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Autore: solomonty    28/06/2015    2 recensioni
Si incontrano e vengono travolti da un fiume di parole.
Domande strane e risposte ancora più strane.
Ecco cosa succede quando i personaggi di NCIS Los Angeles incontrano il loro creatore.
Lunga chiacchierata in due capitoli.
Spoiler dopo la 616 ed. italiana.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Martin A. Deeks




Mi scusi… ha un momento?

Parte 1



C’è un uomo di mezza età, capelli quasi tutti bianchi, barba e baffi, seduto su una panchina, nel parco. Legge dei fogli che di volta in volta tira via da una cartellina.
Un gruppo eterogeneo di persone si avvicina da un viottolo.
Parlano tra loro, c’è chi spinge chi, ridono, borbottano.
C’è una piccola donna e una ancora più piccola, un uomo attempato, uno spilungone e altri giovani dai corpi da copertina. Occhi azzurri, gambe da gazzella, capelli biondi, muscoli a non finire… tanto per gradire.
Sorpassano l’uomo della panchina; poi uno di loro si ferma e si volta facendo fare agli altri la stessa cosa.
Scruta bene l’uomo e si avvicina.
 
“Mr. Brennan?”
“Sì?"
“Uh, salve… ha un momento?”
“Hum… prego.”
“Noi vorremmo approfittare della situazione e chiederle delle delucidazioni in merito alle nostre storie.”
“Mi scusi?”
“Sì, insomma, ci sono cose che non sono chiare e vorremmo capire.”
“Spero di potervi aiutare, signor?”
“Callen… G, Callen.”
“Ma certo, che sciocco, l’ho inventata io.”
“Infatti…”
“Mi dica, signor Callen, cosa non le è chiaro?”
“Tanto per incominciare: dopo sei anni non le sembra ora di darmi un nome? voglio dire: il mistero poteva essere intrigante nelle prime due serie ma poi… poteva approfittarne durante il capitolo rumeno… ho un nome così tanto misterioso, che gli enigmi del Santo Graal, la Gioconda, Lochness, Stonehenge e Jimmy Hoffa, tutti insieme, sono semplici come un’equazione di primo grado.”
“Ha ragione, ma con i produttori abbiamo convenuto che se avessimo svelato il mistero il suo personaggio avrebbe perso smalto.”
“Santo cielo, è solo un nome… che so, Gilbert, Gary, Gavin, Gavril, Gordon, Grijgory… ce ne sono un’infinità e non è detto che debba essere per forza rumeno; del resto, per quello che è stato detto, sono nato negli Stati Uniti!”
“Le prometto che sveleremo questo mistero al più presto.”
“Bene, grazie; almeno mi sentirò un po’ più completo… e, a questo proposito, ho delle domande.”
“Spero di avere le risposte.”
“Trentasette affidi… trentasette affidi sono un po’ troppi, anche per uno fico come me; ma chi ci crede? E poi sono rimasto tanto traumatizzato, e ci credo, dico io, ma non so nulla di tutti questi traumi… lei ancora non mi ha fatto sapere niente di quella che è stata la mia infanzia… dopo sei anni devo dare delle spiegazioni ai miei fan!”
“Beh…”
“Eppoi, perché ho lasciato la CIA? Cosa è successo che mi ha fatto abbandonare un’intelligence per un’altra?”
“A lei piace dare degli idioti a quelli della CIA.”
“Sì, ma perché?”
“Fa ridere i telespettatori.”
“Lo so, sorrido pure io ogni volta che do degli idioti a quelli della CIA.”
“E allora vede che tutto torna?”
“Cosa sta dicendo? Mi spieghi perché non «stupidi» o «ebeti»… perché proprio «idioti»?”
“Anche questo a tempo debito…”
“E mio padre? Era americano, anche lui un idiota ed è sparito nel nulla, nessuno ne sa niente…”
“È vero, è proprio un mistero…”
“Chi è Arkady? Mica ho capito se è amico o nemico… vabbè che nel mondo delle spie niente è quel che sembra ma…”
“Lo ha detto lei: nel mondo delle spie…”
“Per quel che ne sappiamo tutti, potrebbe essere lui mio padre.”
“Certo, per quello che ne sappiamo…”
“E come la mettiamo con Joelle, eh? Compare una prima volta, poi in un altro episodio ne parlo en passant… e adesso le rivelo che sono un fichissimo agente del governo?”
“Non va bene?”
“Ma chi la conosce Joelle! Oh, è molto, molto carina e coraggiosa ma non ho vissuto l’evoluzione di questo rapporto… mi avete affibbiato una fidanzata e l’ho baciata a malapena, cavolo!”
“Beh…”
“Ora, a rigor di logica, Hetty dovrebbe arrabbiarsi perché ho svelato alla mia ragazza-che-ho-baciato-a-malapena, la prima regola… dica la verità, volete ucciderla, Joelle? Sì, dai… noi abbiamo questo lavoro mega-super-ultra-iper segreto che nessuno deve scoprire e che è a conoscenza di una ristretta cerchia di persone.”
“Infatti.”
“Infatti un corno, Mr. Brennan… lasciamo bigliettini da visita a dritta e a manca; in qualunque scena del crimine ci facciamo riconoscere, chiediamo collaborazione a gente tipo Jorge o Haime, non mi ricordo mai come si chiama e poi, che so, i genitori di Nell o di Eric li ricopriamo di bugie… non è un po’ da sciocchi? Potreste sistemare questa cosa? Mi sembra proprio una presa in giro per il pubblico.”
“Non sia così severo, signor Callen.”
“Ah, ancora una e la lascio.”
“Mi dica.”
“Allora: noi siamo la più fichissima squadra di intelligence di tutti i tempi, sappiamo fare tutto e lo facciamo al meglio.”
“Sì, certo.”
“E allora perché io tratto i miei collaboratori come fossero degli idioti?”
“Via, non dica così…”
“Anche loro lavorano per la CIA?”
“A questo non avevo pensato.”
“È stato lei a crearmi così speciale e contorto, non si lamenti.”
“Assolutamente… stavo dicendo che i suoi colleghi non sono idioti, anche se lei li tratta come tali.”
“Mi confonde le idee, ma in questa squadra non c’è il meglio del meglio?”
“Certo, vi abbiamo cercati fichi e chiazzati!”
“Mi sono accorto (perché lei mi ha creato anche perspicace e intuitivo!) che molte sceneggiature denotano quanto siano tutti così tanto incompetenti, che se non intervengo per dirgli anche quando andare al gabinetto suppongo resterebbero immobili nell’inquadratura della macchina da presa.”
“Lei sta attento a troppi dettagli!”
“Può farmi fare due chiacchiere con gli sceneggiatori e con gli assistenti di scena?”
“Non serve, può dire a me.”
“Ok, cosa mi dice degli orologi?”
“Orologi?”
“Vi siete accorti, vero, in fase di montaggio, che non abbiamo mai gli orologi sincronizzati né tra di noi né con l'ora presunta in cui si svolge l'azione?”
“Perbacco, non me ne sono mai accorto!”
“Qualche fan, sì… e ce l'ha detto via Twitter.”
“Che vergogna, su Twitter resta tutto nero su bianco, per l'eternità.”
 
