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Autore: SagaFrirry    22/06/2015    3 recensioni
Storia in capitoli auto-conclusivi, ognuno dei quali narra come i gold hanno ottenuto la loro armatura. Saranno di vario tipo e genere, buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gold Saints
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sopportando la vista di indifesi vessati dai soliti bulli, il bambino intervenne, mettendo in fuga il gruppetto di ragazzetti fastidiosi. Era il bello di essere più grosso rispetto agli altri! Con un sorriso affettuoso, rassicurò la vittima e la invitò a rialzarsi. Non era servito alcun atto di forza: semplicemente aveva incrociato le braccia, facendo capire che di lì non si sarebbe mosso.

“Ti hanno fatto male?” domandò gentilmente.

“No. Grazie per l’aiuto. Si sono solo presi la mia merenda”.

“Oh, mi spiace. Forse sono arrivato un po’ tardi”.

“Ah no, vedi?” il piccolo mostrò una monetina “Questa non l’hanno presa. Ed ora vado a prendermene un’altra di merenda. Grazie!”.

Il salvatore lo vide allontanarsi e sorrise ancora, felice della buona azione fatta. Decise pure lui di tornare a casa. Un uomo però lo fermo. Da sotto il pesante mantello, non si poteva scorgere molto. Il bambino lo prese per pazzo perché solo un pazzo poteva girare per Rio de Janeiro con vesti simili.

“Ho visto come hai difeso quel ragazzino. Sei stato molto coraggioso”.

“Grazie. Ma non ho fatto niente di che. Non mi piace quando prendono in giro i piccoli”.

“Sei un bambino molto buono”.

“Troppo. Me lo dicono sempre. Ora, però,vorrei tornare a casa mia”.

“Ti accompagno”.

“No..cioè..non è necessario”.

“Devi stare molto attento. Altri vorrebbero avere il tuo potere”.

“Quale potere?”.

“Un potere che io percepisco e di cui forse tu non hai ancora consapevolezza”.

“Ma chi sei tu?”.

L’uomo scostò leggermente il mantello e qualcosa brillò sotto di esso: un’armatura.

“Un amico” rispose al piccolo.

“Bel costume. Sei qui per il carnevale?”.

“No!” ridacchiò l’uomo “Tu ci andrai?”.

“Chi potrebbe impedirmelo? Siamo in dittatura ma non fino a questo punto..”.

 

Alla grande parata il bambino si stupì, perché quell’uomo era riuscito a scovarlo di nuovo.

“Mi stai pedinando, per caso? Come fai a trovarmi sempre? Fra tutta questa gente..”.

“Te l’ho detto: il tuo potere! Io lo sento e mi chiama”.

“Sei inquietante..”.

Su uno dei carri, fra donne succinte e ballerini, sventolava la bandiera brasiliana.

“Sai che stelle ci sono sulla bandiera del Brasile?” domandò l’uomo.

“Tu non stai guardando le stelle..” sorrise il bambino, notando lo sguardo leggermente assente dell’uomo davanti al generoso fondoschiena della donna sul carro.

Questi ammise la sua colpa con un sorriso. Non indossava l’armatura, non volendo dare nell’occhio e cercando di non morire per il caldo.

“Perché eri vestito strano prima?” domandò il piccolo.

“Ero in missione. Ti spiegherò. Tu piuttosto..cosa fai qui tutto da solo?”.

“E con chi dovrei essere?”.

“Con tua madre?”.

“Io vivo nella favela. La strada è mia madre”.

“Che poetico..”.

Insieme continuarono a guardare i carri fino a quando l’uomo trascinò via il bambino, essendo ormai notte fonda e facendosi le strade un luogo non adatto ad un piccolo, seppur piuttosto grosso.

“Le stelle sulla bandiera..” riprese l’adulto, scortando il minore fino a casa “..sono:  Procione, Cane Maggiore, Carina, Virgo, Idra, Croce del Sud, Octante, Triangolo Australe e Scorpio”.

“Saperlo mi servirà?”.

“Alcune di esse sono presenti solo come singola stella e rappresentano i diversi stati. Al momento ce ne sono 21 ma chissà..potrebbe cambiare”.

“Questa lezione a cosa la devo?”.

“Era per conversare. Non ti affascinano le stelle?”.

“Sì. Però..come potrà aiutarmi nella vita sapere certe cose?”.

“Hai così poche speranze nel futuro?”.

“Quelli come me, poveracci senza famiglia, non hanno grandi possibilità. Di certo il mio futuro non sarà in una grande casa lussuosa con tanti soldi e un lavoro da favola”.

“Devi avere fede”.

“Diciamocelo: il Cristo redentore con le braccia aperte non potrà aiutarmi”.

L’uomo si girò verso la statua. Lassù in cima, aveva indubbiamente qualcosa in comune con la statua di Atena che stava al grande tempio. D’un tratto qualcosa brillò nel buio ed il cavaliere fece segno al bambino di allontanarsi. Il piccolo non si mosse, vedendo sopraggiungere un uomo con indosso un’altra strana armatura.

“Chi sei? Cosa ti spinge qui?” domandò il cavaliere d’Atena.

“Sono Carios, Dragone del Mare a servizio di sua maestà Poseidone”.

“Non pensavo che si fosse già risvegliato”.

“Non lo è infatti. Mio il compito di sorvegliare il suo riposo e radunare futuri generali marini. Quel bambino è molto promettente e lo voglio nel mio esercito”.

“Scordatelo! Il suo è un cosmo legato ad Atena, l’ho percepito chiaramente! Gira al largo!”.

