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Autore: ERV_original_stories    26/06/2015    0 recensioni
Nessuna parità. Nel regno di Imirdyr da sempre i maghi vengono rinnegati, allontanati a causa dell'ignoranza popolare, temuti per i loro poteri. Il malcontento dilaga e le invasioni barbare imperversano nell'est. Nubi nere si addensano sul destino del regno. Emergerà mai un eroe in tutta questa oscurità?
"Si...tre idiote." -cit
Questa storia fantasy è scritta e illustrata da noi tre ragazze, porteremo avanti il progetto cercando di aggiornare regolarmente (ogni settimana) salvo imprevisti. Buona Lettura!
Genere: Avventura, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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NOTE DELLE AUTRICI
Si lo sappiamo, siamo in ritardo madornale, ma abbiamo avuto seri problemi ad incontrarci tutte per poter scrivere queste dannate pagine. In più sono riuscita solo ad abbozzarvi un disegno striminzito, chiedo venia. Si spera che con l'arrivo dell'estate e le vacanze la nostra puntualità migliori ehehe.
Note:  Sulla sfera ci sono dei pezzi di frasi, scritte in un alfabeto che molto probabilmente riconoscerete. Le tre frasi recitano: Possa essere la fortuna tua compagnia, sussurra con discrezione le parole, la dea sorda sente ogni cosa. Tutto ciò è riferito alla segretezza e allo scopo per cui sono utilizzati i cristalli. 
-Ele-




Piani nascosti 

Decisamente svegliarsi presto non era tra i passatempi preferiti di nessuna delle due, ma dopotutto, a causa della vita che conducevano ci avevano fatto il callo. Phaerl e Ida sedevano sui loro letti, una di fronte all’altra. Era da poco passata l’alba e nella confortevole camera filtravano dai vetri delle finestre dei tenui raggi mattutini, rischiarando l’ambiente ma non riuscendo, sfortunatamente, a rallegrare l’umore della mezzelfa.

-Forza, prima chiamiamo il vecchio e prima potremo scendere a fare colazione.- Proferì Phaerl sbuffando.
-A forza d’essere di cattivo umore ti farai venire le rughe.  Ah no, troppo tardi. – Scherzò l’arciera nel vano tentativo di sdrammatizzare. L’altra si limitò ad alzare il sopracciglio, infastidita.

-Non potresti essere seria per una volta? E poi io non ho le rughe. - Protestò la messaggera prendendo in mano il cristallo elfico da utilizzare per contattare il bibliotecario: una sfera di vetro opaca, dal colore tendente all’azzurrino e poco più piccola di un’arancia, con la superficie percorsa da circoli di rune intricate, incise tramite la magia nel duro materiale.

La mezzelfa strinse la sfera tra le mani, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio, liberando  del tutto la mente e focalizzando i suoi pensieri verso la persona che desiderava contattare. Dekves. Dopo pochi istanti, le rune iniziarono a brillare di una fioca luce azzurrina, filtrando tra le dita della donna. La luce che emettevano però, sembrava affievolirsi a tratti per poi brillare troppo intensamente poco dopo, facendo spazientire la donna che stava tentando di stabilire il contatto.

-Dannazione. Maledetto Nord e maledette interferenze.- Sbraitò ad un tratto Phaerl.
-Qual è il problema? Si è rotto?- Chiese Ida confusa.

-Macché. E’ colpa di questo dannato paese. Questo sistema di comunicazione è stato creato appositamente per non essere intercettato tramite magia esterna, comunicando solo tra due cristalli per volta, ma purtroppo il meccanismo ha delle pecche. Se si cerca di comunicare a grandi distanze mentre si è in luoghi pieni di influssi magici il segnale diventa debole. E in questa città ci sono cristalli elfici più o meno ovunque.  Per non parlare di quelle dannate tempeste di neve, ci si mettono anche loro!- Spiegò esaurientemente la mezzelfa, pronunciando infine due parole nella sua lingua che parvero ad Ida simili ad un’imprecazione, ma che sembrarono servire per far si che l’oggetto tenuto in mano dall’amica funzionasse meglio. –Oh, ce l’abbiamo fatta. Forse. Dekves, riesci a sentirmi?- Chiese, rivolta verso la sfera che ora brillava in modo costante.

