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Autore: Novizia_Ood    25/06/2015    2 recensioni
"Ma quella volta, in quel mondo e in quel tempo, avevano avuto la fortuna di trovarsi, riconoscersi e amarsi per non lasciarsi mai più.
Perché il loro sempre era uno di quelli per cui anche l’universo era d’accordo.
Era uno di quelli eterni."
L'amore di due anime di fiamma gemella
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Twin flame
 

 

Il concerto era finito da circa mezz’ora e i ragazzi erano già tornati tutti in albergo.
Quattro componenti ormai, tre stanze.

Nella n°260 Louis aveva appena liberato i piedi da quelle scarpe che stavano iniziando a stargli strette, camminando poi con i calzini fino alla grande stanza e lasciandosi andare sul letto con un lento lamento. 

Era sollevato e con gli occhi chiusi sospirava per la stanchezza. Era stato un concerto pesante quello perché leggere di lui e Harry sulla metà dei cartelloni che riusciva a vedere, era quantomeno frustrante. Aveva sorriso a qualcuno e salutato altri, ma nulla di più, limitandosi poi a guardare un punto indefinito davanti a sé tra le persone sugli spalti.

Il riccio entrò nella stessa camera d’albergo qualche minuto più tardi, essendosi fermato nella hall per qualche chiacchiera o foto in più e Louis lo attendeva su quel grande letto matrimoniale a braccia e gambe aperte, ancora provato dalla stanchezza e con le orecchie che fischiavano leggermente. 

Dopo una decina di minuti passati in quella posizione, il ragazzo comprese che probabilmente Harry non lo avrebbe raggiunto e che faceva meglio ad alzarsi se non volevo rischiare di addormentarsi con i vestiti addosso. 

Barcollò appena mentre raggiungeva il salottino di quella stanza e quando trovò Harry seduto sul divano, a gambe incrociate e avvolto in quella che pareva essere la bandiera della Svezia, Louis si stropicciò l’occhio destro appena assonnato fermandosi sul posto.

“Haz?”

Chiamò con voce dolce e bassa, per non spaventarlo troppo, prima di fare un altro passo silenzioso verso il lungo divano. Il riccio si strinse di più nelle braccia, avvolgendosi di più sotto quella stoffa celeste, mentre fece scorrere gli occhi verdi fino a lui che era ancora a metà strada. 

“Hey…”

il suo tono fu ancora più basso se possibile e il sorriso che gli regalò non fu raggiante, ma un po’ stanco e… malinconico, possibile? Quello bastò per far suonare il campanello d’allarme della testa del più grande che si affrettò a raggiungerlo posandogli una mano sulla guancia per accarezzarla dolcemente.

“Ti stavo aspettando in camera, che stai facendo qui, non sei stanco? Dai, andiamo a do-”

“Vieni qui sotto con me?”

Domandò interrompendolo e osservandolo con occhi acquosi. Aprì poi un braccio accompagnato dalla bandiera la quale rivelò l’altra faccia sulla quale era palesemente stampato il tweet di Louis di anni prima. Lui inclinò la testa appena per leggere, poi sorrise.

Always in my heart…” 

Harry non abbassò lo sguardo per seguire quello dell’altro, ma si limitò ad osservarlo attentamente per catturarne qualsiasi espressione involontaria gli si dipingesse sul volto. 

“Chi è questo? Potrei essere geloso!”

Scherzò alzando di poco il tono della voce e puntando le mani sui fianchi, con le gambe leggermente divaricate. Il riccio lo guardò, ma non rise, anzi mosse il braccio aperto per invitarlo nuovamente ad entrare lì sotto e ad abbracciarlo.

“Haz, c’è qualcosa che non va?”

E il viso di Harry parlò con un’espressione eloquente che non ammetteva repliche: doveva sedersi accanto a lui e tacere per qualche secondo. Louis serrò le labbra annuendo e poi prese posto accanto al più piccolo, lasciando che il suo braccio gli passasse attorno alle spalle e dietro al collo, prima di sentirsi tirare più vicino. Si lasciò trascinare, ma rimase ad una distanza tale da poterlo ancora guardare negli occhi, quegli occhi verdi che ora erano così accesi, l’opposto della sua espressione che invece sembrava così stanca e triste. 

“L’ho presa dal concerto, non voleva che rimanesse lì terra e che la buttassero…”

disse piano Harry, accarezzandogli un braccio prima che l’altro potesse appoggiargli una mano sul petto per poi farla scivolare sulla pancia e abbracciarlo arrivando al fianco.

“Hai fatto bene. È molto bella sai?”

Rispose chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalla voce bassa di Harry e dal profumo che c’era lì sotto. Quella bandiera gli era stata addosso per chissà quanto tempo che ora profumava di lui e Louis avrebbe adorato rimanere così, a dormire, fino al giorno dopo.

Il movimento della mano di Harry che stava accarezzando il braccio del più grande, si fermò all’improvviso, lasciando che il corpo si muovesse solo per il sospirò che seguì.

