dove è venuta per controllare se qualcuno la segue. Chiamerà i suoi amici più tardi, forse. Sophie si fa spazio tra la gente e l'aria fresca che le accarezza il viso appena uscita la rigenera, in parte, dagli eventi appena accaduti. Sta per avviarsi, se solo una voce che chiama con rabbia il suo nome non la facesse girare di scatto. E non vuole crederci che Ashton l'abbia seguita nonostante lei lo abbia respinto.

"Non fuggi mai da me, e questa volta scappi? Sei di un'incoerenza assurda!" Ashton grida e se ne frega di quei pochi ragazzi che sono di fuori a fumare e chiaccherare senza il frastuono dei bassi. Un gruppetto di persone resta a distanza per guardare la scena davanti ai loro occhi. La situazione è surreale per entrambi; Ashton non capisce perché sta rincorrendo la ragazza che lo odia, che non lo vuole vedere, che lo vorrebbe eliminare dalla faccia della Terra. Eppure è lì al posto di essere dentro il locale e magari divertirsi come tutti gli altri.

"Vaffanculo! -Sophie sbraita- Lasciami in pace! Vaffanculo!"

Ashton non ci pensa minimamente a lasciarla stare e con passi più lunghi della gamba la raggiunge, stringendola per un polso e bloccando la sua fuga.

"Perché te ne stai andando?" Ashton domanda spazientito, penetrandola con lo sguardo. Ma gli occhi di Sophie sono colmi fino all'orlo di rabbia e stanchezza.

Sophie lo incenerisce incredula perché è lei quella che dovrebbe essere spazientita e questa volta gli risponde davvero per le rime; non risparmia tutto quello che ha dentro e che vuole lasciare andare, i suoi occhi si infiammano di una fiamma accesa e ardente. E l'alcol sembra bruciare ancora di più fino a corroderle la pelle stessa.

"Adesso dimmi qual è il tuo fottuto problema con me, perché mi odi, che ti ho fatto di male per meritarmi un trattamento simile. Sei un ipocrita! Prima mi baci e poi mi insulti, non perdi occasione di sputare veleno su di me e poi asciughi le mie lacrime! Sai che ti dico? Tu sei il coglione! Tu sei quello incoerente! Stai certo che io ti odierò per sempre. Va' all'inferno! E forse il mio odio non basterà nemmeno per pagarti il biglietto. Sei così egoista, egocentrico, sei così invidioso degli altri che nessuno ti vuole...che persino i tuoi amici non ti hanno rincorso per vedere come stai! Le ragazze non ti cagano di striscio perché sei rude, maleducato, perché le tratti male; nessuna ti considera, nessuna vuole amarti, NESSUNA! L'unica che ti regge il gioco sono, ma io ti detesto!" Sophie urla con rabbia finché un fastidioso pizzichio prende possesso delle sue palpebre. E le mani si stringono in pugni, ogni singolo tendine che emerge dalla pelle tesa, le nocche quasi marmoree. Vediamo se Ashton osa ribattere, si convince Sophie aggrappandosi a quel briciolo di sobrietà che le è rimasta.

"Luke era il mio migliore amico, e quando l'hai lasciato gli hai spezzato il cuore! L'hai calpestato, frantumato; era distrutto e non sapeva dove sbattere la testa! Sei tu la persona egoista qui, e nonostante ciò io continuo a rincorrerti perché solo un pazzo idiota lo farebbe! Un pazzo che non ha speranza e che ha appena fottuto l'unica che aveva! Io sono pazzo, Sophie; il giorno in cui lo capirai smetterai davvero di parlarmi! E tanto per la cronaca: nessuna mi viene dietro non perché ho un carattere di merda e rovino le cose, ma perché le rifiuto una dopo l'altra nella speranza che un giorno tu, solo TU mi guarderai nel modo in cui mi guardano loro!" Ashton ribatte vigorosamente e non si accorge che sta crollando, scheggia dopo scheggia.

Sophie lo guarda interdetta con gli occhi persi; non sa dove Ashton vuole andare a parare, manel suo stato è meglio lasciarlo fare. Così non dice nulla.

"Senza odio, senza rancore...con la curiosità di volermi conoscere veramente. Ogni volta che urli di odiarmi, io ti odio ancora di più perché so che sarà sempre così per te, che non avrò mai la possibilità di spiegare. Tra te e Luke è finita male, ma tu non hai sofferto come lui e mi fa rabbia; quando ti vedo all'università che chiaccheri con chi trovi all'uscita sei così gentile, solare e tutti ti vogliono bene perché sei speciale...hai quella luce negli occhi che Luke aveva perso e dai l'anima alle persone a cui tieni perché sei fatta così. E io ti invidio perché non potrò mai averti, perché incontrerai un ragazzo di gran lunga migliore di me, uno che non ti schernisce quando ti incontra, che non ti guarda con odio solo perché lui stesso è un totale fallimento!" Ashton prosegue senza battere ciglio.

