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Autore: Ranko_    24/06/2015    8 recensioni
Ranma si ritroverà per le mani uno strano specchio di Happosai, noto come lo Specchio dell'Anima, capace di mostrare i desideri più grandi dell'animo di chi vi si specchia.
Lui è convinto di vedersi completamente uomo.
Ma sarà davvero così?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo specchio dell'anima!

 

-Non riprovarci mai più, brutto vecchio maiale!-

Ranma si passò una mano sulla fronte, giusto per asciugarsi il sudore, dopo aver mandato Happosai in orbita, grazie ad un calcio ben assestato. Inutile dire che lo aveva pescato di nuovo a frugare nella biancheria di Akane, che ora era sparsa per tutta la stanza.

Di riportarla alla sua fidanzata non se ne parlava proprio, lo avrebbe schiaffeggiato o preso a pugni. Tzé, ogni volta che cercava di fare il gentile con lei... Anche se il vero maniaco della casa era il Maestro, per qualche misteriosa ragione in mezzo ai guai ci finiva sempre lui. Che razza di ingiustizia.

Posando distrattamente lo sguardo su un paio di slip di pizzo rosa, il volto del ragazzo si tinse di un rosso acceso. Deglutì rumorosamente e, facendosi forza, sistemò di nuovo tutto l'intimo nel sacchetto verde di Happosai, ripromettendosi di mettere tutto a posto in qualche modo, senza fare troppo caso al suo cuore che batteva furiosamente. Che sciocchezze, avere il batticuore per qualche paio di mutande. Pff.

Ranma sospirò di sollievo quando anche l'ultimo reggiseno fu lontano dalla sua vista. La sua pelle finalmente sembrò riacquistare un colore normale.

-E questo cos'è?- batté più volte le palpebre quando notò qualcosa luccicare insolitamente, grazie alla luce del sole che entrava nella finestra. -Uno specchio!-

Lo afferrò e lo studiò curiosamente per qualche secondo. Si sedette a gambe incrociate sul pavimento, il sacco della biancheria rubata abbandonato accanto a lui. Che se ne faceva il vecchiaccio di uno specchio come quello? -Sarà sicuramente una delle sue diavolerie cinesi.-

-DANNATO RANMA, COME OSI COLPIRE IL TUO MAESTRO!?- Happosai riapparve improvvisamente da ciò che rimaneva dal vetro infranto della finestra, con un grosso bernoccolo sulla fronte e lacrimoni che sgorgavano teatralmente dai suoi occhi.

Il giovane Saotome si accigliò, pronto a sferrare un pugno, improvvisamente dimentico del lo specchio di legno. -E me lo chiedi anche, brutto depravato!?-

Con un salto, Happosai evitò il colpo del ragazzo, aggrappandosi al soffitto. -Se per questa volta mi lasci andare, ti regalerò quel prezioso specchio, che ne dici, eh? E' un bell'affare!-

-Che vuoi che me ne faccia di un inutile specchio, mi hai preso per una donna!?- gli urlò rabbiosamente l'altro, afferrandolo per i vestiti e tirandolo giù dal suo nascondiglio improvvisato, finendo con lanciarlo contro il muro. -Ed è anche orrendo! L'hai forse trovato in qualche bancarella!?-

Gli occhi del vecchio scintillarono per un secondo. -Attento a come parli, Ranma, quello è il leggendario Specchio dell'Anima. Mostra i desideri più profondi di qualsiasi persona vi si specchi. Potresti scoprire cose di te che nemmeno immagini. Ti farebbe bene un po' di chiarezza, no?-

L'espressione di Ranma si fece all'improvviso interessata e i suoi occhi si posarono sullo specchio di legno che stringeva ancora nella mano libera. Senza abbassare la guardia, osservò con più cura l'oggetto: era leggerissimo, di un legno chiaro che ricordava il ciliegio e le incisioni sul manico rappresentavano una ragazza dal volto disperato, i cui capelli lunghissimi e sciolti andavano a creare l'impugnatura. Sembrava davvero un oggetto da quattro soldi, a prima vista. Il vetro era lucido, ma quando Ranma vi si specchiò non vide che il suo riflesso.

