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Autore: Aven90    24/06/2015    2 recensioni
Ricordate Christian Jackson e le sue vicissitudini nel cercare il serial killer delle Pillole? perfetto, questa storia è ambientata tre anni dopo e lo vede ancora una volta al centro della scena! Quando ormai tutto sembrava finito, ecco che si ricomincia a danzare sul filo di un nuovo assassino seriale.
Genere: Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mattino seguente, Anthony, Mary, Brad e Hilary erano agitatissimi, quella fu la prima cosa che venne in mente a Jackson non appena entrato in ufficio.

Whiskers tornò nel suo angolino personale sempre più personale (non vi dico come lo aveva personalizzato), lasciando Christian e Lucinda ad affrontare quei babbuini che cercavano qualcosa mettendo a soqquadro i locali.

“State cercando…?” chiese Lucinda.

“I documenti sul caso del serial killer dei numeri! Allora? L’hai nascosto tu, non è vero?” fece Mary, impazzita e per farlo vedere non si era impegnata molto: aveva solo gli occhi fuori dalle orbite e i capelli arruffatissimi, che di solito erano sempre curatissimi.

“Io? Ma chimminchia rici?” (= non ho idea di cosa tu stia parlando), eppure Mary si avventò su Lucinda e litigarono come matte, tanto che Anthony dovette sparare in aria, per riportare l’ordine nelle cose.

“Adesso basta. Siamo di fronte a un maniaco omicida che si diverte a prenderci per il culo… finora abbiamo affrontato il problema dalla parte sbagliata. Che poi i documenti sul caso sono sempre stati sulla scrivania” e li sollevò, anche se prima non c’erano… chi li aveva messi? “Io direi di ripartire tutto da zero e rivedere cosa stiamo sbagliando… soprattutto alla luce dell’ultimo omicidio. Sappiamo che stavolta sono state utilizzate otto coltellate. Ebbene, siccome ha smesso di cambiare arma del delitto, c’è da dire che qualcuno ci spia”

Le parole dell’Ispettore Sanderson fecero svegliare dal torpore anche il commissario.

“Cosa? Credi che qualcuno ascolti le nostre peripezie? Ma chi fa, babbii?” (= stai per caso celiando?)

“Sì. Però, sono cinque giorni che non riesco a togliermi dalla testa che c’è qualcosa che ci sfugge, a tutti quanti.” Affermò Sanderson, ma Whiskers assunse una faccia schifata e tornò a personalizzare l’angolo più remoto dell’ufficio.

“Ad esempio, l’ultimo omicidio ci risulta, oltre ad essere stato compiuto alle sei di sera come tutti gli altri, ci risulta essere atipico. Voglio dire, il coltello era già stato usato, no? Quindi o prendiamo la lista dei coltelli o prendiamo veramente in considerazione la pista del pedinaggio, facendo attenzione dalle diciassette e cinque alle sei e dieci di oggi pomeriggio, mobilitando ciascun agente nei punti più remoti della città”

Christian non sapeva che la polizia avesse così tanti agenti. Dopo un secondo, realizzò che Anthony stava praticamente dicendo che non sapeva che pesci pigliare, ma per valorizzare la teoria che aveva formulato lui, alle due di notte e dentro un luogo inagibile in compagnia di un uomo disadattato, avrebbe dovuto ovviamente trovare delle prove.

E come trovare delle prove in qualcosa di così etereo, come un assassino che veniva, faceva quello che doveva fare, e se ne andava? Se rimanesse sul luogo del delitto, magari lo si sarebbe potuto acciuffare. Ma secondo quale criterio questo bastardo sceglieva le sue vittime?

Avevano l’elemento rombo… ma non bastava. Magari il prossimo omicidio sarebbe avvenuto addirittura fuori città. Oppure non sarebbe avvenuto affatto, e con la fortuna che avevano avuto fino a quel momento, forse davvero l’idea di Brad era l’unica attuabile.

A dar voce ai pensieri di Jackson, intervenne Anthony, che dopo aver bevuto un lungo sorso di caffè, disse.

“Ho avuto un’idea geniale, ragazzi! Abbiamo a che fare con tre Barrett, no? E se ci appostassimo per pedinare questi tre civili che lo hanno acquistato? Eh? Ci state?”

Era la stessa idea di Brad, ma adesso era l’unica carta che potevano giocare.

Così, con grande disappunto dell’agente nuovo, Christian avrebbe seguito uno, Hilary un altro e Lucinda un altro ancora. Chi aveva avuto l’idea si sarebbe attaccato, invece,  e mandato a casa. Il brutto era che quel weekend erano tutti andati a lavorare, per quel caso! E adesso, per la cosa più importante, Brad venne escluso.

