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Autore: MarcoG    15/01/2009    2 recensioni
Altrimenti intitolato: "Al passato non si può voltar le spalle". Joey Jacquet era un onesto lavoratore sposato con una bellissima moglie, abitava in una bellissima casa ed avevano un bellissimo figlio. La sua vita era perfetta...fino a quando alcune ombre del suo passato non iniziarono a tornare a galla.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Monnis, chiamarla Mercedes dici? Con Joey che guida un'Audi? A questo punto mi manca solo di inserire un personaggio che si chiama Harrison Ford e poi le ho fatte tutte! A parte gli scherzi, Neira è un vero nome cubano e poi piace moltissimo a me, quindi rassegnati XD
nydrali, l'ho già detto che non so più come ringraziarti? :D Sapere che piace a te che sei l'autrice del racconto "vero"...come diceva la famosa pubblicità, non ha prezzo!





Quando Joey tornò al parcheggio di Birmingham dove aveva rubato l'auto il giorno prima, erano ormai le due del mattino. Spense la macchina e lasciò le chiavi nel cruscotto, uscì facendo il giro dell'auto e aprì la porta di Neira.
- Ce la fai a camminare? - chiese prendendola sottobraccio. La ragazza si limitò ad annuire lentamente ma non dava l'idea di essere molto sicura. Joey tolse la mano attorno alla sua vita ma continuò a sorreggerla mentre si avviavano all'hotel dove aveva la camera.
- Non prendi le chiavi? - notò lei vedendo che si allontanavano senza chiudere l'auto.
Joey non ne aveva più bisogno, ma la realtà era che era quasi a zero di benzina. Negli ultimi chilometri la spia si era accesa e mentre pensava a quanto era pieno il serbatoio dell'Audi si ricordò di non stare messo meglio neanche con quell'altra. Fare benzina era escluso perchè aveva pagato con tutti i soldi che gli erano rimasti il nano del bordello per incontrare Neira e oltretutto doveva pagare ancora la stanza dell'albergo. La situazione incominciava a farsi critica.
All'ingresso sperò di non essere notato, ma la ragazza con il volto truccato rovinato e i vestiti più grandi di lei di almeno tre misure attirarono immediatamente le attenzioni del ragazzo alla reception.
- Tutto bene? - chiese allarmato alzandosi in piedi.
- Sì, sì, non si preoccupi - rispose Joey continuando a camminare avvicinandosi all'ascensore.
- Ma...la sta portando nella sua camera? -
- Sì ma non c'è nessun problema, veramente - rispose mentre apriva la porta dell'ascensore.
- Ma la sua stanza è solo per una persona... - non potè aggiungere altro perchè Joey e la ragazza sparirono velocemente dalla sua vista.
Effettivamente la stanza aveva un solo letto, ma andava bene lo stesso. Per una notte Joey poteva anche dormire per terra, se dopo un bel sonno la ragazza gli si sarebbe rivelata utile. La adagiò lentamente sul letto e la coprì, dopidichè si sdraiò per terra vicino a lei e cercò di prendere sonno.

***



Joey osservò con aria sconsolata l'interno del suo portafoglio: una banconota da cinque dollari. Quando era in Francia non era andato a prelevare molto, per non dare troppo nell'occhio alla polizia che sicuramente stava controllando il suo conto in banca, ma tutti i soldi che aveva con sè li aveva lasciati nel borsone militare davanti al Red Monkey. Il solo pensiero che quei bastardi si erano portati via oltre mille dollari lo faceva infuriare. Aveva bisogno di soldi, senza quelli non poteva fare nulla.
Prese il telefono e chiamò l'unica persona amica che gli era rimasta in America. Il cellulare squillò a lungo prima che Lucrece rispondesse.
- Oh ciao fratellone! Come stai? - la donna accentuò la parola "fratellone" il più possibile.
- Fratellone? Ma che stai dicendo Lucrece? -
- Sì io bene grazie! E tu? -
Joey ci pensò un attimo: aveva davanti a sè qualcuno della polizia, era l'unica motivazione a questo suo comportamento.
- C'è qualche sbirro lì con te vero? -
- Sì esatto, anche la mamma sta bene -
Joey si mise a ridere. Si immaginò per un attimo il volto di Lucrece, pensando a come riusciva a trattenere il nervoso di quella chiamata sorridendo al suo probabile accompagnatore.
