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Autore: Jaredsveins    21/06/2015    7 recensioni
Cas è diventato umano e non sa cosa fare della propria vita, quindi si offre per aiutare Dean in una semplice caccia a una strega.
Ma si sa che le streghe si divertono a lanciare incantesimi, infatti proprio il nostro Castiel ne sarà vittima.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Okay, vi avverto che non so cosa ne sia venuto fuori. Mi giustifico dicendo che sto fusa per gli esami, LOOOL. Ho visto una fanart tempo fa che mi ha fatto venire in mente questa OS che ho buttato giù in queste ultime due ore.
Spero di strapparvi un sorriso che vi piaccia!

-Feffe


Angel, human and..


“Che cosa?! Tu con me non ci vieni!”

“Dean, da quando non sono più un angelo non so cosa fare della mia vita. Sono un mortale, cavolo! E devo abituarmi a tutto, devo abituarmi a mangiare, a bere, a andare in bagno, a tante cose! E non ho nemmeno un lavoro, come mangio se non ho soldi? E come vivo le giornate se sto rinchiuso dietro quattro mura a non fare niente?”

L'ex angelo era partito in quarta e stava travolgendo Dean con quel fiume di parole che iniziò a sentire male alla testa. Era inutile, quando Castiel iniziava a parlare non smetteva più, soprattutto adesso che era umano e si faceva mille problemi. Era peggio di avere a che fare con una donna mestruata.

“E io cosa dovrei fare? Portarmi una palla al piede e rischiare la vita di entrambi?”

Cas sentì una fitta allo stomaco, quelle parole fecero male. Quindi era questo adesso? Senza la sua grazia era davvero così inutile? Anche per Dean e Sam?

“Cas amico, non volevo..ok? Il fatto è che non è andata bene l'ultima volta in cui sei venuto a caccia con me e seriamente, starei con l'ansia il doppio!” Gli mise una mano sulla spalla.

Il moro negò con il capo e sospirò, aveva ragione ma solo pensare di trascorrere un'altra giornata a far nulla lo faceva disperare. E la sua espressione faceva trasparire tutto ciò.

Talmente tanto che Dean si sentì il colpa e sbuffò, acconsentendo a portarlo con se. Alla fine dovevano solo cacciare una stupida strega tutta rughe e tette raggrinzite. Bleah.

 

“Guai a te se ti cacci nei guai. Stammi sempre accanto e non fare mosse stupide, intesi?”

Castiel annuì e sentiva già l'eccitazione di quell'avventura, adesso che era umano la sua vita era davvero in pericolo mentre da angelo non se ne sarebbe preoccupato minimamente.

Erano nella tana della strega.

Seguì Dean in silenzio, cercando di fare meno rumore possibile e sentendo la voce di un'anziana che canticchiava a bassa voce, mentre c'era il rumore di una pentola che bolliva. Cas immaginò che fosse la strega. Sbirciò nelle camere imitando il suo amico, non avendo assolutamente intenzione di fiatare perché semmai quella strega si fosse accorta di loro a causa sua, non se lo sarebbe perdonato e poi Dean gli avrebbe rotto le palle per almeno una settimana tenendogli il broncio e non parlandogli. E poi dava a lui della donna mestruata.

“Eccola qui..”

Si nascosero dietro una porta e Cas vide la donna. Era anziana, sui 70 e aveva un vestito fatto di stracci e l'odore sgradevole di morto gli vede venire la nausea, avrebbe vomitato da un momento all'altro, se la sentiva. “Dean, non mi sento molto bene..”

“Castiel, non farmi pentire di averti portato con me.”

Il moro sospirò e annuì, massaggiandosi la pancia con una mano e tappandosi il naso con l'altra. Quanto era bello essere un angelo e potersi materializzare dove voleva, senza dover far ricorso alle gambe. Gli mancavano davvero molto le sue ali, se solo le avesse avute in quel momento sarebbe scappato via.

“Se vuoi posso darti qualcosa io tesoro, hai male allo stomaco?” La voce dolcemente falsa della donna li raggiunse, facendo sospirare Dean che a quel punto impugnò la pistola saldamente e lo stesso fece Cas, uscendo dal loro nascondiglio.

“No grazie, preferiremmo toglierti di mezzo lurida vecchia puzzolente.”

“Dean, non si parla così a-” Si bloccò immediatamente quando vide l'occhiataccia che quest'ultimo gli rivolse e annuì, aveva capito di dover stare zitto perché già aveva combinato un gran bel pasticcio facendoli scoprire.

Dean si avvicinò e aggrottò le sopracciglia nel vedere che la donna rimaneva immobile, con un gran sorriso sulle labbra. Era inquietante e porca troia, brutta come la morte. E appena sparò, la strega alzò la mano e la pallottola si fermò a mezz'aria, cadendo poi innocuamente sul pavimento con un tintinnio impercettibile che fu interrotto da lei iniziò a formulare una frase strana, inviando un bagliore azzurro su Cas che fece un verso sorpreso.

