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Autore: extraordinharry    26/06/2015    31 recensioni
La sfiga è la mia compagna di vita. Sono quel tipo di persona che se schiacciasse nell’opzione “hai dimenticato la tua password?” otterrebbe come risposta “cazzi tuoi”. Mai vinto nulla, mai eccelso in qualche disciplina, mai arrivata ai traguardi che mi sono imposta. Tanto che mi sono stancata e ho smesso di sperare nelle cose.
-
Tiro fuori il telefono dalla tasca, proprio nello stesso esatto momento in cui lo sento vibrare. Un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto: Ash, c’è una grandissima gnocca davanti a me con un culo che porca troia, ci farei bungee jumping!
Rimango interdetta qualche secondo. Cosa?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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22. Second star to the right.

Questo capitolo è solo e unicamente per te, che ci hai lasciati la scorsa estate.
E' perché ti ho vista poche ore prima che morissi,
e troppo spaventata non sono riuscita a fare altro
se non darti un bacio sulla guancia e augurarti la buonanotte.
E' perché avrei voluto dirti che ti volevo bene,
è perché avrei voluto passare più tempo con te,
è perché negli ultimi mesi di vita ti mentivo per non farti preoccupare,
è perché sdraiata a letto, sofferente come mai ti ho vista,
mi hai guardata e mi hai sorriso come se non sentissi più alcun dolore.
Mi hai sorriso e mi hai detto "nonna ti vuole tanto bene".
Ed è allora che mi sono sentita bene come mai nella mia vita.






Il cielo è completamente oscurato dalle nuvole questo pomeriggio. Non si vede un singolo raggio di sole e c'è un vento leggero ma freddo. E forse è meglio che ci sia un tempo cupo, privo del sole, perché lui non c'è più ed è come aver perso il calore dei suoi raggi per sempre. Rimango in piedi, sulle scalinate della Chiesa, con il mio vestito nero e un semplice foglio in mano.
E' solo un'oretta, posso farcela.
Chino il capo e trattengo le lacrime, mordendomi le labbra violentemente. Un tremito mi scuote e asciugo con attenzione una lacrima. Due mani si poggiano sulle mie spalle e sulla testa sento il peso di un altro volto. «Ehi.»
Ridacchio tristemente. «Sapevo eri tu.»
«Da cosa?»
«Lo sapevo e basta. Come so, ancora prima di riceverlo, che il mio compito di matematica è andato male.» tento di ironizzare, fallendo malamente.
Calum si sposta, permettendomi di vederlo. Indossa una camicia bianca e i soliti skinny neri. Mi sorride tristemente, stringendomi la mano. «Entriamo?»
Scuoto la testa. «Come si fa ad affrontare una cosa del genere?»
«Non ne ho idea, ma se vuoi posso aiutarti a trovare un modo.» mormora. Stringo la sua mano e inizio a salire gli scalini della Chiesa.
Mi sorprendo nel vederla colma di persone e riconosco professori, compagni di scuola e tanti amici di infanzia di Louis. Io e Calum camminiamo lungo la navata centrale, fino a quando lui non prende posto accanto a Michael e al resto della banda. Io mi siedo nel primo banco, tra mio padre e Harry.
Harry mi circonda le spalle con il braccio e mi attira a sé, posando un bacio sulla mia fronte. Sono pochi e rari i momenti di dolcezza tra me e mio fratello, ma quando si presentano, capisco davvero quanto bene ci vogliamo.
La campana suona, annunciando l'inizio del funerale. E solo pensare che sto assistendo al funerale di Louis il cuore sembra pesarmi nel petto, come se il mio corpo non fosse capace di reggerlo.
Il prete si posiziona davanti al microfono e inizia a celebrare la messa. Non ascolto una singola parola, non ci riesco. Non riesco nemmeno a piangere, perché non realizzo veramente quello che è successo. Sono convinta che quando uscirò dalla Chiesa, prenderò il telefono e chiamerò Louis. Lui mi risponderà e dopo qualche lamentela accetterà di venire da me per studiare.
E domani andrò a scuola, passerò la prima ora di storia con lui. Poi ci separeremo, avendo lezioni diverse. Durante l'ora di pranzo io entrerò in mensa, in ritardo come sempre, e troverò in quella panca al centro della sala Helena e Niall intenti a litigare mentre Louis sfoglierà svogliatamente una qualche rivista, con un nuovo smalto nelle unghie.
Lo troverò in ogni momento della giornata, come sempre. Non può essersene andato, non lo accetto. Non lo voglio accettare.
«Ora, i parenti di Louis sono stati lieti di permettere a una band nata qui e ormai famosa ovunque di suonare una canzone per il loro ragazzo.» annuncia il prete.
Sollevo il volto di scatto proprio mentre i 5sos sistemano i loro strumenti. Guardo negli occhi Calum, confusa dalla situazione. Non mi aveva detto che avrebbero suonato qualcosa. Per tutta risposta, lui mi sorride debolmente.


