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Autore: Oblakom    20/06/2015    6 recensioni
| Raccolta di 50 frasi scritta per la Challenge indetta dalla Community 1frase utilizzando il Set Alpha |
| Pairing: Melkor-Morgoth/Mairon-Sauron; avvertimento OOC inserito per precauzione |
[ #18 – Limite ] Il limite fra sanità mentale e pazzia, nella mente di Morgoth, era inversamente proporzionale alla distanza che lo separava da Sauron.
[ #27 – Uccidere ] Avrebbe dovuto uccidere Sauron per il suo fallimento – che in quel momento non gli andasse di sporcarsi le mani con il sangue di una creatura inferiore era tutta pura e semplice fortuna del Maia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Melkor, Sauron
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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N.d.Oblakom: Questa fanfiction(?) o raccolta di frasi, che dir si voglia, partecipa alla Challenge 1frase indetta su livejournal, con il Set Alpha. In cosa consiste la Challenge? Scrivere cinquanta frasi riguardanti la tua OTP in un determinato fandom a tua scelta, nel mio caso ho deciso di partecipare con la coppia Melkor-Morgoth/Mairon-Sauron.
…Quindi eccole, cinquanta frasi buttate giù in un’oretta di pigrizia fulminante su una coppia che non posso fare a meno di amare. Potrebbero essere migliori? Forse, anzi, probabilmente. Ma, come ho già detto sono le prime che mi sono venute in mente e, ahimè, nella vita e soprattutto nel mondo della fanfiction NON è sempre buona la prima xD
Fatemi sapere che ne pensate, se ne avete voglia (specie per il fattore IC/OOC, perché io ci ho provato, ma 'sti due sono dannatamente difficili da trattare! Infatti, ho inserito l'avvertimento per andarci coi piedi di piombo) – ma c’è qualche cristiano che vede insieme ‘sti due, a parte me? O.O

Disclaimer: Arda © J. R. R. Tolkien





Devil's Calling



#01 – Anima

Contrariamente a quanto pensasse ogni singolo mortale o immortale di Arda Sauron possedeva un’anima, ed al termine della Guerra dell’Anello solo questa rimase ad aleggiare sul mondo mortale – maligna, distrutta, lacerata, oscura come una nube temporalesca, ma più che sufficiente per incutere timore in attesa del ritorno di Morgoth.

#02 – Seconda volta
Quando Morgoth era stato nuovamente imprigionato nel vuoto Sauron aveva scelto di non costituirsi: sapeva che al suo padrone non sarebbe stata data anche una terza possibilità oltre alla seconda prigionia, e per questa ragione – benché l’altro non avrebbe mai potuto vederlo – aveva scelto di continuare a testa il canto della distorta melodia di Melkor.

#03 – Uomo
Non si sarebbero mai mescolati agli uomini – piccoli, fragili, capricciosi, ingrati e repellenti – eppure a nessuno dei due dispiaceva prendere per poco un corpo mortale, di tanto in tanto, giusto per assaporare anche da quella prospettiva tutti i piaceri della carne.

#04 – Denaro
Pur possedendo domini sconfinati nessuno dei due aveva mai avuto un solo denaro in tasca – dopotutto, Sauron non avrebbe mai donato al suo signore un omaggio confezionato da altri, ed era semplicemente ridicolo che qualunque cosa decidesse di offrire Morgoth al suo miglior soldato potesse essere commisurata con moneta mortale.

#05 – Preghiera
Sauron pregò una volta sola in tutta la sua lunghissima vita, lacerando il proprio orgoglio ed inghiottendo la collera, e, benché mai avesse provato umiliazione più grande del prostrarsi davanti ad Eönwë, riuscì a sopportare tutto ciò solo nella prospettiva che forse, in qualche modo, sarebbe in qualche modo riuscito a cambiare i disastrosi esiti della Guerra d’Ira per il suo padrone e maestro.