Ad ogni modo, fu sin da subito chiaro che quei tre, i cui nominativi erano stati ritrovati con non poche difficoltà, anzi tante, erano incensurati e quindi sembrava proprio difficile che uno di loro potesse mettersi ad ammazzare la gente.

///

Il serial killer stava vivendo momenti molto sereni. Tutto procedeva secondo i suoi piani, per quanti indizi stava lasciando, la polizia non sembrava capace di acciuffarlo. Meglio così, si disse, aveva anche visto che gli agenti stavano pedinando chi possedeva un Barrett, nel caso in cui, alle sei di quella sera, si fosse messo ad uccidere. Ma lui aveva un’idea ben precisa del suo capolavoro e quindi nessuno lo avrebbe fermato.

Perché la morte era dietro l’angolo, sempre. E non solo, le sue vittime glielo chiedevano esplicitamente di morire.

Quel giorno sarebbe toccato a un giocatore di tennis, che stava uscendo proprio dal tennis club, e disse ai suoi amichetti  “Ci vediamo domani” e si avviò alla macchina. Ebbene, era proprio lì che lo voleva.

Si dava il caso che il nostro serial killer preferito avesse una macchina, e l’avrebbe usata anche per quelle esigenze.

Così, ingranata la marcia (la prima) si accorse di avere dimenticato il freno a mano alzato, così lo abbassò e partì.

La sua automobile all’occhio profano non avrebbe potuto dire niente, e in effetti passò inosservata come il resto dei veicoli che alle sei di sera circa ancora circolavano per le strade.

L’assassino cercava un modo veloce per uccidere quel tizio, mentre si teneva a distanza di sicurezza per non fare capire che il suo era un pedinaggio.

Ebbene, fu allora che gli venne l’idea geniale. Ormai avevano imboccato la Steve Jobs Ave; quindi piuttosto lontano dalla Questura, ma non aveva importanza. Anzi, sarebbe stata una bella gatta da pelare per la squadra di polizia capitanata da Anthony Sanderson.

Ravvivato da quelle motivazioni, il morto che camminava si stava avviando verso il portone di casa sua, il quale dava proprio sul marciapiede, il che lasciava supporre un ampio saloncino poi all’interno del condominio.

“AIUTO! MI SI È APPIOPPIATO IL LENZUOLO NEL GABBIANO!” si mise ad urlare l’assassino, e ciò attirò l’attenzione del giocare dilettante di tennis, il quale si girò per vedere cosa fosse successo.

E la faccia dell’assassino sorridente fu l’ultima cosa che vide, perché quegli aveva già puntato la pistola e con quattro colpi di silenziatore uccise Kevin Barnet, il quale aveva già citofonato alla moglie per farsi aprire.

In quello stesso momento, suonarono le sei di sera nella parrocchia vicina.

///

“Ancora una volta” sussurrò Christian, vedendo l’ennesimo cadavere portato via dall’ambulanza e sovrastando le urla di una moglie che scossa era dire poco.

“Ormai manca poco, su” disse Lucinda. “Tutte queste morti presto finiranno, se diamo per buono il significato che abbiamo dato a ventiquattro barrato sette”

“Infatti dovrebbero mancare altri due omicidi” disse Christian, che cominciava a essere seccato di tutta quella situazione. Però…

“Un momento” disse Whiskers. “Va bene, nessuno ha visto niente nemmeno stavolta, ma… intanto ha usato la pistola, e poi ha dimenticato di scrivere ventiquattro/settimi. Infine siamo lontani dal rombo di Christian Monopalla. Che sia un killer diverso?”

Tutti si guardarono attoniti. E adesso? Un nuovo caso in città? Che fosse un caso isolato oppure un omicidio riconducibile al serial killer, non lo si sapeva. Forse, il serial aveva dimenticato tutte quelle cose per provocare e pigghiare pu culu  (= celiare) le persone.

O forse no. Era difficile, era molto difficile.

“Se volete, c’è qualcuno che ha urlato” affermò una signora che stendeva la biancheria.

“Vogliamo, vogliamo” disse Anthony, che non aveva ascoltato il monologo di Whiskers e invece era interessato a guardare altro, ad esempio Mary che gattonava nel vedere eventuali indizi per terra. “Chi ha urlato e cosa?”

