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Autore: Fiamma Erin Gaunt    22/06/2015    1 recensioni
[Nuova generazione; per una miglior comprensione di alcuni personaggi si consiglia la lettura di “Insegnami ad amare”]
Dal testo:
- Comunque non sono qui solo per una visita di piacere – ammisi, soffocando un gemito compiaciuto. Quel caffè era davvero delizioso: forte e scuro come piaceva a me. – La loggia ritiene di aver ragione di credere che un erede del Conte sia ancora in circolazione. –
Lucy sussultò leggermente, facendo rovesciare alcune gocce di nera bevanda sul tavolino in cristallo del salotto.
- Il Conte ha certamente seminato innumerevoli figli bastardi durante la sua vita –, concordò Paul, - ma c’è un motivo in particolare se la loggia ritiene di dover agire proprio ora? –
Quella era la domanda da un milione di sterline.
Avevo faticato non poco per far accettare la veridicità della mia fonte alla loggia e non dubitavo che Paul avrebbe sollevato le medesime considerazioni.
- Rackozy. –
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, conte di Saint Germain, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Prologo

 

 

 

Scarlett POV

 

 

 

 

 

I sedici anni sono da sempre un traguardo importante nella vita di un’adolescente, un passaggio tra l’età infantile e l’adolescenza vera e propria. E fanno schifo.
L’adolescenza in sé per sé fa schifo, a voler essere onesti, ma quando tuo padre é Diamante e tua madre é la leggendaria Rubino realizzi che la tua vita é ancora peggio di quella di una comune sedicenne. Tutti si aspettano grandi cose da te, devi tenere alto il nome di famiglia, devi essere una viaggiatrice. Il problema è che io non voglio esserlo.
Io voglio vivere una vita comune, in cui la massima preoccupazione è prendere un bel voto al compito in classe di matematica o dover scegliere l’abito adatto e trovare un cavaliere per il grande ballo studentesco.
E, soprattutto, non voglio essere costretta a passare il resto della mia vita saltando qua e là nel tempo in compagnia dell’essere più egocentrico che sia mai stato partorito su questa terra.
Damon Gabriel de Villiers.
Già il nome è tutto un programma.
Un metro e ottanta di chioma corvina, incredibili occhi verde azzurri e sorrisetto sfrontato e ammiccante perennemente dipinto su quel volto dagli zigomi fin troppo decisi.
Arrogante credo che sia l’aggettivo migliore per descriverlo, persino il suo aspetto è troppo perfetto per essere quello di un comune diciottenne.
Sofisticato ma con rilassatezza, mai un capello fuori posto, la battuta sempre pronta.
Mia madre dice che per molti versi le ricorda la cugina Charlotte nelle sembianze dello zio Richard.
Dovrebbe capire perché lo detesto, dal momento che lei e la cugina Charlotte non sono mai andate d’accordo, eppure non può fare a meno di trovarlo accattivante.
Deve gettare una specie d’incantesimo sulle persone, altrimenti è incomprensibile il motivo per cui una persona assolutamente sana di mente sia spinta a considerare la sua compagnia piacevole.  
Mia cugina Raven è assolutamente fuori di testa all’idea che la gene portatrice sia io e, sebbene noi due siamo terribilmente legate, ha più volte espresso la sua invidia all’idea che io passi tanto tempo con Damon.
Se non si fosse fatta ammaliare da quei suoi modi da dongiovanni probabilmente comprenderebbe la gravità della cosa.
Non l’ho detto a nessuno, ma ho sempre sperato di non essere io la gene portatrice. Damon e sua sorella gemella, Katherine, hanno entrambi saltato al compimento dei sedici anni e si sarebbe potuto pensare che due viaggiatori fossero abbastanza per questa generazione.
E invece no.
Il mio fantastico bagaglio genetico, comprendente ben due coppie di viaggiatori nel tempo, ha pensato bene di incastrare anche me.
Tanto perché, come si suol dire, non c’è due senza tre.
E così eccomi qui: Scarlett Montrose de Villiers, sedici anni appena compiuti saltando nel fantastico scenario della Londra vittoriana, lunghi capelli color fuoco e iridi blu violacee dello stesso colore dell’ametista, la mia pietra.

