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Autore: xsamlouie    24/06/2015    0 recensioni
||Larry AU||
(Dal capitolo 5) "Nessuno dei due l'avrebbe ammesso ad alta voce con l'altro, ma c'era un'altra cosa che non avrebbero mai ammesso ad alta voce, né fra di loro né con altre persone: da quella sera, Louis e Sam erano diventati amici."
Pairings: Larry || Ziall || Sophiam || Muke
Warning: nuovo personaggio + 5 Seconds of Summer
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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(1)

Spoiled little bitch

 

Louis

 

Nuova città, nuova casa, nuova scuola.

Ormai Louis ci era abituato, le prime due volte aveva protestato con i suoi, non potevano trasferirsi ogni due mesi per lavoro, obbligando così i figli ad abbandonare i loro amici e le loro vite, ma ormai si era rassegnato. Sapendo che non sarebbero mai rimasti troppo a lungo nello stesso posto, nemmeno provava a presentarsi simpatico e a conoscere nuove persone, nonostante questo lo facesse sembrare snob e antipatico. In ogni caso, di certo non gli importava di fare bella figura con i figli ricchi e viziati di gente ricca e viziata probabilmente anche più snob e antipatica di lui che frequentava le terribili scuole private a cui i suoi genitori iscrivevano lui e suo fratello Liam.

Ma quella volta, dopo l'ennesimo trasferimento, qualcosa cambiò. Punto primo, erano a New York. Avevano sempre vissuto sulla costa occidentale, New York era dalla parte opposta del paese. Punto secondo, avrebbero frequentato una scuola pubblica. Non che la cosa lo entusiasmasse troppo, ma forse le persone che frequentavano una scuola pubblica erano meno snob e antipatiche, ma questo non voleva dire che sarebbe stato più disposto a fare amicizia. E terzo, i suoi gli avevano promesso che non si sarebbero più trasferiti, almeno fino al diploma dei due figli maggiori. Forse questo era l'unico motivo che l'avrebbe spinto a relazionarsi in qualche maniera con i suoi compagni di scuola, ma non ci avrebbe giurato.

Come da programma, la mattina del primo giorno nella scuola nuova Louis non aveva voglia di alzarsi dal letto, niente di cui sorprendersi. La cosa sorprendente era piuttosto che suo fratello era ancora chiuso in camera quando Louis finalmente uscì dalla sua per fare colazione. Così scese in cucina, prese un fetta di toast imburrato e una tazza di cereali e tornò di sopra, per fare il bravo fratello. Entrò in camera di Liam, che se ne stava nascosto sotto le coperte e qualcosa come un quintale di fazzoletti sparsi per il pavimento. Louis sospirò, si avvicinò al letto, appoggiò la tazza di cereali sul comodino e tirò bruscamente via le coperte da sopra Liam, che stava singhiozzando in posizione fetale.

“Fratello, ho capito che hai dovuto lasciare Danielle e che era l'amore della tua vita e che nessuna sarà mai come lei, ma sono sicuro che la nuova scuola è piena di pollastrelle pronte a lanciarsi addosso a te.”

A quel punto Liam cominciò a piangere seriamente, nascondendo la faccia nel cuscino. Louis alzò gli occhi al cielo, gli afferrò le braccia e lo fece sedere con tutta la grazia che poteva avere un adolescente appena sveglio davanti a suo fratello che piangeva per amore.

“Avanti, adesso ti asciughi la faccia, mangi qualcosa e andiamo a scuola. Non mi interessa se sei vestito, per me puoi venire anche in pigiama.”

“N-non voglio a-a-andare a s-scuola” singhiozzò Liam, tirando su col naso.

“Liam Payne che non ha voglia di andare a scuola, cosa succederà dopo? Leonardo DiCaprio vincerà finalmente un Oscar?” Questa uscita di Louis riuscì a strappare una mezza risata a Liam, che afferrò la tazza di cereali e se ne mise un cucchiaio in bocca.

“Vedi, non è la fine del mondo. Adesso vado a rendermi almeno un po' presentabile” annunciò il più grande avviandosi verso la porta. “Ah, e partiamo fra dieci minuti, quindi sbrigati” aggiunse prima di uscire.