#06 – Padrone
Benché il Vala caduto fosse il suo padrone Sauron non avrebbe mai permesso che Morgoth lo considerasse suo schiavo.

#07 – Attesa
Non potevano far altro che avanzare fra la polvere ed il sangue ed i cadaveri, muovendosi con la notte ed arrestandosi con il giorno, ululando come fiere incatenate nelle viscere dell’inferno in attesa della fine del tutto al termine dell’Ultima Era che sarebbe giunta – del giorno in cui, riuniti ad Ilùvatar i buoni ed i malvagi senza distinzione, sarebbero tornati ad essere finalmente uno.

#08 – Miglior amico
A differenza di molti Maiar Mairon non aveva mai avuto amici intimi, malgrado ci avesse provato, e si torturava la mente nel tentativo di capire perché mai proprio lui, il più abile discepolo di Aulë, non riuscisse in un campo tanto semplice e naturale; poi nella sua vita era entrato Melkor e, benché continuasse a non avere un compagno di giochi, aveva scoperto che rispetto a quel nuovo rapporto un migliore amico non era poi così rilevante.

#09 – Notte
Mairon chiuse gli occhi alla luce e si lasciò condurre nelle tenebre della notte.

#10 – Pazzia
Mai più: ecco quando avrebbe rivisto il suo padrone; Sauron lo sapeva e si torturava fino alla pazzia nel vano tentativo di capire come e quando potesse finire il mai.

#11 – Fidanzamento
L’Unico non era il suo capolavoro: il più bell’anello che Sauron avesse mai fatto l’aveva regalato a Melkor il giorno del loro addio nella morente Angband, non immaginando neppure per un secondo che le sue disperate, angosciose promesse di eterna fedeltà sarebbero subentrate nelle memorie ancestrali di Arda per essere riproposte, distorte, fino alla fine dei tempi.

#12 – Vita
La vita di Sauron aveva avuto inizio con Melkor, e gliel’aveva regalata senza esitazioni.

#13 – Noia
Erano entrambi in catene – semplicemente, nella sua prigione interna al mondo, Sauron si annoiava un po’ meno.

#14 – Indifferenza
Pur ascoltando la distorsione nella melodia di Eru, Mairon proseguì nel disegno originale di Ilùvatar.

#15 – Letto
Creature come Valar e Maiar non sentivano le comuni necessità fisiche come il sonno, né erano soliti dormire per diletto, per questo erano in molti a chiedersi per quale ragione quei particolari Vala e Maia caduti fossero sempre attenti ad avere almeno un letto ampio fra i loro arredi.

#16 – Stelle
Sauron non cercava Morgoth fra le stelle, ma nel nero infinito che le separava.

#17 – Minuto
Rivedere il suo padrone per un minuto soltanto sarebbe stato ancor più doloroso di quella eterna separazione.

#18 – Limite
Il limite fra sanità mentale e pazzia, nella mente di Morgoth, era inversamente proporzionale alla distanza che lo separava da Sauron.

#19 – Cuore
La mano dorata di Aulë aveva trattenuto per un istante il più promettente dei suoi Maia: «Guardati dal mettergli in mano il tuo cuore», aveva sussurrato con la voce profonda e cupa di chi intravede le più crudeli ritorsioni di un Fato inevitabile.

#20 – Fede
«Temo non mi sia permesso seguirti oltre, il maestro Aulë potrebbe–».
«Arrabbiarsi? Suvvia, Mairon, sei con me, d’altronde…».
Ascoltò quelle parole e segnò la sua prima disobbedienza.

#21 – Estate
Melkor disprezzava quella recita nei confronti dei suoi fratelli cui era suo malgrado costretto, indi per cui vi erano momenti, specie in estate, in cui preferiva semplicemente allontanarsi qualche minuto in completa solitudine, ripercorrendo quei sentieri battuti millenni prima con un giovane fabbro ed un’altra recita sulle spalle, momentaneamente interrotta.