-Sì Phaerl , ti sento. Anche se male.- La risposta del bibliotecario strappò un sospiro esasperato alla donna.
-Yoh, Dekves caro! Quanto tempo!- Lo salutò energicamente Ida, rivolgendogli un cenno di saluto con la mano nonostante l’ascoltatore non potesse vederla.
-Ida, mia cara. Sono felice di sentire di nuovo la tua voce. Come va la vita?- Chiese Dekves, affabile come sempre.
-Non c’è male. Ma credo potremo parlarne poi, abbiamo qualcosa di più urgente da discutere ora, sai… Phaerl mi sta guardando in cagnesco.- La mezzelfa la folgorò con lo sguardo, tossendo poi per schiarirsi la voce e prendere le redini del discorso.

-Dekves, abbiamo un problema.- Iniziò calma la messaggera, per poi spiegare per filo e per segno la gravità delle informazioni di cui erano venute a conoscenza. Il suo tono di voce si fece leggermente più serio e greve quando giunse alla parte riguardante la profezia e le relative conseguenze che essa avrebbe avuto sul paese, in caso si fosse avverata. –Vorrei sapere cosa ne pensi. Sappi che Ida non vede l’ora di andare a rubare quella reliquia.-

Il vecchio bibliotecario, seduto nel suo studio con la sfera che gli brillava in grembo, si prese qualche minuto per riflettere, ponderando a fondo ogni possibile conseguenza dei futuri passi che di li a poco avrebbero compiuto e che, probabilmente, li avrebbero portati a un periodo avvolto nel caos.



-Allora?- Lo incalzò Phaerl, temendo seriamente dopo tutto quel silenzio di aver perso il collegamento.

-Chiudere la voragine ed eliminare una delle minacce più vicine a noi ha la priorità. Credo sia la scelta migliore ora. Non so quanto sia giusto affidarsi ad una profezia, ma riconosco il potere che risiede nelle reliquie e, visto che tutti i tentativi fatti finora per risolvere il problema sono andati a vuoto, questa è la nostra occasione per debellare la minaccia dei demoni. Procedete con il furto, poi seguite i due giovani in questa delicata impresa. Mi affido a voi.- Proferì metodico l’uomo, segnando con quelle parole il destino degli eventi.

-Evviva! Reliquia bella sto arrivando!- Esclamò contenta l’arciera alzandosi dal letto. 
-Ne sei sicuro? E Reyeha? Non posso mica portarmela in giro per mezzo mondo ad affrontare chissà quale sorta di pericoli. Non è mica un sacco di patate!- Fece notare Phaerl all’anziano.
-Attualmente il posto più sicuro per lei è al tuo fianco.- Rispose sereno Dekves, facendola stizzire.
-E il consiglio? Non dovresti chiedere a loro prima di decidere?- Puntualizzò la mezzelfa di rimando.
-Sono pur sempre il bibliotecario, posso prendere una decisione da solo se lo reputo opportuno.- Controbatté laconico l’uomo.

-Dekves, toglimi una curiosità. Non che mi dispiaccia rubare un manufatto religioso dall’inestimabile valore, ma… perché la chiesa non ha ceduto la reliquia se sa che così potrebbe eliminare la minaccia dei demoni? Infondo, ci sono molti membri del clero che credono alle profezie del saggio, no?- Chiese Ida curiosa, interrompendo lo pseudo battibecco dei due.

-Giochi di potere.- Rispose serio alla domanda il vecchio.
-Mhm?- Mugugnò confusa l’arciera, osservando la sfera tenuta ancora in mano dall’amica.