“Sono ancora nel tuo cuore, Louis?” 

Furono le parole che finalmente ruppero quell’improvviso silenzio. 

Furono quelle le parole che fecero immobilizzare per un secondo Louis, prima di convincerlo ad alzarsi appena, giusto per incrociare di nuovo gli occhi con quelli dell’altro.

“Perché me lo stai chiedendo, Harry? Non è ovvio?”

Domandò in risposta, un po’ stupito e spaventato da quel tipo di quesito.

Non lo dimostrava abbastanza? Aveva dato la possibilità a lui di dubitarne? Aveva passato qualche altro momento a chiedersi certe cose e quella era la prima volta che gliene parlava? In un attimo il cuore di Louis prese a battere più forte, impaurito dalla possibilità che fosse “” la risposta a tutte le domande che ora gli stavano passando per la mente. 

“Io… - cominciò l’altro, stringendosi un po’ di più sotto la stoffa - è solo che lo hai scritto un sacco di tempo fa, quando le cose stavano iniziando a farsi difficili, ma il cuore era ancora molto leggero.”

Fece una pausa abbassando lo sguardo.

“Il mio cuore adesso è più pesante, Louis”

disse e lui continuò ad osservarlo senza capire. Il cuore di Harry era più pesante, aveva accumulato tanto di quel peso che si stupiva di se stesso e di come riuscisse a trascinarsi in giro con quel sorriso stampato in faccia che ormai minacciava di sparire da un momento all’altro.

“C-che cosa vuoi dire?”

Domandò battendo le palpebre più volte, spaesato. Per Louis era difficile, molto difficile alle volte, seguire i discorsi del suo compagno perché non sempre gli era dato di sapere esattamente cosa stesse pensando. Alle volte era così perso nella propria testa, nei propri pensieri e nei propri sentimenti che lui non riusciva ad entrare e si perdeva, si sentiva escluso e cominciava ad avere paura. 

Come in quel momento.

Perché Harry non doveva permettersi di chiuderlo fuori, né di ritagliarsi uno spazio esclusivamente proprio perché lui, Louis, non lo aveva. Harry rientrava in in ogni fibra del suo corpo e del suo pensiero e non sarebbe mai stato in grado di tenerlo fuori, nemmeno volendo.

“Che non sono più il ragazzo che ti rispondeva stupidaggini mentre era seduto sul divano davanti a te e che probabilmente tu non sei più quello che scrisse questo messaggio. Mi amavi a cuor leggero, Louis. Mi ami ancora adesso, come prima?”

La richiesta di Harry non fu poi così difficile da interpretare a quel punto, ma fu difficile da mettere insieme e da pronunciare. 

“Forse no - disse abbassando lo sguardo e sospirando - non ti amo come prima, Harry. Ti amo di più, molto di più e nonostante io non sia più il ragazzo spensierato di prima, ogni volta che ti guardo e che mi sei vicino, io ritrovo sempre me stesso. Non esiste spazio e tempo quando sono con te, ci siamo solo noi e tanto basta. Il tempo passa, perché va avanti, ma nonostante io possa cambiare dentro e fuori, tu per me non cambierai mai e il posto che hai preso non cambierà. Non ho più il cuor leggero nemmeno io, Harry. Nessuno di noi ce l’ha, nessuno di noi cinque ce l’ha più. Ma sei tu la mia leggerezza Harry, ogni volta che ti vedo, ogni volta che ti trovo.”

Sussurrò le ultime parole sfiorandogli la fronte per portargli dietro l’orecchio un boccolo ribelle, poi gli sorrise.

“Non sono più la stessa persona Haz e non amo più come prima perché, nonostante tutto il resto mi abbia mostrato il buio totale, tu mi hai insegnato ad essere di più e ad amare meglio. Mi tieni ancorato a quello che ero per te e a quello che sono adesso… sono la stessa persona di prima che ti ama e quando lo fa si sente leggero e come se nulla fosse cambiato.”

Fece un’altra pausa per controllare il nodo alla gola che sentiva salire sempre di più ora che quegli occhi si stavano mostrando a lui meno malinconici e più vivi, felici.

“Ti amo con lo stesso cuore che avevo quando ho scritto queste cose e non cambierà mai, perché è tuo ormai.”

Harry incrinò le labbra e facendo quasi fatica a parlare per l’emozione che sentiva crescere dentro di sé, senza riuscire a capire se fosse tristezza o felicità e domandandosi mentalmente perché, ogni tanto in momenti come quelli, si faceva prendere da certi pensieri.

“Lo credi davvero?”

Domandò sforzandosi per offrirgli un piccolo sorriso.

“Io non lo credo, Harry. Io lo so. Ho imparato a tenere vivo questo maledetto cuore grazie a te, altrimenti sarebbe morto molto prima, schiacciato da tutto e da tutti. Tu sei la mia forza e la mia luce nel buio, non dimenticartelo.”

