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Autore: blurunaway    22/06/2015    1 recensioni
Prive del fardello di Trigon, le emozioni di Corvina sono libere di manifestarsi, ma così facendo risveglieranno inconsapevolmente il sangue demoniaco dentro di lei. Insicura di sé stessa e spaventata da tutte queste nuove sensazioni, Corvina si rivolge all'unica persona che è sempre stata in grado di confortarla.
(questa è un'altra traduzione realizzata da me, su una storia sempre incentrata sul pairing Stella-Corvina. Spero vi piaccia.)
Dal testo:
Non doveva finire in quel modo. Non era giusto. Trigon era andato, avrei dovuto sentirmi libera. Le mura costruite intorno alle mie emozioni non erano più necessarie. La gabbia in cui mi ero rinchiusa adesso era aperta. Non dovevo più avere paura di portare il mondo alla rovina...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Jinx, Raven, Starfire, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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IMPORTANTE: Questa è solo una traduzione, la storia non mi appartiene. I crediti vanno a lei --> SilviMasters




 

 

         

Awakening

 

Capitolo uno: La gabbia aperta

(pt 1)

 

Non doveva finire in quel modo. Non era giusto. Trigon era andato, avrei dovuto sentirmi libera. Le mura costruite intorno alle mie emozioni non erano più necessarie. La gabbia in cui mi ero rinchiusa adesso era aperta. Non dovevo più avere paura di portare il mondo alla rovina...eppure ho passato la mia intera vita in quella gabbia; era quasi...confortante, in qualche triste e folle modo. L’ironia contorta della situazione si era subito fatta sentire su di me. Ero stata liberata, solamente per sentirmi più prigioniera che mai.

 Le emozioni che avevo tenute segregate dentro di me ora mi stavano consumando. Ogni cosa, ogni suono, ogni odore, ora avevano un significato diverso, per me.  I miei poteri, guidati da queste nuove sensazioni, adesso mi remavano contro. Il conforto e la stabilità con cui ero riuscita a controllarli ora erano solo un ricordo lontano. Ed è cominciato tutto una settimana fa’. È passato così poco tempo, eppure mi sento più disperata e bisognosa d’aiuto che mai. La possente maga, piegata in due dalle più semplici emozioni.

 Peggio ancora, nel panico generato nel provare queste emozioni, ho dimenticato una cosa...una cosa molto importante...una cosa che presto avrebbe rovinato tutto.

 

Paura...

 Stella–

 
“Stella...mi serve il tuo aiuto!”

 “Corvina?” domandò l’aliena dai capelli rossi. Si guardò intorno nella stanza, confusa per via dell’amica con i capelli scuri.

 “Hai detto qualcosa, Stella?” domandò Beast Boy,senza staccare gli occhi dalla televisione mentre faceva zapping.

 “Non hai sentito la nostra amica Corvina parlare?” chiese perplessa.

 “Pensavo fosse ancora sigillata in camera sua...”

 “Strano. Ero certa di averla...”

 “Stella, fai in fretta ti prego! Sono nella mia stanza, non portare nessuno con te!” La voce di Corvina risuonò di nuovo, facendole credere che provenisse da dentro la sua testa. Oramai abituata al carattere insolito dell’amica con i capelli scuri, Stella annuì con fermezza.

 “Non riesco a capire, ma arrivo lo stesso!” esclamò, alzandosi dal divano e dirigendosi verso il corridoio fluttuando. Beast Boy la seguì con lo sguardo, per poi voltarsi e scuotere la testa.

 “Non è poi tanto più strana del solito...” sbottò, prima di concentrarsi di nuovo sulla TV.

 Stella stava cominciando a preoccuparsi mentre si dirigeva nella camera di Corvina; dal tono di voce che aveva usato, sembrava davvero spaventata. Prima ancora che potesse bussare, la porta si aprì scorrendo di lato. La sua amica non era sull’ingresso, come suo solito.

 “Corvina?” chiese nervosamente, muovendo i primi timidi passi nella stanza dell’amica. Fu Travolta da un odore pungente che non riuscì a distinguere, fino a quando non guardò il letto e vi notò sopra una grossa macchia rossa. “Sangue! Amica Corvina, dove sei?!” chiamò preoccupata, sobbalzando quando si accorse della libreria scorrere verso il basso, per poi sparire nel pavimento e rivelare una porta nascosta dietro di lei.

 “Sono qui...non so cosa fare! Per favore, aiutami!” Deglutendo rumorosamente Stella fluttuò verso la porta. La aprì con cautela, per poi rassicurarsi alla visione di un semplicissimo bagno dietro di essa.

 “Sono qui, amica Corvina.” Annunciò entrando nella stanza, la sua voce rimbombò contro le pareti.

 Poteva sentire il rumore dell’acqua scorrere lentamente dietro la tenda chiusa della doccia. Fermandosi un momento per caricare i suoi dardi con le mani, si avvicinò. Con il cuore che le batteva rapidamente nel petto, avvicinò una mano alla tenda, prese una boccata d’aria, poi la scostò. Corvina era in piedi sotto il getto della doccia, svestita e con le mani chiuse a coppa in mezzo alle gambe. Rivoli di sangue scorrevano in mezzo alle sue dita, scivolando verso lo scolo.

 “Perché non si ferma?” piagnucolò guardando il sangue che imbrattava le sue dita.

 “Corvina, cosa c’è che non va?” chiese Stella, non sapendo se avrebbe fatto meglio a distogliere lo sguardo da lei per non imbarazzarla.

 “Non smetto di sanguinare!” strillò la ragazza con i capelli viola. Stella rabbrividì, sentendo la sua amica sempre calma gridare così spaventata. “Non mi sono tagliata o altro! Ha cominciato ad uscire e non sono riuscita a fermarlo, nemmeno usando la magia! Sono...sono spaventata, Stella, aiuto!”

 “Non sei nei tuoi normali giorni rossi?” domandò Stella confortevole.

 “Normali giorni rossi? Niente di tutto questo è normale! Sto sanguinando, ho i crampi allo stomaco e il mio corpo è tutto un dolore!” gridò Corvina, prima di stritolarsi lo stomaco con  una smorfia.

 “Vuoi dirmi che non hai mai avuto periodi rossi prima di adesso?”

 “Credo che me la ricorderei una cosa così se già l’avessi avuta!”

 Stella rimase in silenzio, domandandosi come avrebbe potuto rassicurare Corvina nel modo migliore. Aveva notato diverse volte che il suo gioioso ottimismo aveva suscitato interesse, se non splendide reazioni, nella sua amica sempre di cattivo umore. Assecondando quel pensiero, batté le mani e sorrise.

 “Questo è un giorno glorioso, amica Corvina! Sul mio pianeta è un segno di femminilità, significa che sei diventata una donna, un momento sacro che dobbiamo festeggiare! Se lo facessimo adesso potresti sentirti meglio?” domandò allegramente. Corvina la guardò scettica, con uno scarno sorriso sul volto.

 “Sinceramente, Stella, non mi sento molto in vena di festeggiare per una cosa come questa. Ma dici che è normale, non sono malata o altro?” Stella annuì.

 “Anche se non ho mai sanguinato così tanto, sì, ho vissuto i giorni rossi diverse volte. All’inizio può essere fastidioso, ma qui sulla Terra hanno un sacco di meravigliosi prodotti che possono esserti d’aiuto! Aspetta qui, te ne porto qualcuno!” rispose Stella saltellando allegramente, per poi uscire dalla stanza volando. Nonostante il dolore che provava, Corvina si lasciò scappare una risata guardando il comportamento buffo dell’aliena.

 “Forse...tutto questo non sarà poi così male, dopotutto...”

 

 

Lo fu. Stella, con la sua profonda conoscenza e l’utilizzo di quei prodotti femminili su di me, mi ha imbarazzato come non lo sono mai stata. Non fu nemmeno d’aiuto il suo modo disgustosamente dolce di fornirmi tutte quelle spiegazioni, oltre che le dimostrazioni pratiche. Eppure, con quel suo modo di fare, la ragazza aliena è riuscita a farmi accantonare le mie paure e a mettermi in una situazione di agio che avrei creduto impossibile fino a pochi momenti prima. Malgrado l'imbarazzo, è stato così confortevole averla accanto che non mi dispiacerebbe rivivere quel momento.

 È stato strano, è stata la prima volta in cui credo di aver davvero sentito un’emozione. Di sicuro ho gradito la compagnia di Stella molto più di altre. Ma adesso che le mie emozioni non sono più imprigionate non dovrei osservare troppo il suo lato spensierato...potrei rimanerne influenzata. Forse le ero solo profondamente grata per avermi aiutata quando avevo bisogno...ma da quel momento il desiderio di restarle vicino divenne sempre più difficile da reprimere.

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                

NdA

È un capitolo corto, lo so, ma è solamente una specie di prologo. Se lo farò, il prossimo sarà più lungo. Spero che la traduzione sia stata di vostro gradimento.

 

-Runaway

   
 
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