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Autore: Najara    14/01/2009    11 recensioni
Imboscata Jaffa, l’Sg1 in ritirata, l’incubo peggiore si avvera… ma il tempo è così immutabile? Una fortunata coincidenza potrà cambiare il terribile destino?
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anelli

Anelli

 

Primo capitolo

I colpi delle lance Jaffa erano sempre più vicini, Teal’c correva davanti a tutti, l’arma pronta a sparare se fosse stata loro sbarrata la strada, Daniel lo seguiva, teneva stretta la pistola, Sam e Jack erano dietro, entrambi correvano e a turno si voltavano per sparare alla cieca verso i loro assalitori.

Avevano appena attraversato lo Stargate per una missione di routine quando erano stati assaliti da alcuni Jaffa, immediatamente Jack aveva dato l’ordine di ripiegare a tutta velocità.

Sam si voltò per sparare e proprio in quel momento davanti a Teal’c comparvero una decina di Jaffa, ma i suoi riflessi lo protessero, sparò e al contempo si gettò di lato, i colpi diretti contro di lui colpirono gli alberi, Daniel non attese che i guerrieri si concentrassero su di lui e come Teal’c si buttò a terra, dietro una sporgenza, Sam, che era voltata, non si accorse subito di loro, ma girò la testa in tempo per vedere un colpo raggiungere Jack.

Quasi tutti i Jaffa avevano mirato a Teal’c così i loro colpi si erano persi tra gli alberi, ma uno di loro aveva rivolto l’arma sul resto della squadra ed aveva colpito il colonnello in pieno petto. Sam era rimasta indietro di qualche passo, ma vedendolo cadere, incurante dei colpi che le piovevano accanto, lo raggiunse e gli si inginocchiò accanto. Respirava, “Colonnello!” Jack sbatté gli occhi, poi li fissò in quelli di Sam, la bocca aperta, faticava a respirare, “Sam…” rantolò, poi la testa si inclinò e chiuse gli occhi “No! Jack no!” Sam gli prese il volto tra le mani “Guardami Jack!” Lui riaprì gli occhi con fatica, la guardava, si perdeva in quell’azzurro, i contorni si facevano sfocati il volto si Sam si perdeva nel buio “Jack non puoi lasciarmi! Ti prego!” Jack sorrise, era così bella, cercò di alzare una mano per accarezzarle il suo volto, quante volte aveva desiderato farlo… il braccio non rispose, ma lui insistette e alla fine lo vide alzarsi, non percepiva nulla, posò il palmo sulla sua guancia, lei alzò la mano e strinse la sua, i suoi occhi erano colmi di lacrime “Sam…” “Sono qui, non te ne andare” Jack spostò gli occhi sulla propria mano stretta nella sua, era sporca di sangue, la stava sporcando… cercò di scostare la mano, ma essa non rispondeva più ai comandi, le labbra di Sam si mossero, ma lui non capiva, tentò di dirgli che l’amava, che gli dispiaceva, ma il suo volto sparì e davanti a lui ci fu solo il buio.

“No!” L’urlò di Sam fece voltare sia Daniel che Teal’c, entrambi avevano visto che Jack era a terra ed avevano fatto il possibile per coprire lui e Sam, erano rimasti solo tre Jaffa, ma erano ben piazzati e Teal’c non riusciva a colpirli. Quando Sam urlò la sua disperazione, non ebbero bisogno di conferme, Daniel rimase immobile voltato verso Sam che teneva ancora la mano di Jack e si era accasciata su di lui, le lacrime le scendevano sul volto. La rabbia invase Teal’c, O’Neill era più che un amico, era un fratello, si alzò in piedi con una ferocia che raramente dimostrava, schivò tutti i colpi che gli spararono contro, raggiunse i tre Jaffa e li uccise, poi si gettò a terra in ginocchio, ora che la rabbia era svanita rimaneva solo il dolore, aprì le braccia e rimase immobile, il volto rivolto al cielo, gli occhi chiusi.

Tutto era immobile, in pochi minuti la loro vita era stata stravolta.

Un Jaffa spuntò alle loro spalle, Sam non lo vide neppure e probabilmente non avrebbe reagito, Teal’c era di schiena, l’unico a vederlo fu Daniel, il Jaffa si avvicinò e puntò la sua lancia su Sam, Daniel alzò la pistola e fece fuoco due volte, gli ultimi due proiettili… un colpo rimbalzò sull’armatura del Jaffa innocuo, il secondo, per una fortunata coincidenza, colpì la sua lancia rompendo il cristallo che le permetteva di fare fuoco, il Jaffa sparò, ma l’arma non rispose, allora con un gesto veloce la fece ruotare colpendo Sam alla testa. Teal’c, sentendo i colpi, si alzò velocemente e vedendo il Jaffa lo colpì con la sua arma, non ebbe scampo. Daniel si avvicinò a Sam che si era accasciata accanto al corpo di Jack priva di sensi, ma la mano ancora stretta a quella del colonnello. Il battito c’era, al contatto con le mani di Daniel aprì gli occhi “Jack?” poi strinse la mano e abbassò gli occhi sul corpo steso accanto a sé, lo guardò e rimase lì immobile in silenzio, Daniel avrebbe preferito vederla piangere, urlare, quel terribile silenzio era straziante. “Teal’c… dobbiamo portarlo a casa…” Il Jaffa non disse nulla, si avvicinò e prese tra le braccia quel corpo senza vita. Poi si incamminò verso lo Stargate, sembrava che Jack dormisse, ma il suo volto era riverso all’indietro e di un pallore innaturale. Daniel fece alzare Sam che non si era mossa e insieme seguirono Teal’c. La guardò, sul volto c’era una traccia di sangue, probabilmente quello di Jack, mentre più in alto, vicino alla tempia, c’era la ferita derivata dal colpo del Jaffa, quel volto non esprimeva nulla, lo seguiva, ma non sembrava essere lì con loro. Compose le coordinate ed inviò il segnale, fece un cenno a Teal’c ed insieme attraversarono lo Stargate. 

