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Autore: doctorsmadness    28/06/2015    2 recensioni
[DAL TESTO]:
"La ragazza intrecciò le mani con quelle del ragazzo e gli disse: -Invece hai fatto benissimo. Tu sai che io pensavo che l’amore fosse qualcosa di stupido e superfluo, ma sei riuscito a farmi cambiare idea… e per questo te ne sono eternamente grata. Ora viviamo il nostro amore, sentiamolo sulla nostra pelle e marchiamolo a fuoco nei nostri cuori perché non durerà per sempre e io voglio far durare questo giorno per l’eternità-."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo1

Quel giorno di agosto il caldo era davvero pesante e anche la terra pareva friggere sotto alle suole delle scarpe. I raggi picchiavano del sole forte in tutta Italia e, a Ferrara, non si poteva quasi respirare a causa di quel calore soffocante arrivato da poco con l’estate.

Zoe ed Enea decisero di organizzare un picnic, loro due da soli. I due decisero di prendersi una piccola pausa dagli studi e di svagarsi un po’. I due avevano programmato tutto: cestino, panini, una coperta e delle bevande. Inoltre decisero di stare fuori fino a tarda sera ed ammirare le stelle.

 

Arrivò il giorno del picnic.

Zoe indossava una semplice gonna blu, una maglietta bianca a righe blu e un paio di sandali color terra. Quando Enea la vide, il suo cuore saltò un battito; era bellissima ed era strano vederla vestita in modo così femminile poiché la ragazza indossava sempre abiti scuri, larghi, che non facevano risaltare mai la sua figura. Il ragazzo indossava un paio di pantaloni color terra e una camicia bianca che contrastava con i suoi capelli. Enea aveva una zazzera di capelli nero corvino e qualche ogni tanto qualche ciocca gli ricadeva delicata sugli occhi. A Zoe piaceva spostarglieli per ammirare i due occhi blu e taglienti che si celavano sotto quei capelli. La ragazza pareva incantata quindi lui le sorrise e le disse: -Pronta? Ho preparato tutto io. -. Lei spostò lo sguardo con fare imbarazzato e ricambiò il sorriso rispondendo: - Bene, allora possiamo anche andare. -.

Lui la fece accomodare sulla sua vespa; era rossa e comoda. Alla vista di quel motorino, la ragazza disse: - Un bravo ragazzo come te che ha una motoretta del genere, direi che è azzeccata. -. E scoppiò in una risata. Il ragazzo non fece altro che sorridere e avvicinarsi a lei: -Solo perché sei più piccola di me di un paio di mesi, non vuol dire che io ti debba fare da baby-sitter, quindi o sali o sali. -. Amava guardarla negli occhi e sfidarla. Lei si stufò di quel contatto visivo, si mise il casco e salì in moto. “Chissà perché distoglie sempre lo sguardo… Forse nasconde qualcosa oppure non vuole mostrarmi un lato di se… Forse se me lo mostra ha paura di perdermi. Basta, era solo imbarazzata. Non mi sta nascondendo nulla!” Si disse Enea tra sé e sé.

Zoe intrecciò le sue piccole mani attorno alla vita di Enea ed appoggiò la sua testa sopra la schiena. Enea la guardò con la coda dell’occhio e sorrise di felicità.

In moto il caldo non si sentiva ma si poteva percepire l’aria sferzare il respiro. Lei si stringeva forte ad Enea mentre lui sorrideva sotto a quel casco pesante e caldo. La strada si muoveva veloce e così anche i negozi che sembravano immagini effimere che si perdevano nell’aria.

 

Arrivarono al parco, Zoe si mise a cercare un posto al riparo dal sole, mentre Enea stava parcheggiando la moto. Alla fine decise che si sarebbero messi sotto ad un salice piangente. “Sembra di vivere in una storia d’amore” pensò la giovane Zoe. Era strano per lei fare questo genere di pensieri perché era la persona meno romantica che esisteva sulla faccia della terra e questo lo sapeva bene, però c’era qualcosa in quell’istante che la faceva sentire così. Posizionarono la coperta sotto a quella pianta e i due si sdraiarono.

I rami cadevano delicati lungo il basso e i raggi del sole estivo filtravano leggeri tra le fronde dell’albero. I rumori della città erano diventati solo suoni in sottofondo. Ora esistevano solo loro e il loro mondo, una specie di bolla distaccata dalla realtà.

C’era un silenzio davvero irreale tra i due, Enea posò la testa sul ventre di Zoe e, al che, la ragazza arrossì. Le sue guance da bianche e candide come la neve diventarono rosee con qualche sfumatura di rosso. Odiava essere presa alla sprovvista. Ancora non ci era abituata, ma decise comunque di posare la sua piccola mano sui capelli di lui e lo accarezzò con delicatezza. “Sembra un cucciolo. Perché i ragazzi si comportano così solo quando sono soli con la propria ragazza? Secondo me dovrebbero far esaltare questa loro caratteristica così tenera ed adorabile.” Pensò Zoe. Come se Enea le avesse letto nel pensiero le disse: -Sai perché i ragazzi si comportano così quando sono in compagnia della persona che amano? Perché così possono mostrare il loro vero volto solo ad un'unica persona. -. La fanciulla gli posò un bacio delicato sulle labbra e lui parve leggermente imbarazzato. Passarono un paio di secondo in silenzio ed infine lui le disse: -E’ già ora di pranzo. Ti va se tiriamo fuori i panini ed incominciamo a mangiare? -. Tirarono fuori il pranzo dal cesto e a Zoe capitò un panino al prosciutto mentre ad Enea né capitò uno con la bresaola.

