‘Don’t leave
me, Lydia.’
«You don’t
care about getting hurt.
But you know
how I’ll feel?
I’ll be devastated.
And if you die, I’ll literally go out of my freaking mind.»
Lydia
sorrise soddisfatta.
Non
solo l’allenamento con la balestra che aveva svolto con Allison
aveva dato i suoi frutti, ma era anche riuscita ad uccidere un Oni.
Per
la prima volta dopo tanto tempo, si sentì fiera di se stessa perché, oltre a
strillare come una matta per via dei suoi poteri da Banshee, era anche riuscita
a rendersi utile come guerriera.
«Ragazzi,
sono le frecce d’argento quelle che-». Si fermò, mentre il suo sorriso si
tramutava in un’espressione sconvolta e sofferenteː un Oni
le aveva trafitto il petto con una lancia avvelenata.
«LYDIA..
LYDIA!» gridò come un’ossessa Allison, correndo verso
l’amica che era caduta in terra. In pochi istanti, tutto il branco perse di
vista il Nogistune per soccorrere e proteggere la
Banshee.
«Lydia,
ti prego. Apri gli occhi.» la pregò la cacciatrice poggiando la testa di Lydia
sulle sue ginocchia, non sapendo cos’altro fare per non peggiorare la
situazione.
La
ragazza cercò di fare come le era stato chiesto, ma tutto, compreso il singolo
movimento degli occhi, le sembrava impossibile da compiere.
«Allison..» cercò di dire, anche se tutto quello che le uscì
dalla bocca fu solo un flebile sussurro.
Il
Nogitsune che in quel momento stava ammirando la
scena da lontano, decise di avvicinarsi. «Ma cosa abbiamo qui? Una Banshee in fin di
vita? Non lo trovate anche voi sarcastico? Una Banshee che non riesce a predire
la sua morte. Figuriamoci.», disse con un ghigno. Fu nell’esatto momento in cui
vide il volto cereo della ragazza che il mostro iniziò a perdere la sua
maschera di strafottenza.
«Stupido
umano, sta buono!» iniziò ad urlare rivolto a se stesso e tenendosi la testa
con le mani. «SMETTI DI RIBELLARTI!» continuò ormai contorcendosi dal dolore causato
dall’anima del vecchio Stiles che lottava per farlo
andare via.
Il
Nogitsune urlò un’ultima volta prima di essere
letteralmente catapultato fuori dal corpo di Stilinski.
Stiles,
che era ormai ritornato se stesso, cadde in ginocchio per lo sforzo.
«L-Lydia..»,
disse ansimando e cercando di avvicinarsi pian piano alla giovane, nonostante
le forze gli venissero sempre meno, fino a quasi scomparire.
«Lydia..», ripetè ancora una volta arrivato da lei,
prendendo nelle sue mani tremanti quella destra della Banshee. «Ti prego..No..Nonononono…Lydia, apri gli occhi, ti prego.», continuò
sconvolto dal fatto che la ragazza non reagisse più.
«Va bene..», sussurrò Lydia stringendogli di poco le mani. «Va bene.. Va
bene..», ripetè ancora e ancora, sputando di quanto
in quanto del sangue.
«Una Banshee che muore.. Che ironia.», continuò con un pizzico di sarcasmo,
cercando di sorridere.
«Ti prego.. Resisti.», la pregò Stiles ora in
lacrime. «Ricordi quello che ti dissi? Se muori io esco fuori di testa. Ti
prego, resta.»
Lydia sorrise. «Io credo in te, Stiles.» Ebbe un
sussulto, poi non si mosse più.
«No.. LYDIA, NO.», iniziò ora ad urlare il ragazzo, entrando anche in una delle
sue crisi di panico. Chiuse gli occhi, respirando a fondo, ricordando quando la
ragazza che stava morendo tra le braccia della sua migliore amica e le sue lo
baciò per calmarlo.
Ed allora le lacrime iniziarono a
scendere copiose, ed egli fu incapace di controllarle.
Alzando gli occhi verso gli altri, notò una reazione simile, se non addirittura
identica.
Tutti piangevano la morte della loro Banshee, della loro amica.
Perdere
qualcuno di così essenziale nella propria vita era devastante, e Stiles in particolar modo ne aveva già avuto una prova in
passato, alla mote della madre.
Il rimorso di non averle mai detto che la amava iniziò a farsi presente in lui,
così come la consapevolezza che non se ne sarebbe mai andato.
Ed allora urlò, urlò a squarciagola il suo dolore, mentre gli altri fra le
lacrime cercavano di farsi forza l’un l’altro.
Poggiando poi lievemente il corpo della sua ormai deceduta migliore amica in
terra, Allison si alzò in piedi e recuperò l’arco che
aveva lasciato cadere poco più in là.
Si asciugò le lacrime e cercò di dar forza agli altri.
«Abbiamo una guerra da vincere.
Soprattutto ora. Glielo dobbiamo. E’ il minimo che possiamo fare per
lei.», disse sicura.
Gli altri annuirono, chi più chi meno,
ancora tutti sconvolti dalla straziante visione di uno Stiles
distrutto e di una Lydia ormai senza vita.
Scott poggiò infine una mano sulla spalla dell’amico, aiutandolo poco dopo a
rialzarsi e a farsi coraggio.
Dopotutto,
Lydia non avrebbe mai voluto che altri perdessero la vita.
Facendosi forza, cercarono dunque di andare avanti, di vincere quella battaglia
per lei.
E
Stiles in particolar modo, promise a se stesso che mai
più in vita sua sarebbe stato così debole da farsi possedere da uno spirito. Al
contrario, avrebbe combattuto come un vero guerriero, in onore non solo di se
stesso, ma della ragazza che amava e che avrebbe continuato ad amare
incondizionalmente fino alla fine dei suoi giorni.