Fanfic su artisti musicali > EXO
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Autore: AuraNera_    22/06/2015    8 recensioni
Trento, liceo artistico ai confini della città, caotico, disorganizzato e ricolmo di aspiranti artisti su campi diversi tra loro.
Quattro ragazze di quarta superiore, Sabrina e Sara di Arti Figurative e Sara e Silvia di Multimedia, vengono selezionate per una misteriosa iniziativa che prevedrà dei ritratti e delle fotografie con effetti particolari aggiunti.
Loro: le artiste.
Un gruppo musicale sud-coreano: i modelli.
Piccolo particolare: le quattro sono EXO-L.
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Storia partorita dalla sanità mentale molto poco sana della sottoscritta e delle mie colleghe, di conseguenza dedicata a loro.
Utilizzo talvolta di parole non esattamente fini, ma direi che siamo grandi e vaccinate abbastanza (?)
Il 93% di questa storia è frutto di situazioni analoghe nate tra i banchi del liceo.
Speranze per la storia? Strappare un sorriso a chiunque la leggerà!
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Prologo: No, aspetta, COSA?


3° Persona P.O.V.

Il silenzio, o meglio, il quasi silenzio bisbigliante dell’aula era accompagnato dal tamburellare costante della matita sul tavolo bianco, dove la ragazza stava appoggiata ad osservare il suo foglio pieno di schizzi.
I suoi occhi marroni scrutavano quei segni più o meno comprensibili e armoniosi, quasi stesse cercando in quelli il segreto dell’universo.
Accanto a lei, un’altra ragazza era nella sua stessa identica situazione, l’unica differenza è che sbuffava come una locomotiva mentre disegnava, storcendo la bocca sottile in una smorfia poco convinta.
Sbirciò attraverso i lunghissimi capelli marrone chiaro la sua compare, che aveva sbattuto la testa sul foglio.
“Sara…” la chiamò ridacchiando. L’altra girò la testa.
“Uccidimi” fu la tetra risposta.
“Facciamolo assieme” ribatté la prima.
Sara rise e si raddrizzò riprendendo la matita. Poi si corrucciò osservando nuovamente il suo operato… trasalendo quando sentì la presenza della sua professoressa dietro le spalle.
“Questo non è male” disse quella indicando uno dei progetti. “Continualo, lavoraci su.”
Poi passò oltre.
“Prima o poi prenderò un infarto” sibilò rigidamente la ragazza. L’altra annuì.
“Ehi, Brina… “ chiamò Sara ad un tratto, scostandosi i ciuffi di capelli troppo lunghi dal viso, che le ricaddero indietro, sulle scapole.
“Cosa?” rispose l’altra, Sabrina.
“… non so, mi sono dimenticata” rise l’altra, accompagnata dal facepalm della prima.


Sara e Sabrina erano due ragazze strane, sempre un po’ perse. La prima era più giovane di un anno e mezzo  rispetto alla seconda, con occhi marroni leggermente a mandorla (cosa di cui andava fiera), e i capelli più chiari. Portava gli occhiali, essendo miope, ma non li considerava necessariamente un peso. Anzi, se portava troppo tempo le lenti diventava storna.
Sabrina, invece, godeva di ottima vista. Anche lei aveva occhi e capelli marroni. La chioma, tra l’altro, era lunghissima, le arrivava ai fianchi ed era perfettamente liscia.
Entrambe avevano un carattere serio e  tranquillo di norma. Ossia: quando non erano assieme. Altrimenti diventavano le peggio matte dalla risata facile. Avevano gli stessi interessi, spesso le stesse reazioni a una stessa situazione. Insomma, erano in perfetta armonia l’una con l’altra.
A farle conoscere, la curiosità della prima verso la musica ascoltata dalla seconda. Un gruppo coreano e cinese che Sara aveva già sentito nominare, gli EXO.
Inutile dire che era diventata una loro fan nel giro di un mesetto.
E, bene o male, le notizie girano, quindi sapevano tutti che Sara e Sabrina ascoltavano musica ‘cinese’ (per loro era tutto compreso nella lingua cinese, anche coreano e giapponese, thailandese, ARAMAICO) e che parlavano addirittura la lingua.
Ok, su questo bisognerebbe fare un piccolo appunto. Sara aveva studiato giapponese e Sabrina coreano, poi l’una aveva insegnato all’altra. Non sapevano dire proprio tutto-tutto-tutto ma se la cavavano, ecco. Sapevano anche buttare giù qualcosa in cinese, ma era meglio evitare.
Bene, probabilmente qualcuno si starà chiedendo cosa possa centrare tutto questo discorso con le due ragazze impegnate nella progettazione di un vaso in un liceo artistico di una città conosciuta abbastanza, sì, ma non così tanto. Anzi, relativamente poco.
Bene, teoricamente niente. Ma, come si sente dire, il mondo è imprevedibile. E queste due ragazze avrebbero imparato molto presto il vero significato di quella frase.


