Prologo
Scarlett
POV
I
sedici anni sono da sempre un traguardo importante nella vita di
un’adolescente,
un passaggio tra l’età infantile e
l’adolescenza vera e propria. E fanno
schifo.
L’adolescenza in sé per sé fa schifo, a
voler essere onesti, ma quando
tuo padre é Diamante e tua madre é la leggendaria
Rubino realizzi che la tua
vita é ancora peggio di quella di una comune sedicenne.
Tutti si aspettano
grandi cose da te, devi tenere alto il nome di famiglia, devi essere
una
viaggiatrice. Il problema è che io non voglio esserlo.
Io voglio vivere una vita comune, in cui la massima preoccupazione
è
prendere un bel voto al compito in classe di matematica o dover
scegliere l’abito
adatto e trovare un cavaliere per il grande ballo studentesco.
E, soprattutto, non voglio essere costretta a passare il resto della
mia vita saltando qua e là nel tempo in compagnia
dell’essere più egocentrico
che sia mai stato partorito su questa terra.
Damon Gabriel de Villiers.
Già il nome è tutto un programma.
Un metro e ottanta di chioma corvina, incredibili occhi verde azzurri
e sorrisetto sfrontato e ammiccante perennemente dipinto su quel volto
dagli
zigomi fin troppo decisi.
Arrogante credo che sia l’aggettivo migliore per descriverlo,
persino
il suo aspetto è troppo perfetto per essere quello di un
comune diciottenne.
Sofisticato ma con rilassatezza, mai un capello fuori posto, la
battuta sempre pronta.
Mia madre dice che per molti versi le ricorda la cugina Charlotte
nelle sembianze dello zio Richard.
Dovrebbe capire perché lo detesto, dal momento che lei e la
cugina
Charlotte non sono mai andate d’accordo, eppure non
può fare a meno di trovarlo
accattivante.
Deve gettare una specie d’incantesimo sulle persone,
altrimenti è
incomprensibile il motivo per cui una persona assolutamente sana di
mente sia
spinta a considerare la sua compagnia piacevole.
Mia cugina Raven è assolutamente fuori di testa
all’idea che la gene
portatrice sia io e, sebbene noi due siamo terribilmente legate, ha
più volte
espresso la sua invidia all’idea che io passi tanto tempo con
Damon.
Se non si fosse fatta ammaliare da quei suoi modi da dongiovanni
probabilmente comprenderebbe la gravità della cosa.
Non l’ho detto a nessuno, ma ho sempre sperato di non essere
io la
gene portatrice. Damon e sua sorella gemella, Katherine, hanno entrambi
saltato
al compimento dei sedici anni e si sarebbe potuto pensare che due
viaggiatori
fossero abbastanza per questa generazione.
E invece no.
Il mio fantastico bagaglio genetico, comprendente ben due coppie di
viaggiatori nel tempo, ha pensato bene di incastrare anche me.
Tanto perché, come si suol dire, non
c’è due senza tre.
E così eccomi qui: Scarlett Montrose de Villiers, sedici
anni appena
compiuti saltando nel fantastico scenario della Londra vittoriana,
lunghi
capelli color fuoco e iridi blu violacee dello stesso colore
dell’ametista, la
mia pietra.
Katherine
POV
Ravviai
un’onda corvina sfuggita alla pesante acconciatura in cui
madame Rossini aveva stretto la mia chioma solitamente selvaggia. Presi
un
sorso dalla tazza fumante di caffè macchiato che mia zia
Lucy mi aveva
preparato.
- Scarlett ha saltato ieri – annunciai.
La vidi sorridere, intenerita, e intuì ciò che
doveva esserle passato
per la mente: finalmente avrebbe conosciuto la sua nipotina.
Era stata una scelta dura la loro, rifugiarsi nel passato e rinunciare
alla loro primogenita con tutto ciò che aveva comportato, ma
nondimeno
ammirevole.
- Credi che passerà molto prima che ci faccia visita?
–
Sorrisi allo zio Paul.