Adesso, adesso la situazione è veramente imbarazzante. Ashton si sta dichiarando e Sophie non può fare a meno di sbarrare occhi e bocca, perché tutto lo stupore non si può esprimere in altro modo. Sophie vuole tappargli la bocca e fargli rimangiare ogni singola parola così da cancellare quello che ha appena ascoltato. E' assurdo come Ashton abbia agito. Vorrebbe sparire all'istante.

"Non accetto il fatto che non sarai mia. Non posso essere migliore così, io non ti meritei per tutto l'oro del mondo! Quante volte ti ho vista sbattere i pugni contro il muro dopo aver litigato, pensando che fossi tu il fallimento. E sì, probabilmente andrò all'inferno se ti rende felice. In fondo siamo fatti per odiarci; se è l'unico modo per far parte della tua vita, allora io lo accetterò" Ashton conclude lasciandosi completamente andare al suo cuore. Ora che la verità è stata svelata Ashton si sente libero, non ha più nulla da perdere perché sa di aver perso Sophie per sempre, che quando lei non lo degnerà di una parola o di uno sguardo sarà arrivata la fine. Pagine di un libro che non ha un lieto fine.

Sophie spalanca la bocca ancora di più, non crede alle sue orecchie; sta vivendo un incubo e vuole assolutamente svegliarsi. Ashton ha distrutto tutte le proprie barriere, ha donato i suoi segreti a lei addossandosi le colpe di cinque anni passati a vivere nell'astio. Sophie prende un respiro profondo ma non dice nulla perché non può; aveva sepolto per sempre la relazione con Luke, rilegandola nel passato. Luke era stato un errore, soltanto un errore; l'amore fotte le persone e le rende pazze, ecco che cosa fa. La ragazza alza lo sguardo e Ashton è ancora lì a osservarla, in attesa di una risposta.

"Io, io non...." Sophie balbetta debolmente.

Però quella risposta non arriva perché Debbie e Zack dopo aver assistito a tutta la scena dalla porta principale del locale afferano Sophie e la portano via da lì, non prima di aver lanciato occhiate di disprezzo ad Ashton che immobile ha guardato Sophie andare via da lui. E la ragazza non sente minimamente il cuore di Ashton che si frantuma in mille pezzi e nemmeno una debole frase che riecheggia nel vuoto. Ma per il ragazzo è impossibile tenersi tutto dentro, e per questo sussurra più a se stesso che a Sophie, ormai lontana,

"Non lasciarmi da solo..."

****

Inutile dire che quella notte Sophie dorme poco. Gli occhi di Ashton, pieni di sconfitta e incertezza, la stanno ancora guardando quasi in lacrime; la fiamma, l'accanimento sono scomparsi per sempre. E Sophie, stranamente, sente un vuoto riempirle l'anima; ha paura del domani e vuole piangere, tutto quello che riesce a chiedersi è perché, perché. Perché tra tutti i ragazzi del mondo proprio Ashton doveva innamorarsi di lei fino al punto di disprezzarla come se fosse feccia. La ragazza non sa darsi una risposta e aspetta che la notte porti abbastanza sonno così da poter dimenticare l'accaduto, essendo comunque consapevole che da Ashton non può scappare e che il solo vederlo all'università riporterà in vita ricordi troppi dolorosi per essere esposti ancora una volta alla luce del sole.

****

Debbie si sveglia stirandosi svogliatamente i muscoli delle braccia e delle gambe, prestando attenzione a non generare crampi mattutini momentanei; un braccio le sta stringendo possessivamente la vita e ciò le causa di un lungo sorriso. Le lancette argentate della sveglia segnano le 09.55 sullo sfondo scuro e tempestato di cuoricini; sembra passato più tempo da quando sono andati a dormire tutti e tre. Debbie si rigira sul fianco senza fare troppi movimenti e fissa Zack che dorme con la bocca semichiusa; il suo ragazzo si è dimenticato di rimuovere l'anellino di metallo sul naso e Debbie non ci fa caso, anzi, lo trova ancora più bello quando dorme con il gingillo metallico sul naso. Debbie gli dà un bacio leggero sulla guancia prima di divincolarsi senza svegliarlo e alzarsi da letto.

Appena la porta è chiusa Debbie si avvia in punta di piedi verso la camera di Sophie che ha la porta semiaperta; due paia di occhi si infiltrano nella stanza attraverso la fessura e controllano che la ragazza stia bene; Sophie sta beatamente dormendo a pancia in giù con le braccia che stringono il cuscino, le lenzuola che la coprono interamente fino alle guance. Debbie sorride mestamente e socchiude la porta, dirigendosi in cucina per preparare il caffè, la marmellata e i cornetti; la macchina del caffè giace abbandonata sul piano dell'acquaio che aspetta soltanto di essere riempita di acqua e cacao. Debbie ci mette un minuto per prepararla e nel frattempo, dopo averla messa sul fornello più piccolo, in punta di piedi (dato che è troppo bassa) si alza per raggiungere lo scomparto più alto della credenza dove qualche giorno prima aveva nascosto tra gli altri ingredienti un piccolo barattolo di crema al cioccolato buonissima che in Italia chiamano "nutella".

Debbie ha appena lavato i bicchierini del Baileys e sistemato le tazze e le posate sopra le tovagliette plastificate quando sente una porta aprirsi e chiudersi; la ragazza sposta l'attenzione nella direzione da cui è venuto il rumore e incontra il sorriso del suo Zack stirato dal sonno. Debbie non perde l'occasione di stuzzicarlo neanche di domenica dopo un after.

"So che mi adori da morire, ma potresti almeno metterti una maglietta addosso quando facciamo colazione, o no?" Debbie precisa con provocazione e sul volto di Zack nasce un ghigno quasi malevolo, se non fosse per il fatto che Zack si avvicina alla fidanzata con passo felpato come se fosse un ninja per poi assalirla e gettarla sul divano, iniziando a riempirla di solletico da tutte le parti. La lotta si trasforma molto presto in un bacio accaldato che sarebbe durato minuti interi se solo uno schiarimento di gola non li avesse distolti dalla loro attività.

"Ehm, scusate il disturbo, ma è davvero rassicurante vedervi pomiciare dopo la notte in bianco che ho passato" Sophie dà un buongiorno ironico ai due, grattandosi lievemente il collo e prendendo posto su una delle sedie attorno al tavolo come un sacco di patate che si affloscia sul pavimento.

Debbie e Zack si separano tra una risata e l'altra e raggiungono Sophie a tavola dopo averla salutata. Quando sono tutti a tavola il silenzio diventa imbarazzante e Debbie sa che è arrivato il fatidico momento di tartassare l'amica con migliaia di domande.

"So che cosa stai per dire -la precede Sophie- e non mi piacerà per niente."

"Beh, allora parla e sputa il rospo" la incita Zack precedendo Debbie mentre addenta una fetta biscottata con la marmellata, attento a non sbriciolare troppo.

Sophie lo fissa e sbuffa stancamente, strusciandosi gli occhi con le mani; nemmeno lei sa da dove partire. Se dal bacio, dall'incontro o dalla confessione. Purtroppo si ricorda tutti gli eventi 'importanti' della serata precedente, e desidera di non ricordarli affatto; lo stupore è ancora impresso nei suoi sentimenti e li confonde, tutto per uno stupido bacio. Sophie si fa coraggio e intraprende un lungo discorso fatto di pause, esitazioni e puntini di sospensione; non sa dove sbattere la testa, vorrebbe solo non aver mai accettato la proposta di andare in quel maledetto pub.

"Allora, ehm...quando...quando mi sono allontanata da voi perché volevo finire in pace...la mia bibita, sono andata in un angolino nella penombra e....sento qualcuno che parla. Ashton è lì, che mi sta insultando come di routine, ma io non lo considero perché sono troppo ubriaca e...lui mi ferisce con le parole finché non gli chiedo qual è il suo problema tra le lacrime. E poi mi bacia, ci baciamo per un po'-" Sophie viene bruscamente interrotta dall'espressione scandalizzata di Zack, al quale va di traverso il latte mentre Debbie smette di masticare la sua brioche e la fissa a sua volta con occhi pieni di divertimento.

"Che c'è? Fammi finire almeno, non è come sembra!" Sophie esclama esasperata e routa gli occhi in segno di irritazione, emettendo un grugnito poco femminile. Non è a metà del racconto e già le stanno saltando i nervi.

"Oddio, sembra quello che dice la moglie al marito dopo essere stata beccata con un altro" sorride Zack lanciando un'occhiata complice a Debbie, che lo ricambia con uno sguardo di rimprovero facendo segno di proseguire all'amica con un gesto della mano.

"Quando ci siamo separati lui mi ha detto 'sei orrenda quando piangi' e allora io gli ho detto che era uno stronzo perché mi sono arrabbiata e poi sono uscita dal locale... Lui mi ha seguito e abbiamo litigato e io l'ho mandato a quel paese e-" Sophie viene troncata due volte in un minuto stavolta da Debbie che con aria da 'so tutto io' ha la sfacciataggine di impicciarsi in questioni poco consone alla situazione attuale.

"Almeno Ashton baciava bene? No, sai, il succhiotto che hai sulla clavicola la dice lunga... Mi sembravi molto...indaffarata, occupata, ecco" Debbie ribadisce più volte il concetto di modo che anche Zack possa inserirsi nella conversazione.

"Sapevo che sarebbe andata a finire così" Zack mormora, come se la storia d'un tratto avesse perso tutta la sua importanza. Con Debbie infatti era stato facile; pochi ragazzi le ronzavano intorno in quel periodo, quando si erano conosciuti. Debbie era rimasta affascinata dal carattere piccantino e allo stesso tempo morbido di Zack, che erano bastate due settimane per fidanzarsi ufficialmente.

"Succhiotto? Quale succh-" Sophie per la prima volta in tutta la sua vita blocca se stessa, la mano traditrice che premendo un po' sulla clavicola sinistra ha attivato i  nervi del dolore. Un'espressione di shock e lamento compare sul volto della ragazza che, infastidita piuttosto che sorpresa, tira giù tutti i santi del giardino eterno.

