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Autore: rosenlight    15/01/2009    4 recensioni
Ad Acid Tokyo, prima del risvegli di Fay, Kurogane ha avuto tempo per riflettere. Ha avuto ancor più tempo una volta scoperto il passato del mago,le sue catene, i suoi legami. Così,in una sorta di limbo della mente, il ninja si trova a pensare nuovamente. Pensieri sconclusionati, esitanti, confusi nel tempo. La sua mente vaga, crede di essere ancora a Tokyo, ma in reltà ha appena perso i sensi, dopo aver sacrificato una parte di sè stesso, solo per il mago.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Title: Beside You

 

Title: Beside You
Paring: Kurogane/Fay D
. Fluorite
World : la mente di Kurogane, con accenni dagli episodi dell'ARC
Time: dopo Celes, in seguito alla perdita dell'arto sinistro
Disclaimer: questi due piccioncini non sono miei, ma delle CLAMP
Rating: verde
Notes: oneshot, shounen-ai, malinconica, leggeri spoiler

Trama:Ad Acid Tokyo, prima del risveglio di Fay, Kurogane ha avuto tempo per riflettere. Ha avuto ancor più tempo una volta scoperto il passato del mago,le sue catene, i suoi legami. Così,in una sorta di limbo della mente, il ninja si trova a pensare nuovamente. Pensieri sconclusionati, esitanti, confusi nel tempo. La sua mente vaga, crede di essere ancora a Tokyo, ma in reltà ha appena perso i sensi, dopo aver sacrificato una parte di stesso, solo per il mago.






Sentii qualcosa, dopo tutto quel buio.
Una voce che mi chiamava, una voce che, nella mia testa, apparteneva a qualcuno d'importante.
La principessa Tomoyo?
Sì, c'era anche lei, sentivo il suo calmo intercalare poco lontano da me.
Ma l'altra voce era più vicina.
E per di più sembrava nel panico più totale.
Che persona poco controllata.
Chi diavolo era?
"Kurotan!" insistette quella voce.
Ah. Era il mago.
Dentro di me, lo mandai al diavolo, dicendogli di lasciarmi riposare in pace.
La principessa Tomoyo lo redarguì al mio posto.
Bene, sembrava che almeno a lei desse ascolto.
Poi una mano strinse quello che ricordai essere il mio braccio destro, con un'energia tale da ricordarmene un'altra.
O forse era la stessa, solo più gentile.
Vidi una nebbia diradarsi rapidamente attorno a me, avvolgendo il buio nel suo velo biancastro.
Giunse anche un qualcosa, di natura poco certa alla mia mente, che mi prese con , portandomi alla realtà.
O forse no?
Mi guardai intorno:  ero in una camera, e stavo seduto sul letto, con alle spalle il mago.
La trasformazione era appena completata e il biondo stava recuperando le forze.
Lo guardai, disteso e assopito com’era, in quel letto consunto.
Dormiva.
Ed era vivo.
E nient’altro era importante.
Era una verità talmente chiara nella mia mente, che la trovai quasi fastidiosa.
Il mago sembrava essere più importante della stessa principessa Tomoyo.
C'era
poco da dire.
Non l’avrei mai lasciato morire.
nel presente, né nel futuro.
Perché una cosa sapevo: lui, in realtà, non voleva morire.
Non lo facevo per me stesso,o , quantomeno, non del tutto.
Lui aveva bisogno di essere amato, di essere ascoltato, di avere qualcuno pronto ad aspettarlo, nel caso in cui si fosse allontanato.
Doveva rimediare al suo passato?n
Bene, sarei
restato sull’uscio a guardarlo fare. Ma non appena si fosse messo nei guai, sarei intervenuto, portandolo via. Al sicuro.
Perché non m’importava nulla di chi era prima d’incontrarmi.
Io avevo conosciuto QUEL Fay : quel Fay falso, debole e scherzoso al contempo.
Yuui per me non esisteva.
Non esisteva nemmeno il mago bimaledetto dal destino.
Io non l’avevo maledetto, non l’avevo respinto. E non vedevo perché lui dovesse aver paura di una simile eventualità.
Certo, non che l'avessi mai trattato con molta pazienza, ma se l'era cercata.
Se sembrava che gli fossi ostile, era solo per la sua insistenza negli scherzi.
Mi voltai di nuovo a guardarlo, così debole, così inerme tra le coltri.
Lo coprii con la mia giacca, in un gesto che voleva sembrare gentile, ma non troppo.
Sapevo che, non appena si sarebbe svegliato, il nostro rapport, se tale si poteva definire, sarebbe mutato.
Ma non per opera mia.
Sarebbe stato lui a cambiare tutto, perché per me non era cambiato niente.
Ero solo più consapevole.
Di cosa provavo.
Di cosa non volevo perdere.
Quando, e se, un giorno il mago avesse accettato le mie azioni, sapevo che me l’avrebbe fatto capire.
Con qualche controsenso, con qualche ambiguità.
Non me l’avrebbe detto direttamente.

