Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    26/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Marian si rialzò da terra e si affacciò cautamente al cancello del box in cui era stata spinta dal falso Guardiano Notturno: l'uomo era in piedi al centro della stalla, riparato solo da alcune balle di fieno e teneva sotto tiro i soldati che cercavano di entrare nell'edificio.
Pensò che avrebbe dovuto cercare un modo di fuggire finché ne aveva l'occasione, ma non si mosse e rimase a fissare l'impostore. Chiunque fosse, doveva ammettere che aveva coraggio ad affrontare in quel modo i nemici ed era anche piuttosto abile con l'arco, non come Robin ovviamente, ma nemmeno troppo distante da lui.
Un crepitio inquietante la fece trasalire, portandole alla mente il ricordo terribile dell'incendio di Knighton Hall e Marian vide le fiamme che avevano attaccato la stalla in più punti. L'aria aveva iniziato a riempirsi di fumo e i cavalli scalpitavano in preda al panico.
Marian aprì il cancello del box e si appiattì contro il recinto per evitare di essere calpestata dall'animale in fuga e, quando tornò a guardare, un muro di fuoco la separava dall'altro Guardiano Notturno.
Si guardò intorno in preda al panico e gridò quando una mano le toccò una spalla da dietro.
- Calma, sono io! Vieni, presto!
- Allan! - Marian si voltò a guardare il giovane, incredula. - Come...
- C'è un passaggio, sbrigati prima che crolli tutto.
La ragazza lanciò uno sguardo alla stalla invasa dalle fiamme.
- Quell'uomo è intrappolato... - Disse, esitando, ma Allan scosse la testa e le strinse un polso, tirandola verso il varco nella parete.
- Noi non possiamo fare nulla, vieni.
- Ma morirà!
- Ad aiutarlo ci penserà Robin Hood.
- È qui?
- Ha liberato i prigionieri. Andiamo, non c'è tempo!
Allan la trascinò e Marian lo seguì, troppo agitata per resistergli. Lasciò che Allan la spingesse a terra aiutandola a infilarsi nella stretta apertura, mentre altre mani la afferrarono dall'esterno e la tirarono per aiutarla a passare.
Little John la aiutò a rimettersi in piedi, mentre Much teneva le assi della parete scostate perché Allan potesse strisciare fuori più agevolmente.
Rimasero a guardare per qualche secondo la stalla in fiamme, poi Allan si rivolse ai due fuorilegge.
- Riportatela a Locksley prima che qualcuno la riconosca.
- Tu non vieni? - Chiese Marian.
- Non con te vestita così. Se qualcuno mi vedesse insieme al Guardiano Notturno capirebbe subito la tua vera identità. Tornerò da un'altra strada. Ora sbrigatevi prima che tornino i soldati!
Much e Little John corsero via, trascinando Marian in mezzo a loro e non appena furono lontani, Allan fece il giro dell'edificio per raggiungere l'ingresso della stalla.

Guy guardò con orrore le fiamme che lo avevano circondato. L'incendio appiccato dai soldati era divampato incredibilmente in fretta, alimentato dalla paglia secca e dal fieno.
Sentiva i cavalli che nitrivano disperatamente, terrorizzati. Uno di essi gli passò accanto al galoppo e lo urtò, facendolo cadere a terra e quando Guy riuscì a rialzarsi, si rese conto con orrore che la caduta lo aveva disorientato e che in mezzo al fumo non riusciva a vedere dove fosse la porta.
Se lo avesse saputo avrebbe tentato di uscire a costo di essere colpito dalle frecce dei soldati, la sola idea di morire bruciato lo terrorizzava.
Ritraendosi dalle fiamme trovò un secchio ancora pieno d'acqua e se lo rovesciò addosso, ma sapeva fin troppo bene che non sarebbe servito a molto e che in quel modo avrebbe rimandato l'inevitabile solo di pochi minuti.
Si rannicchiò a terra coprendosi il volto con le mani e chiuse gli occhi, tremando, convinto che ormai non aveva speranze di salvarsi, quando sentì una voce che lo chiamava in mezzo al fragore dell'incendio.
- Guy! Dove sei?! Rispondi! Gisborne!
- Hood? - Sussurrò Guy, incredulo, poi gridò il nome del fuorilegge. - Hood! Sono qui! Aiutami!
Un attimo dopo Robin Hood spuntò tra le fiamme, avvolto in una coperta bagnata e porse una mano a Gisborne per aiutarlo a rialzarsi da terra e a rifugiarsi sotto la coperta insieme a lui.
- Ce la fai? - Chiese Robin. - Dovremo attraversare le fiamme.
Guy non riuscì a rispondere e si limitò ad annuire. Non era certo di avere il coraggio di affrontare il fuoco, ma del resto non aveva molta scelta e se avesse esitato anche Robin sarebbe morto insieme a lui.