- Ascolta...sorellina - si lasciò scappare un'altra breve risata, poi continuò. - Qua sono al verde, ho bisogno che mi fai un prestito. Credi che possa venire lì da te fra un'ora? -
Il telefono rimase muto per circa un secondo, dopodichè Lucrece rispose.
- Dici che fra poco passerai di qua? Oh che bella notizia! Ti fermerai anche a pranzo? -
- Uhm...lo prendo come un sì. E se me lo stavi domandando veramente no, dobbiamo scappare subito dopo. -
- Sì va bene, ti faccio anche la torta di mele! -
- Ma sei sicura che lo sbirro davanti a te si stia bevendo tutte le stronzate che stai dicendo? - chiese Joey estremamente divertito.
- Benissimo, ora ti saluto che devo scappare! Ciao! - e la conversazione si interruppe.
Joey rimase qualche secondo a guardare il display del cellulare, poi sorridendo ancora entrò nel primo supermercato che trovò. Con cinque dollari sicuramente non poteva fare una grande spesa, ma fu sufficiente per un paio di pizzette e di bottiglie di acqua naturale, oltre a una confezione da sei merendine di una marca sconosciuta.
Tornò in albergo e salì nella sua stanza. Neira dormiva ancora, nonostante fossero le dieci del mattino. Pensò più volte di svegliarla, ma alla fine decise che non era il caso di farlo.
Aspettò un'altra ora prima di vederla girarsi nel letto e coprirsi gli occhi con le mani a causa della luce che entrava dalle tende aperte.
- Ben svegliata principessa. - le disse porgendole una merendina ancora impacchettata.
Neira si tirò leggermente su, guardandosi attorno con gli occhi semichiusi. Si portò una mano alla fronte, coprendosi un occhio, e con l'altro squadrò Joey.
- Ti ricordi cos'è successo ieri sera vero? -
La ragazza allungò la mano libera e prese la merendina.
- Sì... -
- Bene, temevo di doverti raccontare tutto. Ora però sono io, che voglio sentirti raccontare  qualcosa. -
- Aspetta... - disse lei guardandolo un'altra volta, come se la prima non fosse stata sufficiente, - Tu non mi hai ancora detto chi sei! -
Joey alzò le spalle. - Per il momento non è importante che tu lo sappia. -
- Ehy un attimo - disse alzando una mano come a volerlo fermare. - Io mi ricordo che ieri hai quasi ammazzato un uomo per questi... - si guardò il maglione che ancora indossava con uno sguardo di disgusto -...vestiti! Dov'è la mia roba? -
- Non avevi niente addosso, principessa - rispose lui cercando di mettersi più comodo sulla sedia.
Neira abbassò immediatamente lo sguardo, rimanendo in silenzio.
- Quindi, se ora vuoi raccontarmi qualcosa... -
- Io non...- si fermò per scartocciare la merendina e ne mangiò quasi la metà con un morso. - Uhm, buona! -
Joey la fissò alzando un sopracciglio.
- Buona questa sbobba da due soldi? -
- A me piace! - rispose lei addentando anche l'ultimo pezzo.
- Mio Dio...chissà che schifezze ti davano da mangiare là dentro se questa roba la reputi buona...
- Quando si ricordavano di darmi qualcosa, intendevi dire...- ribattè lei finendo di mandare giù il boccone.
Joey alzò ancora di più il sopracciglio, guardandola quasi ingozzarsi con quella merendina che le aveva dato. Prese una delle due bottiglie d'acqua che aveva comprato e gliela porse.
- Bevi dai...e poi spiegami come hai fatto a finire in quel posto. -
Neira bevve con la stessa ingordigia con cui aveva mangiato la merendina, dopodichè si asciugò la bocca con il dorso della mano.
- Una cosa ieri te l'ho detta...- disse sporgendosi leggermente in avanti verso Joey.
- Non hai detto proprio nulla ieri sera, principessa - obiettò lui rendendo meno simpatica la sua voce.
- E invece sì, ti ho detto che devo andare a  Branchville se non sbaglio. E, a meno che questa non sia  Branchville - disse indicando con una mano la finestra - ho paura che non ti dirò proprio niente - concluse bevendo un altro sorso d'acqua.
- Stammi a sentire bene ragazzina, se questa mattina ti sei svegliata in un letto vero e non in quel cesso di stanza che ti davano al bordello è solo grazie a me, quindi credo proprio che tu mi debba un favore! -
Al sentire il tono di voce che aveva assunto Joey, Neira trasalì per un momento. I suoi occhi neri però rimasero puntati su di lui.
- Devo andare a  Branchville, se non ci vado non mi servirà a niente essere libera! - rispose lei assumendo un tono disperato.
- Ma che diavolo devi farci a  Branchville? - rispose Joey stizzito.
- Devo... - abbassò nuovamente lo sguardo. - Devo rincontrare il mio amore, deve saperlo che sono scappata! -
- Che cosa? - Joey si ritrovò a urlare. - Mi stai chiedendo di tornare a St.Claire, in una città non troppo lontana da Ashville che è esattamente il posto in cui ti ho presa, per incontrare un ragazzo di cui ti sei innamorata? Sei ammattita? -
- Io devo andarci - rispose cocciutamente Neira.
- Scordatelo, non ci andremo mai. Se ci tieni tanto a questo tipo chiamalo e digli di venire quì, noi da qua non ci muoviamo. - poi aggiunse subito - ma poi scusa, hai idea di quanto sei rimasta chiusa là dentro? Sono due anni ormai...scusa se te lo dico, ma ho paura che quello si sarà trovato un'altra ragazza -
- E' impossibile - rispose lei, calma. - Se non vuoi portarmici allora torniamo pure al bordello dove mi hai presa, non mi interessa! -
Joey rimase interdetto nel sentirla parlare. O quella ragazza gli stava nascondendo qualcosa, oppure aveva perso la testa nel suo soggiorno al Badgirls.
- Fermiamoci un attimo, va bene? Che ne dici se ricominciamo da capo? Sei tu Neira, la sorella di Steven Kimberlin? -
Al sentire pronunciare quel nome, la ragazza si tirò leggermente su con la schiena. Il suo sguardo diventò più serio e al tempo stesso più spaventato.
- Sorellastra, per essere corretti. -
- Sì certo, questo me lo hanno detto. Mi hanno anche riferito che è stato lui a mandarti in quel bordello, è vero? -
Neira fece cenno di sì con la testa.
- Beh? Qual'è il motivo? Si è arrabbiato per quell'articolo sul giornale? -
- No, quella è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso...- rispose lei abbassando nuovamente lo sguardo.
- Ma perchè mi rispondi a pezzi? Dimmi qual'era il vero motivo per la miseria! -
- Era il mio amore il suo problema, ecco cos'era! - rispose Neira iniziando a piangere. Chinò leggermente il volto e si nascose gli occhi fra le mani. Più quella conversazione andava avanti e meno Joey ci capiva qualcosa.
- Credo proprio sia arrivato il momento in cui tu mi dica chi è questo ragazzo. -
Neira si asciugò le lacrime con le mani, cercando di smettere di piangere.
- Credo proprio sia arrivato il momento che tu mi porti a  Branchville - rispose lei fra i singhiozzi.
- Ok allora mettiamola così: io ti porto da questo tipo e una volta che gli hai detto quello che gli devi dire torniamo qua e rispondi a tutte le mie domande. Siamo intesi? -
- Promesso - rispose asciugandosi ancora le lacrime.
- Ehy principessa, io rischio il culo tornando a St.Claire, vedi di mantenere la tua parola ok? Altrimenti dovrò iniziare a pensare che portarti via da quel bordello non sia stata una cosa così tanto utile. -
- Ti ho già detto che te lo prometto! - rispose lei un po' seccata.
- Benissimo. Adesso alzati che dobbiamo andare da una mia...amica, chiamiamola così. -
- Con questi addosso? - chiese Neira guardandosi il maglione che indossava ancora dalla sera precedente.
- Non ho più soldi, principessa. Ho speso tutto quello che avevo per poter usare una stanza al Badgirls, ora non ho più un dollaro. Non ti posso comprare nessun vestito, l'unica nostra speranza è che Lucrece abbia qualcosa della tua taglia. -
- Lucrece è la tua amica? -
- Beh chiamarla amica mi pare eccessivo, comunque sì, è da lei che stiamo andando. Forza, alzati -
I due uscirono dalla camera, poi Joey si guardò attorno cercando le scale antincendio.
- Ho paura che dovremo ripetere l'esperienza di ieri - le disse indicandole la porta.