Hammond spalancò gli occhi nel vedere Jack tra le braccia di Teal’c poi afferrò il telefono appeso alla parete “Un’equipe medica nella sala d’imbarco immediatamente!” Poi si voltò, Daniel lo guardò e scosse la testa, non c’era più bisogno dei medici. “Cosa… cosa è successo?” Hammond li guardava incredulo, il volto di Teal’c era impenetrabile, ma in un modo totalmente diverso dal solito, Hammond che aveva imparato a conoscerlo vi lesse rabbia, angoscia e dolore. Daniel sembrava tenere più sotto controllo le emozioni, ma il dolore che esprimevano i suoi occhi era lacerante. Il generale spostò lo sguardo, dov’era Sam? La vide e il suo cuore si strinse dal dolore nel vederla ridotta in quello stato, era seduta a terra sulla rampa, le ginocchia contro il corpo, si dondolava avanti ed indietro, non c’erano lacrime sul suo volto, ma gli occhi erano vitrei e lontani. La squadra medica fece il suo ingresso. Rompendo l’innaturale silenzio della sala, tutti i soldati presenti erano rimasti ammutoliti. Janet che correva dietro alla barella fece irruzione nella sala “Presto Teal’c portalo qui!” Poi si accorse del silenzio, Teal’c, che non si era mosso fino a quel momento, face qualche passo in avanti poi depose delicatamente il corpo di Jack sulla barella, Janet non volle crederci, posò lo stetoscopio sul petto del colonnello ed attese, nessun battito risuonò nello strumento. Era morto.

Hammond parlò lentamente, doveva reagire in qualche modo “Portatelo via… e visitate anche gli altri…” “Sì signore…” Janet fece un cenno agli infermieri che portarono via il corpo di Jack poi si avvicinò agli altri “Siete feriti?” “No” Detto questo Teal’c si mosse e uscì dalla sala, Daniel vedendo lo sguardo interrogativo della dottoressa scosse la testa poi aggiunse “Sam… ha ricevuto un colpo alla testa e… è svenuta per alcuni secondi… io non so…” Janet annuì “Va bene ci penso io… vatti a cambiare poi vieni in infermeria, ok?” Daniel annuì poi si volse verso Sam, Janet lo vide indugiare “Ci penso io a lei… vai” Daniel annuì ancora, poi uscì. Hammond aveva fatto sgombrare la sala, Janet si avvicinò a Sam “Sam… Sam mi senti?” lei alzò gli occhi su di lei “Janet…” poi si guardò intorno, alzò la mano e vide il sangue di Jack su di essa, scoppiò a piangere “Se n’è andato! Io lo amo Janet! Io lo amo!” “Lo so Sam, lo so… mi dispiace…” Poi la strinse per darle quel poco di conforto che poteva, alla fine Sam smise di piangere anche se era ancora scossa dai singhiozzi, Janet poté visitarla e la ferita alla testa non le piacque per niente: il suo comportamento anormale e il fatto che tremava come una foglia le facevano supporre che era in uno stato di shock dovuto al trauma emotivo, ma anche al colpo alla testa. La portò in infermeria “Sam devo farti una risonanza…” Sam non sembrava ascoltarla “Sam?” Lei annuì e sul voltò le si disegnò una smorfia, si portò le mani alla testa “Ti fa male?” “Sì…” “Vieni facciamo questa risonanza”. La fece stendere e poi attivò la macchina, Sam chiuse gli occhi la testa le faceva male, ma il dolore che provava al torace era peggiore, un dolore sordo, non fisico. Stinse le palpebre.

 

La sveglia suonò. Sam sbatté le palpebre poi i ricordi la sommersero e il dolore la colpì, le immagini della giornata precedente passarono davanti ai suoi occhi chiusi, la colazione che avevano fatto insieme, il briefing, il suo sorriso, i suoi occhi, le sue battute. Le lacrime presero a scendere sul suo viso. Si raggomitolò nel letto e lì rimase con gli occhi chiusi.

Due sonori colpi alla sua porta la riportarono alla realtà “Carter!”.

  
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