“Sara, Sabrina… venite un momento fuori, per favore”
Le due si irrigidirono e si guardarono negli occhi perfettamente in sincro.
“Eh?” mormorò piano la più giovane, sorpresa.
“Tranquille, non è niente di male… vogliamo solo proporvi una cosa” disse la professoressa con un sorriso.
Dopo un’altra fugace occhiata, le due uscirono.
Si trovarono davanti il dirigente che conversava in inglese con un signore piuttosto distinto, dall’aspetto orientale, che scrutò le due ragazze molto attentamente.
“Sono molto giovani” osservò scettico quello, in inglese.
“Siamo in un liceo artistico, dopotutto” fu la risposta del dirigente, che sorrideva alle due, le quali, da parte loro, non stavano capendo un fico secco.
Ad un certo punto la più grande tirò una gomitata nelle costole a Sara.
“Ahia!” si lamentò, guardandola storto.
“Guarda il cartellino del tipo” la ignorò l’altra. La più giovane eseguì… e ci rimase di sasso.
“Maccoss…” sussurrò. Su quel ritaglio c’era chiaramente scritto ‘SM Entertainment’.
“Ragazze… ragazze ci siete?” chiese la prof sventolando la mano davanti agli occhi alle due che avevano la mandibola che stava spazzando il corridoio.
“Questo signore ha chiesto, anche se non direttamente, a voi di fare dei ritratti ad alcuni ragazzi, che, a quanto pare, sono i membri di un gruppo. Dato che voi vi intendete almeno un po’ di queste cose ho pensato che potevate prendere l’iniziativa con molto entusiasmo, senza contare che siete molto brave. Il nome del gruppo è… ecco… - controllò qualcosa su un foglio che aveva in mano – Oh, ecco. EXO. Che ne dite?” spiegò sorridendo il preside.
Le due stettero in silenzio a guardare gli adulti presenti come se fossero degli alieni per talmente tanto tempo che avrebbero potuto essere scambiate per due statue di cera. Poi, Brina si mise a ridere fortissimo, tenendosi la pancia.
“P-pesce d’aprileeee!” strillò forte continuando a ridere. Risata che si estinse poco dopo, insicura. “…o forse no?”
“Sabrina… sono seri…” bisbigliò Sara, che sembrava stesse per rimanerci secca.
“Ah. … no... no, aspetta, COSA?” sbottò allora lei.


In un aula poco distante, un’altra ragazza stava ticchettando velocemente con le dita sopra una tastiera, gli occhi che scattavano da quella allo schermo, aggiungendo spesso dei colpi di mouse.
Nella concentrazione si mordicchiava il labbro inferiore e quasi non batteva le palpebre, indaffarata com’era nel montaggio di quel video.
“BUUU!” strillò ad un certo punto qualcuno nel suo orecchio, facendole mollare il mouse che stringeva con forza nella mano.
“AH! SARA! SEI IMPAZZITA PER CASO?!” sbraitò la ragazza, guardando in cagnesco l’altra, che se la rideva della grossa.
“S-scusa ahahahaha non ho potuto resistere, Silvia!” ribatté dopo un po’ Sara, mentre si teneva la pancia.
“Torna a far foto” le rimbeccò quell’altra, tornando al suo lavoro.
“RAGAZZE! Per cortesia!” le richiamò la professoressa.


