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Autore: FloxWeasley    20/06/2015    6 recensioni
C'erano dei momenti, di tanto in tanto, quando Derek si girava nel sonno e la stringeva a sé, passandole un braccio attorno alla vita, o quando le sorrideva porgendole una tazza di caffè, incontrandola esausta durante un turno di notte, o ancora quando le offriva la mano perché lei l'afferrasse prima di allontanarsi insieme dall'ospedale, o infine quando, parlando, le scostava una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso, in cui Addison si convinceva che ce l'avrebbero fatta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Derek Sheperd
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Note dell'autrice
Non so perché mi piaccia tanto il personaggio di Addison e perché mi ostini a credere che Derek avrebbe dovuto scegliere lei... perché sono ancora alla quinta stagione, presumo. 
So solo che come coppia, in Grey's, per ora sono quella che è stata più capace di farmi ridere e soffrire e arrabbiare. E ci sono troppe poche storie su di loro, quindi ho una gran voglia di scrivere. 
Visto che è la mia prima storia nel fandom, entro in punta di piedi e cercando di fare il meno rumore possibile. (Ma quel cretino di Stranamore avrebbe dovuto lottare di più per il suo matrimonio!)

 

Momenti




Addison non era una stupida.
Si era resa conto fin dal primo momento, fin da quando aveva visto per la prima volta il modo in cui Derek guardava Meredith, che la sua era una battaglia persa in partenza.
Era, in effetti, una persona dotata di una buona dose di realismo, oltre che con i piedi ben piantati per terra, eppure... Eppure c'erano dei momenti.
C'erano dei momenti, di tanto in tanto, quando Derek si girava nel sonno e la stringeva a sé, passandole un braccio attorno alla vita, o quando le sorrideva porgendole una tazza di caffè, incontrandola esausta durante un turno di notte, o ancora quando le offriva la mano perché lei l'afferrasse prima di allontanarsi insieme dall'ospedale, o infine quando, parlando, le scostava una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso, in cui Addison si convinceva che ce l'avrebbero fatta.
Perché erano gesti abitudinari, piccole cose che appartenevano al passato, e lei non poteva fare a meno – nonostante il realismo, nonostante i piedi per terra – di illudersi.
Ma erano, per l'appunto, solo momenti.

Poi Derek mugolava qualcosa nel sonno e tornava a darle le spalle, lasciandole addosso il freddo di un abbraccio finito troppo presto, oppure ricompariva un paio d'ore dopo quel caffè e le rispondeva solo a monosillabi, o se ne andava a casa senza aspettarla, congedandola con un frettoloso bacio sulla guancia, o le parlava senza nemmeno guardarla in faccia, e la solita ciocca che sfuggiva alla coda rimaneva lì, a solleticarle la guancia, facendole montare dentro il desiderio fortissimo del tocco delicato delle sue dita.
E allora lei si chiedeva che senso avesse continuare a lottare per quel matrimonio, se doveva lottare da sola, se Derek non aveva intenzione di impegnarsi nemmeno per il tempo di un'illusione. Perché stringersi il lenzuolo addosso e lasciarsi andare ad un pianto silenzioso, perché cercare una tazza di caffè tra le sue mani, perché tentare di convincerlo ad aspettare la fine del suo turno per rincasare insieme, perché pregarlo con gli occhi di essere guardata, anche solo per un secondo?
E ogni volta, irrimediabilmente, si rispondeva che per quei fortunati, speciali momenti, valeva la pena lottare. Almeno un altro po'.

Perché a casa, a New York, quando lei scioglieva l'abbraccio per andare in bagno o perché doveva cominciare un turno, lui se ne accorgeva e si svegliava, protestando contrariato. Perché quando erano specializzandi, se Addison gli sembrava particolarmente stanca, era capace di portarle anche tre o quattro caffè a notte. Perché allora odiava tornare a casa da solo, e preferiva piuttosto restare a dormire un paio d'ore in saletta pur di aspettarla.
Perché diceva di adorare i suoi occhi ed erano sempre loro che guardava quando le parlava, o anche solo quando erano vicini, e per questo le scostava i capelli dal viso.

Come medico sapeva sempre quando era il momento di lasciar perdere una terapia che non funzionava, o se era opportuno smettere di sperare, ma se ripensava a quante volte quei piccoli, insignificanti rituali si erano ripetuti negli anni, non riusciva proprio a trovare la forza di staccarsene.
Anche se significava dover aspettare che Derek avesse una giornata buona, o che non perdesse pazienti, o che non incontrasse Meredith in ascensore.

Anche se significava restare delusa la maggior parte delle volte, Addison si aggrappava all'idea che quei momenti avrebbero smesso di essere solo momenti e sarebbero diventati la quotidianità, come un tempo.
 

  
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