Chiuse gli occhi e lasciò che fosse Robin a guidarlo attraverso il muro di fiamme.
- Giz! Robin! Da questa parte!
Allan corse verso di loro non appena li vide apparire in mezzo al fumo e li aiutò a raggiungere la porta e a uscire all'aperto.
I soldati dello sceriffo non erano più davanti alla stalla, non appena si erano resi conto di aver appiccato un incendio che avrebbe potuto distruggere l'intero villaggio si erano eclissati per non essere accusati. In compenso gli abitanti di Clun stavano accorrendo con secchi e pale per buttare terra sulle fiamme.
Allan trascinò Guy e Robin verso un carro carico di frutta e verdura che era fermo poco lontano da lì e li fece salire in mezzo agli ortaggi, poi si mise a cassetta e usò le redini per far muovere il cavallo e allontanarsi da Clun il prima possibile.

Robin riaprì gli occhi con un sussulto. Non si era nemmeno reso conto di aver perso i sensi non appena Allan li aveva aiutati a salire sul carro, ma doveva essere successo perché l'aria della notte era fresca e ormai dovevano essere abbastanza lontani da Clun per non sentire l'odore di bruciato.
Gisborne era steso accanto a lui e gli stringeva ancora la mano con tanta forza da avergli intorpidito le dita.
- Guy? Sei ferito? - Chiese a bassa voce. Gisborne aprì gli occhi per un attimo e Robin vide che erano pieni di lacrime, poi Guy tornò a richiuderli, scosse la testa e nascose il viso contro il braccio di Robin, senza riuscire a smettere di tremare.
Allan si voltò a guardarli per un attimo, come aveva continuato a fare ogni pochi minuti da quando erano usciti da Clun e ancora una volta decise di lasciarli tranquilli. Non sembravano aver subito danni seri ed era normale che fossero entrambi sconvolti dopo essere scampati per un pelo a una morte orribile.
Proseguirono in silenzio per un po', poi Allan portò il carro lungo un sentiero appena visibile e lo fermò accanto al vecchio granaio abbandonato dove a volte nascondeva il cavallo di Gisborne quando lo scambiava con quello più anonimo del Guardiano Notturno.
- Ehi, Giz. Prima di tornare a Locksley devi togliere quel costume. Aspettami qui, vado a recuperare i tuoi abiti dalle bisacce del cavallo. Non ci metterò molto.
Guy si alzò a sedere, guardandolo con aria confusa, come se si fosse appena svegliato nel mezzo di qualche incubo, poi annuì.
- Va bene, grazie Allan. - Disse in tono sommesso, poi, non appena Allan si fu allontanato, Guy si voltò a guardare Robin. - Credo che la lista con i motivi che ho per esserti grato si sia allungata ancora di un bel pezzo.
Il fuorilegge sorrise debolmente.
- Direi di sì.
- Non sarei riuscito a uscire da solo... - Ammise Guy, poi si prese la testa tra le mani con aria sconsolata. - Che modo orribile di morire... Se penso a quello che ho fatto... a come sono morti per colpa mia...
Guy si era interrotto con un brivido, ma Robin sapeva benissimo a cosa stava pensando perché anche lui non riusciva a distogliere la mente dal giorno terribile in cui erano diventati entrambi orfani.
- Non li hai uccisi tu.
- Sì invece. Ho spinto mio padre a tornare e poi l'incendio è iniziato per colpa mia. Ho portato questo peso da allora e lo porterò per sempre.
Robin sospirò.
- Allora non è solo colpa tua. Io ho dato l'allarme, se mio padre era lì è solo a causa mia. Guy lo guardò.
- Fratelli anche nella colpa, allora?
Robin gli restituì un sorriso triste.
- Nel bene e nel male.

Allan prese il costume da Guardiano Notturno dalle mani di Guy e lo osservò con aria critica prima di piegarlo e nasconderlo all'interno dell'albero cavo.
- Immagino che dovrò trovare il tempo di lavarlo. - Commentò con un sorrisetto divertito.
- Ho dovuto strisciare a terra in una stalla tenuta decisamente male, lottare con Marian e passare attraverso un incendio, cosa pretendi? - Chiese Guy e Allan si rallegrò nel vedere che sembrava essersi un po' ripreso.
- Ehi, Giz, cosa dirai a Marian?
- Cosa intendi?
- Se io mi sono accorto della sua assenza e sono andato a cercarla, sembrerà decisamente strano che tu invece non ti sia mosso da Locksley. Per come sono andate le cose non puoi semplicemente rientrare dalla finestra e uscire dalla tua stanza come se niente fosse.
- Allora rientrerò dalla porta e diremo una parte della verità: mi hai avvisato, sono venuto a Clun a cercarla senza riuscire a trovarla, poi tu mi hai detto che gli uomini di Hood la hanno riportata a Locksley e allora sono tornato indietro.
- E questo spiegherebbe anche la tua agitazione. Scusa Giz, ma si vede che sei sconvolto.
- L'unico problema è la porta della mia stanza, è ancora chiusa dall'interno...
Robin fece un sorrisetto divertito.
- A quella ci penso io.

Marian tenne la testa china, ma alzò lo sguardo per seguire i movimenti di suo padre che camminava avanti e in dietro per la sala. Sir Edward era furioso e la ragazza ricordava solo poche volte in cui lo aveva visto tanto in collera. Di sicuro non lo era mai stato nei suoi confronti.
- Quello che hai fatto è inaccettabile! Almeno ti rendi conto di quanto sei stata sciocca e irresponsabile?
Marian rimase in silenzio. Normalmente non avrebbe accettato di essere rimproverata come una bambina disobbediente, il suo orgoglio si sarebbe ribellato, ma in quel momento lei sentiva di essere stata molto stupida e molto infantile e non avrebbe potuto ribattere in alcun modo ai rimproveri del padre.
- Ti avevo proibito esplicitamente di prendere qualsiasi tipo di iniziativa... - Continuò Sir Edward, ma il suo discorso fu interrotto dalla porta che veniva spalancata.
- Guy! - Esclamò Marian scattando in piedi per corrergli incontro. Si gettò tra le sue braccia e Guy la strinse a sé per un attimo, prima di staccarsi da lei facendo un passo indietro.
Marian lo guardò, sorpresa da quella brusca separazione, e vide che Gisborne sembrava turbato.
- Guy? Dove sei stato? - Chiese, notando in quel momento che era arrivato dalla porta di casa e non dal piano superiore.
- A Clun. A cercare te. - Disse Guy, in tono di accusa e la ragazza abbassò lo sguardo con aria colpevole.
- Io volevo solo...
- Liberare i prigionieri? Da sola e senza un piano? Quando tutti noi ti avevamo detto che non potevamo fare nulla?
- Ma sarebbero morti nelle miniere...
- Hai così poca fiducia in noi, Marian? Se fosse stato possibile aiutarli in qualche modo, pensi che non lo avrei fatto? Mi reputi tanto codardo?
Marian sospirò.
- Credevo...
- No! Io credevo che tu fossi morta! Hai la più pallida idea di come mi sono sentito quando ho scoperto che il Guardiano Notturno era intrappolato in una stalla in fiamme? Potevi morire, te ne rendi conto?!
Guy si fermò, troppo agitato per proseguire e fu Allan a continuare per lui.
- Poteva morire anche Giz. Se non lo avessi trovato in tempo per dirgli che eri salva, sarebbe entrato lì dentro per cercarti. E se ti avessero catturata, lo sceriffo avrebbe impiccato te e noi ti avremmo fatto compagnia sulla forca come tuoi complici.
- Mi dispiace... Mi dispiace così tanto... - Sussurrò Marian, poi scoppiò a piangere e corse su per le scale per andare a rifugiarsi nella sua camera.
Guy la raggiunse davanti alla porta e la fermò abbracciandola da dietro e stringendola a sé. Le baciò i capelli e per un po' si limitò a tenerla stretta senza dire nulla, poi Marian si girò tra le sue braccia e gli appoggiò il viso sul petto senza smettere di piangere.
Guy le asciugò le lacrime con la mano, soffermandosi ad accarezzarle la guancia.
- Scusa. - Singhiozzò Marian e Gisborne le sfiorò le labbra con un dito.
- Non è necessario, non sono in collera con te. - Fece un respiro profondo e Marian si accorse che anche lui aveva gli occhi lucidi. - Ho solo avuto paura di poterti perdere. Ti prego, promettimi che non farai più nulla del genere. Promettilo. Non so cosa farei se dovesse succederti qualcosa...
Guy la strinse più forte e Marian alzò il viso per baciarlo.
Il terrore di quella notte, i segreti, l'angoscia e il peso dei ricordi passati sembrarono allontanarsi dal cuore di Guy nel momento stesso in cui le sue labbra toccarono quelle di Marian.
Gisborne sapeva che sarebbero sicuramente tornati, ma non importava: lui e Marian erano vivi ed erano insieme, il resto poteva aspettare.
Fu solo più tardi, dopo che entrambi si erano ritirati nelle rispettive camere per cercare di riposare un po' dopo quella notte faticosa, che Guy si rese conto che Marian non gli aveva fatto alcuna promessa.
Gisborne sospirò.
Di sicuro quella ragazza avrebbe finito per mettersi di nuovo nei guai, prima o poi.
Ma non importava, pensò Guy con un sorriso, lui era pronto a salvarla ogni volta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal