Ci ha provato, lui, a chiamare la sua ragazza ‘bambina’, ‘piccina’ e simili. Che ci vuoi fare, è una donna piccoletta, fa tenerezza, gli viene naturale chiamarla così.

Per tutta risposta, si è beccato una specie di rimprovero:

“Sai da dove viene il paragone delle donne coi bambini?”

“… entrambi fanno tenerezza a chi li ama?” ha risposto lui esitante.

“No, dal fatto che fino a non troppo tempo fa le donne erano considerate legalmente incapaci, come i bambini”.  

Lui è rimasto per un po’ senza parlare.

“Ci sei rimasto male?” ha domandato lei, vedendolo chiudersi nel silenzio.

“…”

“Lo so, ci sei rimasto male”.

Gli si è avvicinata, gli ha passato le braccia attorno al collo e gli ha dato un bacetto sullo zigomo, dove sa che gli fa il solletico.

“Scusa. Non dovrei, ma scusa”.

Eccola qua la mia ragazza, pensa lui, una margheritina di campo dura come un muro. È per questo che ti hanno sempre fatto la guerra? Perché vuoi essere trattata alla pari?

***

Caro giovane padrone del mondo!

La regola aurea è

scegliere qualcuno più in basso di te,

poco poco, un centimetro, ma più in basso.

Se sei alto un metro e ottanta,

una ragazza di uno e sessantacinque

è il massimo che puoi concederti,

sennò coi tacchi è capace di superarti.

È accettabile che sia carina,

troppo bella invece è un rischio.

Intelligente, per gestire la vostra vita,

ma non troppo, perché una troppo intelligente

ti metterà continuamente in discussione.

Di buona famiglia, ma non più della tua.

Che abbia un lavoro, ma non migliore del tuo;

se hai un lavoro umile, è meglio che stia a casa.

E abbia ovviamente anche una sua macchinuccia,

ma che non superi la tua per cilindrata.