La nebbia mi coglie ancora, sento di nuovo voci lontane.
Sento la voce anche dell'idiota, che sembra sul punto di voler prendere a schiaffi qualcuno.
Originale, penso.
Il mago non ha mai avuto un tono di voce così isterico.
Di nuovo, nel pensare a questo mi sento avvolgere dai ricordi, torno indietro, torno a quando ho voluto mantenerlo in vita contro la sua volontà.
Ormai non oppongo più resistenza.
E il risucchio mi trascina con .

A Tokyo, dopo il suo risveglio in quella nuova vita che gli avevo imposto, era stato tutto come mi ero aspettato.
Mi aveva solo fatto intuire la sua disperazione, il suo malcontento.
Le sue parole, distorte dalla sua falsità e dalla sua paura, si ridussero a un  misero "Buongiorno, Kurogane".
Un sorriso stampato comunque in faccia, un'espressione tranquilla nonostante la violenza di quel messaggio.
“Ti prego, non possiamo essere più vicini di così. Non ci è concesso”.
E tutto espresso con un semplice saluto.
Ma ormai lo conoscevo fin troppo bene.
Il mago non è mai stato stupido.
allora, mai.
Quando si libererà dalle catene del suo passato, io ci sarò.
Lui mi guarderà, finalmente libero, mi sorriderà con quel sorriso consueto e dirà:
“Buongiorno, Kurosama”.
Io lo guarderò male, incrocerò le braccia al petto, e così saprà.
Saprà che avrò capito.
E che resterò al suo fianco.
Per sempre.


Se volevo sentire quelle parole dal mago, l'imperativo era TORNARE.
Fastidiosamente, il risucchio mi riportò alla nebbia, e niente sembrò più reale.
Ma lì che cos'era reale?
Mi sentivo a metà, in bilico tra qualcosa di eterno e qualcosa di crudele.
Eppure sapevo dove dovevo andare.
Dovevo ritornare da lui, altrimenti sarebbe morto.
E io avrei sprecato il mio braccio.
Grugnii, o almeno pensai di farlo.
Iniziavo a pensare che, forse, mi stavo dimenticando di qualcosa.
Poi lo sentii, così vicino che, nella nebbia, la sua voce sembrò rieccheggiare ovunque.
"Kurotan, svegliati per favore!"
Non c'era nient'altro a parte quella voce.
Il caos lontano era finito.
Esisteva solo quella voce.
Sospirai, forse, e decisi di uscire dalla nebbia, iniziando a camminare.
"Ti prego, non ti ho ancora detto nulla..." insistette la voce del mago, una nota angosciata che traspariva dalle parole.
Presi a correre con tutte le mie forze.






Diciamocelo, è un po OC, forse per colpa delle CLAMP che mi deprimono troppo con le loro storie tragiche =_=
Perdono se non è quel granchè, ma io per legge mia personale posto tutto, perchè omettere non è nella mia natura XD
Quindi sorbitevi sta roba!

   
 
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