Da dietro la panchina sbuca fuori un omone, pelato come il Genio della Lampada, con tanto di sbrilluccichìo.
L’uomo seduto lo guarda ma non sa dire se quello è un sorriso o una smorfia!
“Dai G, basta, tocca a me… ho un po’ di domande per Mr. Brennan.”
“Oh, Sam Hanna… quanto è grosso visto da vicino.”
“Grazie, ma è anche merito delle magliette che indosso, se ne parla fino allo sfinimento… a proposito, potreste farmi dire cose più intelligenti?”
“Perché, non le piacciono le sue battute?”
“Cosa fa? Risponde a una domanda con una domanda? Cavoli, anche io ho risposto a una domanda con una domanda… capisce cosa voglio dire? Le sembrano battute degne di un super-gagliardo come me?”
“Andiamo, signor Hanna, lei è come papà orso…”
“NapoOrsoCapo, Yoghi o Bu-bu? Io sono un Seal, Mr. Brennan… dovete decidere, lei e i suoi compari, se sono tutto d’un pezzo o un frignone che predica bene e razzola male.”
“Cosa intende?”
“Sono uno che salva il mondo o si fa prendere dal panico se la moglie, che fa lo stesso lavoro, è nei guai?”
“Il momento era così stressante, per lei e per la sua famiglia.”
“Dovrei essere preparato, no?”
“Ma l’amore è l’amore…”
“E allora dovevo andare a lavorare per una ditta di peluche!”
“Addirittura!”
“Sì, perché prima riempite la testa della gente su quanto siamo élitari e imbattibili e poi mi fate cag…”
“Ah! non sia scurrile.”
“…are in mano… mi avete fatto fare una figuraccia con i telespettatori… anche perché, dieci minuti prima, me l’ero presa con Shaggy.”
“Era per la tensione.”
“Quello che gli ho detto mi ha fatto odiare da una gran fetta di donne, sa? E poi mi sono preoccupato di mia moglie, che è una professionista seria, neanche fosse mia figlia al ballo della scuola… se volevate farmi avere un’anima sotto questa mega corazza di muscoli, potevate giostrarvela meglio…”
“Cosa avremmo dovuto fare?”
“Intanto darmi un po’ più di quattro battute per chiarirmi con Shaggy, in ospedale… vi piace creare conflitti e poi li risolvete in due secondi con parole che sembrano pubblicate su «Il Calendario di Frate Indovino».”
“Chi?”
“Lasci stare.”
“Perché si lamenta? Gli spettatori hanno gradito le tre sparutissime parole, densissime di significato, che vi siete scambiati; hanno risolto tutti i vostri problemi e vi hanno fatto diventare amichetti di culo… va bene, no?”
“Mica può dire «culo» tanto per dire, eh, lei non è un rapper!”
“Dico, e vi faccio dire, quello che mi pare… so quello che il pubblico vuole e sono disposto a passare sopra alla credibilità dei personaggi e della storia pur di ottenere share!”
“Ah, è per quello che appena dopo essere stato torturato sono tornato subito al lavoro?”
“Certo, lo sanno tutti che quelle scariche elettriche erano finte, era inutile tenerla sdraiato in un letto d’ospedale, mica possiamo prendere in giro la gente!”
“Ok, ma cosa intende fare per me? voglio essere qualcosa di più di un Big Jim.”
“Tipo Ken?”
“Tipo He-Man!”
“Capisco… ha delle idee?”
“Potreste raccontare perché ho lasciato i Seal… perché li ho lasciati, no? Mica ho fatto come il mio amico e collega Steve McGarrett* di "Hawaii Five-O" che è rimasto comunque nel corpo…”
“E potremmo fare un altro cross-over!”
“Sì, sarei il protagonista.”
“Ci sono anche gli altri, signor Hanna…”
“Davvero? Strano… ho così tante inquadrature e battute, che pensavo di essere il più importante: sono secondo nella sigla e il mio nome chiude la presentazione… insomma, il Premio Oscar (2*) l’avete messo prima…”
“Arrivati a certi punti, bisogna alzare le mani, sa?”
“Non mi interessa… piuttosto, potrebbe farmi sapere qual è il rapporto che ho con mio padre, il colonnello Hanna? Non faccia quella faccia (continuo a dire cose insensate, lo sente?), l’avete tirato fuori voi, così, d’emblèe, senza motivo e adesso?”
“Ma perché, pensa che il pubblico se ne sia accorto?”
“Non lo so… l’unica cosa che so, è che la questione dei genitori è risolta solo per Kensi… era necessario infilarci anche mio padre? Non era meglio se mi facevate orfano?”
“Per l'amor del cielo, davvero dice cose senza senso! ”
“È colpa dei suoi sceneggiatori, porc… ah, ma se mi arrabbio, spacco tutto, sono capace… so fare bombe, trappole, catapulte, fossati con coccodrilli, vergini di Norimberga, il castello dei Playmobil e la Morte Nera della Lego.”
“Si tranquillizzi, via, sistemeremo la faccenda del colonnello… magari lo faremo amico e collega di Hetty, o, che ne so, del padre di Callen, tanto per dare una fluidità e ovvietà al vostro rapporto rendendolo quasi mistico.”
“Santo cielo, sta creando la mia fanciullezza adesso, così, dal nulla.”
“Sì… e non si dica che non sono in grado.”
“Grazie… ma c’è qualcosa che mi preoccupa e dico seriamente!”
“Sono qui per lei.”
“È per il mio figlio maggiore, Aiden.”
“Mbèh?”
“Ma chi è? Voglio dire, che non avessi un unico figlio era venuto fuori per sbaglio, qualche stagista scemo doveva aver lasciato in giro dei fogli… comunque, ormai il danno era fatto… non è che potreste far morire lui, così ce lo togliamo dalle scatole?”
“Lei non ha pietà per nessuno!”
“Macché, quella stitica è Kensi… io sono solo pratico; meno personaggi, meno impicci e più inquadrature per me… comunque, se non volete farlo fuori, potreste dirmi da dove sbuca?”
“Uh, mi coglie impreparato.”
“Che razza di padre sono se quando in Afghanistan eravamo su quel dirupo in mezzo ai proiettili, ho guardato la foto della mia famiglia con gli occhi da triglia e lui nella foto non c’era? Dica la verità, vi eravate completamente dimenticati che mi avevate appioppato un altro figlio quando abbiamo girato quell’inquadratura…”
“Volevamo la suspence, su Aiden…”
“Ok, ma chi è? Dov’è la madre? Mica è Michelle… non rientra nei tempi, lo sapete vero, lei e i suoi cervellotici autori?”
“Cosa intende dire?”
“Cavoli, ve li siete inventati voi i tempi… Aiden ha più anni di quanti ne abbia il mio rapporto con Michelle… la matematica non è un opinione, o al solito, non ci avete pensato?”
“Troveremo il modo…”
“Un’altra cosa…”
“Mi dica.”
“Perché se sono un Rambo dei nostri giorni, a volte uso tutto il caricatore della pistola e neanche colpisco il bersaglio? Che figura ci faccio con le telespettatrici che ammirano i miei pettorali?”
“Sono tecnicismi…”
“E poi, basta con i siparietti con Callen che ciuccia il lecca-lecca; le battute sono sempre le stesse e così le nostre facce.”
“Ho preso nota, signor Hanna.”
“Bene… sistemi queste cose insensate altrimenti le scrocchio tutte le ossicine.”
 
