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Autore: __IRIDE__    21/06/2015    0 recensioni
"Ci sono tante cose di cui sono capace, ma odiare non rientra fra queste."
Questa è la storia di Iride, una ragazza speciale. Tutti sospettavano da sempre la sua singolarità, ma allo scoccare della mezzanotte del suo quindicesimo compleanno, la ragazza ne ha la conferma. Entra a far parte di un complesso sistema di alternanza tra luce e buio, giorno e notte, bene e male. Qui troverà risposta alle domande che da sempre le affollano la mente e con il tempo riuscirà a capire a chi appartiene quella voce che la terrorizza, quella per cui era stata visitata più e più volte, quella che tutti giudicavano inesistente ed assolutamente strana. "Voglio essere felice. Qui. Ora. Con te." Tra tutte le difficoltà di cui è circondata, la più grande e pericolosa è sicuramente il giovane Trevor. Per nessuno dei due sarà facile affrontare la realtà in cui è stato improvvisamente fiondato, ma dopo il loro primo incontro entrambi avranno una motivazione in più per continuare a respirare e sopportare tutte le ingiustizie di cui è circondato. Dopo giorni, mesi, anni di lotte, riusciranno i due a trovare un modo per essere felici? Capiranno perché la sorte è stata così ingiusta con loro ed avranno la loro rivalsa?
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~E' la caduta più lunga e dolorosa che sia mai stata affrontata al mondo. Iride sente la pelle tirare verso l' alto ed i piedi le bruciano forte. Si sente come invasa da uno strano tepore ed anche se percepisce l' intorpidimento totale del suo corpo, si sente rasserenata quando getta un' occhiata verso Sarah e vede che lei le sorride. Tuttavia, il dolore fisico è atroce. Dopo qualche minuto sembra che le sue gambe stiano per carbonizzarsi, gli occhi le lacrimano e bruciano tremendamente, le sembra di perdere la vista, l' udito, l' uso della parola... è per questo che non riesce a credere ai suoi occhi quando atterra con delicatezza su una cosa bianca e soffice. Una nuvola. La stanza in cui si trova è completamente bianca. Dopo i primi istanti di smarrimento totale, Iride riesce a sussurrare:
<< Ok, sono morta e sono in paradiso. >>
<< Tesoro, per prima cosa non sei morta. Seconda cosa, hai indovinato, ma... noi preferiamo chiamarlo "Il Sopra". E, più precisamente, non siamo esattamente lì, ma in una piccola periferia che chiamiamo "ProSopra", dove portiamo i nuovi prima di entrare a far parte del nostro mondo. Benvenuta. Qui, come ti ha detto Clipin, troverai tutto ciò che ti servirà per sopravvivere da oggi in poi. Seguimi. >>
Iride si guarda attorno palesemente spaesata. Non ha la minima idea di cosa fare. Osserva la chioma di fuoco della sua guida e, scesa dalla nuvola, la segue ciecamente, anche perchè altrimenti si perderebbe in un posto enorme come quello. Sembra quasi un negozio normale, in alcune zone si vendono cibo, bevande, giocattoli, ma in altre si notano facilmente piccole nuvole, vestiti bizzarri ed altri oggetti che in un qualsiasi posto nel Mondo non troveresti mai. Dopo un paio di minuti, Sarah si ferma davanti ad uno scaffale ed Iride la imita.
<< Ottimo. Questa è la zona delle luci. Ogni angelo ha una luce personale, che equivale alla magia dei maghi, non so se mi spiego. >>
<< Limpida come l' acqua. >> risponde Iride intimorita.
<< Dunque, tu hai conservato e coltivato la tua luce dentro te per quindici lunghi e difficili anni. >>
<< Come fa a sapere che sono stati difficili? >>
<< Oh, tesoro, ti prego, dammi del tu. Mi fai sentire molto vecchia se usi il lei, invece ho solo quindici anni in più di te. Comunque, avrai ogni risposta quando sarà il tempo di averla. Adesso non lo è. >>
<< D' accordo. >> annuisce lei mortificata.
 << Torniamo alla tua luce. E' giunto il momento di tirarla fuori e depositarla in un oggetto, che potrai scegliere tra questi. Mi raccomando, scegli con cura, aspetta di sentire dentro te la risposta, non decidere a prima vista. >>
Iride annuisce nuovamente e guarda tutti gli oggetti che ci sono: gioielli, peluches, occhiali, penne per scrivere, telefonini e...
LEI. La piccola macchia azzurra, precisamente uguale a quella che ha sul fianco. Afferra d' istinto quel ciondolo e lo porta a Sarah.
<< E' questo. Sono sicura. >>
<< Scelta interessante. Cosa ti ha attratto di questo buffo ciondolo? >>
<< E' identico alla voglia azzurra che ho sul fianco. >> e così dicendo la scopre lievemente e vi accosta il ciondolo.
Sarah esamina con cura le due macchie e sussurra con espressione sbalordita: << Davvero impressionante. Sono perfettamente uguali. Beh, ora tira fuori la luce. >>
<< Non ho la minima idea di come si faccia. >>
<< Non è poi tanto difficile. Basta volerlo. Basta conoscere i propri pregi ed i propri difetti. Basta sognare. Per fare uscire la luce, devi fare qualcosa che rappresenti il tuo più grande sogno. >>
Iride riflette per qualche minuto, poi canta una canzone armoniosa e delicata. Il testo sembra d' epoca medievale:
" Oh, piccola principessa,
quanta grazia negli occhi tuoi
in cotanta piccolezza
la sofferenza sottrai a noi
Oh, mia bella principessa,
la tua infanzia non è vissuta
con la rabbia e la freddezza
troppo in fretta sei cresciuta.
