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Autore: Shirokuro    24/06/2015    2 recensioni
{ seitaro centric; seitaro/rin | possibile ooc | raccolta di 4 one-shots di varia lunghezza basate sui quattro finali | angst?; introspettivo; fluff? | spoiler? }
#3 – Come acqua fra le dita;
E sentiva il calore che lo circondava, avvertiva un abbraccio senza speranze. Perduto. Aveva perso tutto, in quel gioco crudele. Come se le dita avessero attraversato la sostanza della quale era fatta la vita e le avesse permesso di andarsene, nella stessa maniera in cui fa un liquido. Come se la vita fosse fatta di capelli biondi.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come acqua fra le dita
   Le mani della Fine lo avevano portato in fondo alla palude sporca, lo avevano abbracciato, avevano percorso la ferita che si faceva sempre più insensibile allo stomaco, gli avevano aperto il passaggio per un luogo dal quale non sarebbe mai più potuto tornare.
   Seitaro. 
   Echi lontani e vicini che si confondevano nei sensi poco ricettivi. Se non l’avesse sentito, forse avrebbe perso la coscienza di chiamarsi come quel grido lo invocava. Una voce soffocata dalla pressione dell’acqua sul suo corpo. C’era quella, che lo riportava a sensazioni piacevoli, e c’erano le ombre tentatrici. «Vieni qui,» gli sussurravano, «è più semplice, naturale!» e per qualche istante si lasciò cullare dalla corrente. Non pensava a niente, se non a quell’unica parola che continuava a sentire in lontananza. Seitaro, Seitaro, Seitaro ed ancora, come rifiutasse la risposta in quel silenzio che non poteva rompere e che non avrebbe disturbato. Una voce rotta dall’ironia del Destino avrebbe pensato.
   E lui? Lui come si era rotto? Come aveva fatto un manichino come lui a difettarsi e finire nelle mani della madre Fine? Madre, perché la sua nascita è sempre stata la morte che lo aspettava. Come dicevano in vita? Ah, sì. Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine. Magari era stato il Destino infame che aveva spezzato il grido apparentemente instancabile che ancora si introduceva nel profondo della palude a prenderlo e rigirarselo fra le dita fino a quanto non si era incrinato, per poi buttarlo via. Cosa era cambiato?
   Seitaro!
   Ancora. Iniziava seriamente a preoccuparsi. Aveva capito che lo stava chiamando, ma non ricordava nessuno da disperarsi tanto per lui, né cosa avesse mai fatto per meritarsi tante attenzioni. Non ricordava nulla. «Ignorala, come hai sempre fatto». Sentiva che le ombre mentivano. Dentro di sé lo sapeva, lo percepiva, che non avrebbe mai ignorato qualcuno che gli chiedeva aiuto con quella meravigliosa voce – non importava se ora non la sentiva chiaramente, era certo fosse stupenda. Se l’avesse lasciata adesso, presagiva che non se lo sarebbe mai perdonato. «Se vai da lei, la tua morte non sarà delicata come lo è ora!»
   «Non ci saremo noi acque ad alleviare il tuo dolore, ci saranno solo il sangue e la polvere» si aggiunse un’altra voce. Quindi non era solo una, eh? Tanti suoni che si amalgamavano in un fastidioso miscuglio. E poi l’acqua che si spostava, penetrata da un corpo solido. Le mani del ragazzo si strinsero istintivamente, cercando di afferrare qualcosa – un bastone, forse. Gli occhi chiusi si aprirono un poco. Vide acque scure ritirarsi, le orecchie si riempirono di quel suono ovattato – le dita serrate facevano male, pareva stesse cercando di consumare la propria pelle per punizione, ora più che quando stava emulando la presa attorno a qualcosa di inesistente – e poi raggi di un Sole morto, freddo, che pareva verde, che veniva oscurato da capelli biondi, da una mano tesa. Socchiuse la bocca, tentato dalle lacrime.
   Cosa ci faceva lì? Cosa era successo? Era tutto sparito, era tutto sfumato, anche il ricordo di chi stava cerando di recuperarlo; rimanevano mere sensazioni, come il sfiorarsi le braccia, un finto lamento la notte, situazioni che sapeva impossibili. Ma non riusciva, non ricordava nulla, nemmeno quale fosse il nome di quella ragazza che aveva afferrato la camicia blu – come requisendola, perché propria; o forse ad appartenerle era lui, che si faceva trascinare. Quelle dita estranee si strinsero attorno al colletto, lo strattonarono, tentarono di riportarlo in superficie. Le labbra della ragazza dagli occhi stanchi si muovevano rabbiosamente, eppure stampata sul volto niveo c’era un’espressione rassegnata. Seitaro riconobbe in lei la voce, l’ombra delle emozioni che si portava appresso. Con i polmoni in fiamme, tento di dire Rin, credendo che quella parola breve e senza significato apparente in quel momento potesse essere il suo nome. «Fa male, vero? Eh? Non senti la frustrazione?» Sentiva di nuovo le voci maligne. E sentiva il calore che lo circondava, avvertiva un abbraccio senza speranze. Perduto. Aveva perso tutto, in quel gioco crudele. Come se le dita avessero attraversato la sostanza della quale era fatta la vita e le avesse permesso di andarsene, nella stessa maniera in cui fa un liquido. Come se la vita fosse fatta di capelli biondi.
   Più doloroso di un suo pugno. Pensava di star sorridendo – se non ridendo – nell’esanime visione della Fine.

 
Soundtrack(s); Up All Night (album, One Direction)Come se ti avessi sempre conosciuta, ma la meraviglia è che ti ho incontrata! Ah, amo Francesco, secondo me dovremmo incoronarlo Dominatore Assoluto dell'Universo. Ma ehi ci si rivede! //si nasconde// Dovevo pubblicare mesi fa, ma nope. Nope perché ad Aprile il vecchio PC è puff! morto ed avevo finito di scrivere questa cosa a Marzo. Poi l'altroieri sono riuscita ad accendere il dannato durante un momento di collera assoluta perché il nuovo computer mi aveva perso tutta la tesina di Scienze motorie ed Arte quando il giorno dopo avevo l'orale (NON HO ANCORA CAPITO COME SONO UN DIO LE DONNE QUANDO SONO INCAZZATE FANNO PAURA RICORDATELO S E M P R E) ed in tutta fretta ho trasferito qualcosina sul telefono (anche la fan fiction su LiEat aaaaaaa come sono felice cielo come sono felice) inclusa questa cosa. Ora devo ammettere solo una cosa: non ricordo nulla di questa breve one-shot. Cioè, quando accade, ovvero quando Seitaro si butta nella palude e Rin cerca di recuperarlo senza successo nonostante Yuuta fosse contrario (il finale è Secrets, non l'avreste mai detto eh?) e che il bastone che cerca di afferrare ad un certo punto è l'ascia con cui ha inseguito Rin. Poi?? MEnte vuota? non ricordo null'altro. Ed a rileggerla mi pare un po' strana, non so se mi piace. Btw non ho note da aggiungere perché non le ricordo? Se qualcosa non è chiaro, potete interpretare come volete o chiedere. Grazie per aver letto (se conoscete Mermaid Swamp, grazie anche di esistere!) e spero abbiate apprezzato la fan fiction eeee nulla, basta, ci vediamo con l'ultima one-shot (mille volte più allegra di quanto possiate pensare).
   
 
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