- E perchè non scendiamo dalle le scale come tutte le persone normali? -
- Perchè devo pagare la stanza e... -
- ....e hai speso tutto quello che avevi per salvarmi, oh mio "principe buono". Lo hai già detto questo. -
Joey sospirò. "Che bel caratterino" si ritrovò a pensare.

***



Mentre si avvicinava alla porta di Lucrece e iniziava a suonare il campanello, Neira chiese a Joey che tipo di rapporto ci fosse fra lui e quella donna.
- Ci conosciamo da tanto tempo, almeno trent'anni. Lucrece è una donna in gamba, vedrai che ci accoglierà a braccia aperte -
Appena finito di pronunciare quella frase, la porta si spalancò dall'interno e ne uscì fuori una Beretta M9 puntata dritta al cuore di Joey.
- Brutto bastardo! Non osare chiamarmi mai più sul cellulare durante il giorno! Hai capito? -
Neira sussultò alla vista dell'arma, alzando d'istinto le mani. Joey si limitò a sbuffare.
- Non me lo avevi detto di non chiamarti a quest'ora -
- Io ti avevo detto di aspettare che mi fossi fatta sentire io! - urlò Lucrece ancora con la M9 puntata verso di lui.
- Ok, ok, hai ragione...scusa, va bene? Ora ci fai entrare o mi vuoi ammazzare qui davanti all'entrata di casa tua? -
Lucrece spostò per la prima volta gli occhi su Neira, corrugò la fronte e chiese - E chi sarebbe questa pezzente? - mentre osservava i suoi vestiti larghi e i piedi nudi.
- Pezzente? - fu la risposta acida di Neira.
- Calmiamoci un attimo, va bene? - le interruppe Joey che voleva fare presto. - Lucrece, lei è la figlia di Kimberlin, nonchè sorella di Steven. -
Al sentire quella presentazione, Lucrece abbassò l'arma lentamente.
- Porca puttana, allora sei ancora viva sul serio! - esclamò appoggiandosi la mano libera su un fianco.
- Mi conosci? - chiese Neira sempre più sbalordita dal comportamento della donna che aveva davanti.
- Ragazza - rispose Lucrece con uno sbuffo, - si può quasi dire che ti abbia salvata io. Entrate dai - disse indicando l'ingresso con la Beretta ancora in mano.
Appena si furono tutti accomodati, la donna appoggiò l'arma sul tavolino e volle che Joey le raccontasse per filo e per segno come aveva fatto a ritrovare la ragazza. Appena fu aggiornata di tutta la storia, compresa la richiesta di andare a Branchville, Lucrece scoppiò a ridere.
- Ehy James, sembra che sia destino che tu ti faccia manipolare dalle ragazzine ventenni eh? -
Joey si limitò a guardarla male senza rispondere nulla.
- E quant'è che vorresti esattamente? Sentiamo... -
- Devo fare benzina all'Audi e comprare qualche vestito per lei, poi per le altre cose ci penseranno le persone che andrò a trovare a farmi qualche prestito. -
- Beh, a lei ci posso pensare io - rispose la donna indicando Neira. - Se puoi aspettare un minuto la porto su in camera e vediamo se riusciamo a metterle addosso qualcosa di decente. -
Joey si voltò a guardare Neira, la quale alzò le spalle.
- Andate pure, basta che non mi fate aspettare qua sotto mezz'ora. -
- Certamente! Cosa credi, che ci metteremo a parlare di moda e di scarpe? Idiota! - esclamò prendendo per mano Neira come fa una mamma con la propria figlia.
Joey sorrise e si accese la grande tv al plasma davanti a lui. Il divano su cui era seduto era uno di quelli moderni da sei posti, mobili che sicuramente con la paga che aveva in Francia non si poteva permettere. Girò vari canali fino a quando trovò un telegiornale; rimase ad ascoltare tutte le notizie ma nessuna parlava di lui. Fece mente locale su quanto tempo era passato da quando aveva preso Neira calcolando la possibilità che Steven ne fosse già venuto a conoscenza e stabilì che era molto probabile che ciò fosse accaduto. Doveva muoversi in fretta se voleva sfruttare l'effetto sorpresa altrimenti sarebbe saltato tutto il suo piano.