“Un qualcosa sui gabbiani” abbanniò (= vociò in maniera degna di un soprano) la signora. “E poi un vitti chiù nianti picchì misi i robbe na lavatrice” (= e poi non ho più visto nulla, poiché ho collocato una diversa quantità di indumenti nel lava biancheria)

“Forse la pistola aveva un silenziatore” sussurrò Hilary, che qualcosa doveva pure dirla, poverina. Aveva passato alcune ore a pedinare Mark Pellegrino, un essere assolutamente anonimo e regolare, che però aveva comprato un Barrett.

“Dobbiamo concludere” disse Anthony “che questo omicidio non è collegabile col serial killer dei numeri”

Certo, si disse Christian, poiché mancava il 24/7 tutto lasciava supporre che quello fosse davvero un caso a parte. Ma c’era qualcosa che non quadrava.

Com’è che non appena lui e Whiskers avevano formulato l’ipotesi che il serial killer stesse concentrandosi in ambienti vicini alla Questura adesso si presentava un omicidio a sangue freddo lontano da quell’edificio?

C’era qualcosa che non quadrava, e Christian era sicuro che se lo stesse chiedendo anche il Commissario Whiskers.

“C’è qualcuno che ci sta prendendo per il culo” disse senza colpo ferire Jackson, una volta a casa sua, con Lucinda al fianco che aveva preparato un Ciobar, e nel frattempo che Jackson elucubrava, la sua tipa gli faceva le moine strusciandosi addosso.

“Ma no tesoro, sei tu che mi afferri per il culo” sussurrò Lucinda, mordendogli l’orecchio.

“Abbiamo detto del rombo, e adesso un omicidio fuori dal rombo”

“Tu entri sempre nel mio rombo peloso” sussurrò ancora Lucinda, mettendosi a cavalcioni sul fidanzato.

“Ha usato la stessa pistola che abbiamo identificato all’inizio di questo caso”

“Hai pure tu una bella pistola che fa BANG! BANG!” disse l’altra, toccando appunto quella pistola. E sbaciucchiando il collo.

“E adesso c’è anche il fatto che non è stato messo il marchio”

“Marchio? Non mi viene in mente nessun sinonimo sessualmente allusivo con marchio, amore”

“NO! Adesso io andrò e…”

E squillò il telefono. Fu Lucinda però a rispondere.

“Sì… sì… beh, certo, a fuoco lento… COSA? LA MAIONESE? No… ok… passeremo al golf club” poi guardò Christian, si innamorò e disse “È stata rubata la macchina al Questore Lampard!”

Ecco, un’altra grana. C’erano così tante grane in quel sporco caso di ottobre (ormai novembre) del 2015 che ci si sarebbe potuto condire una pasta.

Magari bella densa di polpa al pomodoro. Ad ogni modo, dovettero tornare in centrale, anche dopo l’orario di lavoro.

“È un guaio” disse Lampard in persona, col figlio appresso, una volta riuniti tutti. “Non perché mi hanno rubato la macchina, voglio dire, posso comprarmela quando voglio, visto che è una Chevrolet Camaro, ma…”

“CAPPOTTO GRIGIO!” esclamò Christian sull’orlo di una crisi di nervi e alzandosi e additando il povero figlio di Lampard, che si sentì nudo e si coprì.

“Cos’hai contro mio figlio Joffrey?” chiese il Questore.

“L’assassino è stato visto indossare un cappotto grigio” proseguì spietato Christian, convinto di aver appena chiuso il caso.

“E…?”

“E… ehm” Jackson arrossì “no, beh… chiunque può avere cappotti grigi”

“Appunto” disse il Questore, poi si schiarì la voce e disse “Voglio dire, mio figlio non ha nemmeno un Barrett, no?”

“E non so neanche dove si trovi la Steve Jobs Ave” aggiunse Joffrey.

“Ma questo non avrebbe dovuto saperlo… non abbiamo ancor divulgato i particolari dell’ultimo omicidio” pensò Whiskers. Al che, gli pervenne alla memoria che la volta scorsa Joffrey aveva fatto riferimento al presunto count-down di vittime che poteva utilizzare il serial killer.

Due più due faceva quattro e Whiskers ebbe un’erezione. Mancavano solo le prove per inchiodarlo, anche se a dire il vero era così palese che persino un idiota ci sarebbe arrivato.

Non doveva perdere neanche un minuto. “Scusa, Joffrey, una domanda” esordì, alquanto emozionato. “Cosa c’entra la Steve Jobs Ave? Da dove ti esce fuori un indirizzo così preciso? La notizia della morte di quella persona non è ancora stava rivelata”

Joffrey tuttavia non diede alcun segno emozionale e disse tranquillo “No, il fatto è che io ho una ragazza e…”

E all’improvviso entrò un altro agente, che si chiamava Julie  e apparentemente non c’entrava nulla col caso, né lei né i suoi folti capelli ricci.

