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Autore: lapoetastra    25/06/2015    1 recensioni
E poi sorrise, ed Anna sapeva che quel sorriso l’avrebbe fatta cadere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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E poi sorrise, ed Anna sapeva che quel sorriso l’avrebbe fatta cadere.
Doveva distogliere lo sguardo, non vedere, non osservare come gli angoli della bocca di lui si incurvavano leggermente all’insù formando due piccole fossette rosse che gli davano l’aspetto di un fanciullo gaio e senza preoccupazioni, impressione rafforzata dalla luce che gli accendeva gli occhi grandi e gentili.
Su quel viso giovane solo la sottile linea di rughe che si dipanava sulla fronte perlacea tradiva la sua vera età.
Anna, per quanto ci provasse, non riusciva a guardare da un’altra parte, si sentiva ipnotizzata, e non era in grado di pensare ad altro che non fosse lui.
Si era innamorata, forse.
Dirlo con certezza era impossibile, lei non aveva mai amato nessuno nel corso della sua vita, o almeno mai nessuno in quel modo.
Ora sentiva una tempesta agitarsi dentro il proprio corpo come uno di quegli uragani devastanti che le piacevano tanto e le provocavano un brivido lungo la schiena ogni volta che si perdeva ad ammirarli, con il naso incollato alla finestra ed il respiro spezzato.
Ed aveva fame, Anna, costantemente.
Ma non era una fame che si potesse placare con il cibo.
No, neanche le portate più abbondanti dei più sontuosi banchetti ai quali spesso partecipava erano in grado di calmarla, neanche un po’.
Perché Anna aveva fame di lui, dei suoi occhi, del suo corpo forte, muscoloso e sensualmente caldo che si poteva intuire al di sotto della morbida seta degli abiti, dei suoi capelli fluenti e neri come una cascata di petrolio e delicati come petali di rosa.
Lo voleva, terribilmente, e quel desiderio era diventato ormai per la ragazza un bisogno primario.
Il suo sogno non si era mai realizzato, però, ed Anna aveva ormai perso le speranze di un possibile futuro al fianco dell’uomo che amava.
Forse era meglio così, in fondo, ed era per questo che cercava sempre di tenere gli occhi abbassati quando gli passava accanto e di impedire alle sue mani di sollevarsi anche solo per sfiorarlo leggermente quando gli era talmente vicino da poter percepire il suo profumo inebriante.
Se il suo sentimento fosse venuto alla luce, infatti, sarebbe stata uccisa di certo.
Caterina era una brava padrona ed un’ottima regina, ma era anche terribilmente gelosa del marito, per cui se solo avesse sospettato che qualcuna, e per dipiù una delle sue più fidate ancelle, fosse interessata a lui, la sua rappresaglia sarebbe stata durissima.
Anna aveva sempre pensato che, per quanto il re fosse bello, ed avvenente, e coraggioso, non valesse la propria vita.
All’inizio ne era sicura, ma ora quella convinzione era diventata improvvisamente più flebile, evaporata come acqua a contatto diretto con una fulgida fiamma, lasciando nel cuore della ragazza solo un misero alone destinato a scomparire miseramente.
Perché quel giorno il re le aveva sorriso.
Era il primo sorriso che le avesse mai regalato in tutti gli anni in cui lei lavorava a corte, ed anche il più bello che Anna avesse mai visto.
Dolce, malizioso.
Sincero.
Ed il re l’aveva offerto a lei, proprio a lei tra tutte le altre donne che costantemente lo circondavano, bellissime nei loro eleganti abiti di broccato rosso e di estrazione sociale elevata.
Ma lui aveva sorriso a lei.
Anna, ora, sola nella sua piccola e spoglia stanza, non riusciva a pensare ad altro.
Sapeva che non era corretto, che non era giusto, ma non poteva comandare il suo cuore follemente innamorato.
Sì, ormai non c’era più niente da fare.
Aveva completamente perso la testa per Enrico VIII.
   
 
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