Si fa avanti la donna più piccola che abbia mai visto; l’uomo con i fogli in mano sorride, ma non è tanto contento!
Con un dito ossuto e storto la donna minaccia l’omone nero che, intimorito, fa un passo indietro.
“Mr. Hanna, la smetta di minacciare Mr. Brennan!”
“Grazie, signorina Lange.”
“Non ringraziarmi, anche io ho da dirti un paio di cosette.”
“Beh, ormai sono qui…”
“Sono un po’ stanca del mito che mi hai costruito intorno; se prima poteva essere interessante, negli anni mi avete fatto combinare delle cose assurde, che non avrei mai potuto fare e che agli occhi di chi mi guarda alla tv, mi ha sminuita.”
“Come sarebbe a dire?”
“Ma sì, prima voglio molto bene a Callen e poi si scopre che ho monitorato le sue trentasette famiglie senza fare niente.”
“Ma ha creato un conflitto tra voi e possiamo andare a ripescare questa faccenda spinosa se le cose si ammosciano.”
“E che ho assolutamente voluto nella mia squadra il detective Deeks e poi, se non si rimetteva subito in piedi dopo la tortura, ero pronta a cacciarlo a calci.”
“Davvero, Hetty, mi avresti cacciato?”
La voce arriva da fuori il Foglio Word.
“Certo, è servito per far stare col fiato sospeso un po’ di telespettatrici…”
“Ah, che genialata, anche perché sei venuta a casa mia tutta preoccupata… piuttosto, non te l’ho mai chiesto… hai le mie chiavi o attraversi i muri? E da dove sei uscita, visto che ti hanno inquadrata mentre andavi da un'altra parte? (3*)”
“Oh, riccioli d’oro, ma quanto parli… a cuccia, lì!”
“Come vuoi tu, capo, tanto sono il più scemo di tutti, qui…”
E la voce esce dal Foglio Word.
“Come ti dicevo, Mr. Brennan, prima che il personaggio più ridicolizzato della serie aprisse la bocca, perché non mi fate essere coerente?”
“Lei è misteriosa… e questo modo ameno di comportarsi confonde le idee e tiene incollati i telespettatori al video.”
“Sì, ma fa di me una scema.”
“Non verrà notato da tutti… in fondo non è lei la protagonista.”
“Sono la burattinaia.”
“Brava, sì… quella che tira i fili.”
“Allora spiegami perché ce l’ho così a morte con Owen e poi ci faccio i brindisi? Non capisco, subdola sono subdola ma così mi fate diventare fetente.”
“Tutto verrà chiarito, signorina Lange.”
“Tremo all’idea.”
“Prego?”
“Allora, durante questi sei anni ho fatto sempre e solo quello che mi importava… ho manipolato i miei subalterni, tipo mandare Kensi alla ricerca di Jack… certo pure voi "sète de’ coccio" (4*). Te l’ho detto in dialetto romano: conosco 5847635296056372891 lingue, dialetti e idiomi… così, tanto per sfoggio, eh? Ve l’ho servita su un piatto d’argento.”
“Non la seguo.”
“Me ne sono accorta: col ritorno di Jack avreste potuto sfruttare il triangolo sentimentale e una volta tanto essere seri e credibili in queste faccende di cuore e invece avete rispedito Jack a fare il beduino.”
“Sappiamo dov’è Jack, se servirà lo ripescheremo!”
“Dovresti coordinarti meglio con i tuoi scrittori… mi fate così onnipotente e poi non ho ancora scoperto dov’è la madre di Deeks, e cacchio, fatecelo dire, il suo nome, qualche volta.”
“Andiamo, è divertente questa storia del nome, no? E per la madre, devo ancora decidere!”
“Oh, signore… e il padre di Callen e il suo nome?”
“Ah, ah, ah… sono proprio in gamba!”
“Prevedo altre otto serie…”
“Se continuate a fare quello che vi dico, ci saranno soldi per tutti!”
“Certo, capisco il business ma anche la credibilità dei personaggi dovrebbe essere importante.”
“Ci pensa un po' troppo; secondo lei interessa a qualcuno la madre di Deeks? Vogliono solo vederlo rotolarsi con Kensi.”