 

La giornata stava procedendo bene. I due abitavano lontano l’uno dall’altra e a causa degli impegni non si potevano vedere molto spesso quindi quando potevano si dedicavano tutto il tempo possibile. Tra di loro c’era sempre un leggero imbarazzo. Era come se la paura di sbagliare qualcosa li perseguitasse ed era questo che rendeva le loro uscite a dir poco spettacolari.

Dopo pranzo fecero una camminata per tutto il parco ma alla fine si ritrovarono di nuovo a quel punto: il luogo dove si erano confessato il loro amore.

Quel posto era molto speciale per entrambi. Lì si erano scambiati il loro primo bacio, che per lei era stato davvero il primo. Alla ragazza scivolò una lacrima e lui la fermò con un dito per poi accingerla a se con un caldo abbraccio.

Zoe rimase tra le braccia del giovane per almeno venti secondi, poi si sciolsero da quel gesto d’amore e lui la baciò di nuovo. Il bacio che Zoe ricevette, era più profondo di quello che aveva regalato al suo giovane compagno; dischiuse leggermente le labbra per lasciare accorciare quella distanza che sempre li aveva separati.

Le mani di Enea si muovevano in modo delicato tra i capelli cenerei della fanciulla. Quel bacio aveva un sapore dolciastro e ad Enea, questo piaceva. Era come se tutta l’estate si fosse concentrata in un solo e singolo gesto. I due si divisero ed ora erano tornati ad essere un’anima frammentata in due corpi come sempre era stato. Enea le disse: -Scusa, mi sono lasciato prendere dal momento. Non dovevo. - e abbassò lo sguardo. La ragazza intrecciò le mani con quelle del ragazzo e gli disse: -Invece hai fatto benissimo. Tu sai che io pensavo che l’amore fosse qualcosa di stupido e superfluo, ma sei riuscito a farmi cambiare idea… e per questo te ne sono eternamente grata. Ora viviamo il nostro amore, sentiamolo sulla nostra pelle e marchiamolo a fuoco nei nostri cuori perché non durerà per sempre e io voglio far durare questo giorno per l’eternità-. Ora fu lei a fare la prima mossa e lo baciò. Enea rimase sbigottito ma allo stesso tempo felice. Zoe si sentiva le farfalle nello stomaco e le gambe tremare. “Perché quando sono io a baciarlo non sento questi sintomi e quando è lui a fare il primo passo si fanno sentire?” Era questa la domanda che si stava facendo, ma non era quello il momento adatto per realizzare certi concetti e fece tacere tutte le voci che si stavano scavando una strada nella sua mente abbandonandosi a quel piacevole tepore che dalle rosee labbra si espandeva in tutto il suo corpo.

I due si divisero di nuovo e lei gli disse: -Quando sto con te mi sembra di ballare una danza arcana quanto il tempo. Mi sento sempre in bilico tra sogno e realtà… Certe volte mi sembra di ballare sopra al ciglio di un burrone con te che mi tieni per mano. -. Lui ascoltò in silenzio le parole che la ragazza gli stava dicendo per poi ribattere: -E’ così che ti faccio sentire? -. Sorrise, ma non era un sorriso sadico, era un sorriso dolce di chi capiva per poi riprendere: -A volte anche io mi sento così, solo che non avrei usato esattamente le parole che hai usato tu. Però anche io quando sono con te ho paura di sbagliare e…-. Si interruppe; si alzò un po’ di vento. Era una brezza piacevole che portava con se il profumo dei fiori e degli aghi di pino presenti nel parco. I capelli di Zoe si muovevano repentini e questo non faceva altro che far saltare continui battiti cardiaci al poveretto. Quell’aria che sferzava in modo così delicato i loro corpi, quella luce che illuminava il parco… Era tutto perfetto. Solo allora si rese conto che si stava facendo tardi. –E…?  - Gli fece eco lei, così lui riprese: -E questo è normale in una coppia appena nata. Stiamo insieme da poco anche se so che ci conosciamo da molto… e tu non sai nemmeno per quanto tempo ti ho aspettata…-. Zoe era rimasta senza parole; lei ribatté: -Anche io ti ho amato, solo che non trovavo il momento e il modo per parlarti. A volte ti vedevo con i tuoi amici e un giorno mi sorridesti… Quello per me era l’avverarsi di un sogno. -.

-Davvero? E poi tu mi ricambiasti con un altro sorriso; dovrei dire lo stesso per me. -.

 

Note dell'autrice: Salve a tutti, questa storia l'ho pubblicata qualche ora fa su wattpad per poi decidermi a pubblicarvela anche qua. Questa storia l'ho scritta così ed è nata a dir poco dal nulla; diciamo solo che in questo periodo mi sento particolarmente in vena di scrivere questo genere di storie. Inoltre, vi devo anche dire che è la prima storia originale che ho scritto ed è uscita anche abbastanza lunga quindi saranno un po' di capitoli. Penso che mi stia dilungando troppo quindi mi dileguo. L'ultima cosa: recensite pure, se volete e alla prossima :)

doctorsmadness

  
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