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Autore: lemonguess    28/06/2015    6 recensioni
«Potremmo costruirla» mormora all'improvviso Sasuke, sovrappensiero.
«Cosa?»
«Conosco i tuoi sogni, dobe.»
I loro baci e le lotte infinite tra l'erba bruciata dal sole, con il profilo incerto di Konoha alle spalle.
Un sogno che ultimamente prende forma durante la notte, quasi uno sguardo su un nuovo futuro da poter condividere insieme.
[SasuNaru; Settimo Hokage/ANBU]
Collegata a Sotto un altro cielo
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'A due passi da Oto, tre da Konoha'
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Questa cosa fa parte delle mie solite, improvvise e inutili pubblicazioni random e senza alcun senso. Sopportatemi. C'è qualcosa di fondo che non mi convince, ma è uscita così.
L'ispirazione me l'ha data quella doujinshi strappacuore/strappalacrime di Taiyou no Sumika – La residenza del sole.
Anche se mi ha ispirato, non c'entra quasi un bel niente con questa storia, anche se ho citato una residenza del sole.
Note dell'ultimo secondo: mi sono resa conto che il correttore automatico di word ha deciso di cambiare "Palazzo dell'Hokage" con "Palazzo dell'autoflagello" e altre ironie varie. Le sto correggendo.
Per chi segue il resto, non so cosa aggiornerò per prima, in settimana ho un esame e poi ancora un altro quella seguente. Vedrò il da farsi sul momento.

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A due passi da Oto, tre da Konoha



Naruto sbatte le ciglia più volte intontito ancora dal sonno, sbadiglia rumorosamente e si rende conto di aver dormito profondamente nel suo ufficio.
Ricorda degli infiniti resoconti annuali da compilare, dell'estenuante controllo sul numero delle missioni suddivise per grado, dell'ingombrante silenzio del suo ufficio nell'ora del tramonto e la decisione di alzare la testa dalla pila di fogli, massaggiandosi stanco le tempie.
Nonostante la vista ancora appannata dal sonno, Naruto si alza dalla sedia, sbadiglia ancora con gli occhi chiusi e umidi, stiracchiando i muscoli della schiena e delle braccia parecchio indolenziti dal sonnellino fuori programma.
Si gira verso la finestra alle sue spalle e illuminato dalla luce soffusa di una vecchia lampada ad olio, un tempo proprietà di Tsunade, c'è Sasuke seduto con eleganza sul davanzale della finestra con la schiena appoggiata nel muro di rientro, una gamba a penzoloni, le braccia incrociate al petto e lo sguardo rivolto verso il cielo notturno.
Anche Naruto osserva il cielo scuro chiedendosi quante ore abbia dormito, in modo istintivo si volta a guardare la scrivania, che seppur sempre sommersa nel disordine perenne, sembra avere un'aria più ordinata.
Allunga un braccio, sposta la maschera di porcellana di Sasuke poggiata sopra una pila di fogli e ne afferra i primi in cima con un gesto casuale.
Ritorna vicino alla finestra e li sventola sotto in naso di Sasuke come chiedendo spiegazioni.
In risposta l'Uchiha gli circonda con un braccio la vita e lo avvicina con fare annoiato. «Non pensare che abbia svolto del lavoro al tuo posto senza volere nulla in cambio.»
«In ogni caso avresti dovuto riposare» Naruto stringe le braccia attorno a Sasuke e poggia mollemente la testa sulla spalla. «Per i tuoi occhi.» 
Nell'ultimo periodo Sasuke sembra avere qualche fastidio agli occhi, niente di troppo preoccupante, forse una leggera sensibilità alla luce e altri piccoli fastidi durante la lettura.
Sasuke si stringe nelle spalle.
«E' tutto apposto»  risponde noncurante.
Abbassando il volto c'è lo sguardo di Naruto che studia attentamente il suo viso, alla ricerca di qualsiasi segno, di qualsiasi altra cosa che può notare uno come lui e possa dargli una risposta più soddisfacente.
«Sakura dice che dovrei indossare degli occhiali da riposo.» conclude Sasuke con un profondo sospiro.
«Che aspetti ad usarli Teme? Non continuerò a esonerarti a lungo dall'indossare la maschera, sai?» 
La maschera di porcellana ANBU è stata uno dei tanti motivi dei loro litigi.
Sasuke la porta sempre con sé, legata ad uno dei passanti dei pantaloni, ma non la usa quasi mai sul volto.
Sono anni che lo richiama ogni giorno per fargliela indossare come tutti gli altri ninja della divisione e sono altrettanti anni che Sasuke lo guarda con strafottenza, affermando con insolenza che farà come gli pare.
Nell'ultimo periodo Naruto ha un po' insistito meno, dandogli un po' di tregua, immaginando che con una maschera addosso gli occhi di Sasuke si sarebbero affaticati maggiormente.
«Non posso continuare a fare favoritismi.» 
«Anche soddisfare sessualmente l'Hokage è favoritismo o sbaglio?» Sasuke piega le labbra in una smorfia divertita, e si gode l'espressione indignata dell'altro che lo spintona e si allontana di qualche centimetro.
«Da quanto sei qui?» indaga Naruto, facendo cadere l'occhio sulla katana abbandonata per terra.
«Da quando hai cominciato a russare»  Sasuke mette una mano sulla faccia di Naruto per allontanarla infastidito.
«Io non russo!» Naruto gonfia le guance indispettito e tira un pizzicotto sul braccio di Sasuke per protesta.
Di rimando l'Uchiha gliene restituisce uno sul fianco, al quale Naruto risponde ancora con un altro sulla coscia. Ne segue uno dal tocco più malizioso di Sasuke sul sedere di Naruto e dai pizzicotti dispettosi sono passati a baciarsi con il respiro affannato.
«Lo prendo come un anticipo per i miei straordinari» mormora Sasuke ormai in piedi anche lui mentre tiene Naruto premuto contro il muro che annuisce sulle sue labbra, mordicchiandone il labbro inferiore sensuale.
«Se ti devo ripagare così... Sas'ke sostituiscimi tutti i giorni» Naruto ridacchia e Sasuke lo osserva accigliato dargli le spalle e mettersi a cercare qualcosa sulla scrivania e nelle tasche della giacca.
«Se trovo le chiavi... da me?»
E' a disagio Naruto.
Sono anni che si frequentano, sono una coppia, anche se non se lo sono mai detti e organizzano i loro turni in modo da passare più tempo possibile insieme, cercando l'intimità che spesso sono costretti a negarsi, ma chiederlo così apertamente fa sentire Naruto sempre come le prime volte, quando con imbarazzo e impacciato chiedeva a Sasuke dove si sarebbero incontrati, a che ora si sarebbero visti una volta finita la loro giornata lavorativa.
«Tanto è uguale» risponde con disinteresse Sasuke, sedendosi.
«Potresti darmi una mano anziché sederti di nuovo.» 
«Ho fatto già abbastanza per oggi» Sasuke osserva con la coda dell'occhio la scrivania, Naruto che segue il suo sguardo, sbuffa alzando gli occhi verso il soffitto, pensando che il compagno comincerà a rinfacciargli il fatto di aver fatto qualche firma al posto suo per il resto dei suoi giorni.
Naruto alza documenti alla rinfusa, si piega a controllare il pavimento, continua a tastare alla cieca ovunque: nelle sue tasche, nel mantello, sopra le sedie... ma le chiavi non sembrano saltar fuori.
Gli occhi di Sasuke non lo abbandonano un attimo.
Naruto ogni tanto ricambia lo sguardo, ma c'è uno strano silenzio che li avvolge e gli occhi neri di Sasuke si fanno sempre più intensi, sono diversi, c'è una profondità differente che ne delinea le curve del viso.
«Che ti prende Sas'ke? Ti sembro più figo del solito?» 
«Potremmo costruirla» mormora all'improvviso Sasuke, sovrappensiero.
La voce è bassa, perché le idee in testa sono tante e tutte si sovrappongono l'una con l'altra e seguire un filo logico non è affatto facile.
«Cosa?» 
«Conosco i tuoi sogni, dobe» la semplicità con cui Sasuke pronuncia quella frase lascia Naruto sorpreso.
«La residenza del sole, intendo.»
Naruto adesso è incredulo, trema quasi. «Tu come fai a sapere?» 