“Bleah… che ci azzeccano?”
“Non lo so e non mi importa, così vogliono gli spettatori… mi dica, deve lamentarsi di altro?”
“Sì, come mai ho lasciato andare uno come Paul Angelo?”
“Ah, per tutti i copioni, è per sottolineare quanto è forte, no?”
“No, mi sembra un po’ sciocca come soluzione… è anche vero che avete imbrogliato le carte e non si è capito se ci fa o ci è.”
“In che senso, scusi?”
“Beh, fa tutto il fico, parla dei cuori, è più psicologo del signor Getz eppure è convintissimo di farla franca con me… quindi, ci fa o ci è?”
“Vedremo…”
“È passato un anno e ancora non lo avete fatto ricomparire.”
“Ribadisco: vedremo…”
“Mi state facendo fare una figuraccia e poi, siamo seri… mi avete dato un enorme potere e poi mi fate perdere tempo dietro a delle scemenze.”
“Ma non è vero, lei è troppo severa.”
“Allora dimmi, che c’entra il bigliettino «sunshine & gunpowder» che ho mandato a Deeks? Insomma non ho ancora capito se caldeggio questa coppia oppure no… ma chi sono, Cupido?”
“L’abbiamo fatto per indurre il pubblico a pensare che Kensi e Deeks potevano essere una coppia.”
“E io che c’entro?”
“Se parte da lei è come se fosse la coppia fosse legittimata.”
“Pazzesco, sono una ruffiana!”
“Che paroloni…”
“E poi, avete rotto così tanto co’ sta storia del «sunshine & gunpowder».”
“Due parole che hanno un gran significato per il detective Deeks.”
“Ah, Shane, cosa dici? Smemorato che non sei altro… qualche episodio dopo, Shaggy, in ufficio, ha detto a Sam che lui odorava di «patchouli & gunpowder»… non hai idea della confusione che ha generato quella frase… potevate dircelo che era bisessuale.”
“Ma non lo è!”
“È vero, non lo sono anche se non disdegno le cose a quattro. ”
Ancora la voce da fuori.
“Sì, che lo è.”
“No, signorina Lange, perché lo pensa?”
“Beh, se «sunshine & gunpowder» ha voluto dire tanto amore… per onestà d’intenti, «patchouli & gunpowder» doveva esserlo altrettanto… mica potete inventarvi solo quello che vi fa comodo, eh!”
“Io m’invento sempre quello che mi fa comodo… una storia d’amore tra l’agente Hanna e il detective Deeks non avrebbe avuto tanti seguaci quanto quella con Kensi.”
“Per accontentare i Densi, tu e la produzione avete ridicolizzato questa serie.”
“Non ci crederai ma c’è anche qualche NoDensi che mi scrive dicendo che trova i vostri episodi molto comici… è bello quando il pubblico ride, no?”
“Mica siamo «The big bang theory».”
“Magari…”
“Piuttosto, non dovrei insegnare a Nell a essere la futura me?”
“Ogni cosa a suo tempo.”
“Oddio, quanto durerà  ’sta storia? Siamo alla fine della 6a stagione e io, anno più, anno meno, con tutto il mio vissuto, dovrei avere almeno seicentocinquanta anni, mi sento come Doko della Libra… sarebbe ora di farmi fare una bella festa di pensionamento.”
“Stiamo pensando anche a quello.”
“Ah! Ma io ti disintegro, come ti permetti? Ti ricordo che conosco la sequenza dei colpi dei sei passi… zac, zac, ti sposti da qui a lì e poi muori, eh?”
“Quello era un film.”
“Shh, mica tutti lo sanno a cosa vi ispirate…”
“Ho notato che mi ha dato del tu per tutto il tempo.”
“E allora?”
“Lo sa che nell’edizione italiana lei dà del lei a tutti?”
“Come sei spiritoso, Shane.”
“No, davvero… dà del lei in continuazione.”
“Impossibile!”
“Anche io ho detto la stessa cosa quando l’ho saputo.”
“Mi dovrò allontanare per pensare a questa cosa così scema… presumo che una spiegazione ci sia.”
“Se la trova me la faccia sapere, grazie.”
“$&%@#*!”
“Certo, anche io, signora Lange.”
 