“Quel cosmo diverrà di Poseidone, Ateniese!”.

“Gira al largo, pesciolino!”.

Il Marino scattò e lo stesso fece il cavaliere d’Atena. Il bambino rimase fermo, senza capire. Stavano litigando per lui? Ma che senso aveva?

“Ma che fate?” domandò “Io..non valgo un tale litigio! Io..sono solo un orfano! Sono niente, sono nessuno! Perché vi ferite per me?”.

I due uomini lo ignorarono e continuarono a lottare. Il generale marino, con strani capelli rossicci, sembrava avere la meglio. L’ateniese, ancora debole per la missione appena conclusa, tentennò. Lo sguardo spaventato del piccolo brasiliano però infuse in lui nuova forza e ricacciò indietro il nemico. Era pronto a sferrare il colpo di grazia ma il bambino lo fermò.

“Non intrometterti. I generali di Poseidone sono malvagi”.

“Non mi importa” ribatté il piccolo “Uccidere è sbagliato”.

“Quest’uomo ucciderà altre persone, se non lo elimino io”.

“No. Non lo farà, perché tu proteggerai le persone che vorrà uccidere. È questo quel che fa un uomo giusto. Protegge i deboli, non li elimina! Tu sei un guerriero esperto, si vede. Anche lui lo è ma lo hai sconfitto. Non è giusto però che tu prevalga e tolga la sua vita”.

“Le tue parole sono sagge. È Atena che parla nel tuo cuore..”.

Il bambino pareva splendere di luce oro, così come in oro splendevano le stelle nel cielo, ed il combattimento finì.

 

“Saga, mi allacci le scarpe?” domandò timidamente Milo “Ho chiesto a Camus, ma mi ha preso in giro”.

“Che cattivo” rise Saga “Vieni che ti spiego come si fa”.

Sollevando lo sguardo, il giovane cavaliere incrociò quello di un bambino mai visto prima d’ora.

“Chi sei tu, piccolo?” domandò, con un sorriso.

“Io..” mormorò il brasiliano “..porto l’armatura del Toro”.

“Ah, benvenuto”.

Il viso di Gemini piaceva al Toro. Gli trasmetteva una bella sensazione.

“Un nuovo cavaliere?” si unì Aiolos “Vieni, ti accompagno dal Gran Sacerdote!”.

Bambini curiosi sbirciarono ed il bambino li fissò a sua volta.

“Che nome hai scelto?” domandò Aiolia.

“Aldebaran. È il nome della mia stella, ed io ho capito che bisogna sempre guardarle, e non perdere mai la speranza per un futuro migliore”.

“E da dove vieni?” si aggiunse Milo.

“Dal Brasile”.

Deathmask, rimasto fin ora con aria indifferente, sorrise.

“Brasile?!” esclamò “Allora..io e te un giorno dobbiamo insegnare a questi qui come si gioca veramente a calcio!”.

“Con molto piacere”.

 

“Ma dunque..l’intruso è morto?” domandò Aldebaran.

“Non ti devi preoccupare. È stato respinto” lo rassicurò Aiolos.

“Ma era davvero un generale marino? Era davvero il dragone del mare?”.

“Perché lo chiedi con così tanta insistenza?”.

Toro non rispose. Gli dispiaceva che l’uomo che aveva aiutato solo poco tempo prima fosse morto, o comunque ferito gravemente. Sobbalzò vedendo apparire, nel buio, Saga.

“Non ti spaventare” rise Aiolos “Non vedi che è Gemini? Che probabilmente è stato richiamato al tempio inutilmente perché il pericolo è passato”.

“Shion mi ha appena fatto la predica, perdonatemi se non sono di buon umore” storse il naso Saga.

“Del resto..” incrociò le braccia Aiolos “..quel generale marino è entrato qui al tempio ed è tuo il compito di sorvegliare i confini delle terre di Poseidone. O sbaglio? Ti eri addormentato, per caso?”.

“E tu? Mi risulta sia stato Shura a fermarlo e non tu, grande e poderoso cavaliere..”.

Aldebaran guardò entrambi piuttosto smarrito. Gli occhi di Gemini avevano qualcosa di diverso. Dov’era quell’espressione angelica e buona che aveva visto appena giunto al tempio? Poi però si convinse che il tutto fosse dettato dalla stanchezza e tornò ai suoi affari.

In realtà era stato proprio Saga a uccidere il generale, per poi impossessarsi dell’armatura e tentare l’attacco al tempio. Debole però dopo lo scontro con il Marino, e ancora incapace di tenere a bada le due personalità altalenanti, aveva dovuto ritirarsi di fronte a Shura e gli altri cavalieri presenti. Aveva riposto l’armatura al posto di partenza, sicuro che non avrebbe più dato problemi. Ma proprio quell’armatura era quella che Kanon, da poco rinchiuso, avrebbe poi indossato. Però tutto questo il piccolo Aldebaran non poteva saperlo. Aveva solo sette anni e degli inganni del futuro gran sacerdote sarebbe venuto a conoscenza solo tantissimo tempo dopo.

 

Eccolo l’ultimo!! La parte riguardante il “dragone del mare” è contenuta in parte nella storia che parla di Excalibur (“la vera storia di Excalibur” mi pare si chiami in italiano, non ricordo) che qui ho voluto un pochino ampliare. Siamo giunti alla fine..finalmente! ora voglio sapere quale avete preferito ;) non vedo l’ora di scoprirlo! Alla prossima!

   
 
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