Alzò gli occhi furiosi verso il Maestro e ci mancò poco che lo scaraventasse di nuovo fuori da ciò che rimaneva della finestra. -Io non vedo proprio niente, dannato bugiardo!-

-Fidati di me, funziona solo quando si è da soli e se si ha davvero l'intenzione di conoscere se stessi.- Happosai si accese la pipa e poi sollevò gli occhietti furbi. -Ora riporto questi gioiellini nella stanza di Akane, così tu potrai usare il tuo nuovo giocattolino tutto da solo!- L'espressione arrapata che apparve sul volto raggrinzito del Maestro non rassicurò per niente il ragazzo che, di tutta risposta, sempre più furioso e con un'espressione risoluta, gli piantò l'ennesimo pugno in faccia, spedendolo nuovamente nel giardino.

Con un sospiro, si infilò lo specchio nella casacca e prese il sacco della biancheria di Akane, obbligandosi ad andare nella sua camera.

 

-

 

Ciaff. -SEI UN PERVERTITO!-

Tipico. Che si era aspettato? Ringraziamenti, abbracci e grandi manifestazioni d'affetto? Era di Akane Tendo, che si stava parlando, in fondo. Ranma si massaggiò la guancia arrossata con fare annoiato, mentre tornava in camera sua: normale amministrazione.

Dannazione, non era mai possibile farle un favore o una gentilezza, lei doveva sempre fraintendere e picchiarlo. Si sfilò lentamente la casacca e lo specchio di legno cadde per terra, senza rompersi né scalfirsi.

Ranma si batté un pugno sulla mano: si era dimenticato di quello strano specchio. Si sedette sul davanzale della finestra, con l'oggetto tra le mani e lo scrutò per qualche istante con diffidenza mista a sincero interesse. Che il vecchiaccio dicesse la verità? In fondo che scopo avrebbe avuto mentire? Osservò per un secondo il suo riflesso. Non sapeva se davvero volesse conoscere i propri desideri: ce n'erano molti, sicuramente. Non era mai stato un ragazzo introspettivo né uno che ha molta voglia di riflettere, però c'erano un paio di cose di cui era sicuro.

Probabilmente avrebbe visto sé stesso completamente uomo. Si sarebbe visto mentre faceva in bagno il mare o in piscina senza diventare una donna. Ovvio, quello era il suo desiderio più grande! Tornare un ragazzo vero! Eppure, c'era qualcosa in un angolo della sua testa che continuava ad urlargli di essere uno stupido. Sospirò e uno sbuffo fuoriuscì dalle sue labbra: insomma, lui era pur sempre un Saotome! Era coraggioso ed impavido, non era da lui avere paura di uno stupido aggeggio cinese!

Chiuse gli occhi e si convinse di essere pronto ad esplorare la propria anima: voleva assolutamente scoprire quale fosse il suo desiderio più grande. Quando riaprì gli occhi, lo specchio si stava illuminando di una strana luce e Ranma si ritrovò risucchiato all'interno di quell'immagine, senza nemmeno volerlo veramente.

 

-

 

-Ranma sei uno stupido!- Ranma evitò con scarsa fatica i colpi di un'adorabile Akane particolarmente carina, con i capelli acconciati e un filo di trucco a decorarle gli occhi. Il ragazzo doveva metterci tutta la sua forza di volontà per non lasciarsi distrarre da quella versione così femminile della sua promessa sposa.

-Sei sempre la solita violenta! Se almeno mi lasciassi spiegare!- il ragazzo spostò la testa di lato per evitare un colpo piuttosto pericoloso e afferrò Akane per un polso, riuscendo a placare la sua furia, almeno per il momento.

