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Autore: lelucidinewyork    29/06/2015    1 recensioni
Scattai dalla sedia e mi diressi verso la sala; stavo per aprire la porta, quando qualcosa mi arrivò addosso o, per meglio dire, qualcuno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un teatro. Per molti un ammasso di tavole di legno affiancate l’una all’altra, per altri soltanto un misero posto per rilassarsi per tre ore, non pensando a nulla, godendosi soltanto lo spettacolo.
Ma non per me.
Ho scoperto il teatro e tutto il suo mondo quando avevo appena compiuto sette anni; piccola, voi direte, ma sono sempre stata considerata matura per la mia età, sin da quando ero piccola. Una scuola di danza, è da lì che ho cominciato a muovere i primi passi verso il mondo dello spettacolo, ed è stato proprio qui che ho conosciuto l’arte della recitazione. Ma adesso ho 17 anni, so benissimo cosa voglio diventare da grande: un’attrice.
Nessuno potrà mai capire l’entusiasmo che provavo ogni volta che mettevo piede in quella sala, sapendo che la lezione stava per cominciare; nessuno capirà mai l’emozione che si prova quando le tende del palcoscenico si spalancano e tu.. tu sei lì, in scena, pronta a dare il meglio di te stessa, per appagare il piacere che si prova nel recitare, nell’interpretare un personaggio che non ti rappresenta, ma farlo tuo, accoglierlo nello spirito fino ad immedesimarsi completamente, e poi finire quella “messa in scena” alla quale io e i miei compagni abbiamo lavorato sodo.
Oh, giusto, i miei compagni.
Un giorno, non molto tempo fa, ero nello spogliatoio, trepidante e ansiosa di incominciare la lezione, di entrare in quel mondo tutto mio, che condividevo solo con loro, i miei compagni, nonché amici più fidati.
Sentii la voce della maestra che chiamò i suoi alunni per cominciare. Io scattai dalla sedia e mi diressi verso la sala; stavo per aprire la porta, quando qualcosa mi arrivò addosso o, per meglio dire, qualcuno.
Un ragazzo.
Ero sicura di non averlo mai visto prima di quel momento; aveva i capelli abbastanza lunghi, quasi neri, occhi penetranti, di un azzurro intenso, ti ci potevi perdere per ore ed ore.
“Ma non guardi dove cammini?” – chiesi io.
Oh, sì, io non ero esattamente una Madame di corte, quando si trattava di relazioni sociali, non lo ero, specialmente quando qualcuno mi faceva arrabbiare.
“Oh, scusa, mi dispiace! S-stavo parlando con Giuseppe, ed ero girato, perciò sì, non ho guardato avanti e ti ho urtata, scusa, mi dispiace ancora”- rispose.
Mi porse la mano per alzarmi, ma io scoppiai in una fragorosa risata.
“Ma tu parli sempre così velocemente? Beh, se sì, ti consiglio di non farlo lì dentro, perché la maestra potrebbe perdere giorni e giorni nel tentativo di spegnere questa tua parlata a macchinetta”- dissi io, indicando la sala.
“P-parlata a macchinetta?” – disse, sorpreso
“Sì, lei la definisce così”
“Oh.. In ogni modo, piacere, io mi chiamo Logan!”- rispose, porgendomi la mano
Io la afferrai, e mi alzai.
“Piacere, Claudia”- sorrisi.
Per tutta la lezione non feci altro che lanciare sguardi nella sua direzione, e mi posi mille domande che continuavano a frullare nella mia testa, ansiose di ricevere una risposta.
Non è di qui, vero? Ha un accento piuttosto strano.
“Bene, la lezione è finita!” – così dicendo, la maestra ci congedò.
Ripresi il mio cellulare ed uscii dalla sala, dirigendomi verso gli spogliatoi, ma una voce mi richiamò.
“Hey, Claudia! Bella lezione oggi!”
“Puoi dirlo forte!”
Per alcuni secondi, nessuno dei due parlò. Mi sentivo agitata e stavo persino arrossendo, ma decisi di rompere il silenzio.
“Ehm.. Immagino che tu non sia di qui!”
Logan mi raccontò che i suoi genitori dovettero trasferirsi qui, per via del fatto che suo padre aveva ricevuto un posto migliore qui, a Roma. Lui era di Los Angeles, e amava molto quella città. Però mi disse che si era trovato bene in questa metropoli, che i compagni di scuola lo avevano accolto nel migliore dei modi e che lui non rimpiangeva niente. Mentre ascoltavo, avevo un sorriso da ebete stampato sul viso, non tanto perché la sua storia era entusiasmante (perché, credetemi, lo era), ma perché mi sentivo terribilmente e fottutamente attratta da lui.
 
