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Autore: Alley    28/06/2015    2 recensioni
Dean alza la testa e Dio, visti da vicino gli occhi della guida – Castiel Novak, o almeno così recita il badge che ha appuntato sul petto – sono ancora più blu. Non sa come sia possibile, ma l’esser quasi stato mangiato da un dinosauro rivoluziona la tua concezione di assurdo, quindi può convivere col fatto che esistano occhi come quelli.
Più o meno.

[Jurassic World!AU] [in realtà è solo Dean rincorso da un dinosauro]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Dean aveva capito sin dal primo momento che la storia del parco a tema dinosauri (dinosauri veri) era una cazzata cosmica.
 
Non sono scimmie o giraffe o elefanti, Cristo, sono fottuti dinosauri. A nessuno è venuto in mente che sarebbero potuti sfuggire al controllo della sicurezza e mettersi ad inseguire gente per mangiarla?
 
(Il fatto che sia esattamente quello che sta accadendo sarebbe esilarante, se lui non rientrasse tra la gente che rischia di essere mangiata.)
 
Tra tutti i visitatori, Dean è quello che meno se lo meritava. Ha accettato di andare a Jurassic World soltanto perché Sam l'ha guardato in quel modo, con gli occhi enormi ed imploranti e Dean, ti prego, voglio vedere il tirannosauro, e papà non poteva accompagnarlo perché era fuori per lavoro - come al solito.
 
Adesso che il tirannosauro gli sta alle calcagna, si dice che avrebbe dovuto imparare a resistere ai maledetti puppy eyes che Sam sfodera ogni volta che vuole ottenere qualcosa.

Il titolo di fratello maggiore dell’anno gli costerà la vita. Fantastico.

Credeva che sopportare gli sproloqui della guida dagli occhi blu (no, non c’ha fatto caso volutamente, è che erano di un blu difficile da non notare, ecco) sarebbe stata una punizione sufficiente – ha blaterato per cinquanta minuti sui brontosauri. Dean non ha ascoltato nemmeno una parola ma è sicuro che se ne sia inventato almeno la metà perché, dai, come si possono riempire cinquanta minuti con un discorso sui brontosauri? Cos’altro c’è da dire oltre al fatto che erano erbivori e che si sono estinti?
 
(Estinti, maledizione, ci sarà un motivo se Dio o chi per lui ha cancellato quei dannati esseri dalla faccia della Terra. Il motivo è evitare che rincorressero e mangiassero gente, ovvio, ma questo non ha impedito a quei geni di aprire il fottuto parco che di lì a poco si trasformerà in un cimitero)
 
Dean sente il fiato spezzarsi, le gambe cedere. Non smette di correre, ma i suoi passi diventano inesorabilmente più lenti. Morirà divorato da un tirannosauro (a questo punto sarebbe stato meglio un vampiro o un licantropo ma no, sarà un tirannosauro il suo carnefice. Il destino deve aver pensato che persino una fine da horror scadente sarebbe stata troppo per lui), senza aver ereditato Baby e senza sapere chi finirà sul Trono di Spade. Se mai avesse avuto dubbi sul fatto che la vita è ingiusta, in quel momento li avrebbe fugati tutti.
 
Non gli è concesso nemmeno un ultimo desiderio. Se potesse esprimerlo, sarebbe una fetta di pie o ascoltare un pezzo dei Led Zeppelin prima di andarsene. O non essere mangiato, ma quello probabilmente non varrebbe.
 
L’aria nei polmoni si è ormai esaurita, il petto brucia come se stesse andando in fiamme. Procede lentamente, troppo lentamente, e i passi del tirannosauro rimbombano sempre più vicini e minacciosi.
 
Morirà senza aver visto Sammy crescere. È un pensiero che lo attraversa come una lama acuminata e gli infonde la forza necessaria per un ultimo scatto, ma è solo il gesto disperato che precede la resa.
 
Si ferma perché non può fare altro, e chiude gli occhi come un condannato in attesa che il boia esegua la sentenza e cali l’ascia.
 
È in quel momento che la sente, una presa ferrea all’altezza della spalla, talmente forte che non si stupirebbe se gli avesse lasciato cinque dita stampate sulla pelle. Un attimo dopo sbatte contro il pavimento, e riapre gli occhi appena in tempo per vedere il tirannosauro proseguire la sua corsa forsennata verso altri bersagli che sciamano in tutte le direzioni per sfuggirgli.
 
“Tutto bene?”
 
Dean alza la testa e Dio, visti da vicino gli occhi della guida – Castiel Novak, o almeno così recita il badge che ha appuntato sul petto – sono ancora più blu. Non sa come sia possibile, ma l’esser quasi stato mangiato da un dinosauro rivoluziona la tua concezione di assurdo, quindi può convivere col fatto che esistano occhi come quelli. 

Più o meno.
 
“Ehi?”
 
Dean si rende conto solo in quel momento di star contemplando il suo soccorritore  – inginocchiato accanto a lui e sporto verso il suo viso in un modo che non tiene minimamente conto del concetto di spazio personale – da un tempo un po’ troppo lungo. Sarà meglio rispondere prima che pensi che abbia subito una commozione cerebrale nell’impatto. O che riprenda a cianciare di brontosauri.
 
“A parte il fatto che sono quasi stato mangiato da un dinosauro...”
 
Gli angoli della bocca di Castiel si sollevano in quello che non è un sorriso vero e proprio, è più un abbozzo o una copia malriuscita, e ci sono dinosauri che scorrazzano in totale libertà attorno a loro, eppure per quella frazione di secondo Dean è felice di essere dov’è.
 
“…sì, direi sì. Sarebbe potuta andare decisamente peggio.”
 
È un modo per ringraziarlo, e anche se non è molto esplicito qualcosa gli dice che Castiel ha capito. Qualcosa che ha a che fare col modo in cui lo guarda, con una solennità che non dovrebbe avere la guida di un parco che fissa lo sconosciuto appena salvato dalla furia di un tirannosauro. È inquietante, per lo più, ma ha anche qualcosa di…bello. Non gli dispiace essere guardato così.
 
Tra gli effetti del trauma dell’esser quasi finito nelle fauci di un dinosauro devono esserci le riflessioni filosofiche sullo sguardo di un estraneo. Deve essere così.
 
Castiel si alza e gli tende la mano - “Sarà meglio trovare un posto un po’ più sicuro” - e mentre l’afferra Dean pensa che forse, se ne usciranno vivi, potrebbe invitarlo a bere qualcosa.
 
(È certo che anche questo pensiero rientri tra le conseguenze del trauma e non abbia nulla a che vedere con il blu troppo blu dei suoi occhi.) 





















Note
Questa boiata è nata grazie a Tonia, che se n'è uscita con "immagina la tua OTP rincorsa dai dinosauri" e niente, m'ha messo in testa sto tarlo che potevo togliermi solo scrivendo, e alle nostre considerazioni sul fatto che aprire un parco del genere non è una scelta particolarmente intelligente.
Perdonate lo sfogo di cretinaggine, ma era assolutamente necessario.
 
  
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