Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Respirandoparole    28/06/2015    1 recensioni
Tutti noi deriviamo dal nostro passato, chi ne è privo non ha una storia, non è persona. Edera non ricorda niente del proprio passato solo di essersi svegliata in una stanza bianca attorniata da un equipe di medici dagli occhi stanchi. Ha ricominciato la sua vita come una ragazza normale, con degli amici e dei genitori eppure a volte si nota qualcosa di strano in lei, qualcosa che spaventa perché nessuno riesce a spiegarlo. Spaventa gli altri ma soprattutto spaventa lei.
Genere: Angst, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pioggia.
Era un pomeriggio di settembre e l’aria profumava di pioggia.
Edera camminava a passo spedito verso la fermata dell’autobus.
Ancora venti minuti e avrebbe rivisto il suo migliore amico.
Era un’estate che non si vedevano.
Salì sul pullman in partenza e passò l’abbonamento.
Si sedette nell’ultimo posto a sinistra, appoggiò la testa al finestrino e prese a guardare fuori. Le piacevano quelle giornate.
Non era più estate ma non era ancora inverno e il cielo era ancora troppo azzurro per essere autunnale. Le piacevano perché anche lei era così: incontrollabile e fuori dagli schemi.
Diversa, come le giornate di settembre.
Brontolando il 93 si avvicinò a Via Garibaldi e lei scese.
Si sedette sui gradini del portico e cominciò ad osservare le persone che camminavano freneticamente per la via. 
Ascoltava i loro passi battere sui blocchetti di porfido scuro e immaginava dove potevano essere dirette, provava ad entrare nelle loro vite leggendo dentro quegli occhi che avevano tanto da dire... Al contrario dei suoi.
Lei aveva quasi diciassette anni e non sapeva niente del suo passato.
Niente dei suoi veri genitori, niente dei cieli da dove era partita, niente dei dolori che doveva aver vissuto e delle persone delle quali doveva essersi innamorata, niente di niente.
Ricordava solo di essersi svegliata un giorno su un letto bianco senza lenzuola sotto lo sguardo indecifrabile di un'equipe di medici e, una settimana dopo, di essere stata adottata da una coppia sposata. A lei non avevano dato spiegazioni e con i suoi genitori avevano mantenuto il segreto facendo in modo che l'unica cosa che potessero fare fosse arrendersi al fatto che non avrebbero saputo niente.
Da allora erano passati tre anni. 
Aveva smesso di pensarci. 
Aspettava che i frammenti degli incubi sfocati e confusi che invadevano le sue notti le regalassero qualche ricordo.
Fissava ancora le persone per strada invidiandole del loro vissuto. 
Le si oscurò la vista e il naso le si riempì di un profumo di biancheria pulita e caffè.
-Theo!- gridò sorridendo togliendosi le mani dell'amico dagli occhi.
-Heyla monella! Ti diverti ancora a cercare il tuo passato negli occhi degli altri?
-Lo sai che non mi stancherò mai.
-Stai zitta e abbracciami, ladra di ricordi...
Si stinsero senza parlare per più di cinque minuti recuperando tutti gli abbracci che non si erano dati in un'estate. 
Si erano mancati.
Edera e Theo presero a camminare per le vie polverose e antiche della città vecchia guardando le persone. Theo teneva Edera sottobraccio e sorrideva. Sorridevano entrambi.
- Allora? Con i ragazzi? In un' estate ne avrai combinati di casini. Quanti cuori hai rubato?
-Mi spiace deluderti ma sono rimasta sull'amaca a leggere tutti i giorni. Avrò letto tutta la biblioteca di casa. Tu? - Theo aveva un sorrisetto beffardo sul volto che lei vedeva appena sforzando la coda la coda dell'occhio.
-Theo ?
-Dobbiamo essere seduti. Tu devi essere seduta.
-Addirittura? 
-Già
Camminavano in silenzio sotto il cielo celeste.

-Heyla Nick! Come ti è andata l'estate? - disse Edera al barista entrando al Ponte
-Ragazzi! Stavo cominciando a pensare che non sareste più tornati.
-Mi prendi in giro? Come facciamo a vivere senza questo posto?
-Solito tavolo?
-È libero? 
-È tre mesi che aspetta solo voi- disse strizzando l'occhio

Si sedettero al tavolo nell'angolo, quello accanto alla finestra che dava sul fiume.
Nick arrivò sorridendo con due bicchieri di vetro pieni di un liquido bluastro con il bordo sporco di zucchero e una fragola rossa.
-I vostri tropical blue
-Ci conosci meglio dei nostri genitori. - Theo infilò la cannuccia metallizzata tra le labbra.
-Altrimenti a cosa servirebbero i baristi?
Nick se ne andò fischiettando
-Allora? Questa notizia da gambe molli? - Edera guardava l'amico con una curiosità ansiosa





nascosta dietro gli occhi ambrati.
-Il tuo migliore amico sarà in classe con te, monella. - Edera sputò ciò che aveva in bocca spargendo goccioline appiccicose sul tavolo di cristallo.
-Ma avevi scelto il linguistico!
-Avevo, ho capito che non fa per me. Ti toccherà darmi ripetizioni di greco.
-Sei assurdo.

~ ANGOLO DELL'AUTORE ~
Salve gente, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto e che sia scritto decentemente. Lo so, non c'è nulla di fantascientifico in questa storia ma arriverà, tranquilli, ci metterà un po' ma arriverà. Non avendo molto altro da aggiungere credo che mi fermerò qui... 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Respirandoparole