Fra un pensiero e l'altro e la comodità del divano, Joey si ritrovò ben presto molto vicino al prendere sonno. Solo quando sentì le voci di Lucrece e Neira tornò lucido e si alzò in piedi. La ragazza aveva finalmente devi vestiti femminili addosso, anche se sembravano anche questi un po' larghi per lei, e un paio di scarpe di ginnastica ai piedi.
- E questa è per te, brutto rompipalle che non sei altro - disse Lucrece porgendogli qualcosa di incartocciato in parecchi fogli di giornale.
- Che cos'è? - chiese Joey soppesando l'oggetto con la mano.
- Il mio ultimo regalo per te, ecco cos'è. Dopo quella non voglio che mi chiedi nient'altro, ok? -
Joey scartocciò ciò che aveva davanti e quando finì i suoi occhi si misero a brillare.
Davanti a se aveva un revolver Smith & Wesson modello 610.
- Cristo santo! - esclamò. - E questo cannone a mano dove l'hai trovato? -
Lucrece alzò le spalle. - Babbo Natale mi ha anticipato il regalo -
Neira passava lo sguardo fra la donna e Joey con aria confusa.
- E' stata comprata legalmente quell'arma? - chiese titubante.
Lucrece scoppiò a ridere. - Ragazza mia - le disse appoggiandole entrambe le mani sulle spalle - con Dagger la legalità ha poco a che fare, e anche con me in fondo. Ma tu non hai visto niente, giusto? -
- ...giusto - rispose Neira abbassando leggermente lo sguardo.
- E mi raccomando non dire neanche una parola a James a proposito del tuo amore prima che ti abbia portata a Branchville, altrimenti quello stronzo sarebbe veramente capace di riportati al bordello dove ti ha presa. -
- Ehy un momento - disse Joey che ancora teneva la 610 in mano con aria meravigliata. - A te ha detto chi è quel ragazzo? -
Lucrece scoppiò a ridere, talmente tanto che vide Neira abbassare ancora di più lo sguardo. Appena si riprese dalla risata, spinse la ragazza verso la porta.
- Andate, andate, che non avete tempo da perdere. Ah James, i soldi e le munizioni li ho dati a lei. -
- Lucrece? Perchè non mi rispondi? -
- Faccio come fai sempre tu, no? Vedi quanto è seccante? - la donna si stava dimostrando estremamente divertita dal sapere che Joey era all'oscuro di quello che sapeva.
- Andate ora, che per oggi ne ho già le palle piene di vedervi, anche se non le ho, chiaramente - aggiunse subito come a correggersi.
- Lucrece? - chiese ancora Joey avvicinandosi.
- Ti ho detto fuori dalle palle James! - urlò la donna ritornando completamente seria.
Joey sbuffò, infilò la Smith & Wesson nei jeans dietro la schiena e prendendo Neira per un gomito uscì di casa.
- E non mi chiamare più fino a che questa storia non sarà finita ok? -
Joey non rispose e si limitò a trascinare Neira verso la macchina mentre brontolava per la rudità con la quale stava venendo trattata.

***



La benzina entrava silenziosamente e velocemente nel serbatoio della R8 di Joey. All'interno della macchina Neira aveva acceso la radio per distrarsi, ma la verità era che più si avvicinavano a Branchville più si sentiva crescere una certa ansia.
Si sporse per vedere se Joey aveva finito e notò che si guardava attorno circospetto. Qualche minuto prima aveva visto Lucrece dargli un'arma in mano e lui l'aveva presa senza opporsi, questo in un certo senso la preoccupò un po'.
Appena rientrò in macchina decise di parlargli.
- Senti...James - iniziò titubante
- Chi ti ha detto che mi chiamo così? - chiese mentre avviava il motore.
- Quella donna, Lucrece, ti ha chiamato così -
Joey sbuffò. - Cosa vuoi? -
- Beh ecco...mi chiedevo...quella pistola non sarà mica per me quando avrò finito di raccontarti tutto quello che vuoi, vero? -
Joey scoppiò a ridere. - Assolutamente no - riuscì a dire quando tornò a controllarsi. - Non ti ammazzo principessa, puoi stare tranquilla! -
Neira alzò le spalle. Quella risposta le bastava per passare alla successiva domanda. - Fra quanto arriviamo a Branchville? -
- Venti minuti circa. -
- Uhm....tu ce l'hai un cellulare vero? Posso fare una chiamata? -
- E chi vorresti chiamare, di grazia? -
- Il mio amore... - rispose lei abbassando leggermente il volume della radio.