Il riccio annuì abbassando le braccia e lasciando che fosse Louis a passargli un braccio dietro le spalle e a mantenere ora la bandiera per avvolgerli entrambi. Harry lasciò che le gambe si sciogliessero per poi tirarle su dall’altro lato, dandosi la possibilità di abbracciare il più grande e di appoggiare la testa al suo petto.

“Mi sono innamorato di te quando eri spensierato e sereno ed eri la cosa più bella del mondo. Morirei se non potessi più sentirti come quelle volte e lo vedo che sei sempre la stessa persona con me… ho avuto solo paura, per un attimo, che potessi perderti. Non voglio che il continuare a stare con me, in queste condizioni, possa portarti via quello che eri. Non voglio rischiare di distruggerti.”

Lo abbracciò più piano in quel momento, quasi come se avesse paura di fargli male davvero e di ritrovarsi tra le mani solo una marea di cocci rotti.

“Tu credi che continuando ad amarmi mi stai distruggendo? Oh no, amore. Sei tu a mantenere tutti i pezzi insieme al loro posto, Harry. È più il bene che mi fai che il male che mi fanno loro perché tu mi rendi forte, sempre.”

Il riccio affondò il viso nella sua spalla e inspirò il suo profumo per tranquillizzarsi. Si sentiva a casa, si sentiva protetto perché anche per lui, Louis, era la sua forza ed era solo grazie a lui se tutto quello non era poi così distruttivo e quel tunnel non era così scuro.

“Ti amo e ringrazio sempre chiunque mi abba fatto il regalo di incrociare il mio cammino al tuo Louis Tomlinson.”

Disse con le labbra poggiate sulla sua guancia, mentre un brivido percorreva la schiena del più grande che aveva lo sguardo dritto davanti a sé, mentre con una mano accarezzava la spalla dell’altro, stando attento a non far cadere la bandiera che ancora di copriva.

“E’ per questo che non posso lamentarmi con l’universo e non lo farò mai. Mi ha dato te e la possibilità di conoscerti e di amarti. Se tutto questo è il prezzo da pagare per tutta questa mia enorme fortuna, allora sarò pronto a saldare il mio debito fino all’ultimo centesimo, perché tu li vali tut-”

le parole di Louis vennero interrotte quando Harry, poggiandogli una mano sul viso, lo fece girare congiungendo le loro labbra insieme con leggerezza. Proprio come il loro amore, proprio come accadde la prima volta. 

Con leggerezza e con prudenza, riconoscendo quel sapore così familiare da farlo rabbrividire.

Si mosse piano sulle sue labbra, senza chiedergli di approfondire il bacio e Louis, con tranquillità e con il cuore gonfio più di prima, sorrise sulle sue labbra prima di ricambiare, stringendolo più vicino e portandogli anche lui una mano sul viso, lasciando andare la stoffa che da quel lato cadde sul divano. 

Si leggeva, tuttavia, perfettamente la scritta Always.

 

Sempre.

Perché Louis sarebbe stato sempre lo stesso grazie ad Harry, àncora della sua vita.

 

Sempre.

Perché sarebbero stati sempre l’uno la forza dell’altro.

 

Sempre.

Perché il suo cuore non avrebbe mai dimenticato come amare e lo avrebbe sempre fatto domandogli tutto se stesso.

 

Sempre.

Perché Harry non sarebbe mai stato dimenticato o sostituito o cancellato.


Sempre.

Perché l’universo aveva deciso che quella parola era loro.

Quella parola apparteneva a quelle due anime che sempre avrebbero trovato il modo di stare insieme; sempre avrebbero trovato non solo la forza di lottare, ma anche il coraggio; sempre si sarebbero incontrati.

 

Perché in altre vite e in altri universi, quelle due anime, erano destinate ad incontrarsi, ad amarsi e rincorrersi per sempre. 

Mai, in tutta la vita di quel cosmo, si sarebbero sognate di stare lontane.

Nessuna delle due poteva sopravvivere senza l’altra.

Sarebbe stata un’esistenza a metà se solo non si fossero incontrate in una delle tante vite e un’esistenza a metà non è vita, non per loro che vivono l’una dell’altra.


Ma quella volta, in quel mondo e in quel tempo, avevano avuto la fortuna di trovarsi, riconoscersi e amarsi per non lasciarsi mai più.

 

Perché il loro sempre era uno di quelli per cui anche l’universo era d’accordo.

Era uno di quelli eterni.

 

Era l’unico.









Angolo della scrittrice:

Buona sera, per la gioia o la tristezza di qualcuno, sono tornata con una OS che mi è venuta in mente pensando al concerto che si è tenuto ieri sera e che appunto parlava delle anime di fuoco gemelle e mi ha affascinato davvero tantissimo, troppo forse! 

Per ora vi saluto e citerò il bel trend di oggi:

#WeAreReadyForLarry 
♥ ✌



 

  
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