E ancora più sorpreso fu nell'accorgersi che non gli accadde nulla.

“Che succede vecchia? Non sei abbastanza forte?”

“No caro, i risultati li vedrete tra un po'.” E detto ciò scomparve nel nulla.

Il cacciatore imprecò e corse dentro tutte le stanze, controllandole da cima a fondo ma niente, quella stronza era scomparsa e l'unica cosa che gli restava da fare era andare a casa e ritornare il giorno dopo. Tutto grazie a quello stupido di Cas che si era fatto scoprire, dannazione. Salì sull'impala e appena il suo amico fu dentro, partì e andarono in hotel, senza dire una parola.

Cas si sentiva uno schifo e in colpa, sapeva che sarebbe andata a finire in quel modo e nonostante tutto lui aveva insistito, rovinando la caccia di Dean che adesso lo detestava, sicuramente. “Dean, mi dispiace..”

“Non importa, la prenderò domani.” E detto questo scese dall'auto dato che erano arrivati, entrando in camera seguito dall'amico divorato dai sensi di colpa.

“Ho bisogno di una doccia, posso farla qui?”

Dean fece spallucce e si stese sul letto, chiudendo gli occhi e rilassandosi, cercando di cacciare via il nervosismo per quella caccia finita male. Iniziava a mancargli Sam, ma era impegnato con delle ricerche e a lui non andava proprio di stare a sentire certe assurdità ma in quel momento rimpiangeva di non aver portato suo fratello con se. Per carità, teneva a Cas ma cavolo, avrebbe di certo concluso in fretta. Sospirò e si strinse nelle spalle, pensando che non era poi la fine del mondo, l'ex angelo avrebbe sicuramente imparato con un po' di pazienza. E a proposito di lui, non si sentiva più alcun rumore provenire dal bagno ed era lì dentro da un po'; allora a Dean venne in mente che quando erano dalla strega non stava molto bene, quindi bussò nel bagno per accertarsi che stesse bene ma non rispose nessuno. E pensò al bagliore azzurro che quell'essere schifoso aveva mandato contro Cas. Sfondò la porta senza pensarci due volte e si guardò attorno, la camera era vuota e c'erano soltanto i vestiti di Castiel sul pavimento, per il resto c'era silenzio.

Silenzio che venne interrotto da un pianto assordante, il pianto di un bambino che proveniva proprio dal box doccia.

“No, mi prendi in giro?!” Dean sbottò appena vide un esserino minuscolo, di massimo un anno, piangere sulla piattaforma bianca. Lo prese in braccio e quegli occhi azzurri erano inconfondibili.

Era Castiel.

Ecco che aveva fatto la strega, un incantesimo solo per rompere le scatole! Non sapeva se ridere per l'assurdità della situazione, o piangere perché lui non aveva molta esperienza con i bambini. Quando viveva con Lisa stava con Ben, ma era decisamente diverso. Qui si trattava di un bambino di un anno! Ed era Cas, non poteva crederci.

Il piccolo ex angelo continuava a piangere e tremare, tenendo i pugnetti stretti e agitando le cosce paffute.

“Hai freddo?” Dean prese la coperta del letto e ci avvolse subito il corpicino del bimbo, portandoselo al petto e oscillando piano, dandogli delle piccole pacche sul culetto come vedeva fare a sua madre quando Sammy era appena nato. Si mise a ridere, chissà cosa avrebbe pensato sua madre di quella scena assurda e chissà cosa gli avrebbe detto suo fratello, lo avrebbe preso in giro fino allo svenimento.

Il piccolo Cas poggiò la testolina sulla spalla dell'uomo, stringendo i pugni nella sua camicia e facendo un versetto basso, quando smise di piangere e si sentì al sicuro.

Dean lo trovò adorabile e la cosa lo faceva sentire stranissimo, era una situazione surreale e se qualcuno avesse dovuto raccontargliela, non ci avrebbe creduto nemmeno lui. Seriamente quello tra le sue braccia, era quell'angelo possente che lo aveva tirato fuori dall'inferno?

Accarezzò la schiena di Cas e lo cullò ancora, per poi sentire del calore e poi dell'umido contro la camicia. L'uomo gemette e capì subito a cosa fosse dovuta quella sensazione, scostando il corpicino esile dal suo corpo e vedendo un'enorme chiazza bagnata sull'indumento. “Fantastico, adesso mi pisci addosso?!” Sbuffò e a quanto pare questo divertì il bambino, che liberò una risatina spensierata e agitò un pugno per aria, per poi infilarselo nella boccuccia.

Dean non poté che farsi sfuggire un sorriso addolcito, la rabbia iniziale era già passata. Era stupendo vedere quanto potessero essere dolci e innocenti i bambini. Ed era ancora più bello vedere Cas sorridere in quel modo, senza pensieri..anche se con molti anni in meno e senza la capacità di parola.