"Oh, cazzo! Cazzo! Come ho fatto a... Io - beh, se mi fate finire gentilmente il discorso vi posso spiegare tutto e rispondere a tutte le vostre domande" Sophie continua abbassando lo sguardo e sperando di non essere bloccata in qualche altro modo. Intanto si versa un po' di latte nella tazza col il panda blu e la sua popò profumata e vi inzuppa dentro un biscotto con le gocce al cioccolato, mentre l'altra mano massaggia la parte violata.

"Ok, vai avanti. Non ti fermeremo più" Debbie la tranquillizza, riprendendo a mordicchiare la sua brioche con la marmellata. Zack guarda la fetta biscottata per un po' come un ebete e la addenta famelico, strofinandosi le dita dalle briciole.

Sophie esamina entrambi esterrefatta e non riesce a credere che loro siano così calmi quando lei dentro si sente a disagio.

"Dicevo, ehm, l'ho mandato a quel paese e dopo la solita provocazione gli ho urlato del perché ce l'avesse con me. Non mi sono risparmiata tutte le cattiverie di questo mondo, in particolare il fatto che nessuna ragazza l'avrebbe mai amato perché lui, fondamentalmente, è uno stronzo. E non volevo credere alle mie orecchie quando... ha confessato di fronte a un mucchio di gente che è innamorato di me?" Sophie maschera l'affermazione con una domanda. In realtà vorrebbe sprofondare e non tornare più in superficie.

Debbie sgrana gli occhi come se avesse visto un fantasma e spalanca la bocca prima di mandare giù il boccone. L'espressione di sorpresa si tramuta in un sorriso sincero e Debbie non può fare a meno di scoppiare a ridere di gusto. Zack si gira verso di lei e la fissa divertito; anche lui è dello stesso parere a quanto pare.

Sophie a causa di quella reazione inaspettata vorrebbe uccidere tutti e due, ma ha troppa fame ed è troppo stanca per alzare anche un dito; sbuffa prima di afferrare il coltello e in cerca delle fette biscottate si imbatte in un piccolo barattolino marrone mai visto prima. Sophie lo osserva con curiosità e spinta dal desiderio di sapere cosa sia quella che sembra crema al cioccolato si china per prenderla.

"Stronzetta, quando hai finito di prendermi per il culo mi dici che cos'è questa roba? Sembra buona" Sophie cambia discorso e prova a guadagnare del tempo. E' perfettamente consapevole che le domande di Debbie non sono finite, che non sono neanche lontanamente cominciate; un turbinio di emozioni contrastanti sta sconvolgendo i suoi sentimenti, rendendoli più annebbiati e frastornati. Cosa deve dire ai suoi amici, quando neanche lei sa cosa sta succedendo? Cosa dirà se soltanto ammettesse che quel bacio ubriaco le è piaciuto forse più del dovuto? Sophie percepisce dei brividi percorrerle su tutta la schiena al solo pensiero, al pensiero delle braccia allenate di Ashton avvinghiate con leggerezza attorno a lei.

"Si chiama nutella, è una crema alle nocciole che fanno in Italia. Gli italiani ne vanno pazzi" Debbie afferma prima di continuare con il suo interrogatorio. Dopo aver rigirato il piccolo barattolo tra le mani, Sophie lo apre e ammira il contenuto; la crema è di color marroncino molto invitante ed è estremamente fluida. Sophie non vede l'ora di finirla tutta.

Debbie e Zack si alzano da tavola e si accoccolano sul divano, Zack contro il bracciolo e Debbie accoccolata nel il suo petto, che fa segno a Sophie di mettersi di fronte a loro così che possano discuterne più comodamente. Sophie sorride debolmente e li raggiunge, sedendosi dall'altro lato del divano con le gambe piegate e portate fino al mento.

"Sophie -Debbie inizia- io vi ho visto mentre vi baciavate, al contrario di Zack che stava facendo altro in quel momento, e non ho pensato ad altro se non al fatto che...eri rilassata, molto, e sembrava che non ci fosse nulla intorno a voi due. Era come se vi conosceste da tempo, come se non vi foste mai odiati. E' stato spiazzante vedervi così e credo, anzi sono sicura, che c'è una possibilità. La possibilità di fare pace e sistemare tutto per il meglio." Zack annuisce e la abbraccia ancora più intimamente.

Sophie è alle strette, non sa cosa dire. E' spaventata per tutto quello che è successo la sera precedente e deve rendersi conto che lei e Ashton si sono realmente baciati; è difficile accettare il fatto che il bacio le sia piaciuto da morire e che avesse desiderato di rifarlo per altre dieci, cento, mille volte ancora. Sophie ripensa a quelle labbra morbide e non nega di essersi sentita felice, di come il corpo di Ashton si incastra alla perfezione con il suo. Di quanto abbia voluto da tempo trovare un certo equilibrio dentro di lei; finalmente l'ha trovato.

"Ho amato quel bacio Deb, tanto, e non posso nemmeno dare la colpa all'alcol perché quando questa mattina mi sono svegliata...il primo pensiero è stato quel bacio, Ashton che mi diceva che non sarei mai potuta essere sua. Che siamo fatti per odiarci" Sophie sussurra come se non volesse lasciare andare quelle parole. Fa male ammettere la verità ad alta voce, eppure non c'è altra scelta.