Era sempre stato il fratello preferito di mio padre, non che a battere
in simpatia lo zio Falk ci volesse molto in realtà.
- Io e Damon l’accompagneremo qui non appena la loggia ci
darà il
permesso – assicurai.
Sempre ammesso che Scarlett e Damon non finiscano per uccidersi a
vicenda nel sonno, avrei voluto aggiungere, ma mi trattenni.
La loggia avrebbe avuto i suoi bei grattacapi per far andare
d’accordo
quei due, ma non c’era motivo che la dolce e sensibile Lucy
si preoccupasse più
del dovuto.
Dal canto suo, Paul sembrava sapere perfettamente cosa mi stesse
passando per la testa perché soffocò nella sua
tazza di bianca ceramica un
sorrisetto ironico.
- Comunque non sono qui solo per una visita di piacere –
ammisi,
soffocando un gemito compiaciuto. Quel caffè era davvero
delizioso: forte e
scuro come piaceva a me. – La loggia ritiene di aver ragione
di credere che un
erede del Conte sia ancora in circolazione. –
Lucy sussultò leggermente, facendo rovesciare alcune gocce
di nera
bevanda sul tavolino in cristallo del salotto.
- Il Conte ha certamente seminato innumerevoli figli bastardi durante
la sua vita –, concordò Paul, - ma
c’è un motivo in particolare se la loggia
ritiene di dover agire proprio ora? –
Quella era la domanda da un milione di sterline.
Avevo faticato non poco per far accettare la veridicità
della mia
fonte alla loggia e non dubitavo che Paul avrebbe sollevato le medesime
considerazioni.
- Rackozy. –
- E tu fai affidamento sulla parola del leopardo nero, il fratello di
sangue del Conte? –
- Sembra di sentire Falk – borbottai, consapevole di aver
fatto un
paragone ingiusto. Falk e Paul erano persone molto diverse.
- Miro non mi mentirebbe. –
Merda, mi morsi la lingua non appena ebbi terminato la frase.
- Miro? –
- Miroslaw – mi corressi, ma il danno era ormai fatto.
Come lo spieghi a tuo zio diciottenne e momentaneamente residente nel
passato che sua nipote, nonché attualmente sua coetanea,
durante i suoi viaggi
nel passato ha stretto una certa confidenza con un barone traditore che
ha
quasi fatto ammazzare sua figlia?
Fai finta di nulla e cerchi di riportare l’attenzione
generale sul
problema di fondo; in linea di massima sarebbe una buona idea, peccato
solo che
i de Villiers non siano facili da raggirare come le persone comuni.
Lucy venne inaspettatamente in mio aiuto. – Cosa ti ha detto
il
leopardo nero? –
- Che un discendente del Conte é alla ricerca della Coppa
della vita
per riportarlo indietro. Ritiene che Paul possa sapere in che epoca si
trova
esaminando gli scritti della Fratellanza Fiorentina. –
Paul estrasse il vecchio tomo dalla tasca interna della giacca e me lo
porse.
- Lo porti sempre con te? –
Scosse la testa. – Solo quando so di star per ricevere visite
da giovani
parenti sconsiderati. –
Abbozzai un sorriso, mettendo al sicuro il libro foderato in pelle.
- Il caffè era eccellente e prometto che
accompagnerò Scarlett qui il
prima possibile, ha i nonni migliori che potrebbe mai desiderare.
–
- Prima che tu vada, signorina, c’è una domanda a
cui devi rispondere –
mi fermò Paul.
Alzai gli occhi al cielo.
Figurarsi se se la lasciava scappare.
E io stupida che per un attimo avevo creduto di essere riuscita ad
eludere la sua curiosità.
- Dimmi, zio Paul – cedetti.
- Come mai tra te e Miro -, calcò aspramente sul diminutivo,
- C’è
tanta complicità? –
- Ci vediamo una volta a settimana per delle lezioni di scherma.
È molto
più bravo di qualunque preparatore che la loggia possa mai
chiamare. –
Non era neanche una bugia … non del tutto.