-Vedi, la chiesa ha raggiunto un’importanza tale da essere considerata un vero e proprio organo politico che basa il suo potere sul numero di fedeli. Come tale, deve far fronte ai problemi che secernono l’amministrazione interna dello stato e il benessere dei cittadini che lo abitano. Avrai sicuramente notato in quale situazione interna versa il regno, tu che più di me lo hai percorso in lungo e in largo, aiutando chi più ne aveva bisogno. Discriminazione, disparità sociali, sovrappopolazione, malcontento generale, crollo dell’economia, svalutazione della moneta, rivolta civile, sono solo alcuni dei problemi che devono affrontare le parti in causa ogni giorno. Ebbene, per far fronte al problema interno, la chiesa ha ben pensato di spostare l’attenzione dei fedeli sui problemi esterni, come le invasioni barbare o la minaccia dei demoni, accrescendo negli uomini la paura ed aumento così il proprio stuolo di seguaci. Non dare retta alla visione del saggio gli conviene. Probabilmente secondo il loro giudizio, la minaccia è attualmente sotto controllo e frenabile in ogni momento.- Chiarì la questione saggiamente Dekves, facendo accigliare le sue ascoltatrici.

-Bella merda.- Sospirò Phaerl, aggrottando la fronte.
-In effetti.- Concordò Ida, tornando ad armeggiare con alcuni utensili tirati fuori dalle sue cose.

-Questi sono i fatti. Ora devo lasciarvi, il tempo del collegamento sta per scadere. Phaerl, tienimi aggiornato come sempre sugli sviluppi.- Ordinò sbrigativo il bibliotecario, osservando la luce della sua sfera farsi via via più fioca.

-Non mi paghi abbastanza per tutto questo.- Protestò brontolando la mezzelfa, sollevando gli occhi al cielo al pensiero dei pericoli che avrebbero dovuto correre in quella nuova missione.
-In verità ti pago abbastanza bene. A presto mie care.- Le rispose Dekves, congedandosi, un istante prima che il collegamento si interrompesse e che le due sfere tornassero all’aspetto smorto originario.

-Ma no! Volevo salutarlo come si deve!- Brontolò Ida, dispiaciuta di non essere riuscita a salutare il vecchio amico.

Nel frattempo, al piano inferiore della taverna in cui le donne soggiornavano, il resto del gruppo si era già riunito ad un tavolo per fare colazione, in attesa di uscire per recarsi ad incontrare il consigliere Galain e risolvere un’altra gravosa ed incombente faccenda: trovare una sistemazione a Gwendal e Jon.

Le due donne si unirono agli altri dopo la chiamata al bibliotecario, evitando bene di aprire il discorso e aggirando le domande relative ad un’eventuale risposta affermativa riguardo il furto. Fatto sta che a nessuno sfuggì l’occhiolino felice che Ida rivolse a Valerie quando questa chiese se infine, il furto si sarebbe veramente svolto. Finirono di mangiare in fretta, ansiosi di aiutare i due amici ora umani seduti con loro, che non chiedevano altro se non vivere una vita normale.  Mentre uscivano dall’edificio, Phaerl avvertì tutti di attirare il meno possibile l’attenzione mentre camminavano per le strade della città, evitando di suscitare gli sguardi curiosi dei passanti e possibili guai. Al che, Reyeha si girò d’istinto verso la fata per invogliarla a nascondersi come faceva usualmente.

-Ehi Gwendal, forza, entra nel mio taschino.-  Disse, bloccandosi sul posto nel momento in cui realizzò le attuali dimensioni dell’amico. –Oh…- Sospirò, un po’ delusa, suscitando un sorriso generale e lo sguardo accigliato della fata.

Lo strambo gruppo si diresse infine all’appuntamento con il consigliere, percorrendo le strade lastricate della capitale ma stando ben attento ad evitare le vie maggiori e più affollate, così da non incappare in un eventuale controllo di qualche guardia attirata dai loro cappucci calati fin troppo sul viso.
Quando giunsero nel luogo dell’incontro, lo stesso nel quale il giorno prima Ida e Phaerl avevano già discusso con il consigliere, il gruppo venne accolto nell’edificio e fatto accomodare in una stanza appartata. Phaerl, che capeggiava il gruppo, aprì la porta della stanza, al che i giovani si fecero più attenti e curiosi, osservando le due figure comodamente sedute ad un grande tavolo in legno.

-Oh! Ben trovate mie care!- Salutò cordiale l’anziano del duo, alzandosi dalla sedia per venirgli incontri.
Il più giovane, un ragazzo snello, con la pelle ambrata e folti capelli dorati, lo seguì nei gesti, alzandosi a sua volta, anche se un po’ impacciato nei movimenti e con un leggero rossore ad imporporargli le gote.

-Solo a me sembra imbranato?- Sussurrò Elaera parlando del giovane alle due amiche.
-Chissene, ma lo hai visto?- Ribatté Valerie che sembrava visibilmente attratta dal bel faccino dello sconosciuto, arrossendo subito dopo per il timore di essere stata sentita da quest’ultimo.

-Ragazzi, lui è Galain, il consigliere dell’est. Le ragazze sono Valerie, la mia aiutante, Reyeha, che viaggia con Phaerl e Elaera. I due ragazzi invece, sono quelli a cui servirebbe una mano ora. Il piccoletto si chiama Gwendal, il tipo robusto è Jon. - Li presentò Ida, facendo un veloce riepilogo dei nomi. I ragazzi si affrettarono a salutare, chi più e chi meno con eloquenza.

-Piacere mio ragazzi.- Rispose cordiale Galain, per poi osservare attento Reyeha per qualche istante, la quale, sentendosi sotto esame, corrugò la fronte come suo solito. –Phaerl!- Esclamò Galain, attirando l’attenzione della donna che era andata ad appoggiarsi alla parete. –Sei sicura non sia una tua parente? Avete lo stesso sguardo rabbioso!- Scherzò il consigliere, facendole soffocare una risata.

Reyeha guardò la mezzelfa stupita, per poi girarsi verso Valerie, guardandola seria.
-Ho davvero il suo sguardo?- Chiese, visibilmente preoccupata.
-Bhe, in effetti…- Minimizzò Valerie, trattenendo le risate.

-Continuando le presentazioni, questo è Flynn, il mio assistente.- Alla presentazione, il ragazzo si fece avanti imbarazzato.
-Piacere di conoscervi.- Sospirò quasi, a disagio per chissà quale motivo.
-Piacere mio!- Rispose affrettandosi, un po’ troppo ad alta voce Valerie, attirando così l’attenzione delle amiche e lo sguardo curioso di Ida e del consigliere, facendo arrossire ulteriormente il giovane.

-Probabilmente non te ne ricorderai, ma questo qui è il tipo che mi venne a chiamare quando successe quel casino al tuo villaggio. Dovresti ringraziare lui se ora sei qui con me.- Spiegò Ida con un filo di malizia nell’ultima frase, accomodandosi seguita da parte del gruppetto al tavolo.
-Oh, davvero?- Chiese scettica Valerie, guardandolo attentamente per ricordarselo, ma non riuscendo nell’impresa.

-Forse non te lo ricordi perché prima portava i capelli lunghi fino a coprirgli il viso, il che era un vero peccato a mio parere. Ora sta molto meglio, non trovi?- Fece notare l’arciera, godendo dell’espressione di puro disagio del giovane.
Valerie a quelle parole ebbe come un’illuminazione, collegando i ricordi del suo passato con il volto del giovane nel suo presente.

-Allora ecco cosa si nascondeva dietro quella valanga di capelli!- Esclamò, pentendosene un poco.
-G-già eheh.- Ridacchiò nervoso l’aspirante consigliere.