- Niente sorpresa? - chiese Joey estraendo dalla tasca il cellulare e porgendoglielo.
Neira lo agguantò senza rispondere, prese un lungo respiro e poi iniziò a digitare un numero.
Non appena sentì la voce dall'altra parte del telefono rispondere, scoppiò a piangere.
Joey si voltò di scatto nel tentativo di capire quale fosse la causa di quel comportamento, ipotizzando addirittura che qualcuno le avesse potuto sparare da fuori la macchina.
Invece era solamente l'emozione per il risentire la voce del suo amore, dopo due lunghissimi anni.
- Sono io... - riuscì a dire appena calmò un po' le lacrime. - Sì, sto venendo da te... - aggiunse pochi secondi dopo. - Sì, sono fuori da quel bordello, sto venendo con un uomo...poi ti racconto...-
Joey continuava a fissarla sbalordito e spense immediatamente la radio per tentare di ascoltare la chiamata.
- Va bene, a casa di tuo fratello allora. Ciao... - e terminò la comunicazione. Joey non era riuscito a sentire nulla.
- Ebbene? -
La ragazza si asciugò gli occhi con le mani, dopodichè porse il cellulare al suo legittimo proprietario. - Non andiamo direttamente a casa sua ma da suo fratello, comunque la so la strada, appena entriamo a Branchville segui le mie indicazioni. -
Joey prese il telefono e decise di stare zitto, visto che non aveva potuto sentire cosa le era stato risposto dall'altra parte del telefono.
Non appena arrivarono a Branchville seguì esattamente le indicazioni che gli diede Neira e percorsero quasi tutta la città, tanto che quando la ragazzina gli disse di fermarsi erano già arrivati al confine con la prossima.
Accostò l'auto davanti a una serie di elegantissime case dipinte di bianco con un piccolo giardino recintato davanti e buttò l'occhio nella stessa direzione in cui guardava Neira. Nell'ultima casa, quella che gli aveva indicato la ragazza, qualcuno spostò la tenda per accertarsi del loro arrivo, dopodichè scomparì subito dalla finestra.
Neira non aspettò neanche che la macchina fosse completamente ferma, appena Joey rallentò scattò fuori dall'auto come una molla e si diresse a gran corsa verso il cancello di casa. Dalla porta principale uscì una ragazza che le corse incontro a braccia aperte, e Joey pensò che fosse qualche parente del tipo che stavano per incontrare.
Quando poi vide che le due ragazze, una volta abbracciate, si scambiarono anche un profondissimo e lunghissimo bacio in bocca, capì finalmente il perchè Neira avesse deciso di non dirgli niente fino a quel momento.

***



Seduto sul mobile della cucina, Joey guardava fuori dalla finestra in cerca di qualche volto sospetto. Visto che nessuno dei pochi passanti attirava la sua attenzione, spostò lo sguardo su Neira, che seduta al tavolo fissava con sguardo sognante la schiena della ragazza dai lunghi capelli biondi ricurva sui fornelli.
- Sto preparando giusto due cose, mi spiace ma mio fratello non aveva molto in casa...d'altra parte non vive praticamente mai qui... - disse rivolta quasi più a Joey che non a Neira.
Appoggiò il mestolo sul tavolo della cucina e si tolse il grembiule.
- Comunque signore io sono Samantha, piacere di conoscerla - disse allungandogli una mano.
Joey la guardò come se fosse un extraterrestre e rimase a fissarla per così tanto tempo che la ragazza fece per allontanare la mano, prima di vedersela finalmente stretta.
- Piacere mio... - rispose Joey con un sospiro.
Poi spostò lo sguardo su Neira che lo stava fissando.
- E' per colpa sua che sei finita in quel bordello? -
- Siediti - gli rispose indicando una delle sedie del tavolo. Non appena Joey lo fece Samantha tornò a guardare le pentole ai fornelli, ma di tanto in tanto si girava per ascoltare la conversazione.
- Lei è Samantha Greenfield, un'amica di Steven, il mio fratellastro. -
Al sentire pronunciare Steven, Joey si tirò dritto sulla sedia.