#22 – Pioggia
Plic – il sangue di Sauron gocciava a terra dall’orrido squarcio sul suo collo, bagnando i pavimenti d’ossidiana di una pioggia densa e scura – plic – , l’Aborrito barcollò sotto il peso della stanchezza e dell’emorragia lottando per rimanere cosciente, e mentre le ombre vincevano le sua ultime difese un brivido corse lungo la sua colonna vertebrale come uno scroscio di acqua gelida – e l’ultima goccia venne fermata da labbra voraci.

#23 – Cielo
Mairon chinò ossequiosamente il capo verso il Vala che l’aveva avvicinato, strascinando appena i piedi, a disagio così vicino a quella possente entità con cui credeva di non condividere nulla se non il cielo che li sovrastava.

#24 – Nero
Nell’infinito nero del Vuoto il colore che Morgoth rievocava più spesso era il rosso – rosso come gli stendardi di Angband, come il sangue… e come gli occhi di Sauron.

#25 – Medico
Melkor non era certo un medico – le sue erano mani nate per distruggere la vita, non per salvarla –, Mairon lo sapeva allo stesso modo in cui lo sapeva ogni altro abitante di Arda, per questo non poté fare a meno di impietrire quando, perso nei suoi pensieri, sentì improvvisamente le dita fredde del più ombroso dei Valar dare sollievo alla sua pelle ustionata.

#26 – Parole
A qualunque lingua o intonazione appartenessero, che fosse con attenzione o simulata indifferenza ascoltavano sempre l’uno le parole dell’altro.

#27 – Uccidere
Avrebbe dovuto uccidere Sauron per il suo fallimento – che in quel momento non gli andasse di sporcarsi le mani con il sangue di una creatura inferiore era tutta pura e semplice fortuna del Maia.

#28 – Posto
La finzione di Melkor era stata tanto perfetta che per un istante persino Sauron era inorridito temendo che per mantenere il proprio posto accanto al suo padrone ora avrebbe dovuto trovarsene uno anche fra i patetici abitanti di Valinor.

#29 – Credere
Nessuno riusciva a credere che una creatura tanto pura ed intelligente si fosse lasciata sedurre da Melkor.

#30 – Lontano
…“Lontano dagli occhi lontano dal cuore” – non sarebbero mai state create parole tanto orride, neppure nell’oscura lingua di Mordor, per raccontare la sorte inflitta per mano di Sauron della creatura che per prima aveva osato coniare questo detto.

#31 – Barca
Vinta la guerra non avrebbero mai mosso assalto a Valinor servendosi di imbarcazioni da guerra, Ancalagon e gli altri possenti draghi sarebbero stati cavalcature ben più consone al loro ruolo.

#32 – Ricordi
Sono relativamente pochi i ricordi di cui si sceglie di tener gelosamente nota nel corso di una vita immortale e, curiosamente, quelli di Sauron riguardano soltanto Melkor.

#33 – Morte
La sofferenza per la loro separazione era tanta che neppure la morte sarebbe bastata a quietarla.

#34 – Peggio
«Una fuga, Sauron? È questo che mi suggerisci, codardo, quando la situazione può ancora essere risolta?».
«…Ossia, mio signore?».
E mentre l’oscuro Ancalagon crollava a terra, Morgoth dovette ricorrere a tutto l’autocontrollo che aveva in corpo per non fracassare Grond sull’ironica – disperata – curvatura delle labbra del suo miglior luogotenente.

#35 – Braccia
Da quando il fuoco purificatore dei Silmaril aveva consumato la carne delle sue mani fino agli avambracci Melkor aveva perso assieme alla capacità di rigenerare il proprio corpo anche la possibilità di stringere Sauron fra le sue braccia… non che fosse rilevante – dopotutto, se il suo miglior servitore avesse avuto bisogno di simili gesti non sarebbe valsa la pena di tenerlo in vita, ma alla lunga diventava pesante essere intrappolati in un corpo di carne e non poterne godere.