Silvia e Sara erano le altre due della ‘compagnia’. Cioè, facevano comunella con la prima Sara e Sabrina. Per riconoscere le due omonime, venivano spesso usati i loro soprannomi. La prima Sara era Aura, Sarr o Layla, ma spesso veniva chiamata con il suo vero nome. L’altra era invece spesso e volentieri chiamata Seir, e ogni tanto si sentiva volare un Kaila.
Seir era una ragazza fisicamente forte e meno femminile rispetto alle altre. Aveva i capelli neri corti, rasati sul lato destro del volto e più lunghi sul sinistro, andando a formare un ciuffo. Aveva anche gli occhi neri e persino la pelle era più scura del normale.
Silvia invece era una dal carattere deciso, non si lasciava mettere i piedi in testa facilmente. Aveva una cascata di capelli marroni che le arrivavano fino a metà schiena più o meno e gli occhi scuri. Era la vicina di casa di Ayumi, quindi praticamente sempre appartata in casa sua.
Così aveva conosciuto gli EXO, dato che la sua amica ne era diventata una fan non poté fare altro che andarle dietro. Seir, dal canto suo, ne aveva sentito parlare da entrambe le ragazze della sezione di Arti Figurative.
E, come quelle due, anche loro stavano per imparare il significato della parola ‘sorpresa’.


“.... –spetta COSA?!”
Silvia e Seir si guardarono non appena l’urlo si levò dal corridoio.
“Questa è Sabrina” dissero entrambe in coro, mentre la loro professoressa andava a vedere cosa diavolo fosse tutto quel rumore.


Sabrina si accorse troppo tardi di aver urlato. Si tappò la bocca con una mano, mentre i presenti la guardavano allibiti, tranne Sara che stava diventando sempre più pallida. Una porta si aprì sul corridoio, rivelando una professoressa dell’indirizzo di Multimedia non troppo felice.
“Si può sapere che cos’è tutto questo baccano?” chiese, le mani sui fianchi.
Il dirigente le sorrise cordiale e le si avvicinò per spiegarle il tutto.
“Scusale, la loro è stata una reazione… alquanto sorpresa” disse, ridendo sotto i baffi. “Effettivamente stavo passando anche da lei perché nel progetto, oltre che dei ritratti, sono previste anche delle foto. Mi saprebbe indicare due delle sue ragazze…?” chiese l’uomo.
La professoressa si massaggiò il mento pensierosa, poi puntò lo sguardo sulle due già presenti.
“Silvia! Sara!” richiamò, e la porta, da socchiusa, si spalancò di nuovo e le due ragazze quasi caddero in terra dallo spavento.
“Dato che eravate dietro la porta ad origliare, direi che sappiate già la situazione. E poi vi ho viste fare comunella con questa due” continuò indicando le due ragazze di Arti Figurative. “Inoltre ve la cavate, quindi direi che non ci sono problemi. Fatevi spiegare quello che dovete fare e poi tornate in aula” comandò imperiosa, girando sui tacchi e tornandosene nella sua aula.
Non appena la porta si fu chiusa, Silvia si voltò immediatamente verso l’uomo coreano, e immediatamente notò il cartellino.
“Oh…” riuscì ad articolare semplicemente, sbiancando anche se non ai livelli di Aura, che ormai sembrava più o meno una statua di gesso. A Seir stavano spiegando la situazione, e lei mano a mano faceva svanire il suo atteggiamento sicuro. Sabrina, dopo il suo urlo da stadio, si era irrigidita e fissava il vuoto come se potesse dirle come doveva comportarsi.
“Ragazze?” le chiamò il dirigente, mentre cercava di  non ridere. Quattro sguardi stravolti e vitrei si girarono verso di lui.
“L’iniziativa parte a maggio. Vi occuperà anche la prima parte delle vacanze, presumo”.
“No, non le vacanze…” si lamentò Seir, con somme espressioni basite da parte di Silvia e Sara. Sabrina fu più attiva e le tirò uno scappellotto gentile.
“Ma sei scema? Sara sono gli EXO! Quei dodici disagiati che ci fanno sclerare, ridere, piangere e non so quant’altro! EXO!” strillò mettendosi a saltellare.
“Questa è la volta buona che muoio” disse Silvia, mentre Aura dietro di lei annuiva.
“Allora, accettate?” chiese il dirigente sempre sorridendo.
“Ovvio!” esclamarono tutte assieme, chi sorridente, chi ancora un po’ scombussolato.
“Bene, allora vi arriveranno i dettagli tra qualche giorno. Ora tornate in aula”.