-Non c'è niente da spiegare. Hai rovinato il mio appuntamento!- gridò la ragazza, già con le lacrime agli occhi e il corpo tremante. Aveva aspettato quella giornata da una settimana: finalmente un ragazzo davvero carino che non sembrava per niente superficiale l'aveva invitata ad uscire, si era dimostrato davvero interessato a lei e, come sempre, quello stupido del suo fidanzato aveva dovuto rovinare tutto.

-Puoi capire, come se quell'idiota ti potesse rendere davvero felice.- sbottò Ranma con il suo solito tono infastidito, spiccando un salto e atterrando poco lontano da Akane. Anche da quella distanza, poteva vedere le lacrime che si erano formate agli angoli dei suoi occhi.

Dannazione, non avrebbe mai voluto farla piangere. Ma che poteva farci se era davvero una frana ad esprimere i propri sentimenti?

-Non ti puoi comportare come un cavernicolo insensibile tutto il tempo e poi fare il fidanzato geloso solo quando ti fa comodo!- gli urlò lei, stringendo forte i pugni lungo il corpo e tenendo gli occhi rigidamente chiusi. Persino per lei era difficile dire quelle cose guardando gli occhi blu di lui, talmente intensi che sicuramente l'avrebbero fatta vacillare.

-Ehi, non metterti in testa queste strane idee! Io non sono affatto geloso!- Ranma, le cui guance avevano assunto un accesa sfumatura di rosso, le fu di fronte nel giro di pochi secondi: aveva un'espressione determinata, ma Akane, che ormai lo conosceva bene, in quegli occhi poteva ancora leggere la stessa rabbia che aveva visto quando con un calcio aveva scagliato lontano il povero Hiro che aveva tentato di baciarla su una panchina del parco. -Chi potrebbe mai essere geloso di un maschiaccio come te, spiegamelo!-

Akane alzò la testa di scatto: i suoi occhi ora erano completamente inondati dalle lacrime. A Ranma sfuggì un gridolino di sorpresa e si maledisse mentalmente: probabilmente non l'aveva mai ferita più di così. -No, Akane, io non volevo dire...- si affrettò a giustificarsi, scuotendo energicamente le mani di fronte al proprio viso.

-Sei stato abbastanza chiaro.- dichiarò lei, con quel tono fermo che non lasciava traspirare alcun tipo di emozione. Era fredda come un pezzo di ghiaccio e quell'indifferenza fu come un coltello infilzato direttamente nel cuore del giovane Saotome. Si voltò di spalle e si portò per un secondo una mano tra i capelli: Ranma si aspettava di ricevere un pugno dritto in faccia o un calcio o, peggio, una martellata, ma Akane singhiozzò e basta. E quel suono fu più doloroso di qualsiasi altro colpo.

-Akane.- lui non fece in tempo a fermarla, lei era già corsa via, rientrando in casa senza dire più niente. Ranma rimase per un secondo ad osservare il giardino vuoto e per qualche istante si sentì solamente il rumore del vento che attraversava l'erba troppo lunga e i grilli che cantavano.

-

 

Akane non era scesa per la cena. Il posto accanto a Ranma era rimasto vuoto per tutta la sera e lui ammise a se stesso di essersi comportato come un vero e proprio cafone. Attorno al tavolo nessuno spiccicò parola, forse perché, volenti o non, avevano in qualche modo assistito al litigio dei due fidanzatini e nessuno aveva voglia di parlare. Solo Kasumi, nella dolcezza della sua ingenuità, ogni tanto se ne usciva con: “Qualcuno vuole un'altra porzione di riso?”