- E' stato proprio lui a presentarmela, due anni fa, in un locale a Ashville una sera. Lei sembrava annoiata, esattamente come lo ero io, e iniziammo subito a parlare. Scoprimmo molto velocemente che la pensavamo entrambe allo stesso modo riguardo a quelle serate nei locali "in" della città e fu un sollievo per me trovare qualcuno con cui potersi confidare. Certo, Steven a quei tempi era dolcissimo...ma si ostinava a dirmi che non uscivo abbastanza e che quando lo facevo non frequentavo la gente giusta, quindi di tanto in tanto mi portava in uno dei locali come quello in cui l'ho conosciuta. -
- Quindi tu...andavi d'accordo con Steven? - chiese Joey ripensando a quanto gli aveva detto Lucrece.
- Sì, a quei tempi mi faceva un sacco di regali, mi comprava vestiti nuovi, mi faceva venire a prendere da autisti con macchine lussuose...era così diverso il suo mondo dalla realtà quotidiana che vivevo con mia madre... - la voce le si spezzò in un principio di pianto, e Samantha fu lesta ad abbandonare i fornelli e avvicinarsi a lei confortandola stringendole una mano.
Come se avesse riottenuto nuove forze grazie a quel gesto, Neira ricominciò a parlare.
- Poi tutto cambiò quando vide che iniziavo a rifiutare i suoi inviti per vedermi sola con lei, arrivò addirittura a farmi pedinare da un suo uomo per scoprire cosa facevamo quando eravamo insieme. Sam mi diceva sempre che Steven provava una sorta di amore morboso nei miei confronti ma io non le volevo credere...quando poi mi fece la prima scenata capii che aveva ragione. -
- Quale scenata? -
- Quella che mi fece quando il suo uomo riferì che uscivamo solo io e lei, comportandoci come una vera coppia, andando al cinema, scherzando, passando il week end assieme da qualche parte...insomma, cose così. Lui urlò che dovevo smetterla di comportarmi in quel modo e anche di vederla, che in fondo Samantha non gli era mai piaciuta e di starle alla larga. -
- Era geloso di lei, insomma. - tagliò corto Joey.
- Già...ma io lo ignorai e continuai a vedermi con lei, come potevo smettere di vederla ora che finalmente avevo trovato la ragazza dei miei sogni? Non ho mai conosciuto una come lei... - si perse per un momento a guardarla e sebbene Joey capiva che non si vedevano da anni, decise comunque di recitare la parte del duro.
- Beh sì, lasciami da parte i particolari ok? Dimmi che ha fatto Steven dopo. Si è infuriato? Ha minacciato di ucciderti? -
- Mi ha picchiata una sera che aveva particolarmente bevuto, dopo che aveva scoperto che per l'ennesima volta gli avevo dato buca per stare assieme a lei. Mi disse che quella era l'ultima volta che la vedevo e che se avessi osato farlo ancora...le sarebbe successo qualcosa di brutto. - Samantha portò anche l'altra mano su quella di Neira che si era nuovamente fermata nel suo racconto. "Ricordi troppo dolorosi", pensò Joey.
- E' per quello che mi inventai quella storia al  Time Daily, non avevo nessuna prova che provava un bel nulla! Certo, sapevo che mio fratello tutti i soldi che aveva non li poteva guadagnare legalmente, ma non mi sarei mai messa contro di lui sul serio...volevo solo fargli capire che ci doveva lasciare stare, farci vivere la nostra vita... -
- E invece ha ucciso tua madre e sbattuta te in un bordello - concluse Joey.
Entrambe le ragazze abbassarono leggermente gli sguardi.
- Beh comunque non credo che una punizione del genere se la sia inventata tuo fratello, se la cosa ti può consolare. Una decisione del genere sarebbe potuta venire solamente a quel pervertito di tuo padre, sicuramente non a un mollusco come Steven -
Neira lo fissò, ma senza rabbia nello sguardo.
- Ma tu chi sei? Ora me lo devi dire... - chiese poi alzando leggermente il viso.
- James Hawk. - rispose lui, freddo.
Neira sussultò. - James Hawk? Quello che veniva soprannominato Dagger? -
Joey non fece in tempo a rispondere che Neira ricominciò. - Quello che la prima sera di apertura del Beautiful life cercò di violentare la prima ballerina sul palco davanti a tutti i presenti? -
Joey la fissò per un altro attimo, sentendosi addosso lo sguardo spaventato di Samantha.
- Già... - rispose poi.
  
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