 

-


Il giorno dopo erano tutte appartate a casa di Sabrina, con i nuovi pezzi degli EXO sparati a tutto volume.
“Brina, lo hai già detto a  tua mamma?” chiese Aura alla ragazza che le era seduta di fianco.
“No, scherzi? Quella sclera! E poi va avanti secoli con ‘Oooh, conoscerai Channie, il mio Channie, chiedigli l’autografo, mi raccomando” mentre ha gli occhi a cuoricino. E non parliamo di mia sorella, dopo non la tiriamo più giù dal lampadario!” sbottò quella gesticolando animatamente.
“From the chandelieeeeeeeeeeer” le fecero eco le due Sare, guadagnando così un paio di occhiatacce da parte delle restanti due.
“Ma, seriamente, come facciamo? Cioè, io vedo Kai e crepo!” esclamò Silvia, alzandosi dalla sedia mentre proprio la parte di ‘Call Me Baby’ del primo ballerino partiva. “Oooh, TACI!” gridò allora la ragazza, rigettandosi sulla sedia tra le risate delle altre.
“Quella più nei guai è Brina, che ha la bellezza di tre bias al primo posto!” rifletté Aura, battendo una mano sulla spalla della suddetta ragazza.
“Taci, voglio vederti a te quando incontreremo Lay!” rimbeccò Sabrina, facendo imbarazzare Sarr che si portò il volto tra le mani.
“Secondo me Sara muore…” disse Silvia riferendosi alla timidezza e all’insicurezza della ragazza.
“Non lamentatevi che ci devo lavorare io con questa! Voi non dovrete sopportarvi le sue paranoie! Si metterà a lamentarsi perché il suo tratto è troppo scuro, gli occhi sono piccoli, le sfumature sbagliate, e poi…” iniziò ad elencare Sabrina, interrotta da un cuscino lanciato dalla ragazza a attorno a cui girava tutto il discorso della più grande.
“YAAAH!” urlò  quella, scatenando l’ennesimo scroscio di risate.


Intanto, a Seoul…


Suho P.O.V.