-Comunque, Ida ha ragione. Ti sono enormemente grata per ciò che feci quel giorno. Si può dire che ti debba la vita. Grazie.- Continuò Valerie, arrossendo nel momento in cui incrociò gli occhi profondi del ragazzo, sentendo il suo cuore iniziarle a galoppare nel petto.
-Non devi ringraziarmi. - si affrettò a rispondere Flynn - Sono felice di essere stato d’aiuto e che tu ora stia bene.- Le sorrise, facendola sussultare.
Il giovane aprì la bocca, come per aggiungere qualcos’altro, ma subito la richiuse, per poi rivolgere il proprio sguardo altrove, rosso in viso.

I due restarono fermi sul posto a guardarsi di sottecchi per qualche istante, imbarazzati l’uno più dell’altra, con il discorso che sembrava ormai essere morto ed ogni speranza di proferire parola tra loro persa.

-Oh no, vi prego…- Sospirò Reyeha, frustrata.
-Dai non fare così, io li trovo carini.- Confessò Elaera guardandoli scambiarsi occhiate fugaci.
Fu quando Galain tossì che tutti si girarono verso di lui e lasciarono perdere “l’attrazione del momento”.

-Ebbene. Phaerl e Ida mi hanno accennato il problema. Voi due…- Ed indicò i due ragazzi seduti ai lati opposti del tavolo. –Avete bisogno di un lavoro qui in città e di una sistemazione, giusto?-
I due interessati annuirono, in attesa che il discorso proseguisse.

-Vediamo… Tu, che da come vedo dovresti avere buone braccia, potresti lavorare in miniera o sottoterra nel piano caldaie. Anche se propenderei più per la miniera, il locale caldaie è un vero e proprio inferno e preferirei evitare di spedirci anche il mio peggior nemico!- Spiegò allegramente il consigliere.
-V-va bene qualsiasi c-cosa.- Si affrettò a dire Jon, balbettando.

-Invece tu… non credo di poterti far lavorare con lui, vista la corporatura.- Notò Galain, ricevendo un’occhiataccia da parte della fata. –Che ne diresti di lavorare in cucina? Un mio conoscente sta giusto cercando qualcuno che gli dia una mano. Non è un lavoro troppo impegnativo e l’orario è abbastanza flessibile.- Propose l’anziano, aspettandosi anche da lui una risposta affermativa.
-Oppure potrei fare l’erborista, no?- Rispose stizzito Gwendal, sentendosi sottovalutato.

-Il tipetto qui ci sa fare con le erbe.- Garantì per lui Phaerl, facendo incuriosire il consigliere.

-Oooh. Non male come idea.- Soppesò Galain, pensando a come utilizzare in futuro queste informazioni. –Bene, credo possa andare. Dopotutto in una grande città c’è sempre richiesta per dei bravi apprendisti in bottega e gli erboristi da che io  ricordi, pagano molto bene.-

-Quindi per il resto possiamo fare affidamento su di te Galain?- Chiese per sicurezza Phaerl, leggermente sulle spine.
-Mia cara, lascia fare a me.- Promise l’uomo, alzandosi in piedi. –Entro questa sera questi due avranno trovato un lavoro e una sistemazione. Ricorda però che poi mi dovrete un favore!-
-Non sarebbe il primo.- Sorrise la mezzelfa, facendo sorride l’amica arciera seduta al suo fianco.

Dopo aver scambiato ulteriori quattro chiacchiere parlottando del più e del meno, durante le quali Valerie e Flynn, allentatasi la pressione, riuscirono anche a guardarsi dritti in faccia, il gruppo si congedò, dividendosi da Gwendal e Jon che seguirono il consigliere e il suo assistente, in cerca di un posto di lavoro.

-E ora che si fa?- Domandò Valerie, annoiata e dispiaciuta di essersi dovuta separare così presto da quell’affascinante ragazzo lentigginoso.
-Elaera, puoi portarci da Ryuga? Credo sia ora di dargli una risposta.- Rispose Phaerl all’interrogativo, facendo brillare gli occhi di Ida.
-Certamente! Quindi ci darete una mano?- Chiese euforica la ragazza.
-Una cosa alla volta. Non credo sia il luogo e il momento adatto per parlarne.- Concluse la mezzelfa sbrigativa, guardandosi intorno con sospetto.
-Oh. Giusto- Concordò allora Elaera, facendo strada alle altre verso la taverna nella quale soggiornava il ragazzo.

Camminarono per una buona mezzora, il sole già alto nel cielo ad indicare ormai la tarda mattinata e l’imminente orario del pranzo. Quando attraversarono una delle vie più affollate, incrociando con gli occhi due guardie che parlottavano davanti una bottega, tutte affrettarono istintivamente il passo, ansiose di togliersi dai piedi prima di essere notate.

Una volta arrivate a pochi passi dalla meta, Elaera corse avanti, scaraventandosi quasi all’interno del locale e lasciando indietro le altre, correndo ad avvertire il caro amico che probabilmente stava aspettando nell’appartamento da lui affittato, in preda all’ansia. La ragazza, varcata la soglia della taverna, venne accolta dall’oste, un uomo cordiale e dallo sguardo poco curioso, che, riconoscendola, si affrettò a tirare una cordicciola in un angolo, facendo suonare un campanello.

-Certo che potevi anche aspettarci.- Borbottarono Reyeha e Valerie, raggiungendola insieme alle due donne.
-Ehm… scusate… - Mugugnò la ragazza, dispiaciuta.
-Ragazzo, ci sono visite.- Esclamò il taverniere, rivolto a qualcuno alle loro spalle.

Ryuga era dietro di loro e sembrava felicissimo di vederle. Indossava una maglia a collo alto nera sopra dei pantaloni chiari aderenti, tendenti al grigio-azzurro, che ne risaltavano la muscolatura; sul viso, nascosta tra i capelli, si poteva intravedere una benda, che serviva molto probabilmente a celare l’occhio giallo del giovane, segno distintivo dei figli del diavolo. Dovendo passare lì molto tempo, il ragazzo aveva ben pensato di prendere qualche precauzione.

 -Se avete intenzione di salire tutti mi raccomando a cosa combinate, intesi?- Si raccomandò con tono annoiato il locandiere. –Se volete da bere o da mangiare fatemi un fischio.- Concluse sentendo il suono di una campanella e congedandosi così per andare a servire un altro cliente. 
-Saliamo di sopra, così potremo parlare con calma.- Propose Ryuga.
Nell’appartamento, trovarono ad attenderli anche un ragazzo dalle guance paffute e i capelli scompigliati.

-Ah!- Esclamò vedendoli, alzandosi in piedi di scatto e sistemandosi quella che pareva una toga.
-Non temere, sono amiche. Lui è Hero. E’ il novizio del tempio di cui vi avevo accennato.- Lo presentò il corvino, avvicinandosi al suo fianco per trasmettergli sicurezza.

-Piacere Hero. Io sono un’amica di Ryuga, mi chiamo Elaera. Loro sono Reyeha, Valerie, Phaerl e Ida.- Le si presentò l’avventuriera, avvicinandosi per stringergli la mano.
-Piacere mio.- Rispose titubante il ragazzino.

-Oooooh, bando alle ciance! Quando dovremmo fare il colpo?- Si intromise nella discussione l’arciera, facendo sospirare la mezzelfa.
-Quindi ci darete una mano?!- Esclamarono increduli i due ragazzi in coro.
-Certo! Lasciate fare a me, dopotutto questo è il mio lavoro.- Si vantò Ida, venendo fulminata dagli occhi severi di Phaerl.

-Mi raccomando vantatene pure, eh.- La rimproverò quest’ultima. –Comunque, siamo qui per discutere dei dettagli del colpo. Dopotutto non conosciamo minimamente il luogo della rapina, quindi ci servono tutte le informazioni utili che potete darci.-

-Allora…- Si schiarì la voce l’arciera dalla lunga coda di cavallo, sedendosi su una delle sedie del tavolo. –Prima di tutto mi serve una descrizione dettagliata del luogo, del numero di guardie e dei possibili imprevisti che potrebbero capitare. Poi mi direte cosa avevate pensato di fare da soli, non si sa mai, potrebbe tornarci utile il piano che già stavate progettando.- Sentenziò, facendosi seria e calcolatrice.