 

 

 

 

 

 

 

 

Katherine POV

 

 

 

Ravviai un’onda corvina sfuggita alla pesante acconciatura in cui madame Rossini aveva stretto la mia chioma solitamente selvaggia. Presi un sorso dalla tazza fumante di caffè macchiato che mia zia Lucy mi aveva preparato.
- Scarlett ha saltato ieri – annunciai.
La vidi sorridere, intenerita, e intuì ciò che doveva esserle passato per la mente: finalmente avrebbe conosciuto la sua nipotina.
Era stata una scelta dura la loro, rifugiarsi nel passato e rinunciare alla loro primogenita con tutto ciò che aveva comportato, ma nondimeno ammirevole.
- Credi che passerà molto prima che ci faccia visita? –
Sorrisi allo zio Paul.
Era sempre stato il fratello preferito di mio padre, non che a battere in simpatia lo zio Falk ci volesse molto in realtà.
- Io e Damon l’accompagneremo qui non appena la loggia ci darà il permesso – assicurai.
Sempre ammesso che Scarlett e Damon non finiscano per uccidersi a vicenda nel sonno, avrei voluto aggiungere, ma mi trattenni.
La loggia avrebbe avuto i suoi bei grattacapi per far andare d’accordo quei due, ma non c’era motivo che la dolce e sensibile Lucy si preoccupasse più del dovuto.
Dal canto suo, Paul sembrava sapere perfettamente cosa mi stesse passando per la testa perché soffocò nella sua tazza di bianca ceramica un sorrisetto ironico.
- Comunque non sono qui solo per una visita di piacere – ammisi, soffocando un gemito compiaciuto. Quel caffè era davvero delizioso: forte e scuro come piaceva a me. – La loggia ritiene di aver ragione di credere che un erede del Conte sia ancora in circolazione. –
Lucy sussultò leggermente, facendo rovesciare alcune gocce di nera bevanda sul tavolino in cristallo del salotto.
- Il Conte ha certamente seminato innumerevoli figli bastardi durante la sua vita –, concordò Paul, - ma c’è un motivo in particolare se la loggia ritiene di dover agire proprio ora? –
Quella era la domanda da un milione di sterline.
Avevo faticato non poco per far accettare la veridicità della mia fonte alla loggia e non dubitavo che Paul avrebbe sollevato le medesime considerazioni.
- Rackozy. –
- E tu fai affidamento sulla parola del leopardo nero, il fratello di sangue del Conte? –
- Sembra di sentire Falk – borbottai, consapevole di aver fatto un paragone ingiusto. Falk e Paul erano persone molto diverse.
- Miro non mi mentirebbe. –
Merda, mi morsi la lingua non appena ebbi terminato la frase.
- Miro? –
- Miroslaw – mi corressi, ma il danno era ormai fatto.
Come lo spieghi a tuo zio diciottenne e momentaneamente residente nel passato che sua nipote, nonché attualmente sua coetanea, durante i suoi viaggi nel passato ha stretto una certa confidenza con un barone traditore che ha quasi fatto ammazzare sua figlia?  
Fai finta di nulla e cerchi di riportare l’attenzione generale sul problema di fondo; in linea di massima sarebbe una buona idea, peccato solo che i de Villiers non siano facili da raggirare come le persone comuni.
Lucy venne inaspettatamente in mio aiuto. – Cosa ti ha detto il leopardo nero? –
- Che un discendente del Conte é alla ricerca della Coppa della vita per riportarlo indietro. Ritiene che Paul possa sapere in che epoca si trova esaminando gli scritti della Fratellanza Fiorentina. –
Paul estrasse il vecchio tomo dalla tasca interna della giacca e me lo porse.
- Lo porti sempre con te? –
Scosse la testa. – Solo quando so di star per ricevere visite da giovani parenti sconsiderati. –
Abbozzai un sorriso, mettendo al sicuro il libro foderato in pelle.
- Il caffè era eccellente e prometto che accompagnerò Scarlett qui il prima possibile, ha i nonni migliori che potrebbe mai desiderare. –
- Prima che tu vada, signorina, c’è una domanda a cui devi rispondere – mi fermò Paul.
Alzai gli occhi al cielo.
Figurarsi se se la lasciava scappare.
E io stupida che per un attimo avevo creduto di essere riuscita ad eludere la sua curiosità.
- Dimmi, zio Paul – cedetti.
- Come mai tra te e Miro -, calcò aspramente sul diminutivo, - C’è tanta complicità? –
- Ci vediamo una volta a settimana per delle lezioni di scherma. È molto più bravo di qualunque preparatore che la loggia possa mai chiamare. –
Non era neanche una bugia … non del tutto.
E di sicuro zio Paul non aveva bisogno di sapere che quando il leopardo mi sfiorava i battiti del mio cuore acceleravano.
Parve rassicurato dalla risposta e annuì.
Avvertii il familiare formicolio che preannunciava la trasmigrazione.
Feci appena in tempo a salutarli che mi ritrovai risucchiata nel presente.
Falk mi osservava e accanto a lui stavano Damon e Scarlett; non c’era bisogno di essere onniscienti per capire che quei due avevano nuovamente discusso.