“Okay ometto, adesso ci facciamo una bella doccia.”

“Da-da!” Il piccolo iniziò a battere le manine e ad agitarsi, facendo capire a Dean di voler esser messo con i piedini per terra. E lui lo fece, adagiandolo e prendendogli entrambe le braccine per aiutarlo a camminare fino alla finestra, dove toccò il muro colorato d'azzurro e schiuse le labbrucce, facendo intravedere la lingua e i dentini minuscoli.

“Allora, io ti lascio qui.” Dean lo prese e lo adagiò sul letto e lo circondò con i cuscini e i vestiti per evitare che potesse cadere. “E vado a togliere questi vestiti sporchi, va bene?”

Andò in bagno e si lavò più velocemente possibile per evitare di lasciare Castiel da solo per troppo tempo e appena uscì lo trovò rannicchiato in posizione fetale, che si mordeva un pugnetto. Lo prese in braccio e lo lavò nuovamente, cercando in tutti i modi di pensare che quello lì fosse un bambino qualunque e non Cas, perché lavargli certe parti sarebbe stato davvero difficile e strano, troppo strano. Lo asciugò e poi gli mise addosso una sua camicia che gli faceva da lenzuolo praticamente ma era abbastanza pesante da non fargli sentire freddo quando non era sotto le coperte. Lo portò a letto e si distese, coprendosi con il piccolo che si rannicchiò prontamente sul suo petto, chiudendo gli occhioni e iniziando a giocare con i capelli di Dean.

Quest'ultimo sentì il cuore scaldarsi e una sensazione di malinconia impadronirsi di se. Quanto gli sarebbe piaciuto avere una vita normale e mettere su famiglia? Quanto gli sarebbe piaciuto tenere tra le braccia il proprio figlio o la propria figlia, proprio come stava tenendo Castiel in quel momento? Quanto gli sarebbe piaciuto essere padre? Molto, anche se sapeva bene che si sarebbe fatto tremila pippe mentali, per cercare di proteggere la propria famiglia dagli orrori del mondo e del sovrannaturale. Però sarebbe stato un paradiso, sarebbe stata la pace ed era proprio come si sentiva lui in quel momento, in pace. In compagnia di un bambino che adesso riposava tra le sue braccia rilassato e che per quella notte avrebbe protetto, addormentandosi con lui e beandolo della propria figura.

 

Cas si svegliò e vide Dean dormire beatamente e poggiò una manina piccola sulla faccia dell'uomo, ridendo appena lo vide aprire gli occhi e fare un verso infastidito.

“Dormire no, eh?” L'uomo prese l'orologio e vide che erano solo le dieci del mattino e sospirò, mettendosi a sedere e guardando il corpicino esile di Cas che rotolava sulle lenzuola, urlando contento e divertito. “Non hai più sonno mi sa, eh?” Dean si alzò dal letto e si fece portare in camera due cornetti caldi e una tazza di latte, sperando che Cas lo bevesse senza fare storie. Non sapeva come funzionava l'alimentazione dei mocciosi.

Si vestì e prese il tutto quando glielo portarono, facendo sedere il piccolo sulla sedia di fronte a se e imboccandolo con cura, facendogli bere il latte.

Non era poi così difficile!

Sorrise soddisfatto nel vedere che Cas non faceva storie, nonostante tutto era proprio un bravo bambino. O almeno lo era stato fino a quel momento, dato che appena si saziò, fece delle pernacchie proprio mentre Dean stava per imboccarlo, sporcandolo tutto.

“Oh Cas, e dai!” Alzò la voce e mai fece cosa più sbagliata, perché il bambino si mise a piangere e mentre fece pipì. “Oh no no! Scusa, non volevo!” Sospirò e lo prese in braccio, pensando che doveva improvvisare un pannolino altrimenti sarebbe stato solo peggio. “Ma cosa sei? Un rubinetto aperto? Anzi no, tieni aperto solo quello che se apri la cisterna esce altro e sono guai.” Sbuffò e corse in bagno, sentendo Cas piangere sempre più forte. SI guardò attorno nel panico e cercò qualcosa di prendere e da poter usare come pannolino provvisorio, tanto sarebbe andato a comprarli di lì a poco.

“Grazie a Dio..” Sussurrò non appena sentì il silenzio diffondersi nella stanza. Alla fine optò per un asciugamano grande e uscì dal bagno, paralizzandosi appena davanti a se c'era Cas nudo come lo aveva lasciato, ma da adulto. L'incantesimo era decisamente svanito.

“Ciao, Dean.”

“OMMIODDIO CAS! COPRITI!” E urlando si coprì gli occhi con un braccio e gli lanciò addosso la tovaglia.

Quell'immagine gli sarebbe rimasta impressa per molto, molto tempo.

  
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