 

Venti minuti e un Liam che non la smetteva di tirare su col naso dopo, i due fratelli scesero dalla Rolls Roice nera guidata dall'autista di famiglia davanti alla nuova scuola. A quel punto Louis decise che non si sarebbe più fatto accompagnare a scuola sulla Rolls Roice nera guidata dall'autista di famiglia. Tutti, ma proprio tutti, gli studenti che di trovavano nel cortile della scuola in attesa dell'inizio delle lezioni, li stavano guardano. Qualcuno con aria interessata, altri con aria ammirata, ma la maggior parte li guardava come Louis era abituato essere guardato: come se non fosse nient'altro che il figlio ricco, snob e viziato di genitori ricchi e snob che adorano viziare i propri figli. Spesso e volentieri il ragazzo si trovava a sperare di essere nato in una famiglia normale, di classe media, e di vivere una vita monotona e normale con i suoi amici, senza doversi continuamente trasferire e essere perennemente “quello nuovo”.

E come se non bastasse l'aria da ricchi snob viziati che gli dava la macchina di lusso, Liam sembrava essere appena tornano da un funerale, e questo non fece altro che aumentare l'interesse degli studenti nei loro confronti.

Louis afferrò Liam per una manica e entrò nella scuola il più velocemente possibile, in cerca della segreteria per sapere l'orario della mattinata. Dopo che la segretaria glielo ebbe riferito, Louis trascinò Liam nella sua classe, gli fece uno pseudo discorso d'incoraggiamento e lo spinse in aula, per poi cercare la sua. Alla prima ora aveva calcolo, che gioia. Gli si prospettava una mattinata piena di bisbigli alle sue spalle, inutili presentazioni alla classe richieste dall'insegnante e lezioni su argomenti o che aveva già sentito o che non c'entravano nulla con quello che aveva fatto nella scuola precedente. Conclusione, o si annoiava a morte, o non capiva niente. In ogni caso, molto improbabilmente avrebbe ascoltato una sola parola che usciva dalla bocca del professore.

 

Quando finalmente arrivò l'ora di pranzo, buttò i suoi libri nell'armadietto che gli era stato assegnato, fortunatamente vicino a quello di Liam, e aspettò che lo raggiungesse suo fratello per andare in mensa insieme. Era una cosa che facevano automaticamente, una routine, non si mettevano neanche più d'accordo, dopo le prime tre volte avevano deciso che si sarebbero trovati uno all'armadietto dell'altro per pranzare loro due da soli. Dopo un paio di giorni si univano a loro dei compagni di classe di Liam che considerava “amici”, ma Louis se ne stava sempre sulle sue, mangiava il suo pranzo in silenzio senza calcolare le persone intorno a sé. Liam all'inizio provava a coinvolgerlo nelle conversazioni in modo che si facesse anche lui qualche amico, ma dopo poco tempo capì che preferiva starsene da solo, così lo lasciava stare.

Alla fine a Louis non servivano troppe persone intorno a sé. Gli bastava suo fratello, il che lo faceva sembrare un po' sfigato e sentimentale, ne era consapevole, infatti non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma a cosa gli serviva fare amicizia con persone che da lì a poche settimane non avrebbe più rivisto e sentito? Liam era l'unico amico di cui aveva bisogno, anche se spesso gli dava su i nervi con i suoi modi di fare da ragazzo per bene che non farebbe male una mosca, ma alla fine era proprio per questo che era facile affezionarsi a lui.

 

I suoi pensieri furono interrotti proprio da suo fratello che lo chiamava mentre si avvicinava a lui. Louis fu sollevato nel vedere che sembrava decisamente meno triste e depresso di quella mattina, gli stava addirittura sorridendo. “Hey Louis, a inglese ho conosciuto due ragazze, Sam e Rachel, che ci hanno invitato a pranzare con loro.” Nominandole, si voltò a indicarle con un gesto. Il più grande seguì lo sguardo del fratello, e notò due ragazze ferme in fondo al corridoio che parlavano fra di loro. Una delle due, quella più alta, notando che le stavamo guardando ci salutò con la mano sorridendo, facendo segno ai due di raggiungerle. Louis era scettico come suo solito, non aveva per niente voglia di fare conoscerle, ma viste le condizioni di suo fratello quella mattina e l'allegria che sembravano avergli trasmesso le due ragazze, acconsentì a pranzare con loro.