“Commissario! Ispettore! Questore Lampard! Hanno trovato la sua macchina alla Steve Jobs Boulevard e…”

“E?”

“Era accanto al luogo del delitto”

Quell’informazione fece piombare tutti gli astanti nel silenzio più totale.

E adesso che ci faceva l’auto del Questore proprio accanto al luogo del delitto?

Ad ogni modo, stando a quello che aveva detto Joffrey sul killer, e adesso quello, il ragazzo era passibile di arresto. A meno che…

“Scusate, stavo proprio finendo di parlare” disse Joffrey, che però era arrossito. “Il fatto è che io ho una ragazza, che abita proprio in via Steve Jobs, ma il palazzo accanto a dove è stato ucciso quel signore. Ve lo potete fare dire da lei stessa” e prese il suo Iphone e lo porse a nessuno in particolare. “Se ci avete fatto caso infatti la macchina è più vicina al numero 38 che al numero 42”

“E come fai a sapere che il morto è morto al numero 42?” rimbeccò Whiskers, con la bava alla bocca.

Anche lì la sala piombò in un altro silenzio assordante. Il cerchio attorno a Joffrey si stava chiudendo e anche il Questore cominciava ad avere dei dubbi.

“Dov’eri” continuò imperterrito Thomas Whiskers, euforico e pensando a tutte le volte in cui avrebbe voluto fare svergognare il Questore “alle sei di sera, cinque giorni fa?”

Joffrey a quel punto ammutolì. Tutti aspettavano una sua risposta.

“Ero dalla mia ragazza” disse.

“Ah, davvero? E come si chiama questa ragazza? Puoi confermare che eri con lei? E inoltre non è un testimone attendibile, visto che avresti potuto corromperla” disse Whiskers.

“Insomma, Whiskers!” lo interruppe a un certo punto Lampard. “Non può sospettare di mio figlio! Se sospetta di mio figlio, sospetta anche di me! E le pare giusto? Se poi io mi metto a piangere poi che fa? Se Joffey si mette a piangere poi che fa?”

Ma il commissario era ormai convinto della colpevolezza sia del figlio che del padre che lo stava coprendo. Era deciso più che mai a provare quella sua tesi e non si sarebbe certo fermato alle lacrime di coccodrillo di quel fesso.

“B-babbo” piagnucolò Joffrey. “Il cattivo commissario mi accusa!”

“Su, calmati figghiu miu” rispose Lampard. “Tanto, ormai il caso è di Anthony Sanderson, perciò Whiskers può dire quello che vuole. Ispettore, per caso lei sospetta di mio figlio?”

Ma Anthony, da buon lecchino qual era, rispose “No, no, si figuri!”

“Ecco come si ragiona. E con questo, noi andiamo. Trovate il colpevole alla svelta!”

“E ricordate che noi vi osserviamo! Ahahahah!”

Si riprendeva in fretta, il ragazzo. Lacrime false da bambino viziato, pensò Christian. Ma ad ogni modo era inattaccabile, fintantoché non avevano prove schiaccianti.

Pertanto, Anthony richiamò all’ordine i suoi sottoposti e ricominciarono a lavorare sul caso, isolando il delitto della Steve Jobs Ave con tutti gli altri, poiché non avevano elementi per ricondurlo col serial killer dei numeri.

Ma Christian e Whiskers sapevano. Ne erano convinti, così com’erano convinti che le macchine della polizia fossero blu: era Joffrey il serial killer, e non solo: si era macchiato anche dell’ultimo omicidio, che aveva compiuto per depistare le indagini.

“Innanzitutto dobbiamo vedere se ha davvero questa ragazza” bisbigliò Christian a Lucinda. “Tu hai un sacco di contatti su Busybody, vai e vedi”

Busybody era un social network blu con sullo sfondo una b bianca, e serviva per ritrovare le persone che si erano perdute durante la propria vita.

Christian aveva chiesto a Lucinda di indagare poiché era lei che gestiva il contatto in comune, si chiamava Lucy e Chri.

Tutti erano su Busybody. Tutti, persino tua zia che ha ottantasei anni, usa Busybody.

E così, nel buio del magazzino che Whiskers aveva scelto per il Complotto, i tre portarono il portatile con la chiavetta, che seppur scassatizza (= non funziona tanto bene) funzionava per esigenze di trama. perché la connessione era ancora buona, visto che era un punto particolare della città.

   
 
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