Ranma si era sentito arrossire sotto lo sguardo omicida di Soun. Non era da lui sentirsi così in colpa per qualcosa, ma quando c'era di mezzo Akane spesso gli sembrava di non riconoscersi più, come se diventasse un'altra persona. Scagliò un pugno contro il muro della sua stanza e abbassò gli occhi sul pavimento, stringendosi nelle spalle, come se il peso della colpa lo schiacciasse: dannazione, era stato più forte di lui. Inutile dire che aveva seguito i due piccioncini per tutto il pomeriggio: aveva con difficoltà tollerato il fatto che si tenessero per mano -dopo aver fatto a pezzi qualche palo della luce, giusto per sfogare la frustrazione-, era passato sopra al fatto che quel porco le avesse scostato una ciocca di capelli dagli occhi per poi sistemargliela dietro all'orecchio, ma quando aveva visto quel verme di Hiro avvicinare le labbra a quelle della sua fidanzata, la rabbia lo aveva fatto agire di istinto. Era saltato fuori dal suo nascondiglio -un patetico cespuglio- e gli aveva sferrato un pugno con tutta la forza che possedeva in corpo, scagliandolo chissà dove, intimandogli di non avvicinarsi mai più ad Akane se ci teneva alla vita. Aveva ansimato per lo sforzo, poi si era voltato e si era ritrovato addosso gli occhioni castani di Akane, che lo fissavano sconcertati. E lì aveva capito che in qualche modo avrebbe dovuto giustificare il suo comportamento da pazzoide.

-Dannazione.- sillabò schioccando le dita nervosamente. Osservò per un secondo il panda che mangiava bambù come se non gliene importasse nulla del mondo. Ranma gli sferrò un colpo sul testone. -Potresti smetterla di ruminare!? Sto cercando di riflettere.-

Gli occhioni del panda si riempirono di lacrimoni e sollevò un cartello con su scritto:“Non sapevo che mio figlio sapesse riflettere.” Ranma ringhiò di rabbia e gli schiaffò un calcio sul muso. -Idiota.-

Il panda mugolò di dolore e poi i suoi occhi scintillarono per un secondo. Si affannò nello scrivere un altro cartello e poi lo mostrò, tutto serio: “Figliolo, se vuoi fare pace con Akane non c'è molto da pensare.”

Ranma sentì le proprie guance scottare. -E tu di che ti impicci!?-

Con un saltò uscì dalla finestra, scuotendo energicamente la testa: l'aveva fatto di nuovo, era scappato ancora una volta dai suoi sentimenti. Sbuffò e l'ennesima nuvoletta fuoriuscì dalle sue labbra. Si trovava, ora, senza nemmeno volerlo, appeso a testa in giù di fronte alla finestra della stanza di Akane. Avrebbe fatto meglio a bussare, se la ragazza lo avesse scoperto lì gli avrebbe dato una bella sberla accusandolo di essere un maniaco.
Bussò contro il vetro ed immediatamente, come se avesse aspettato quel rumore per tutta la sera, la finestra si aprì. Akane era in pigiama e lo osservava con i suoi soliti occhi infuriati. -Che vuoi!?-

Ranma era ancora appeso a testa in giù: deglutì, facendo toccare tra di loro le punte degli indici, come faceva sempre quando era nervoso. -Io, ehm... Io... Veramente... Sono...-
Dannazione, non ce la faceva proprio, non sapeva nemmeno da dove cominciare.

-Ranma, sono stanca e voglio andare a dormire, se hai qualcosa di dire muoviti, prima che ti vada il sangue al cervello.- il tono di Akane era a metà tra l'ansioso e l'annoiato.

-Ecco io... Volevo chiederti scusa.- il giovane Saotome raccolse tutto il coraggio di cui era capace, ignorando la propria faccia che sembrava voler prendere fuoco. -Mi dispiace per come mi sono comportato. Non volevo rovinare il tuo... appuntamento con quello. So che... Che insomma, non sono proprio il fidanzato che tutte le ragazze vorrebbero... Ma, ma... La verità è che io... Sì, insomma, tu sei la mia fidanzata e io... Non... Non voglio che tu esca con... Con certi individui, non che sia geloso, sia chiaro, è che... Insomma...-

Non ebbe il tempo di finire il suo sproloquio, perché qualcosa lo aveva interrotto. Sbatté più volte le palpebre, piuttosto incredulo, poi il suo cuore prese a tamburellare furiosamente nel petto quando si accorse che Akane lo stava baciando.