Debbie la guarda dolcemente prima di farle un'altra domanda.

"Cosa ti ha detto di preciso quando eravate fuori?

Sophie si sforza di ricordare tutto il monologo di Ashton e piano piano la maggior parte delle frasi si fa più viva nella sua memoria. La ragazza si prende qualche minuto per organizzare il discorso finché non è pronta e si schiarisce la gola.

"Quando gli ho gridato che nessuna ragazza l'avrebbe mai amata lui mi ha risposto che le rifiutava tutte perché sperava che un giorno solo io lo guardassi come lo guardavano le altre. E' stato imbarazzante! Ha continuato col fatto che fosse pazzo, pazzo perché stava inseguendo la ragazza che odia e dalla quale è odiato pur sapendo che l'odio tra di noi è troppo forte per poter essere contrastato da qualcos'altro. E poi Deb, io non ti ho mai raccontato di Luke" Sophie confessa abbassando gli occhi.

"Forse questo Luke è rimasta nell'ombra perché non era poi così importante per te. Puoi raccontare, se vuoi" Debbie risponde.
Sophie viene incoraggiata dalle parole dell'amica e prosegue nel suo discorso; l'argomento 'Luke' era stato sepolto per anni in un cassetto, che Sophie stava quasi per dimenticarsene.

"Luke è stato il mio ragazzo per qualche mese alla fine del secondo anno di liceo; andava tutto bene ma quando ho scoperto di volere altro, di avere altri progetti che non lo includevano ci siamo lasciati. Non ci siamo più parlati. Solo grazie ad Ashton ho scoperto che Luke aveva sofferto tanto, ed ecco perché per Ashton posso anche sparire: lui era il suo migliore amico e io lo avevo fatto stare male. Ma poi Ashton si è innamorato di me e..." Sophie non riesce ad andare avanti e si mette la testa tra le gambe.

Debbie e Zack sono indecisi se lasciare perdere per un po' oppure concludere almeno questa parte della storia, così che possano esserle d'aiuto. Forse quello di cui Sophie ha bisogno è semplice affetto; non è sufficiente quello degli amici. Ashton è la risposta a questo punto.

"E non ha potuto evitare di odiarti. I sensi di colpa che ha provato perché si stava innamorando della ex del suo migliore amico l'hanno corroso fino a tal punto che forse, cercando di allontanarti, sperava di poterti dimenticare. E il fatto che non vi siete chiariti ha decisamente peggiorato il tutto" Debbie esaurisce il discorso iniziale di Sophie con un sospiro; la ragazza si alza lentamente e va ad abbracciare Sophie, appallottolata su se stessa all'angolo del divano.

"Cosa faccio adesso? Gli ho giurato odio per la vita la sera, e la mattina dopo ci ripenso" Sophie mormora dal vuoto creatosi tra la sua pancia e le sue gambe. La scena è surreale ma Debbie sa cosa dire.

"Tu provi qualcosa per lui, giusto? Ne discuterete domani insieme o quando vuoi tu. Io e Zack saremo nei paraggi nel caso succedesse qualcosa, bella o brutta" l'amica la rassicura stringendola e accarezzandole lievemente la schiena. Odia vedere Sophie in quallo stato per colpa di Ashton; e se lui la farà soffrire di nuovo,, ci penserà Zack a prenderlo a pugni in faccia.

"Vi voglio bene ragazzi" afferma Sophie con un piccolo sorriso.

"Anche noi little bitch" Debbie le dice all'orecchio, dandole un bacino.

****

Il mercoledì seguente, proprio come il lunedì e il martedì prima, si rivela una giornata improduttiva; la chiusura dei corsi di studio è sempre pesante e anche se Ashton si sta preparando con tutte le sue energie per sostenere degli esami finali, si accorge che non c'è completamente con la testa, che tutta la sua completa attenzione non è rivolta allo studio. E il motivo è fin troppo chiaro, persino agli amici che Ashton ha nelle diverse materie; è evidente come il ragazzo non sia concentrato e come gli obiettivi da raggiungere risultino irraggiungibili. Ashton vuole che tutto questo finisca al più
presto e andare in vacanza, facendo una capatina a casa per trovare i suoi genitori.

Quando scocca mezzogiorno Ashton esce dall'aula di reportage e si avvia verso il distributore automatico; ha pochi spiccioli in tasca, ma sufficienti per comprarsi una bottiglia d'acqua naturale. Ashton si abbassa per prendere la bottiglia e la apre, mandando giù diversi sorsi e leccandosi le labbra sulle quali si erano depositate alcune gocce d'acqua fresca. Il fuoco che ha dentro si placa in un istante. Subito ripensa a lunedì mattina, quando dopo aver aperto gli occhi a causa di un dolore lancinante alla testa gli era tornata in mente la promessa fatta a se stesso alcuni anni addietro; quella di lasciare in pace Sophie e di non innamorarsi di lei. La realizzazione del fallimento era stata un duro colpo per lui; Ashton si sentiva davvero un totale fallimento nei confronti di se stesso, di Luke e di Sophie. Ragion manifesta, aveva fottuto tutto. Da quel che accadeva nei corridoi Ashton faceva ancora irritare Sophie.