Il manager entrò mentre finivamo di riprovare ‘Exodus’. Era ormai da due ore che provavamo ininterrottamente, quindi avrei comunque annunciato una pausa di qualche minuto.
Non appena finì la canzone ci sedemmo per terra mentre il manager con un sorriso ci invitava al silenzio.
E ovviamente dovetti sprecare quel poco fiato che mi rimaneva per cacciare un urlo per far stare zitti alcuni dei ragazzi, primi tra tutti Chanyeol, Baekhyun e Chen.
“Allora ragazzi! Ho una buona notizia da darvi!” esordì il manager battendo due volte le mani per richiamare l’attenzione generale. A quelle parola ci scambiammo uno sguardo curioso tra di noi, mentre Xiumin tirava uno scappellotto a Baek prima che questo ricominciasse a parlare.
“Abbiamo deciso di farvi andare in Italia per provare a girare un nuovo programma” esordì  il manager, e subito ci fu un coro di “Oooh!” seguito da qualche applauso.
Sospirai. Talvolta la capacita di attenzione dei miei compagni era pari a quella di un cucchiaino. Grazie al cielo si zittirono da soli.
“Bene… abbiamo deciso di non farvi andare in città troppo grandi come Roma o Milano per la quantità di gente che potrebbe rallentare le iniziative previste. Per cui abbiamo optato per un Capoluogo di Provincia parecchio a nord, abbastanza famoso per il livello storico ma non troppo abitato. La città si chiama Trento”.
A nessuno di noi il nome diceva niente, a nessuno fatta eccezione per Yixing, che conosceva bene i fatti storici. Mi annotai mentalmente di chiedergli qualche informazione, mentre lui domandava qualcosa a proposito di un concilio.
“Non è detto che lo show sarà pubblicato, perché non sarete da soli. Andrete in una scuola d’arte a fare una sorta di servizio fotografico artistico e vi faranno dei ritratti. Dipende tutto dalle ragazze che la scuola ha selezionato per l’iniziativa” continuò a spiegarci l’uomo.
“Ragazze?” chiese Kai, alzando un sopracciglio.
“Esatto. Quattro ragazze, due per le foto e due per i ritratti. E… sono tutte e quattro vostre fan”.
E qui partirono alcune preoccupazioni. Andare in contatto con delle fan ci preoccupava un po’. E se fossero state delle sasaeng?
“Adesso vi lascio. Appena avrò i profili delle ragazze ve li farò avere. Continuate pure” e così dicendo il manager lasciò la sala.
Ci fu qualche secondo di silenzio. E poi il caos più totale.
Chi aveva paura, chi era eccitato, chi si era perso nei propri pensieri, che voleva ricominciare a provare, chi stava per avere una crisi di nervi… io appartenevo all’ultima categoria.
“SILENZIO!” urlai. “Ragazzi! Non sappiamo ancora come sono queste ragazze, e neanche che età hanno! E poi, non penso che siano degli incompetenti, non ci avranno affibbiato il primo stalker spacciatore che passa. Dobbiamo fidarci.”
Uno ad uno, chi più convinto e chi meno, annuirono tutti.
“Bene. E ora ricominciamo” comandai.

 

Angolino nascosto nell'ombra:

Ebbene, sì, a tutti quanti: questa è una demenziale e non una malinconica, depressa, quantaltro. E non è una One Shot.
Sto facendo progressi, gente.
Allora. Questa FanFiction è dedicata a quelle tre folli delle mie amiche:
Sabrina - _Lolli910 (Ho sempre i dubbi atroci sul tuo nick, unnie)
Sara_di_Multimedia - seir_yume (Ho i dubbi anche sul tuo, tipo se c'erano maiuscole. Lo so, sono una ragazza molto sveglia e attenta)
Silvia - silviettina9999 (il tuo è perfetto perché me lo sono fatto scrivere, grazie DonnaH)
Sara_di_Arti_Figurative altro non è che la sottoscritta.
Spero che qualcuno legga questa roba a cui tengo particolarmente e che mi diverto a scrivere e ringrazio che lascerà un segno del proprio passaggio.
La storia andrà a P.O.V. ma anche in terza persona, che vi indicherò come ho già fatto.
Vi chiedo scusa per le distrazioni e gli errori che ci saranno nel corso della storia che (credo) avrà 20 capitoli + prologo + epilogo.
Non me la sono sentita di aggiungere il genere 'comico' perché io sono comica come un elastico per capelli. Inoltre, non sono abituata a scrivare roba con l'intento di far ridere (e sottolineo intento) ma c'ho provato a non scrivere una cosa depressa di tanto in tanto ahahahah
Ok, vi ho assillato a sufficenza.
Se avete domande, chiedete e vi sarà risposto (?)
Buona serata! (E buon complemese Suho, ho pubblicato oggi per quello e perchè le tre mi stavamo minacciando di morte perché sì, perché è il mio bias, o uno dei tre degli EXO, e perché è il LidaH).


Aura_

  
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