I mesi trascorsero e volarono come se nulla fosse. Io e Logan eravamo sempre più uniti, eravamo diventati migliori amici; mi faceva stare bene, mi faceva ridere anche quando non desideravo farlo, e lo adoravo per questo.
Nel frattempo, al corso di recitazione stavamo montando un nuovo spettacolo: “Romeo&Giulietta”.
Ricordo ancora la mia reazione quando la maestra lo comunicò. Saltai dalla gioia e abbracciai Logan con tanta di quella forza che lui fu costretto a dirmi: “Ehi, Clouds, mi stai strozzando”.
Che buffo nomignolo mi aveva affibbiato, nuvole.
“E’ bello, tu consideralo al singolare, nuvola. Sarà il tuo nuovo soprannome, e non prenderlo come un insulto, prendilo piuttosto come un complimento, perché a volte hai la testa tra le nuvole, entri in un mondo tutto tuo, di cui io ho l’onore di far parte” – ricordo benissimo queste parole, perché piansi a dirotto quando me le disse.
Ad ogni modo, ero strafelice al pensiero di dover recitare una pietra miliare di Shakespeare, l’avevo sempre amato, sin da quando mia zia mi raccontava le sue storie.
Arrivò anche il giorno in cui le parti furono date.
“Allora, ragazzi, silenzio per favore! Sappiamo tutti a che cosa stiamo andando incontro, no? Sappiamo che dobbiamo lavorare sodo, perché una tragedia di Shakespeare non si fa di certo tutti i giorni! Quindi adesso prendete un respiro profondo, sto per dirvi la vostra parte!”
Tutti insieme sbattemmo i piedi per terra, per festeggiare. Lo facevamo sempre.
“Allora, Giuseppe, sei assegnato alla parte di Mercuzio; Claudia, tu invece farai la balia di Giulietta!”
La maestra continuò a parlare, ma io non l’ascoltai. Ebbi un tuffo al cuore. Cosa avevo sbagliato? Forse non avevo dato il meglio di me durante quest’anno di laboratorio teatrale?
Ebbi tantissimi pensieri. Sapevo benissimo che proprio in Romeo e Giulietta le parti da donna non erano numerose, e sapevo anche che, alla bisogna, avrei potuto interpretare il ruolo di un maschio. Non so cosa mi sia successo in quell’istante.
Logan mi distrasse dai miei pensieri, scuotendomi.
“Clouds, hai sentito? Sono Romeo, sono Romeo!”- e mi abbracciò, tutto felice.
Io ricambiai l’abbraccio, ero davvero felice per lui, almeno uno di noi due ce l’aveva fatta.
“Ehi, Log, bravissimo, congratulazioni!”- dissi io, abbozzando un sorriso.
 
Alcuni giorni dopo, ritornammo a lezione e cominciammo a provare, col copione.
Io avevo pochissime battute, ma non mi importava. Avevo rimuginato e pensato tanto, e alla fine ero arrivata alla conclusione che se la maestra non mi riteneva adatta per il ruolo di Giulietta, ben venga, avrei fatto la balia di quest’ultima nel migliore dei modi.
Arrivò la scena del primo bacio tra i due protagonisti. Il ruolo di Giulietta era stato affidato ad un’altra mia compagna, Angelica.
Logan attaccò dicendo: “Ho il mantello della notte che mi nasconde… però se non mi ami fai pure che mi trovino… sarebbe meglio morire per mano loro che continuare a vivere senza il tuo amore!”
 