I due ragazzi si guardarono, indecisi su chi dovesse parlare per primo, finchè Ryuga fece un segno al più piccolo, invogliandolo a rispondere.

-Ecco… la reliquia in questione è custodita all’interno di una teca, nell’ala est del tempio, al primo piano. Percorso tutto il corpo centrale dell’edificio, bisogna camminare lungo un grande corridoio e salire una piccola rampa di scale mattonate; l’ultima stanza è quella dove si trovano i manufatti. Da quando c’è stato il processo di carcerazione di Grago, la sorveglianza è aumentata notevolmente. Tutte le uscite e le entrate vengono chiuse dopo il coprifuoco e delle sentinelle sono sempre di ronda nei corridoi.- Spiegò Hero, sciogliendosi man mano che parlava.

-Quante sono le sentinelle?- Domandò diretta Ida. Gli altri iniziavano ad agitarsi sentendo le informazioni che uscivano dalla bocca del novizio.
-Due di fronte all’ingresso principale del tempio, che non può essere mai chiuso completamente a causa dei fedeli che vengono a pregare a qualsiasi ora, altre due invece controllano costantemente la teca e non si allontanano mai di lì. Sono gli uomini più fidati di Samael e non girano belle voci sul loro conto. Invece per i corridoi di ogni piano dell’edificio di solito gira sempre una guardia. Ah, all’esterno di solito girano sempre tre guardie, a turnazione, ma sono quasi sempre assonnate e poco attente.- Rispose diligentemente il giovane.

-Mmmmh… ho capito. Credo di avere una mezza idea su cosa fare. E sentiamo, voi come pensavate di muovervi?- Chiese infine, guardandoli curiosa.
-Quello che vi ho detto ieri a cena. Pensavo di introdurmi nell’edificio con l’aiuto di Hero e rubare la reliquia, favorito dal fatto che le due guardie di pattuglia sarebbero state addormentate grazie a un potente sonnifero mescolato nel cibo che Hero gli avrebbe servito a cena.- Proclamò poco convinto Ryuga, facendo ridere Ida per la fragilità del piano.

-Oh mamma, vi avrebbero beccati di sicuro. Anche se l’idea del sonnifero può tornarci utile.- Disse, per poi accavallare le gambe ed incrociare le braccia dietro la testa. –Sentite invece il piano che avevo in mente.-
Il gruppo si fece più attento, pendendo dalle labbra della donna.

-Siccome le guardie di pattuglia all’esterno sono tre, vuol dire che uno dei lati del tempio resta costantemente scoperto, dico bene Hero?- Si accertò l’arciera.
-Si il lato dell’ala sud non è sorvegliato visto che non ha entrate, a parte le finestre dei dormitori, al secondo piano.- Le confermò il novizio.

–Perfetto. Prima di tutto dobbiamo pensare alle guardie che controllano la teca, quelle ci serve che dormano mentre io scassino la serratura e rubo la reliquia senza far scattare eventuali allarmi o meccanismi strani, il che non sarebbe bello. Qui forse il sonnifero ci farebbe comodo. A quello penserà il nostro giovane amico, visto che è l’addetto alla loro cena. Quello che ci serve poi, non sarà altro che un piccolo aiuto ad entrare. Una finestra lasciata casualmente aperta magari. Dopodiché, dovrai ritirarti nella tua stanza e non uscire per nessuna ragione, così da essere escluso dalla lista dei sospettati in caso succeda qualcosa. Io e Valerie siamo abituate ad arrampicarci, quindi non avremo problemi. Ryuga dovrà venire con noi, onde evitare che rubiamo il manufatto sbagliato. Non preoccuparti, non pretendiamo che ti arrampichi come noi, useremo un rampino. Una volta dentro, Valerie farà da esca ed io e Ryuga penseremo a rubare il manufatto. A colpo concluso, ci caleremo dalla stessa finestra, faremo un segnale a Valerie che potrà finire di farsi inseguire in giro e raggiungerci. Poi ce la daremo a gambe levate il più in fretta possibile.- Espose il piano la donna, osservando le espressioni tra lo stupore e lo scettico dei suoi ascoltatori.