E di sicuro zio Paul non aveva bisogno di sapere che quando il
leopardo mi sfiorava i battiti del mio cuore acceleravano.
Parve rassicurato dalla risposta e annuì.
Avvertii il familiare formicolio che preannunciava la trasmigrazione.
Feci appena in tempo a salutarli che mi ritrovai risucchiata nel
presente.
Falk mi osservava e accanto a lui stavano Damon e Scarlett; non
c’era
bisogno di essere onniscienti per capire che quei due avevano
nuovamente
discusso.
Damon
POV
-
Finalmente sei tornata, magari tu riuscirai a far entrare in testa a
questo impiastro quali sono i movimenti del minuetto –
esordii.
Non ebbi bisogno di voltarmi per sapere che Scarlett mi aveva
folgorato con un’occhiataccia.
- Damon! Più garbato. –
Roteai gli occhi davanti a quell’ennesimo sfoggio di
galanteria
immotivata di Falk. Cosa ci trovasse nelle Montrose era un vero e
proprio
mistero.
Grace era tutto sommato piuttosto piacevole, seppure tremendamente
ostinata,
Gwendolyn aveva perlomeno un coraggio invidiabile, ma Scarlett era una
combina
guai che con ogni probabilità avrebbe finito con il farsi
ammazzare e portarsi
dietro anche me e Katherine.
- Temo che il garbo non sia una mia qualità, zio. –
- Né l’intelligenza o la simpatia, a quanto ho
potuto constatare –
intervenne Scarlett.
- Riservo la simpatia e la gentilezza solo alle belle ragazze.
–
- Devono essere ragazze molto sfortunate. –
Ignorai il commento della mia insopportabile cuginetta e mi limitai a
tendere una mano verso il volume che Katherine teneva stretto tra le
lunghe
dita affusolate: dita da pianista, tipiche dei geni della nostra
famiglia.
Lo sfogliai con lentezza, soffermandomi sulle scritte vergate da piuma
e calamaio centinaia d’anni prima.
Falk me lo tolse dalle mani guadagnandosi un’occhiataccia.
- La loggia lo esaminerà e giungerà alle dovute
conclusioni – disse a
mo’ di spiegazione.
Sbuffai.
Quei vecchi parrucconi ci avrebbero messo giorni
per prendere una decisione e fino a quel momento noi non
avremmo dovuto fare altro che girarci i pollici e pregare che Rackozy
si stesse
semplicemente sbagliando.
Non era abbastanza.
No, non lo era neanche lontanamente.
Colsi l’occhiata di Katherine che m’invitava
silenziosamente a non
perdere la calma e non lasciarmi andare a scenate.
- Sapete dove trovarmi – conclusi, uscendo e sbattendomi
dietro la
porta.
Spazio
autrice:
Torno
a popolare questo fandom con una piccola
long sulla nuova generazione. Vi faccio uno schemetto riassuntivo
perché con i
vari intrecci potreste esservi persi qualcosa.
Damon
de Villiers
= Ha 18 anni ed è
il figlio di Charlotte Montrose e Richard de Villiers (l’OC
della mia mini long
“Insegnami ad amare”). A lui corrisponde lo zaffiro
stellato e la tigre;
Katherine
de Villiers
= Ha 18 anni ed è la
figlia di Charlotte Montrose e Richard de Villiers (l’OC
della mia mini long “Insegnami ad amare”)
nonché sorella gemella di Damon. A lei corrisponde
l’ossidiana e il gatto;
Scarlett
Montrose de Villiers
= Ha 16 anni ed è
la figlia di Gwendolyn Montrose/de Villiers e Gideon de Villiers. A lei
corrisponde l’ametista e la colomba;
Raven
de Villiers
= Ha 16 anni ed è
la figlia di Leslie e Raphael de Villiers.
Detto
ciò spero che questo prologo vi sia
piaciuto e che vi abbia incuriosito. Fatemi sapere che ne pensate. Alla
prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt