Crossover
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Autore: Faith_03    28/06/2015    0 recensioni
Storia di due fratelli americani uno che vive a New York, 18'anni giovane e bello ma con un buco nel cuore. L'altro di 23 anni trasferito in Californa per lavoro intelligente e responsabile.
Cosa succederà quando si rincontreranno dopo pochi anni di separazione?
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Bondage
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Capitolo 10
 
Cosa positiva: lo zio Tony li ha chiamati il giorno dopo della notte delle stelle cadenti.
Cosa negativa: ha fatto un incidente stradale a Burbank è in ospedale con un braccio rotto.
I due fratelli stanno facendo il viaggio di ritorno per andare a controllare di persona le condizioni dello zio. Anche se loro sono i nipoti lo zio Tony ha solo loro di
parenti vicini in California, e Philip è molto nervoso per aver saputo il fatto e che al momento dell’incidente fossero lontani.
Kyle è in silenzio non perché è arrabbiato con il fratello o con lo zio perché senza saperlo ha interrotto a vacanza, ma vedere Philip in queste condizioni è raro per lui.
L’unica volta che l’ha visto così era per prendere la decisione di trasferirsi dall’altra parte del paese, e ha fatto quella scelta.
Sospira e cerca di rompere quel silenzio:
 “Phil, sta tranquillo.”
 “Sono tranquillo.”
Ma dal tono si capisce quanto è teso mentre sta guidando per tornare a Burbank.
 “Ah sì?! – il suo tono invece è quasi sarcastico – Allora, possiamo fermarci da qualche parte che ho finito le sigarette?”
 “Quando torniamo a casa se vuoi ti lascio davanti a un bar ma ora proprio no.”
 “Visto che sei nervoso?”
Gli fa notare il fratello moro che anche lui è preoccupato per lo zio ma non tanto da pensare che se non arrivano in tempo potrebbe essere troppo tardi. lo zio in
persona li ha chiamati lui personalmente e ha detto che sta bene e di non preoccuparsi. E invece il fratello biondo è più che inquieto, ne sta facendo una
tragedia.
 “Kyle, zio sta male e noi stavamo fuori a trastullarci”
 “Guarda che sempre grazie a lui che siamo andati a Santa Monica. Non stare male perché ci sei andato al posto suo. Questo non aiuta né te e nemmeno lui. E poi l’hai sentito anche te, sta bene. È solo scosso perché ha avuto l’incidente.”
Philip non risponde, non capisce nemmeno la freddezza del fratello per questa situazione, se è poi freddezza la sua, forse perché non lo conosce tanto bene come
lui.
Nel suo cuore anche Kyle è preoccupato non solo per lo zio ma in quei due giorni ha provato a contattare Emily ma lei non gli ha mandato nemmeno un messaggio via posta elettronica. Non sa cosa pensare veramente e ora con questa “scusa” dello zio almeno stanno tornando a Burbank anche se, girovagando per la città, ha notato che c’è un concerto di un gruppo rock che, anche se non conosce, sembrava bello ascoltare della musica dal vivo. Che non fosse quella del suo ex gruppo, questo è ovvio. Poteva persino andarci con Philip, per fortuna anche che non riuscì ad acquistare i biglietti, ha più priorità chi hanno lasciato nella città californiana.
Dopo vari chilometri Philip, grazie alla guida, riesce a calmarsi quel poco per chiedere scusa al fratello minore, ma una notizia del genere lo fa impanicare e non poco. Anche Kyle gli confessa che non solo è preoccupato ma la sua richiesta di prima era una prova che non ha superato perché è agitato .
 “Le ho le sigarette.”
avverte il fratello moro guardando prima Philip e poi l’autostrada,
 “Tu si che sai come sollevare il morale.”
lo schernisce.
Arrivati verso sera a Burbank riescono ad entrare giusto pochi minuti prima che l’orario delle visite finisse. Sta bene ma il braccio e la spalla sinistra sono andate e ingessate. Fanno giusto un saluto anche se Philip vuole restare per la notte anche se è solo una cosa non gravissima.
L’indomani entrambi i fratelli ritornano nella camera dello zio all’orario delle visite, lo zio li tranquillizzò di nuovo raccontando quello che era successo:
 “Stavo guidando e una macchina è sbucata in contromano e ha preso in pieno me e altre auto... Era anche notte…”
Tony è in una camera a due posti letto solo che c’è solo lui per ora, è sdraiato in un letto senza lenzuolo per il caldo anche se quel posto mette i brividi al ragazzo moro, non gli piacciono gli ospedali già di suo e poi dopo il ricordo dell’amico, aveva fatto di tutto per non entrarci più. Nemmeno per gli esami di routine.
Philip sta seduto su una sedia mentre Kyle è vicino alla finestra  prendendo aria da fuori e, anche se sta ascoltando lo zio, in realtà sta pensando alla sua amata, se solo sa dove abita le avrebbe fatto una sorpresa, in quanto all’anello… Ancora qualcosa
gli dice sia di aspettare e sia di cercarla e darglielo dato che sono stati quattro anni separati e si conoscono anche da una vita. Non sa proprio darsi pace anche da solo, intanto resta dentro la tasca dei suoi jeans.
Continua ad ascoltare lo zio che vederlo in quel modo gli fa male al cuore, con tutto quello che lo zio ha fatto e rinunciato non si merita proprio una cosa del genere.
 “Ho saputo però che qualcuno non ce l’ha fatta e chi ha procurato l’incidente non ce l’ha fatta. E c’erano altre persone nell’abitacolo.”
Philip ha tra le mani anche il giornale con su scritto la notizia in prima pagina:
 “Nell’auto che ha provocato l’incidente c’erano tre persone. Oltre alla tua auto, altre due sono state coinvolte e sono state portate ospedale.”
Kyle prende parola:
 “Zio, tanto per curiosità, che macchina guidi?”
Tony sorride alla domanda del nipote:
 “Se conosci le macchine Kyle, la mia è, cioè era… Non so quanto grave sia il danno, comunque è la jeep cherokee.”
La jeep cherokee non è solo una macchina per Kyle, ma è La Macchina dei suoi sogni. Quanto desidera avere quel veicolo, per lui è il re della strada e se l’avrebbe
guidata con la consapevolezza di essere invincibile. Solo lui guida e solo lui passa. Proprio come ha fatto uno dei suoi attori preferiti in un film, tutte le macchine si sono spostare a comando e anche lui vuole sentire questa sensazione.
Ecco perché è stato bocciato a scuola guida per due volte, andava troppo veloce, gli veniva spontaneo pensare a quella macchina e esserci sopra ma non è andata mai bene.
Ora non solo gli dispiace per il povero zio ma anche per la sua macchina che non conosce nemmeno il colore, si sfoga:  
 “Sono tanto curioso di vedere in faccia chi ti ha fatto questo zio, - si trovò con due paia di occhi azzurri puntati addosso – almeno per vedere se ne vale la pena spaccargli la faccia o no.” 
 “Kyle sta tranquillo, capitano a tutti gli incidenti e poi chi condivide la stanza con me è stata in sala operatoria tutto il giorno.”
Lo zio cerca di placarlo rimanendo calmo, ha l’indole pacifica anche in quelle condizioni.
 “Lo so questo zio, solo che chi entrerebbe in una strada in contromano?! E in piena notte per giunta… Ma dai è una cosa ridicola… E danno la patente a questi qui e io no.”
 “A te hanno fermato prima.”
cerca di sdrammatizzare il fratello biondo e se non entrò un altro ragazzo nella stanza chissà che gli avrebbe risposto, Kyle riesce a frenare la lingua.
Egli sembra avere la stessa età del fotografo biondo perché è molto giovane, alto, magro, con ricciolini neri. Due occhi azzurri come il cielo nascosti dietro un paio di occhiali con la montatura nera e quadrata come quelli del collega di Philip solo che lui non sembra tanto "nerd", infatti ha un sorriso dolce come un bambino di dieci anni, si avvicina anche lui a Tony che lo accoglie ricambiando il sorriso.
 “Ehi ciao Simon… - saluta lo zio – Non era necessario che venissi anche oggi.”
 “Non si preoccupi signore. Volevo solo che controllaste un’ultima volta gli appunti.”
Gli passa un porta blocco sulla mano buona davanti ai due nipoti dopo che si è messo gli occhiali e mentre controlla i fogli annuncia:
 “Ragazzi, vi presento Simon Bell, il mio assistente.”
I ragazzi lo salutano con una stretta di mano e presentandosi anche sia con nome e sia come i nipoti del suo capo:
 “Vostro zio mi ha parlato tanto di voi… Siete newyorchesi?”
Philip annuisce:
 “Certo… Ma il lavoro sai che porta lontano.”
 “E tu di dove sei?”
 “Los Angeles… Studio ancora e ho trovato lavoro con il signor Antonio.”
Sentendosi nominato lo zio sorrise dolcemente come la mamma di Philip e Kyle e
quest’ultimo lo nota senza dire niente. Gli mancano i suoi nel profondo ma almeno sono con lo zio che ha visto alcuni giorni fa e gli è entrato subito nel cuore, mentre si avvicina al letto entra anche un infermiere con l’inizio di un letto e saluta anche lui i presenti:
 “Buongiorno…”
Philip si alza di scatto e guardando lo zio Tony intuisce che devono uscire giusto il tempo per far rimettere a posto il letto dell’altro paziente e lo zio annuisce in
silenzio.
 “Torniamo tra poco.”
Ma il destino non è d’accordo.
Dal lettino trasportato tutti i presenti sentono una voce chiamare uno di loro debolmente:
 “Philip…?”
Tutti si bloccano sul posto, compresi i due infermieri ma Philip anziché girarsi verso la voce femminile osserva il fratello che è nelle sue stesse condizioni. Ha riconosciuto anche lui quella voce e si sentì il cuore spezzarsi in due mentre, come se gli si fosse azionato un rallentatore, si volta verso il letto che è a metà strada dalla porta al suo posto.
La vista della paziente le mozzò il fiato in gola e anche impallidire:
 “Kyle…”
 “Emily…”
riesce a dire guardando la sua ragazza stesa sul letto.
 
   
 
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