 

 

 

 

 

 

 

Damon POV

 

 

 

 

- Finalmente sei tornata, magari tu riuscirai a far entrare in testa a questo impiastro quali sono i movimenti del minuetto – esordii.
Non ebbi bisogno di voltarmi per sapere che Scarlett mi aveva folgorato con un’occhiataccia.
- Damon! Più garbato. –
Roteai gli occhi davanti a quell’ennesimo sfoggio di galanteria immotivata di Falk. Cosa ci trovasse nelle Montrose era un vero e proprio mistero.
Grace era tutto sommato piuttosto piacevole, seppure tremendamente ostinata, Gwendolyn aveva perlomeno un coraggio invidiabile, ma Scarlett era una combina guai che con ogni probabilità avrebbe finito con il farsi ammazzare e portarsi dietro anche me e Katherine.
- Temo che il garbo non sia una mia qualità, zio. –
- Né l’intelligenza o la simpatia, a quanto ho potuto constatare – intervenne Scarlett.
- Riservo la simpatia e la gentilezza solo alle belle ragazze. –
- Devono essere ragazze molto sfortunate. –
Ignorai il commento della mia insopportabile cuginetta e mi limitai a tendere una mano verso il volume che Katherine teneva stretto tra le lunghe dita affusolate: dita da pianista, tipiche dei geni della nostra famiglia.
Lo sfogliai con lentezza, soffermandomi sulle scritte vergate da piuma e calamaio centinaia d’anni prima.
Falk me lo tolse dalle mani guadagnandosi un’occhiataccia.
- La loggia lo esaminerà e giungerà alle dovute conclusioni – disse a mo’ di spiegazione.
Sbuffai.
Quei vecchi parrucconi ci avrebbero messo giorni per prendere una decisione e fino a quel momento noi non avremmo dovuto fare altro che girarci i pollici e pregare che Rackozy si stesse semplicemente sbagliando.
Non era abbastanza.
No, non lo era neanche lontanamente.
Colsi l’occhiata di Katherine che m’invitava silenziosamente a non perdere la calma e non lasciarmi andare a scenate.
- Sapete dove trovarmi – conclusi, uscendo e sbattendomi dietro la porta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Torno a popolare questo fandom con una piccola long sulla nuova generazione. Vi faccio uno schemetto riassuntivo perché con i vari intrecci potreste esservi persi qualcosa.

Damon de Villiers = Ha 18 anni ed è il figlio di Charlotte Montrose e Richard de Villiers (l’OC della mia mini long “Insegnami ad amare”). A lui corrisponde lo zaffiro stellato e la tigre;

Katherine de Villiers = Ha 18 anni ed è la figlia di Charlotte Montrose e Richard de Villiers  (l’OC della mia mini long “Insegnami ad amare”) nonché sorella gemella di Damon. A lei corrisponde l’ossidiana e il gatto;

Scarlett Montrose de Villiers = Ha 16 anni ed è la figlia di Gwendolyn Montrose/de Villiers e Gideon de Villiers. A lei corrisponde l’ametista e la colomba;

Raven de Villiers = Ha 16 anni ed è la figlia di Leslie e Raphael de Villiers.

Detto ciò spero che questo prologo vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

     Fiamma Erin Gaunt

 

 

  
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