A quelle parole, una lacrima scese dal mio viso e atterrò sul foglio del copione. Ero così arrabbiata, e non capivo neanche il perché.
Buttai a terra il copione e corsi in bagno. “Ho finito per oggi.”
Chiamai mia madre e andai a casa. Qualche ora dopo, qualcuno bussò alla porta.
“Mamma, io non ci sono per nessuno!”
“Tesoro, ormai ho aperto.. e poi, non ci sei neanche per Logan?”
Un crampo allo stomaco non tardò ad arrivare. Mi alzai dal letto e scesi lentamente le scale, pensando a cosa dire.
Lo vidi lì, sull’uscio della porta, bagnato dalla pioggia incessante proveniente dall’esterno.
“Claudia, puoi venire un attimo fuori? Ti devo parlare”
Due cose mi fecero sussultare: la prima, mi aveva chiamata per nome; la seconda, il ‘ti devo parlare’ non aveva mai annunciato nulla di buono.
Annuii e uscii insieme a lui, chiudendo la porta dietro di me. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi, perché ormai avevo realizzato tutto quanto.
“Perché sei scappata via così! La maestra era furiosa!”
“La maestra può andarsene benissimo a cagare!” – risposi io, nervosa.
“Clouds, non ti ho mai vista così.. è successo qualcosa?”
Non risposi, mi limitai soltanto a torturare il mio povero labbro.
Logan si fece più vicino e mi abbracciò. Io però lo respinsi, non ne potevo più.
“Che succede?”
“Che succede? Succede che io non riesco più a sopportare questa situazione! Succede che io sono furiosa con te!”
Logan sgranò gli occhi, incredulo.
“Non fare finta di non sapere come stanno le cose, Logan! Non so con che coraggio sto per dirti quello che devo dirti ormai da molto tempo, ma.. io sono innamorata di te, Log, fin dalla prima volta che ho incontrato il tuo sguardo. E solo oggi finalmente sono riuscita ad accettare i miei sentimenti, quello che provo per te! Solo che tu non te ne rendi neanche conto, visto che hai fatto la faccia ammiccante a quella troia di Angelica, che di angelico non ha proprio un cazzo!”
Ecco, l’avevo detto, avevo confessato quello che ormai mi portavo dentro da un po’. Non so come io sia riuscita a guardarlo negli occhi e a portare a termine il discorso, perché avevo il viso tutto bagnato e la voce rotta dalle lacrime.
Logan non disse niente, si limitò a tacere. Io, d’altro canto, abbassai lo sguardo, non avevo voglia di osservare la sua reazione, perché sapevo benissimo quale sarebbe stata.
“Clouds.. io..”
“No, ti prego, non dire niente, so già cosa pensi”
“Oh, quindi sai già che sto per baciarti?”
Io alzai velocemente lo sguardo e lo scrutai, valutando se fosse serio o meno. E lo era, lo conoscevo benissimo.
Si avvicinò e prese il mio mento con due dita, mi toccò le labbra e le avvicinò alle sue. Un bacio casto, che mi portò veramente in un altro pianeta.
Ci staccammo dopo vari minuti, e lo abbracciai.
“Sono così felice che ti sia dichiarata tu per prima! Ah, e quello sguardo ammiccante di cui parli è scritto nel copione, quindi la prossima volta leggi, invece di stare sulle nuvole!”
Scoppiai a ridere, una risata mescolata alle lacrime.
 
Il giorno dello spettacolo arrivò, e purtroppo arrivò anche la parte in cui Romeo e Giulietta consumarono il loro matrimonio.
Alla fine tutti ci fecero i complimenti, applaudendo e urlando.
Ma io non ero gelosa, non lo ero affatto. D’altronde, Logan era mio, come io ero sua.

Ciao a tutti! :)
Oddei, è da tantissimo tempo che non venivo qui, efp mi è mancato tantissimo!
Ad ogni modo, eccomi qui con una nuovissima OS sul mio attore preferito
Sul serio, spero che vi piaccia.
Alla prossima! :*
lelucidinewyork
   
 
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