Oh, mia cara principessa,
non celar le sofferenze
che ti affligon con insistenza
tra dolori e penitenze.
Oh, mia amata principessa,
che te ne vai da tutti noi
ora la rabbia e la freddezza
sono anche negli occhi tuoi."
Iride chiude gli occhi ed una lacrima scende dal suo occhio sinistro. Poi una da quello destro. Poi molte altre le seguono. Sarah sta in silenzio e contempla la ragazzina. Questa, improvvisamente, si sente sollevare da terra. Un calore inaspettato avvolge ogni sua cellula. E' come essere di nuovo tra le braccia dei suoi genitori, riascoltare le loro voci, ridere con loro. Le lacrime versate fino a pochi minuti prima sembrano non essere mai esistite. Improvvisamente, forse per la prima volta da sette anni, Iride è felice. E' il quindici aprile, e finalmente la ragazza gusta nuovmente il sapore della felicità. Poi, l' effetto finisce. Iride cade nuovamente a terra e il senso di oppressione torna, accompagnato da una spiacevole conoscenza... la voce.
"Iride... io sono un tuo amico... non lasciarti ingannare da questi stolti... procurano solo illusioni, come hai potuto vedere. Ma io, io posso darti la gioia a cui tanto hai agoniato... basterebbe soltanto..."
<< Ragazzina, tutto bene? >>
<< Cosa? Oh... sì, sì, tutto benissimo >>
<< Beh, allora lasciatelo dire. Mai visto un angelo con una luce grande quanto la tua. E' stato uno spettacolo incredibile! >>
Guardandosi attorno, la ragazza scopre di essere osservata da tutti. Possibile che sia stato qualcosa di tanto singolare da far sì che anche il vecchio commesso la guardi esterrefatto? Iride comincia ad agitarsi, non le piace essere al centro dell' attenzione. Per fortuna, una signora rovescia una bottiglia di quello che sembra vino e così tutti distolgono lo sguardo. Che sollievo!
<< E' stato davvero così stupefacente? >> chiede debolmente a Sarah.
<< Stupefacente è dir poco. Credo che nemmeno Sinock abbia mai visto una cosa simile! Devi tenerci davvero tanto a diventare una cantante. >>
<< Cosa? Diventare una cantante? Non è questo il mio sogno. >> risponde Iride indignata.
<< Ah no? Ed allora perchè quella canzone? >>
<< Quella... l' ho scritta io... p-per mia madre... insomma... immagino tu sappia. >>
<< Sì... capisco. Quindi il tuo sogno è rivedere i tuoi genitori? >>
<< No. Io voglio essere felice. Riavere i miei genitori mi renderebbe così. >>
<< Oh... capisco >> Sarah è allibita. Non si aspettava un sogno così. Insomma, tutti i quindicenni che le arrivano in consegna da Clipin hanno sogni che in confronto a quello sembrano spregevoli ed egoistici. Iride sembra molto diversa dagli altri. E questo potrà esserle d' aiuto o meno.
<< Dunque, adesso è il momento di fabbricarsi i vestiti. >> la donna prferisce interrompere il filo dei suoi pensieri per evitare di farsi delle idee sbagliate. Conduce la sua piccola apprendista verso un angolo del ProSopra pieno di frammenti di stoffe, cotone, fiocchetti, nastri, fili... insomma, sembra la versione molto disordinata di una sartoria.
<< Fabbricare? >> domanda lei stupita.
<< Esatto. Prendi questi ritagli, mettili insieme e creati un vestito. Non è difficile. Basta volerlo. >>
<< L' ho già sentita questa. >> sorride la ragazzina correndo verso dei ritagli azzurri e blu. Una volta raccolto quello che le sembra il necessario, Iride si siede ad un tavolo e contempla ciò che ha raccolto: un pezzo di stoffa blu, uno verde acqua grande il doppio ed un nastrino rosso. Si concentra. Come realizzare un vestito? Beh, Zia Edera le aveva insegnato che per prima cosa bisognava immaginarsi ciò che si voleva realizzare. Una tuta unica con pantaloncini blu e t-shirt verde acqua, cinta in vita da una cintura rossa si fa strada nei pensieri di Iride non appena lei chiude gli occhi. Quando li riapre, ciò che si era immaginata compare dinnanzi a lei. Strabiliata, prende il completo e lo porta a Sarah.
<< Curioso, >> osserva lei << Sarai l' unico angelo donna a portare i pantaloni. >> La ragazzina sorride.
<< Ora, se non ti dispiace, ne faccio quattordici copie uguali. Ogni angelo ha un abito suo, diverso da tutti gli altri ed è importante che sia sempre vestito allo stesso modo. >>
Così Iride si trova ad avere una sporta con quindici tute ed una stramba collana. Pagano alla cassa con quelle che sembrano pietre preziose e tornano nel punto in cui sono cadute.
<< C' è un' ultima cosa che devi sapere. Stanotte, prima di entrare nel Sopra, verrai sottoposta ad un test, ed a seconda del risultato ti daranno una categoria. Mi raccomando, stai attenta. >> fa una piccola pausa per guardarla negli occhi. << La risposta è dentro di te. >>
Poi cadono di nuovo, a Iride sembra di bruciare. Dopo quelli che sembrano secoli, atterrano nuovamente davanti al muro con la lettera S. Iride domanda: << Come lo dico a mia zia ed ai miei cugini? >>
<< Non c' è bisogno che tu dica loro nulla. Sanno già tutto da sette anni. >>
Con questa risposta secca, Iride si sente congedata e torna a casa riflettendo.
   
 
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