L’uomo attempato si fa avanti e con una calma da bradipo muove una mano.
“Dai, Henrietta… non minacciare Mr. Brennan con i sei colpi.”
“Stai zitto, Owen… ricordati che hai una battuta contro le mie venti!”
“Già, infatti, Mr. Brennan, com’è questa storia? Mi mettete nei titoli della sigla e poi mi fate dire tre battute a episodio”
“Le cose miglioreranno, signor Granger.”
“No, perché nonostante io sia un vicedirettore, mi sembra che non gliene freghi niente a nessuno.”
“Su, non dica così.”
“Me lo dica lei, allora… insomma, borbotto ma poi, se posso dare una mano ai ragazzi gliela do sempre, come quella volta con Sam e la moglie o ultimamente in Messico con tutte quelle donne… cerco di essere gentile e loro… sì, voi, cafoni che non siete altro, sono maleducati, irrispettosi delle gerarchie…”
“Ed io che ci posso fare?”
“Ci ha inventati lei, a chi lo dico, scusi? Non le sembra inutilmente stupido e inconcepibile come comportamento?”
“Ribadisce quanto siamo fichi.”
Tante voci fuori il foglio.
“Li sente? Le sembra normale che dei subalterni si comportino in questo modo? Perché non mi date qualche battuta efficace contro questo scempio?”
“In effetti ha ragione.”
“Sì, e la ragione è dei fessi… faccia qualcosa, perché il mio personaggio, se possibile, è bistrattato peggio di quello di Deeks… anche se io, ogni tanto, vengo chiamato per nome e mi mostro seminudo in compagnia, seminuda, femminile…”
“Martin, Martin, Martin… io mi chiamo così!”
Stessa voce solitaria, ancora fuori dal foglio.
“A noi non ce ne frega niente, però.”
Coro di prima.
“Vede Mr. Brennan? Mi parlano sopra, si comportano come se non ci fossi.”
“Ho capito e le prometto che cercherò di sistemare le cose.”
“Grazie e già che c’è, potrebbe darmi un trascorso.”
“Come?”
“Un trascorso, un passato… pure io sono una mega spia con licenza d’uccidere, che se lo è dimenticato?”
“Oh, no no, lo ricordo bene.”
“E che mi dice delle scaramucce che ho con Hetty?”
“Beh…”
“Fateci sapere che cosa è successo in passato di così tanto grave che le ha fatto giurare odio eterno nei miei confronti.”
“Davvero?”
“Oh, ma con chi sto parlando? Pronto? Lei è Mr. Brennan, l’autore di Ncis Los Angeles, o no? E comunque, per la cronaca, su word io ho una sola pagina… si faccia qualche conto.”
“No, si dia una regolata lei: mica l’ho fatta così piagnone.”
“Non mi piango addosso, dico solo che non vengo mai preso sul serio… anche questa irriverente scemetta che scrive questa stupida fic mi sta trattando come se non contassi nulla!”
“Questo è vero… ehi, tu? Montydeeks? dacci un taglio!”
 