Aveva la mano tra i suoi capelli, gli occhi chiusi e le labbra stavano sfiorando timidamente le sue. Akane si era sporta dalla finestra per raggiungere più facilmente la bocca del ragazzo appeso al soffitto. Ranma chiuse gli occhi di istinto, rimanendo immobile. Era tutto perfetto, non aveva assolutamente intenzione di interrompere quel momento; quello ricordava vagamente un bacio che aveva visto in qualche film. Vederlo gli aveva causato uno spasmo di nausea per la troppa dolcezza, ma viverlo era tutta un'altra cosa. Stava per abbandonarsi completamente al bacio, schiudendo le labbra su quelle della fidanzata, quando disgraziatamente perse la concentrazione, i suoi piedi non rimasero più appiccicati al legno della casa e precipitò rovinosamente giù dal soffitto, cadendo ovviamente sulla testa in mezzo ai cespugli del giardino.

-RANMA!-

-

Ranma lanciò lo specchio dall'altra parte della stanza con un urlo, sentendo le guance completamente in fiamme. Niente sorgenti maledette, niente uomo completo, niente di niente. Solo uno stupido e romantico bacio alla Spiderman! -MA COME E' POSSIBILE!?-

Dannazione, perché c'entrava Akane? Ranma si sentì avvampare ancora di più e prese a scuotere energicamente la testa: perché diamine lei faceva parte di uno dei suoi più grandi desideri!? PERCHE' IL SUO PIU' GRANDE DESIDERIO ERA BACIARE QUEL MOSTRO PRIVO DI UN BRICIOLO DI SEX APPEAL!?

Non poteva essere! No di certo! Scosse ancora di più la testa e poi prese a dare delle testate contro il muro, auto-convincendosi di aver preso una cantonata. Sospirò afflitto poco dopo e si sforzò di tornare in sé quando qualcuno bussò.

-Ranma, io sto uscendo con Hiro.- Akane apparve sulla soglia tutta sorridente, vestita con un'adorabile gonna troppo corta per i gusti del suo fidanzato e i capelli decorati con un nastro rosso. -Siccome sarai solo in casa fino a stasera, Kasumi mi ha detto di dirti che ti ha lasciato qualcosa da scaldare nel forno.-

Il ragazzo sbatté le palpebre energicamente e si alzò in piedi, avvicinandosi ad Akane e osservandola con il suo finto cipiglio disinteressato. -Per tua informazione, non mi importa affatto con chi esci! Puoi uscire anche con Kuno, se proprio ti interessa, per quello che mi riguarda! Io oggi non prenderò a pugni proprio nessuno, né seguirò te e quello stupido di Hiro! Non mi importa affatto, pff. Soprattutto, non ci sarà nessun bacio alla Spiderman! Divertiti con il tuo bell'imbusto.- sbottò tutto d'un fiato, rosso fino alla punta dei capelli, per poi fiondarsi giù per le scale e correre verso il Dojo per distrarsi un po'.

Akane era rimasta ad ascolatere il suo fidanzato con gli occhi spalancati per tutto il tempo. -Ma che gli è preso?- mormorò, assorta. -Che sia geloso?- Akane sorrise al nulla, il suo cuore che esultava segretamente, mentre saltellava canticchiando verso la sua camera.

FINE

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Salve a tutti!
Questa è la prima OS che scrivo sul mondo di Ranma! Inutile dire che deriva da una delle mie ossessioni estive!
Ho appena riletto tutto il manga e adesso sto per rilanciarmi nella visione di episodi, film e OAV!
Quindi è così che nasce questa storia: i miei episodi preferiti sono sempre stati quelli in cui c'è qualche oggetto particolare con strani effetti, e quindi prendendo un po' spunto dallo specchio delle brame di Harry Potter, mi sono cimentata nella stesura di questa storiella!
Sinceramente non so come sia venuta fuori, forse i personaggi sono un tantino OOC, ma mi sono divertata davvero tanto a scriverla!
Spero vi sia piaciuta e spero che abbiate anche pietà di me T.T
Fatemi sapere che cosa ne pensate, magari lasciate un commentino!
Baci a tutti!

One_Dream

  
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