L'atteggiamento con cui porsi verso la faccenda però è cambiato; infatti appena i due si incrociano, che sia all'interno o all'esterno dell'edificio universitario, è il solo silenzio a dominare la scena. Incuranti del passaggio frenetico studentesco che li avvolge, Ashton e Sophie accolgono l'uno lo sguardo dell'altro per un secondo per poi distoglierlo di nuovo, scappando nella direzione opposta. Il confronto è troppo amaro da reggere e se in tutto quel tempo era  stato Ashton il primo a mordere la ragazza con accese invettive, adesso è la ragazza ad andare via per prima. E Ashton sa che
Sophie regge sempre il confronto, ma gli ultimi eventi evidentemente hanno ribaltato...tutto.

Ed eccola lì, la ragazza che ama e che odia contemporaneamente esce dalla porta in legno frettolosamente dopo avergli dato un'occhiata veloce, senza guardarsi indietro. Ashton la osserva per tutto il tempo finché la figura di Sophie sparisce tra le macchine, e il ragazzo emette un sospiro. I sentimenti contraddittori che sta provando sono gli unici a tenerlo in vita, la fiamma che brucia dentro di lui per ricordargli di non essere morto. Ashton ripensa al giorno della terza liceo quando Sophie gli aveva involontariamente versato la cioccolata bollente sulla camicia nuova e invece di arrabbiarsi, sorride; ripensa a quante volte Sophie gli abbia chiesto scusa, a tutte le volte che lui l'ha trattata male senza un motivo degno di essere chiamato tale. Ripensa a quando Sophie aveva deciso di smettere di comportarsi gentilmente nei suoi confronti, dando così inizio agli storici battibecchi. E'
stata interamente colpa mia, Ashton riflette.

I minuti con lei passati al Tattoo si fanno vividi nella sua memoria come un fulmine a ciel sereno e Ashton rivede davanti ai suoi occhi Sophie con i tacchi e il vestito nero, i capelli lisci e quel collarino con il diamante che di primo acchito l'ha fatto impazzire. Sente il corpo di Sophie contro il suo e la solitudine che grazie a lei era sparita; il ragazzo era certo che la mattina seguente non avrebbe dimenticato nulla di lei, né il bacio che si sono scambiati, il succhiotto, né tutta la verità uscita fuori dalla sua bocca. Ashton sorride di nuovo con una vena di rimorso, stavolta.
"L'ho persa" il ragazzo dice a nessuno in particolare, mentre il mondo intorno a lui non si ferma e continua a girare.

****

"Usciamo stasera?" Sophie esclama sporgendo la testa dalla porta, piena di energie e con gli occhioni da cucciola; si sente in forma e vuole scaricare la sua allegria in discoteca, nonostante Debbie e Zack vogliano passare un po' di tempo insieme. I suddetti amici interrompono le loro effusioni e Debbie guarda Zack cercando di convincerlo a rimandare l'appuntamento.

"E' tanto che non stiamo un po' da soli" Zack si lamenta all'orecchio della fidanzata, prestando attenzione a non farsi sentire da Sophie. Debbie annuisce leggermente ma non si scompone.

"Ti ho sentito! E per la cronaca, avete il tempo per stare da soli tutte le volte che torno un po' più tardi a casa, senza contare il fatto che tu, caro Zack, ti intrufoli come un ladro di notte nella camera di Deb per poi uscire la mattina presto...come se io non me ne fossi accorta, come se tu non sapessi che questa ormai è anche casa tua e che dunque puoi benissimo utilizzare quella che le persone comuni chiamano 'porta'. Inoltre vi sbaciucchiate all'ingresso dell'università ogni santa mattina, cosa vuoi di più? E non mi dire che non passi abbastanza tempo da solo con la mia Debbie" Sophie risponde imbronciata, mostrando il suo lato iperprotettivo con l'amica.

"Ok, vatti a cambiare Sophie!" Zack tra molteplici sbuffi le urla dal divano, prima di aver surrurrato a Debbie che comunque quella sera non la condividerà con nessuno. Debbie diventa rossa come un peperone e per nascondere l'imbarazzo lo bacia profondamente allacciandogli le mani dietro al collo.

Sophie li ha visti baciarsi centinaia di volte ma ripensando al suo di bacio, l'unico che non doveva dare né ricevere, rotea gli occhi teatralmente e chiude la porta cominciando a chiedersi quale outift debba indossare per la serata.

"Non andremo al Tattoo, andremo allo Shannon!" Debbie le grida dal salotto sempre addosso al fidanzato, che non l'ha mollata per un secondo.

"Io non ci torno più in quel pub pulcioso!" Sophie ride divertita dall'altra parte della stanza.

****

Il design dello Shannon non ha nulla a che fare con quello del Tattoo; la discoteca è immensa e al centro della sala c'è la console del dj a forma di cerchio, illuminata da luci al neon che ogni tot di minuti cambiano colore. Sulle pareti sono attaccati quadri astratti e gigantografie di caricature di personaggi che probabilmente nessuno conosce; il bar si trova sul lato destro e sembra super-tecnologico, il mobilio bianco risalta in contrasto con la penombra dell'ambiente, come un'oasi in mezzo al deserto.

Sophie si guarda intorno soddisfatta ed è molto contenta di essere lì; lo Shannon è il suo posto preferito quando si tratta di scaricarsi. Per mantenere fede alla promessa silenziosa fatta a Debbie, Sophie si distacca subito da Zack e Debbie con un saluto lasciandoli da soli; loro hanno fatto talmente tanto per lei che è arrivato il momento di ricambiare. Alla ragazza non farà male restare un po' di tempo per conto proprio, magari conoscere un ragazzo carino e andare a ballare con lui. I due piccioncini si avviano dall'altra parte della sala per poi sparire in mezzo alla folla ballando.

Sophie non finisce neanche di formulare il pensiero nella sua mente che un bel tipo moro le si avvicina in modo casuale e tenta di abbordarla; il ragazzo ha gli occhi scuri e non si risparmia affabili complimenti sulla gonna scozzese e la maglietta corta e aderente di Sophie, sussurrandole sensualmente all'orecchio che stasera è la ragazza più bella e affascinante di tutta la discoteca. La ragazza posiziona le tecniche di conquista del ragazzo quasi al terzo posto nella sua lista personale e decide comunque di dargli una chance; non si sa mai che le sorprese possono essere sempre dietro l'angolo. Quando il moretto le offre la mano, la ragazza la stringe con la sua e insieme si fanno strada verso il centro della pista; Sophie spera di non essere riconosciuta da nessuno perché stasera si vuole divertire e non pensare a nulla che possa buttarla giù di morale. Appena il dj mette una canzone degli Arctic Monkeys che si intitola ''Why'd you only call me when you're high'' Sophie ha voglia di cantarla a squarciagola ma in quel momento desidera soltanto ballare come fa lei, e quindi muove le braccia e il corpo in maniera lenta e accattivante mentre il tipo che ha conosciuto la squadra stupito e ammaliato perché questa ragazza spacca di brutto sulla pista.

Un paio di canzoni finiscono e Sophie ha sete, così come il suo partner momentaneo; entrambi decidono di prendersi una pausa di qualche minuto e insieme si dirigono al bar. Quell'area è rimasta leggermente vuota e per questo il barista accorre prontamente per ricevere le loro richieste; un gin lemon e un mojito sono abbastanza facili da preparare e il barista dà sfoggio di tutte le sue abilità di shaker, tra volteggi e giravolte di bottiglia. Sophie si sta divertendo perché il ragazzo che le fa compagnia è davvero simpatico, tralasciando il carismatico, e dopo aver finito di bere il gin lemon lo afferra per un polso e lo trascina di nuovo sulla pista.

I due sentono subito l'effetto degli alcolici perché molto spesso si mettono a ridere senza motivo; non sono ubriachi fradici, sono allegri e non importa che tutte le altre persone sbandino in continuazione addosso a loro. E' la dinamica della discoteca e bisogna sapersici adattare; Sophie si adatta molto bene. All'improvviso il moro si avvicina e le chiede con gli occhi se può baciarla, spostando lo sguardo dalle iridi di Sophie alle sue labbra carnose e viceversa. Lei fa cenno di sì e gli va incontro piano piano, come se avesse paura di compiere un passo falso. Il bacio è bellissimo, ma non è come quello di Ashton; nulla ha a che fare con il bacio di Ashton. Le emozioni non sono le stesse, la leggerezza non è la stessa. Sophie si sta agitando invece di rilassarsi e lo stomaco comincia a pizzicare. Qualcosa non torna.

Lui non è Ashton e queste non sono le sue braccia, pensa Sophie.

Lui non è Ashton, qual è il tuo nome, Sophie ripete nella sua testa.

Ed è lì che scatta la realizzazione; lei vuole Ashton, non questo tipo con cui sta limonando. La ragazza vuole staccarsi in maniera riluttante dallo sconosciuto ma non ci riesce, le sue braccia sono troppo deboli. Sophie si lamenta ma lo sconosciuto è immerso nell'alcol e non ci pensa nemmeno a lasciarla andare.

Quando la ragazza viene afferrata per un polso, aiutata e trascinata via bruscamente dal centro della pista Sophie vorrebbe ringraziare il suo salvatore ma la situazione non essendo adatta glielo impedisce. Sophie si lascia trasportare e i suoi occhi vedono soltanto immagini sfumate e confuse, colori che si mischiano tra loro e persone che paiono cadere finché la sua schiena viene leggermente spinta contro un muro freddo e ruvido. Apre gli occhi aggiustandoli alla nuova luce e Ashton è lì, davanti a lei, con gli occhi pieni di rabbia e il respiro piuttosto affannato; nella sua mente brilla Sophie non sa dire se per la rabbia o per la corsa. Non è il problema principale, comunque.

Ashton è sicuro al cento percento di essersi scolato almeno tre-quattro birre che hanno contribuito non poco a incrementare i suoi istinti. Non pensava che avrebbe incontrato lì la ragazza che chiamava troia quotidianamente. Credeva che cambiando locale quel sabato non l'avrebbe vista. I suoi piani sono appena andati in fumo. Ashton porta le braccia ai lati della testa di Sophie senza lasciarle via di scampo, e allo stesso tempo la protegge da qualcosa che non esiste. Non si rende conto che nessuno è capace di ferire Sophie se non lui in quel momento; nonostante la birra circoli nel suo corpo ormai da un paio d'ore e la vista un po' annebbiata Ashton cerca di calmarsi e utilizzare parole che non facciano scappare o piangere Sophie.
"Dimmi che mi odierai per sempre, e io ti lascio in pace...per sempre. Sparirò dalla tua vita. Se mi vuoi uccidere, fallo: dimmi che mi odi e non ti bacerò più...non ti parlerò più. Sarò inesistente...un brutto sogno, sarò un'esperienza che andrà dimenticata. Prima o poi" Ashton mormora tra lunghe pause e respiri spezzati. Si sta immergendo negli occhi di Sophie che lo guardano tremanti di paura; Ashton non scorge la solita fiamma, quella che arde di ira, orgoglio e distruzione. Vede abbandono e un briciolo di speranza.

Sophie è intrappolata da Ashton ma non si sente tale, anzi, si sente protetta in qualche strano modo. E quando Debbie le racconta di come si sente al sicuro tra le braccia di Zack, di quanto per una donna a volte sia davvero necessario essere avvolta da un uomo Sophie finalmente comprende le parole dell'amica perché anche lei in persona sta provando la stessa emozione in quel momento; un fervore improvviso pervade Sophie dalla testa fino alle punte, generando piccoli brividi sulla pelle. Ashton è in attesa di una risposta concreta; rimane scioccato (nel senso buono) quando Sophie comincia a parlare.

"Ti odio di giorno...ma ti amo di sera. Se riesci a spiegarmelo, vinci il Nobel" la mente allegra e filosofa di Sophie risponde, prima di tirare a sé Ashton dal collo sfrangiato della maglietta per baciarlo di nuovo, a distanza di soli sette giorni. Che bisogno c'è di discutere e chiarire quando ci pensa l'alcol a fare tutto il lavoro sporco?

Ashton all'inizio non capisce; dopo aver realizzato che Sophie lo vuole per davvero sorride e permette alla ragazza che odia e che ama contemporaneamente di essere strattonato verso di lei e ricambia il bacio con passione, avvolgendola sempre di più; sembra tutto così inverosimile che ad Ashton pare di vivere un sogno. Sophie ha preso l'iniziativa questa volta e il ragazzo si sente felice, una fiamma dentro che non brucia di odio ma di calore umano, di affetto desiderato da tanto tempo e finalmente conquistato. Ashton vuole che quella fiamma continui a essere alimentata giorno dopo giorno, che sia con una provocazione, un insulto o un bacio. Non gli interessa minimamente.

Due paia di occhi hanno osservato la scena da lontano, prestando attenzione a non essere beccati mentre sbirciano. Debbie e Zack avevano notato che Sophie non era più all'interno della discoteca e così erano usciti fuori per controllare che tutto andasse bene; la scena che è presentata davanti ai loro occhi è più bella e decisamente più straordinaria di quella che si erano immaginati.

"La guerra è finita finalmente" sussurra Debbie.

"Già. Questo vuol dire che adesso anche Ashton prenderà l'abitudine di entrare in camera di Sophie dalla finestra" ridacchia Zack sotto i baffi mentre abbraccia la fidanzata da dietro.

"Che idiota che sei! Perché ti amo così tanto?" Debbie domanda retoricamente voltandosi verso di lui.

Zack scrolla le spalle e storce le labbra in una smorfia giocosa.

"Sarebbe stato meglio se non mi avessi aperto la finestra, quella sera" Zack ribatte e inizia a depositare una scia di baci sulla sua giugolare.

"Se lo dici tu...stasera dormi sul divano allora" Debbie conclude ridendo e intreccia le dita con quelle di Zack, riportandolo dentro a ballare.
Intanto passa qualche minuto finché Ashton abbandona le labbra di Sophie poggiando la propria fronte su quella della ragazza e prende fiato. Adesso
che tutto è diverso, tutto andrà per il meglio.

"Promettimi che lunedì, martedì e mercoledì e per il resto della settimana ci insulteremo fino a baciarci come adesso. Tutti i santi giorni, in tutti i santi posti, a tutte le sante ore e con tutte le sante persone intorno" il ragazzo specifica eccitato e con gli occhi traboccanti di dolcezza; intanto circonda la vita di Sophie con le mani per paura che possa andare via da lui.

Sophie dal canto suo fa finta di pensarci e ripete "Solo se alla fine ci baciamo come adesso", alzandosi in punta di piedi e andando a mordergli il labbro inferiore coi denti. Ashton annuisce rigorosamente prima di dedicarsi di nuovo a lei, immergendo la sua anima rovente in quella altrettanto accaldata della ragazza.

E fuori non fa nemmeno freddo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Delta08