-E noi? Che dobbiamo fare? – Chiese allora Elaera, preoccupata per non essere stata citata nel piano.
-Tu mia cara, insieme a Phaerl e Reyeha, fate parte del piano B.- Dichiarò con teatralità Ida.

-Piano B?- Chiese Hero, confuso. A lui già il piano A sembrava mille volte migliore di quello escogitato con Ryuga, anzi, forse era addirittura infallibile rispetto al loro.

-In caso di imprevisto,ad un segnale Phaerl, seguita da Reyeha e Elaera, irromperanno nel tempio per coprirci le spalle dalle guardie e darci manforte per fuggire. Non preoccuparti, qui tutti sappiamo il fatto nostro in quanto a salvarci le penne. Comunque sia, se tutto va bene il piano A funzionerà perfettamente, liscio come l’olio.- Concluse la donna, guardandoli mentre sorrideva compiaciuta.

-Si può sapere perchè ci cacciamo in situazioni sempre peggiori?- Sospirò stressata Reyeha, venendo rabbonita da Valerie, che tentava di rassicurarla elencandole tutte i piani riusciti di Ida a cui aveva partecipato.
-Reyeha, nemmeno a me piace la piega che ha preso questa storia. Ma sono ordini dall’alto.- Concluse sospirando la mezzelfa. –Quando avete intenzione di fare il tutto?- Domandò esasperata alla ladra, con una leggera nausea che iniziava a farsi sentire a causa del nervoso.

-Il sonnifero sarà qui tra qualche giorno.- Si intromise Ryuga, precisando quell’importante particolare.
-Perfetto. Abbiamo il tempo di fare qualche sopralluogo, più conosciamo il posto meglio è.- Dichiarò Ida, stiracchiandosi soddisfatta.

-Un momento. E Grago? Di lui cosa ne sarà?- Chiese visibilmente preoccupato il novizio.
Nella stanza calò il silenzio. Nessuno, tra loro, poteva sapere che conseguenze avrebbero avuto le loro azioni sulle sorti dell’ancora imprigionato vescovo. Nella migliore delle ipotesi, il consiglio avrebbe pensato che, essendo imprigionato, non avrebbe mai potuto organizzare il colpo, ma di sicuro Samael avrebbe attribuito in un modo o nell’altro a lui tutta la colpa, guadagnandosi in qualche modo la fiducia degli altri monaci. Per un uomo affabile e meschino come lui sarebbe stato un gioco da ragazzi. D’altro canto, non era nemmeno sicuro che, una volta che il consiglio avesse ricevuto le lettere del saggio si sarebbe convinto finalmente a rilasciarlo, chiudendo la faccenda ed attribuendo il furto solo ad un capriccio della fantomatica ladra Ida “La saetta” e alla sua assistente.  Non erano stupidi. Lo sapevano che ci sarebbero state delle conseguenze. Speravano solo che, a colpo concluso, queste non fossero l’esecuzione di qualcuno.

-Non avevate detto che intercederà per lui proprio il saggio?- Spezzò il silenzio la messaggera, attirando su di se lo sguardo di tutti. - Non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene.- Mentì per rassicurarlo Phaerl, sorridendogli, facendo finta d’essere sicura delle proprie parole, in uno dei suoi rari momenti di dolcezza.

Ida la guardò, sorridendo amaramente nell’aver intuito le sue intenzioni e forse la conclusione dei suoi pensieri, ma al ragazzino bastarono quelle semplici parole per sentirsi meglio. Infondo perché no, forse anche a loro conveniva aggrapparsi ad una, seppur flebile, speranza. 
  
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