Quando le raggiunsero, Liam fece le presentazioni. Apparentemente quella più alta era Sam, mentre l'altra, che era un po' più bassa e con i capelli neri, era Rachel.

“È un piacere conoscerti Louis” esordì Sam con un mezzo sorriso, per poi aggiungere “Andiamo a mangiare?”, voltandosi e avviandosi verso la mensa.

Si bloccò non appena si accorse che non sarebbero stati solo loro quattro. Sam e Rachel si stavano avvicinando a un tavolo con altre cinque persone. A quel punto Louis bloccò Liam afferrandolo per un polso. “Liam, ti prego, non obbligarmi a pranzare con tutte quelle persone” gli sussurrò Louis con sguardo supplichevole.

“Louis, capisco che tu non voglia conoscere nessuno che potresti anche solo lontanamente considerare amici, ma puoi fare uno sforzo, almeno oggi? Per me?”

“Solo perché sei tu” sospirò a quel punto Louis davanti all'espressione speranzosa di suo fratello, raggiungendo riluttante il tavolo e sedendosi il più lontano possibile da chiunque altro. Cominciò a mangiare in silenzio, la testa china sul piatto, senza prestare attenzione a ciò che gli accadeva intorno, mentre Liam socializzava allegro con i ragazzi seduti con loro.

“Aspetta” esordì a un certo punto un ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli biondi, e per qualche ragione, Louis sentiva che si stava rivolgendo a lui, così sollevò lo sguardo. “Tu sei in classe nostra a biologia!” esclamò fin troppo entusiasta, con il solo risultato di irritare Louis più di quanto già non fosse.
“E quindi?” chiese sarcastico, sperando di troncare lì la conversazione, ma il biondo non sembrava essere dello stesso avviso.

“No niente, io sono Niall” rispose sorridendo, porgendo la mano a Louis, che la guardò con espressione indifferente, uscendosene con un “Incantato” assolutamente apatico, per poi tornare a stuzzicare il suo pranzo, lasciando Niall leggermente spiazzato.

“Potresti comportarti anche meno da stronzo, sai” fece a quel punto un ragazzo con i capelli scuri e la pelle abbronzata seduto accanto a Niall “o forse pensi di essere superiore a noi solo perché paparino è pieni di soldi e vieni a scuola in una macchina di lusso?” aggiunse, facendo scattare l'ira che Louis stava tentando disperatamente di contenere.

Gli lanciò uno sguardo assassino, in modo che capisse che era meglio smettere di parlargli, ma apparentemente Zayn non recepì il messaggio. Peccato.

“Ne ho visti un sacco di ragazzi come te, sai, che pensano di essere superiore a noi comuni mortali solo perché possono permettersi di comprare un'isola. Ma indovina un po', non sei meglio di noi, anzi probabilmente sei peggio di chi non può nemmeno comprarsi il biglietto dell'autobus. Quindi abbassa la cresta che non sei nessuno.”

Louis voleva davvero trattenersi, soprattutto per Liam, ma questa proprio non poteva perdonargliela. Solo che, quando stava per rispondergli a tono, fu interrotto da Sam “Ok Zayn, questa era cattiva però.”

“Non serve che mi difendi sai, sono in grado di parlare per me stesso” le fece Louis, con tono più incazzato di quanto volesse. O forse no.

“Scusa? Non penso tocchi a me insegnarti le buone maniere, ma un grazie sarebbe stato sufficiente.”

“Lascia perdere Sam, a quanto pare l'unica cosa che gli hanno insegnato è di non sforzarsi a fare amicizia con spazzatura di ceto sociale inferiore” aggiunse Zayn, mettendo un braccio intorno alle spalle di Niall.