Come fa Sasuke a conoscere davvero quello che a volte sogna di notte?
Di quell'illusione che da qualche mese prende forma durante le sue notti.
Del profilo incerto di Konoha alle spalle. Dei loro baci e delle loro lotte tra l'erba bruciata dal sole.
Delle risate di Naruto che riempiono l'aria e dei borbotti di Sasuke mentre si rincorrono lungo un sentiero desolato ma famigliare.
Di una casa, la residenza del sole, costruita in mezzo al nulla, a due passi da Oto e a tre da Konoha dove il sole al tramonto sembra  immergersi anche lui dentro le stanze di quell'abitazione solitaria.
Della gara a chi arriva per primo davanti alla porta, con Sasuke che lo supera e si fa rincorrere ancora, ma dove stavolta è Naruto che si fa aspettare perché cammina lento con gli occhi puntati addosso a Sasuke che lo provoca e lo raggiunge, tirandolo per un braccio per farlo entrare in quella casa che sembra la loro casa.
«Chiamala abilità innata nel tradurre le tue stronzate notturne» spiega Sasuke scrollando le spalle, ormai abituato a condividere spesso il letto con Naruto e i suoi lamenti durante il sonno.
Ha scoperto di quel sogno per caso una notte e anziché girarsi dal lato opposto sdegnato si è messo ad ascoltare i rimasugli di quelle frasi borbottate inconsciamente, ed era stato semplice collegare di volta in volta quelli spezzoni e crearne un'immagine unica.
Sasuke lo immagina quel sogno che ha preso una consistenza così vivida anche per lui.
Durante il ritorno da certe missioni che lo portano vicino ai confini di Oto, ha deviato percorso diverse volte e pensa di averlo trovato un posto adatto ad accoglierli in un futuro forse non troppo lontano.
Arriverà il giorno in cui diranno addio alla loro vita da shinobi, si fermeranno prima di rimanere vittime di qualche nemico che il loro fisico ormai affaticato dagli anni non riuscirà a contrastare e potranno rifugiarsi in quel luogo solitario, il centro di un nuovo mondo, posizionato in mezzo ai luoghi che hanno segnato le loro vite.
«E' un sogno come un altro... però non sarebbe male fosse vero?
Naruto sorride di riflesso allo sguardo sereno e pacato di Sasuke.
Non gli serve una risposta per sapere che Sasuke è d'accordo e c'è anche la sensazione strana di condividere le stesse aspettative sul futuro, quel dare per scontato che andranno avanti l'uno accanto all'altro, qualsiasi cosa succeda.
«Di tutte le stronzate che pensi questa mi sembra la meno pericolosa.»
«Teme non trovo le chiavi, andiamo da te» borbotta sconsolato Naruto tenendo le mani sui fianchi e guardandosi intorno ancora, nella speranza di far cadere l'occhio in dei punti dell'ufficio che non ha controllato.
«Andiamo dobe, hai un debito da estinguere» Sasuke lo esorta a seguirlo, con la katana  e la maschera in mano, già sull'uscio della porta aperta e il piede che ha già varcato la soglia.
«Al di là di tutto non ti ho chiesto di fare gli straordinari!» brontola Naruto dando uno spintone con la spalla contro quella di Sasuke, mentre oltrepassa la porta.
«Mi andava che fossi in debito con me» replica l'Uchiha ironico che prima di chiudere la porta a chiave, da un'ultima occhiata al paesaggio scuro, a quelle sfumature di blu e nero, delle colline che si confondono con il cielo della notte, forse cercando il punto imprecisato della residenza del sole che non può vedere perché non esiste ancora, ma che è sicuro si trova là in mezzo.
«Parlo così tanto di notte?»
«Decisamente troppo Uzumaki.»
Le loro voci diventano flebili mormorii lontani mentre percorrono le lunghe scalinate del palazzo dell'Hokage e Naruto è troppo preso dall'indagare sulla sua parlantina notturna e delle conferme scocciate di Sasuke da non accorgersi che quest'ultimo gioca con le chiavi del suo appartamento tenute nascoste in tasca.
Se quella casa la costruiranno davvero, meglio pianificare da subito una convivenza a piccoli passi.






  
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