 
I heard there was a secret chord 
That David played, and it pleased the Lord 
But you don't really care for music, do ya? 
Well it goes like this: the fourth, the fifth 
The minor fall and the major lift 
The baffled king composing hallelujah 

Hallelujah, Hallelujah 
Hallelujah, Hallelujah 





E forse è meglio che non me lo abbia detto, perché mi sarei rifiutata di entrare in Chiesa e assistere alla cerimonia. Le lacrime iniziano a scendere velocemente, una dopo l'altra, man mano che le parole mi entrano dentro lasciandomi senza fiato.
Chino il capo, stringendo in un pugno l'orlo del mio vestito. Papà mi accarezza la schiena e vorrei urlargli contro perché lui non potrà mai capire come mi senta. Tutte le persone che mi diranno: «Se vuoi parlarne sono qui, ti capisco.» in realtà non capiscono e non capiranno mai un cazzo di cosa stia accadendo dentro di te. Non sono loro ad avere perso una persona importante, non sanno quanto questa sia stata importante per te e saranno lì pronte a dirti le solite frasi fatte e studiate credendo di aiutarti.
E quando vedranno quanto dolore ti porti dentro, ti liquideranno con un «lo supererai» per poi tornare alle loro vite e lasciare te da sola nel tuo lutto, illusa dalle loro promesse di esserci per te.


 
Well your faith was strong but you needed proof 
You saw her bathing on the roof 
Her beauty and the moonlight overthrew ya 
She tied you to her kitchen chair 
She broke your throne and she cut your hair 
And from your lips she drew the hallelujah 

Hallelujah, Hallelujah 
Hallelujah, Hallelujah 





Le voci di Calum e Luke si scambiano, cantano pezzi diversi, poi si mischiano, rendendo l'atmosfera in Chiesa ricca di emozioni. Non vola una mosca, nessuno si muove, troppo rapiti dalla bellezza del momento. Calum suona con amore il suo basso, il volto fisso sulla folla che lo osserva e Luke chiude gli occhi mentre canta, lasciandosi andare. Michael, con i suoi capelli rossi, ha per la prima volta da quando lo conosco uno sguardo serio, adulto. Ashton ha una bandana nera, e sospetto sia una cravatta, capta il mio sguardo su di lui e mi sorride.
Io, d'altro canto, non riesco a smettere di piangere. Vorrei scappare da questa Chiesa adesso, nel bel mezzo della canzone, perché non riesco più a sopportarla. Non sopporto il modo in cui riesce a liberare il mio dolore e farlo sfogare con delle stupide lacrime. E i miei singhiozzi riecheggiano nell'aria, come a voler accompagnare i ragazzi.
Il respiro si fa sempre più pesante e sono costretta a piegarmi in avanti, con una mano sul petto, imponendomi di smettere di piangere.
Adesso so anche io cosa si prova a perdere una persona che si ama, e avrei di certo preferito non scoprire mai il dolore che l'uomo può arrivare a sentire nelle sue ossa. Perché adesso lo sento scorrermi dentro, abbattere qualsiasi mia difesa, qualsiasi mia forza, lasciandomi senza fiato, senza speranza.
Vorrei solo che qualcuno mi abbracciasse, non importa chi, mi abbracciasse e non mi lasciasse fino a quando non glielo dico io.

 
Maybe there's a God above but all I've ever
learned from love was how to shoot somebody
who out-drew ya.
It's not a cry that you hear at night,
it's not someone who's seen the light.
It's a cold, and it's a broken, hallelujah.


Proprio nella strofa finale, quando la musica si fa più violenta, come a volermi colpire forte e farmi male, realizzo la parte peggiore di tutto questo.
Capisco che non lo rivedrò mai più. Capisco che adesso il suo corpo è chiuso dentro quella bara e non ci uscirà mai più. Non potrò più abbracciarlo, toccarlo, non sentirò più l'affetto che riusciva a darmi, il modo in cui mi incoraggiava.
Quel bambino che non voleva crescere, a cui sarebbe piaciuto essere Peter Pan, è morto. Non c'è più. E quando tornerà? Quando lo rivedrò? Sta bene, adesso? Mi vede? Starà al mio fianco? C'è davvero un Dio lassù che lo ha accolto?
Luke e Calum fondono ancora le loro voci, cantando gli "hallelujah" finali della canzone e strizzo gli occhi, scossa dal pianto.
Quando finalmente la musica finisce, lasciandomi ormai senza più fiato, poggio il mio sguardo sui ragazzi che sistemano bene gli strumenti. Luke mi fa un cenno con la mano, indicandomi il microfono.
«Non sei obbligata, se non te la senti...» sussurra Harry, ma io lo blocco.
Mi alzo in piedi, incurante del trucco che sarà colato in ogni centimetro della mia pelle, e afferro il microfono che ha usato pochi istanti prima Hemmings per cantare.
«Non lo accetto.» esordisco guardando la sala. «Non l'ho accettato quando il suo corpo era tra le mie braccia, non lo accetto adesso mentre guardo la bara e non lo accetterò mai. Passeranno i giorni, i mesi, le stagioni, ci saranno tanti inverni freddi ed estati afose. Lui non risponderà alle mie chiamate, non visualizzerà i miei messaggi su whatsapp, il suo accesso rimarrà bloccato allo stesso maledetto giorno, non lo vedrò più a scuola mentre cammina per i corridoi con l'aria di chi può comandare il mondo. Eppure lui per me non sarà mai morto. Tra vent'anni io semplicemente dirò che lui è partito. Non è morto, è nell'Isola Che Non C'è. Lui era il mio Peter Pan, il mio migliore amico che non voleva crescere, la persona migliore che abbia mai conosciuto. Non accetto che se ne sia andato.»
Mi sposto un ciuffo di capelli dal volto e faccio qualche profondo respiro, prima di porgere il microfono al prete. Questo mi ringrazia con un cenno del capo e mi accarezza la spalla, prima di indicarmi di tornare al mio posto.
Una volta seduta tra Liam e Harry, papà mi stringe la mano. «Sono fiero di te.»
Ricambio la sua stretta e sposto l'attenzione sull'altare, per rimanere sconvolta da quello che vedo. E' come se mi avessero presa a schiaffi ripetutamente con una mazza chiodata. Un'ondata di ira mi invade, facendomi tremare violentemente.
Zayn Malik è lì, in piedi. Ha il microfono in mano e guarda tutti i presenti, per poi fermarsi al mio volto.
«Come ti permetti?» urlo alzandom in piedi. Harry, prontamente, mi afferra per i fianchi bloccandomi. «Come osi presentarti qui?» continuo. «Devi andartene, hai capito? Vattene via!» mi stupisco di quanta voce abbia in corpo, perché questa riecheggia prepotentemente in tutta la Chiesa, lasciando i parenti e gli amici di Louis sorpresi.
Zayn Malik si limita a dire: «Mi dispiace.»
Porge il microfono al prete e sotto i nostri sguardi cammina lungo la navata centrale, spalanca la porta alta in legno ed esce dalla Chiesa.



La cosa peggiore dei funerali è quando la cerimonia termina, e tutti i presenti si riversano dai familiari del morto per fare le condoglianze. Perciò esco frettolosamente, impaziente di prendere un po' d'aria fresca e di regolarizzare il mio respiro.
Fuori, con mia sorpresa, c'è ancora Zayn.
Lui si gira di scatto e quando mi vede strabuzza gli occhi. Noto che sono lucidi e rossi. «Io...» tenta.
Lo fermo. «Non ti perdonerò mai.» sussurro. «Ogni volta che vedrò la tua faccia da cazzo penserò per colpa di chi il mio migliore amico si è tolto la vita. Ogni volta che camminerò per i corridoi della scuola, vedrò le persone che hanno commentato quello stato, che ti hanno appoggiato. Proverò sempre e comunque schifo nei vostri confronti.» il ragazzo abbassa gli occhi, vergognandosi. «Ma apprezzo che tu abbia mostrato a tutti che pezzo di merda sei stato, sei anche adesso e sarai sempre.»
«Mary io...»
«Non dire niente. Devi solo andartene.»
Si avvicina a me, afferrandomi il braccio. «Ascoltami, ti prego, io non...»
«Ti ho detto di andartene, non meriti di stare qui!» urlo.
Malik rafforza la presa, ma quando fa per parlare qualcuno si intromette. «Non hai sentito? Devi andartene.» la voce di Calum è fredda, minacciosa.
«Non c'entri nulla, tu.» sputa tra i denti Zayn.
Calum si avvicina a noi. Perché oggi lo ritrovo ovunque? «Ti concedo due secondi per spostare la tua mano di merda dal suo braccio, prima che ti riduca tanto male da far celebrare al prete un secondo funerale.»
Stavolta il bulletto mi lascia libera, senza dire nulla. Lo supero, diretta verso il cimitero, intenta ad esserci quando caleranno la sua bara sottoterra e metteranno la sua lapide. Suo padre è stato d'accordo con la frase che ho proposto di far incidere e sono contenta che avrà scritto qualcosa che lo rappresenti davvero.
Dopo qualche passo mi volto, fissando Calum. Le mani nelle tasche e la mascella rigida. «Non vieni?» gli chiedo.
Si riscuote. «Vuoi che stia con te?»
«Sempre.»


Mi siedo sull'erba, poggiando la schiena contro la lapide di Louis, come a volergli stare vicino. Calum si siede accanto a me, in silenzio, aspettando che sia io ad aprire bocca.
Gioco con qualche filetto d'erba, mentre il vento mi scompiglia i capelli. «Louis si sbagliava.»
«Su cosa?» domanda Kiwi.
Scuoto la testa, sorridendo mestamente. «Quando sua madre morì, ci sedemmo davanti alla sua lapide, e io gli chiesi cosa si provasse a perdere qualcuno. Louis mi rispose "rabbia". Si sbaglia.»
«Cosa provi tu, perché?»
«Vuoto. Provo una sensazione tremenda di vuoto, come se mi avessero svuotata completamente.»
La sua mano mi accarezza la guancia. «Adesso ti sembra la fine del mondo, la cosa peggiore che ti potesse capitare, ma tra qualche tempo ricorderai Louis con un sorriso.»
«Io lo ricordo anche adesso con un sorriso, Kiwi.» sospiro, spostando l'ennesima ciocca di capelli dal volto. Devo avere un nido in testa, probabilmente. «Semplicemente è straziante pensare a come sia precipitato tutto quanto.»
«Lo so, lo so.» sussura debolmente facendosi più vicino a me. Con delicatezza porta la mia testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi. «Per qualsiasi cosa, io sono qui.»
Alzo gli occhi al cielo e mi concedo una risatina ironica. «Certo, dite tutti così.»
«Sono serio. Sai che io ci sono per te. Ci sono stato anche quando non avevo la minima idea di che faccia avessi, o se fossi davvero una ragazza quasi mia coetanea... Perché non dovrei esserci anche adesso?»
«Perché quando muore una persona cara a qualcuno che conosci, che è tuo amico, si tende sempre a promettere conforto e aiuto. E sai come finisce? Che non capiscono come ti senti, e ti mandano a fanculo indirettamente dicendoti che prima o poi ti passerà.» dico acidamente. «Ognuno pensa al proprio dolore. L'uomo è egoista, non gliene sbatte un cazzo della sofferenza dei suoi simili.»
Sento che sta scuotendo la testa. «Non essere negativa come sempre. Io ti sto dicendo che ci sono, limitati a credermi e stai zitta.»
«Grazie, molto d'aiuto.»
«Mary.» mi richiama. Sollevo il volto, incontrando i sui occhi. «So che non sarà facile consolarti, perché non potrò mai capire come ti senti. E ancora più difficile sarà farti capire che io sono qui per te, sinceramente, con tutto il mio cuore. Ma come io sto facendo di tutto per starti accanto, tu prova a non respingermi.»
«Ti sto allontanando?» domando a bassa voce. Il sole sta tramontando, creando giochi di luce nel cielo.
Kiwi mi accarezza il braccio. «Sì, ma non fa niente.»
«Perché non ti stanchi di come mi comporto?»
«Perché alcune persone ti entrano dentro in un modo malsano. Ti entrano dentro, ti scorrono nelle vene, colorano la tua pelle, accendono in te sensazioni che pensavi non avresti mai provato. E tu non sai più cosa sia più importante: il tuo bene o il loro?» la sua voce suona melodiosamente mentre parla, con lentezza studiata, come a volermi imprimere in testa le parole che sta pronunciando. «Quando sei troppo dentro una persona, non riesci a lasciarla andare. E' come esserci legato con delle catene, non c'è via d'uscita, non la vuoi trovare. Potrebbe romperti i freni della macchina, sorriderti mentre nasconde dietro la schiena un coltello, che a te non importerebbe comunque.»
Mi nascondo il volto tra le mani, incredula di quello che sto sentendo. «Parli in generale, vero?» mi accerto.
«No, parlo di te.»
Ci guardiamo negli occhi per qualche istante, fino a quando sul mio volto non si fa spazio il primo vero sorriso degli ultimi giorni. «Sono contenta sia tu Kiwi.»
«E io sono contento che sia tu Melanzana.» sorride di ricambio, per poi alzarsi e tendermi la mano. La afferro e mi sollevo anche io. «Andiamo?» mi chiede.
Guardo la lapide di Louis e la accarezzo nella sua lunghezza, per poi realizzare quanto sia freddo il marmo. «Andiamo.» dico.
La mano di Calum si inteccia con la mia e ci avviamo fuori dal cimitero. A pochi passi dalla lapide mi giro ancora.

 
Louis William Tomlinson
1997* – 2015
Seconda stella a destra, questo è il cammino.
E poi dritto, fino al mattino.


La strada la troverà da sè, la strada che porta all'Isola Che Non C'è.




DOGE-AIEAH
Parto dal fatto che non ho riletto il capitolo e mi scuso per gli errori, ma sono davvero di fretta e ho un'oretta sputata per rispondere alle recensioni e scrivere questo aieah. Vista la lunghezza dei miei aieah, solo mezz'ora volerà via per sciverlo. No, scherzo, sarò breve.
Questo capitolo è tanto importante per me, ed è forse l'unico capitolo che ho scritto in cui mi sono commossa (se per piangere le cascate del Niagara si possa intendere "commossa") perché Hallelujah è la canzone che hanno suonato al funerale di mia nonna quasi un anno fa e ormai non riesco ad ascoltarla senza piangere come una disperata........
Che poi è una canzone bellissima in ogni caso, che sia collegata o meno a un evento triste.
Boh, ci tengo a questo capitolo perché mi ricorda la mia nonna ed è dedicato a lei infatti.
So che è da tagliarsi le vene dalla depressione, per questo ho messo un Meliwi/Kiwinzana/Cary/Malum/Phood/Hoodayne moment in cui Calum si dichiara praticamente.
MAAAA visto che amo complicare le cose e far soffrire i personaggi, i casini non finiscono con la morte di Lou. C'è un altro problemino finale. (immaginatevi la faccina da diavoletto viola di whatsapp che sorride malignamente)
E poi boh, aprendo l'angolo "I cazzi miei", stavolta a fine aieah e non a inizio, annuncio molto felicemente di essere stata rimandata in una parte di programma di fisica a settembre. Una parte. Uno scritto. Con la media di tutte le materie di 7.5
Mi consolo con il 9 in italiano/latino e il 10 in english.
Comunque sono davvero incazzata per sta cosa perché mi rovina l'estate e niente penso mi soffocherò con le foglie di lattuga di Luke e addio mondo
Ah, mi scuso per la mia recente fissazione con Peter Pan e con LouPeterPan, ma è il mio secondo cartone preferito e insomma, ho pure la cover di Peter Pan.... Ho ripetuto troppe volte Peter Pan.
Okay, si è fatto tardi e io volo in picchiata col mio naso a rispondere alle recensioni. Grazie per seguire la storia e grazie per gli insulti che alcune mi hanno rivolto per aver fatto morire Louis, davvero, troppo dolci, non avreste dovuto. (immaginate la faccina che piange di whatsapp con la pistola accanto)
Per qualsiasi cosa:
Facebook – Mary DomenicaDagosto
Twitter - @cucchiaia
Ask.fm - @cucchiaia
Wattpad - @cucchiaia ("dai magari non me la lasciano quella piccola parte di fisica e posso mettere anche le ff su wattpad questa estate!!!!" minca mia a me proprio)
#STAYSTRONG che mancano solo 7 capitoli alla fine.



PS. Spoiler prossimo capitolo:
Inaspettatamente Luke mi stritola in un abbraccio da orso, facendoci ondeggiare come due idioti. «Lattughina mia!» urla mentre mi spettina i capelli. Rido, spingendolo via.



 
   
 
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