#36 – Elettricità
Melkor aveva creato i fulmini sulla base di quella sconosciuta sensazione che aveva provato la prima volta in cui aveva posato gli occhi su Mairon.

#37 – Cellule
“Cellula” non era un termine che esistesse, nel vocabolario di una qualsivoglia lingua di Arda, e poco sarebbe importato comunque di sapere cosa fossero di preciso queste “cellule” – anche ammesso che i loro corpi immortali ne fossero effettivamente composti, sarebbero comunque arse tutte nel fuoco dei loro incontri.

#38 – Promessa
«Non sarà questa la mia fine» aveva sussurrato Morgoth fra le oscure tenebre di una Angband sull’orlo del disastro, ed al più fedele dei suoi servitori tanto bastò.

#39 – Speranza
Sauron sapeva che non avrebbe mai più rivisto Melkor, ma nei lunghi anni del suo esilio si era comunque scoperto più di una volta, al di là di ogni ragionevole logica, a sperare.

#40 – Buco
La fine della Guerra d’Ira aveva gettato Melkor in una voragine da cui non sarebbe mai più potuto risalire – e l’anima di Sauron, forse, persino più in basso.

#41 – Rivelazione
Tese la mano a Sauron perché la baciasse – e questa volta non vi era alcun guanto fra la sua pelle carbonizzata e gli occhi del Maia caduto.

#42 – Volontà
Debilitato com’era, sarebbe stato semplice afferrarlo e costringerlo ad una fuga che l’orgoglio del Vala caduto rifiutava, ma Sauron non avrebbe surclassato la volontà del suo padrone con la propria.

#43 – Facile
Era facile, per Morgoth, corrompere i cuori e le anime, facile come respirare, e come uccidere; eppure, malgrado i fallimenti che gli aveva presentato non aveva mai, neppure una volta realmente pensato di uccidere Sauron per sostituirlo con un altro Maia corrotto – perché avrebbe potuto averne altri, lo sapeva, ma averne un altro come Mairon no, non sarebbe stato affatto facile.

#44 – Terrore
Fu Gothmog a radunare le truppe per correre in soccorso del suo padrone nello scontro contro Ungoliant – Sauron era scattato subito in avanti, da solo, prima ancora che il grido di terrore di Melkor cessasse di riecheggiare fra le piane del mondo.

#45 – Fuoco
Attendevano che la notte estinguesse le braci delle fucine di Aulë prima di accendere il loro fuoco.

#46 – Risposta
«Vi rivedrò, padrone?».
Non diede risposta a queste ultime tre parole – perché malgrado il tono quella non era una domanda.

#47 – Chiaro
A nessuno dei due era chiaro come e perché avessero deciso di iniziare quel tipo rapporto, ma a nessuno dei due sarebbe mai venuto in mente di interromperlo.

#48 – Insieme
Non avrebbero condiviso la stessa cella: Manwë non li avrebbe mai imprigionati ambedue nel Vuoto, in quel luogo di nulla in cui, insieme, avrebbero potuto creare qualcosa.

#49 – Mente
Nessuno aveva il permesso di disturbare Morgoth nelle sue stanze personali, e nessuno sano di mente avrebbe mai anche solo avuto l’idea di disobbedire a quel comando… eccetto una sola, unica entità – il come Sauron fosse ancora in vita era un dibattito aperto, fra i demoni di Angband.

#50 – Strada
La strada di Morgoth si era da Ere interrotta e Sauron aveva proseguito da solo, aprendo al suo passaggio un varco di morte e disperazione che mai più nessuno avrebbe potuto richiudere – un sentiero chiaro, limpido, in attesa di un giorno, al tramonto dell’Ultima Era, in cui, finalmente libero dalle catene, Melkor l’avrebbe raggiunto.









  
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