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Autore: lapoetastra    23/06/2015    1 recensioni
“Un hot-dog non vale tutto quel casino, Mike”
Le parole di Tommy mi aleggiano ancora nella mente come ombre spettrali incatenandomi il cervello in una morsa di dolore.
Aveva ragione, il mio amico.
Aveva perfettamente ragione.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Un hot-dog non vale tutto quel casino, Mike”
Le parole di Tommy mi aleggiano ancora nella mente come ombre spettrali incatenandomi il cervello in una morsa di dolore.
Aveva ragione, il mio amico.
Aveva perfettamente ragione.
Ed io avrei dovuto dargli ascolto.
Solo che come sempre ho fatto di testa mia, ed adesso… oh, adesso darei tutto ciò che ho pur di tornare indietro nel tempo e cambiare le cose.
Se solo potessi farlo, penserei due volte prima di agire, e sicuramente ora io, John, Tommy e Lorenzo saremmo ancora lì fuori, a casa nostra, per le strade di Hell’s Kitchen che conosciamo meglio delle nostre stesse tasche, a vivere la nostra vita come i bambini che eravamo e che saremmo dovuti rimanere.
Invece no, per colpa mia adesso siamo tutti e quattro stipati dentro queste mura troppo strette, le cui sbarre alle finestre ci impediscono di guardare il cielo estivo spezzandoci le ali dell’infanzia.
Neanche più l’immaginazione ci è rimasta, qui.
I nostri giorni si susseguono lenti ed infiniti, carichi di tristezza e ricchi di follia, ma per quanto tempo passi, mai velocemente come vorremmo, non riusciamo ad abituarci al dolore ed alle umiliazioni senza fine a cui siamo sottoposti continuamente ogni giorno, ogni giorno che viviamo nonostante daremmo di tutto pur di morire.
Forse impazzirò, prima o poi.
Lo spero con tutto il cuore.
Solo così potrò non vedere, finalmente, non sentire e non capire ciò che mi succede, ciò che mi fanno le guardie ogni notte, sempre.
Gli attimi mi scivolano via dalle dita, disperdendosi nell’aria tersa e soffocante della mia misera cella come fumo nel vento.
Non riesco più a rimembrare chi sono, da dove vengo, se ho una famiglia che in questo esatto momento piange la mia assenza o è contenta di non avermi fra i piedi.
Il mio nome non è altro che una lontana meta alla quale so non potrò mai sperare di giungere, perché ormai è persa definitivamente, inarrivabile.
Non rammento quanti anni ho, potrei anche essere diventato un uomo fatto e non me ne renderei conto.
È tutto confuso, nella mia mente ingarbugliata, e tutto è spezzato nel mio cuore.
Forse ciò significa che sono diventato pazzo, forse tra un po’ non capirò davvero più niente e vivrò in un limbo vuoto e solo.
Sorrido, felice per la prima volta dopo tempo immemore.
Sorrido, ancora.
E ringrazio Dio per avermi donato questo atteso e bellissimo regalo, il più utile e grato che potessi mai sperare di ricevere.
   
 
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