Oh, scusatemi, ma proprio non resisto. Siate sportivi, mi sto divertendo come una matta a scrivere questa fic.
 
Due ragazzi si fanno spazio e si piantano di fronte all’uomo della panchina.
È il ragazzo occhialuto a parlare per primo.
“E noi che dovremmo dire, allora?”
“In che senso?”
“Guardaci, sembriamo genio e più genio.”
“Perché, non lo siete?”
“Sappiamo premere i tasti sui computer, questo sì.”
“Non vi sta bene niente… vi siete chiesti come mai servite tutti e due per risolvere i casi?”
“Perché siamo scemo e più scemo?”
“Come?”
“Ops! Genio e più genio?”
“I vostri casi sono molto complicati… jihad, bombe nucleari, spie che vengono da lontano e… jihad, bombe nucleari, spie che vengono da vicino e… jihad, bombe nucleari, spie che non vanno da nessuna parte e…”
“Ti prego, abbiamo capito… la varietà dei soggetti dei nostri episodi è sotto gli occhi di tutti, non devi spiegarcelo.”
“Non so, non vi vedo contenti.”
“Insomma… io sono il genio fighetto, brillante e stupefacente.”
“Cosa non ti quadra, Eric?”
“Non sono un personaggio originale.”
“Che assurdità.”
“Sono la brutta copia di Greg Sanders, quello di CSI.”
“Non ci azzeccate niente.”
“Nomi diversi, compiti diversi, uffici diversi… stessa pappa, però: biondino, magretto, molto intelligente, non protagonista ecc. ecc.”
“Cosa vorresti per il tuo personaggio?”
“Boh, magari che la smettesse di fare la faccia furbetta o lo sguardo preoccupato quando arriva Hetty, fatemi provare qualche altra espressione… e per favore, basta minicorsette con la sedia da un pc all’altro, eh? Non ho dodici anni.”
“Ah, no? Non eri precoce e geniale?”
“Quella sono io.”
A rispondere è una ragazzina.
“Oh, ciao Nell.”
“Ciao, Shane.”
“Tu non ti lamenti?”
“Eccome! Ti sembro una giovane donna in carriera, vestita così? Neanche la mia bisnonna si veste in questo modo.”
“Non credevo ti importasse.”
“Va bene che per far passare Kensi come l’unica femmina seducente dovete imbruttire me e affiancarmi Henrietta Lange… però, cavolo, sono femmina anche io.”
“Pensavo ti piacesse Kensi.”
“E chi è? In sei stagioni sono documentate sola un paio di uscite… un po’ poco per un’amicizia.”
“Quindi vorresti essere una femme fatale e avere Kensi come amica.”
“Ma che ti inventi? Lo vedi che parti per la tangente? Ho detto solo che potrei essere un pochino più aggraziata e femminile, dovresti darmi una chance.”
“Per fare cosa?”
“Che ne so, qualcosa… quando ho fatto coppia con Shaggy, per esempio.”
“Chi?”
“Shaggy.”
“Chi?”
“Oh, quello biondo… ehi, come ti chiami?”
“Per voi, Marty Deeks.”
La voce solitaria.
“Quando abbiamo fatto coppia mi sono divertita.”
“E allora?”
“Potresti scrivere qualche soggetto che mi faccia uscire di nuovo con lui.”
“È troppo alto per te.”
“Guarda che sono state scritte un sacco di fanfiction su di noi, eh? Siamo una coppia che esce fuori dagli schemi, imprevista… puoi giocare su questo…”
“Esistono i Dell?”
“Non so se ci chiamano così o Neeks.”
“Neeks non credo, sembra una squadra di basket.”
“Quelli sono i Knicks… beh, comunque esistiamo anche noi e tu non puoi ignorarlo.”
“Scusami, non lo sapevo.”
“Giura che non sbirci le fan fiction di tutto il mondo per avere ispirazioni!”
“Non lo giurerò mai!”
“Però non puoi fare finta di niente… lo spilungone piace anche a me.”
“Piace a molte, se è per quello; anche la mia vicina vuole una storia con lui… e ogni tanto, anche io.”
“Dai, Shane, andavamo un sacco d’accordo, io non l’ho mai preso in giro e mi sono fidata della sua esperienza e lui era così contento… anche se quando è tornata Kensi, ha fatto la faccia stupida.”
“Non ho fatto la faccia stupida.”
Ancora lui.
“Ah, no? Vai a rivederti nell’episodio 520, quando ti dicono che devo venire io con te perché lei rimane alla base… hai fatto una faccia.”
“Sulla sceneggiatura c’era scritto di fare quella.”
“Ma non aveva senso… siamo sempre stati buoni amici, non c’era motivo perché tu facessi quella faccia.”
“Lo so, ma mi fanno fare un sacco di cose sceme.”
“Ci sono rimasta male.”
“Però, poi, fuori ci siamo divertiti, giusto? Noi ridiamo sempre quando lavoriamo insieme.”
“Infatti, ma qui si perde un sacco di tempo dietro questa storia scema dei Densi, eh!”
“Concordo, partner!”
“Zitti tutti e due, non dite assurdità; il momento era topico e non era una cosa scema… tu, scapigliato, dovevi fare quella faccia perché così le telespettatrici avrebbero pensato che volevi Kensi, che l’amavi, ti mancava, la volevi sposare, farci un sacco di figli, aprire con lei un allevamento di cani o di cioccolatini, che non vedevi l’ora di dormirci e anche farci un sacco di sesso e rotolarti con lei nel disordine che c’è sul suo divano, farci surf, snowboard, skateboard e tutti i board che possono venirti in mente in quella zucca libidinosa.”
“Cavolo, tutto in uno sguardo!”
“Beh, le telespettatrici hanno una grande immaginazione.”
“Sì, già, tornando a me… vorrei avere abiti femminili, battute decenti, una frangetta umana e smettere di tirarmela, neanche ce l’avessi solo io!”
“Non ti piace essere altezzosa?”
“Non particolarmente… sono iperintelligente; in fondo, l’unica cosa che chiedo è di uscire ogni tanto dall’ufficio.”
“Farò quello che posso per accontentarti.”
“Mi metti in coppia col biondo, eh?”
“Ma lui ce l’ha già una compagna, vatti a rivedere l’episodio dei procioni, ha un substrato emozionale tutto da scoprire.”
“Procioni? Ma che è una puntata con Jeff Corwin? Davvero funzionano ‘sti giochetti? va bene, lascia stare Shaggy o come si chiama, inventati un altro personaggio… lo farai per me?”
“Vedremo, se il budget me lo permette…”
 