A quel gesto Louis sollevò le sopracciglia e ribatté con aria volutamente superiore “Oh scusa, non volevo offendere il tuo fidanzato. Mi dispiace davvero tanto” aggiunse poi mettendosi una mano sul cuore, fingendo di esserci rimasto male davvero. Niall arrossì violentemente, mentre Zayn si allontanò il più possibile dal biondo, borbottando un “Non è il mio fidanzato” quasi impercettibile.

“Ok, questa sì che era cattiva.” commentò Sam. Louis trovò incredibilmente fastidioso come non riuscisse a starsene zitta.

“Sai quanto mi interessa.”

“Louis, smettila di essere sempre così stronzo con tutti!” esclamò a quel punto Liam, interrompendo la discussione. Allo sguardo deluso del fratello, Louis non poté fare a meno di abbassare la testa, sussurrare un “mi dispiace” quasi inudibile e avviarsi il più in fretta possibile nell'aula della lezione successiva, sperando che quella giornata, che come già aveva predetto appena sveglio era stata orribile, finisse al più presto.

 

Quando uscì da scuola, non salì in macchina con suo fratello, non era ancora pronto a parlare con lui, tornò a casa a piedi. E visto il traffico caratteristico di New York, arrivò solamente un paio di minuti dopo di Liam che, come lo informò sua madre non appena lo vide, si era chiuso in camera a studiare e non voleva essere disturbato, ma Louis sapeva fin troppo bene che questo significava che era arrabbiato con lui, e di conseguenza non voleva essere disturbato da lui.

A quel punto anche Louis si chiuse in camera sua, senza uscire fino all'ora di cena, ma quando si accorse che Liam non era sceso per mangiare, prese due piatti di pollo con patate e, ignorando le proteste di sua madre, li portò di sopra, fermandosi davanti alla camera di Liam, chiedendogli di lasciarlo entrare. Fortunatamente, suo fratello non era una persona che portava troppo rancore, così aprì la porta poco dopo. Louis gli porse uno dei piatti e si sedette sul letto, seguito poco dopo dall'altro. Consumarono la cena in silenzio, Louis che ogni tanto lanciava delle veloci occhiate a Liam per vedere se dal suo viso trasparisse un qualche tipo di emozione, in modo da capire se fosse ancora arrabbiato con lui.

Finito di mangiare, Louis appoggiò il piatto sul pavimento, si girò verso Liam e senza lasciargli tempo di interromperlo “Scusa. Scusascusascusa, non volevo comportarmi da stronzo apocalittico come mio solito, oddio in effetti non ci ho nemmeno provato a non comportarmi da stronzo apocalittico, ma mi dispiace un sacco, potrai mai perdonarmi? Ti prego?” gli chiese.

Il volto inespressivo che aveva sostenuto Liam fino a quel momento si addolcì mentre gli diceva “Ti ho perdonato nel momento in cui ti ho fatto entrare in camera, idiota.”

Provò ad abbracciarlo, ma Louis si tirò indietro, non era una persona troppo affettuosa. “Ok, scusa, non volevo” disse Liam, alzando le mani ricordandosene. “Però mi prometti che domani cercherai di essere meno stronzo e scontroso con gli altri? Sono davvero simpatici, scommetto che tu e Zayn potreste andare d'accordo.” gli domandò Liam.

“Sì certo, io quello lì proprio non lo sopporto.” rispose Louis incrociando le braccia al petto “Ma suppongo che potrei provare a essere un po' meno stronzo. Solo non aspettarti che mi scusi con loro.”

“Non preoccuparti, mi sono già scusato io da parte tua” ribatté Liam con un sorrisetto idiota.

“Oddio guarda non l'avrei mai detto” fece Louis, con il suo solito tono sarcastico.

“Cosa vorresti insinuare?”

“Assolutamente niente” disse Louis, alzandosi in piedi e facendo per uscire “Adesso vado a farmi una doccia, notte Mr. buone maniere” aggiunse affrettandosi a chiudere la porta dietro di sé, sentendo il tonfo di un cuscino contro il legno e il suono ovattato della risata di Liam.

  
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