In quel momento, si fa avanti un giovane dall’altezza vertiginosa.
Si avvicina e senza perdere tempo, parla.
“Ah, quindi è una questione di budget se io compaio poco.”
“Oh, dottor Getz…”
“Voglio dire… nessuna serie televisiva ha mai avuto uno specialista inesorabile come me… tre parole e risolvo i problemi di tutti.”
“Ti ho fatto molto in gamba.”
“Sì, così in gamba che mi hanno richiesto anche a Grey’s Anatomy… sai, anche lì ci sono guarigioni incredibili.”
“È possibile che ti senta un po’ polemico?”
“No, non polemico… vorrei che tu mi dessi, che so, almeno due episodi per risolvere i vari problemi che ha la squadra.”
“Sì, però poi non resta il tempo per sconfiggere la jihad, le bombe nucleari, le spie che vengono da lontano e la jihad, le bombe nucleari, le spie che vengono da vicino e la ji…”
“Sì… la jihad ecc. ecc. non farmi l’elenco dei variegati soggetti che abbiamo affrontato, finiremmo dopodomani… dico: prendi Sam quando è stato torturato… una frase sul suo imminente e inarrestabile crollo e lui, zac… guarito! ti pare credibile, Shane?”
“Non lo so, ma so che sei un fichissimo psicologo, Nate e questo piace.”
“E freaks, geeks, Deeks, Shaggy? Sbarella in spiaggia in preda a demoni che gli fanno chiedere se è pazzo oppure no ed io, invece di confortarlo e aiutarlo, gli inculco nella zucca che l'unica soluzione che ha per guarire è quella di sposare Kensi che, in realtà, non c’entra niente ma serve a spostare l’attenzione su di lei e sui Densi, togliendola da lui e dal dramma che sta vivendo.”
“Quindi?”
“Ti sembra una soluzione per guarire? Ma dove hai studiato psicologia, alla scuola di Fantasilandia? lui neanche ci pensava a lei in quel momento…”
“Ma le fan, sì e noi dobbiamo fare quello che vogliono i fan.”
“Sì, ma con criterio.”
“Ma che ti importa, lui è guarito tutto contento e tu hai fatto la figura di un santone… meglio di così… perché ti lamenti?”
“Perché sono uno psicologo, sono laureato e mi fate fare la figura del ciarlatano… credevo fosse seria questa serie, logica, veritiera il più possibile.”
“Senti, la verità è che la serie stava annaspando e l’unica cosa che interessava il pubblico era una possibile storia tra quei due e così…”
“Ma non sta in piedi una storia tra quei due.”
“Chissene frega? Ringrazia il cielo che siamo riusciti ad arrivare fin qui.”
“Capirai, mi date due battute ogni quindici episodi…”
“Cosa vuoi che ti dica? Cercherò di darti più spazio ma non voglio più drammi… il nostro pubblico non li apprezza… vuole vedere soltanto se quei due finiscono a letto!”
“State parlando di me?”
Si intromette una voce.
“Aspetta il tuo turno per favore, non ho finito.”
“Sì, che hai finito… sono io la star di questa serie.”
 
 

 


Onor del vero non sono contenta di aver dovuto dividere la mia storia ma era troppo lunga.
Avevo bisogno di dire un po’ di cose che non mi stanno bene e che, mannaggia, mi hanno fatto, lentamente, inesorabilmente, allontanare da questa serie. Non aspetto più con ansia l’episodio da guardare di notte, in contemporanea con gli Stai Uniti né mi va più di stare dietro alla bislacca programmazione italiana. Episodio dopo episodio m’è passata l’allegria di seguire le storie. Le guardo, sì, ma perché c’è Martin Deeks che resiste, zoppicante, sfuggente e io tifo tantissimo per lui: spero che si risolva tutto per il meglio, e che lui possa uscirne e, allegramente, li mandi tutti a quel paese.
Per lui ho scritto questa storia e a lui la dedico.
La questione della gerarchia dei nomi, nella sigla di testa, lascia un po’ a desiderare: ci sono regole ferree e se Chris O’Donnell è il protagonista e va per primo, le lunghissime e prestigiose carriere del signor Ferrer e della signora Hunt li avrebbero dovuti far collocare rispettivamente con un “with” per lui, penultimo e un “and” per lei, all’ultimo posto, visto che l’Oscar vince su tutto…
Grazie, signor Jeff Corwin: guardo tutti i tuoi bellissimi documentari, come quello girato in Italia sul Falco Pellegrino!
La parte 2 arriverà relativamente presto (non ho internet!) con gli ultimi due componenti della squadra.
A presto.
Monty
 

*forse sbaglio però mi sembra proprio così; inoltre, spesso, Steve viene chiamato Comandante e non esclusivamente riferito alla Five-O.
2*Linda Hunt, Premio Oscar nel 1984 per “Un anno vissuto pericolosamente”.
3*eh sì, errore degli assistenti di scena!
4*"siete di coccio": avete la testa dura.
P.S. Signor Brennan, sono contenta che tu abbia ideato Ncis Los Angeles… molto meno per averla così tanto rovinata! M.
        


Disclaimer: G Callen, Arkady, Joelle, Henrietta Hetty Lange, Jorge o Haime, Nell Jones, Eric Beale, Sam Hanna, Il Calendario di Frate Indovino, Genio della Lampada, NapoOrsoCapo, Yoghi, Bu-bu, Shaggy, Big Jim, Ken, He-Man, Steve McGarrett, “Hawaii Five-O”, il Premio Oscar, il Colonnello Hanna, Kensi Blye, Playmobil, Morte Nera Lego, Aiden, Michelle, Rambo, Martin Marty Deeks, Shaggy, Owen Granger, Jack Simon, Paul Angelo, “The big bang theory” Nate Getz, “Grey’s Anatomy” “Ncis Los Angeles”, Greg Sanders, “CSI” e Twitter non li ho inventati io.

 
  
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