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Autore: Fenio394Sparrow    29/06/2015    4 recensioni
Urlò di nuovo «Impedimenta!» e Bell evocò un Sortilegio Scudo appena sufficiente a deviare l’Incantesimo di Ostacolo, grugnì per lo sforzo ma George ripartì all’attacco con un altro Impedimenta e un altro ancora che mandò in pezzi il suo Protego e la colpì in pieno; esalò un respiro sofferente prima di Incendiare la manica del ragazzo, bloccando appena in tempo il suo successivo incantesimo. L’Incantesimo di Ostacolo le stava rallentando i movimenti – non andava bene, non andava per niente bene. Il Duello era una danza, una danza veloce e ricca di passi, da eseguire con rapidità, precisione e perizia e l’Impedimenta impediva di fare tutto quello per cui il Duello valeva la pena di essere di essere vissuto – la frenesia, la smania di agire, la soddisfazione di vedere la tua tattica riuscire. L’Impedimenta era in grado di bloccarti per qualche secondo o di scaraventarti via se il mago era particolarmente potente, ma quegli attimi erano fatali.
{George Weasley/OC || Long Fiction || Romantico, Avventura, potenzialmente Flast}
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Not all Slytherins are evil

 
Per inaugurare il Club dei Duellanti, i Capitani avevano deciso di comune accordo di lasciare che le reclute aprissero i giochi.  Perciò avrebbe cominciato lei.  Fino all’anno precedente era stata Riserva, ma Gemma l’aveva promossa a Gregaria per premiare il suo impegno e i suoi miglioramenti, cosa che aveva riempito di orgoglio il cuore della ragazzina.
Per scaldare gli spiriti ma dimostrare la sportività del Club – il che era un pò un controsenso – sarebbe stati Serpeverde e Grifondoro ad iniziare il duello. E Gemma aveva scelto lei per aprire le danze. Quell’anno sarebbe stata la sua stagione, se lo sentiva.

«Mi raccomando, comportati bene.» Gemma Farley, oltre ad essere Prefetto e strega migliore del proprio anno, era anche il Capoduellante più longevo che la Casa Serpeverde  avesse mai visto: entrata in squadra all’età di dodici anni, era riuscita ad ottenere il titolo l’anno successivo, guadagnandosi così il pieno rispetto dei concasati. Deteneva il titolo da tre anni. Perché se c’era una cosa che Bell aveva imparato in tre anni a Serpeverde era che il rispetto spesso era difficile da guadagnare, specie se sei un Mezzosangue o un Natobabbano, ma una volta ottenuto, il tuo stato di sangue vale meno di niente. Gemma Farley era la dimostrazione vivente di tutto quanto, visto che i suoi genitori erano impiegati alle Poste di Londra. E comunque ogni singolo Serpeverde nel castello avrebbe seguito Gemma qualunque cosa avesse detto o fatto, e Bell non faceva eccezione. «Va bene, Capitano.»

Stringeva convulsamente la bacchetta fra le mani e sentiva un brutto peso sul petto – non riuscì a controllare una manciata di scintille che sprizzaron senza preavviso dalla sua bacchetta.
Gemma alzò un sopracciglio. «Nervosa?»
«Un po’» ammise Bell.
«Ehi, non devi avere paura» Gemma le strinse una spalla, guardandola negli occhi. «Sei bravissima e non hai niente da temere. L’importante è che combatti fino alla fine per quei punti, senza barare» Specificò le ultime parole con un mezzo sorriso, carico di intesa.
Anche Bell sorrise. «Ma io non baro!»

La Squadra di Grifondoro scelse quel momento per fare la propria entrata nella Sala Grande, schiamazzando e ridendo.
Per l’occasione, i tavoli delle quattro Case erano stati uniti fra loro, due a destra e due a sinistra. Un sostanzioso gruppo di appassionati e curiosi si era radunato in Sala Grande, ed altra gente continuava a venire. Avrebbero esordito loro e poi avrebbero combattuto in contemporanea le altre coppie, dando una dimostrazione del Club. Gemma aveva chiesto agli altri Capitani se a loro andava bene e Tassorosso e Corvonero si erano espressi a suo favore.
Gemma si diresse verso il Capoduellante avversario, un sedicenne biondo e sorridente, esibendosi in un sorriso cortese. «Era ora, Tom, credevo che avresti rinunciato.»
  «Rinunciare, noi?» Tommen Hill rise. «Gemma, hai preso un abbaglio. Oltretutto abbiamo dei nuovi acquisti che ci frutteranno molto.»
La Serpeverde avvicinò Bell sorridendo come una mamma chioccia orgogliosa. «Abbiamo i nostri assi nella manica.»
Bell sorrise, fiera del tono che il suo Capitano aveva usato rivolgendosi a lei. Anche se le mani le tremavano ancora un po’ si sentiva più sicura di prima; si ripromise che non avrebbe deluso le sue aspettative.

«Cominciamo?»
Tommen indicò il tavolo con un gesto teatrale. «Prima le signore!»
Gemma si abbassò al livello dei suoi occhi, annuendo decisa. «Fagli vedere di che pasta sei fatta.»
Gemma aveva inquietanti occhi azzurri cielo, perforanti come lame e seri come un religioso in  contrasto contro i capelli ramati. Bell non le somigliava per niente, non con quei capelli neri e gli occhi verde oliva, eppure aspirava davvero a diventare come lei.
Quel giorno, in vista del torneo di dimostrazione, aveva fatto a meno delle treccine che amava tanto, preferendo uno chignon, molto più pratico per duellare: era molto meglio gareggiare senza ciocche di capelli fluenti che ostacolavano la vista. Ripose la bacchetta nel fodero per osservare il rito, mentre ilsuo avversario saliva con agilità sul tavolo.

Rosso. Lentiggini. Occhi azzurri. Battitore. Un anno più grande di lei, non di più.
Non era proprio disgusto, il modo in cui la guardava: era lo stesso modo in cui un Serpeverde guarda un Grifondoro e viceversa.  Personalmente Bell non aveva mai avuto quel tipo di problema, visto che suo fratello frequentava il quinto anno ed era la riserva simpatica ma scarsa della squadra di Quidditch di Grifondoro. Era per quello che sapeva chi fosse il ragazzo davanti a lei. Era per quello e per un vago ricordo che non ricordava di possedere.
Il ragazzo era più alto di lei di tutta la testa, aveva i muscolli delle spalle e delle braccia sviluppati e un sorrisetto in volto. Spostando lo sguardo verso il resto della squadra individuò subito la sua fotocopia che lo incitava – notò anche con un brivido come la Sala fosse molto più piena rispetto a qualche minuto prima. Sta calma, si disse. Gemma e la tua squadra contano su di te, mantieni il controllo della situazione. La cercò con lo sguardo e la individuò accanto ad Emily che le sorrideva raggiante alzando i pollici. Il Capitano invece la osservava a braccia conserte. Prese un bel respiro e raggiunse il centro della tavola, dove a fare l’arbitro per mantenere l’imparzialità c’era lo storico fantasma della Sala Duellanti, il panciuto e sanguinolento Phil.

«I due sfidanti Arabella Waters e George Wesley si mettano in posizione.» Fece quanto richiesto e cercò suo fratello fra la folla. Non c’era traccia di Jon; probabilmente era in giro con la sua ragazza a  sbaciucchiarsi. Il pensiero la fece ridacchiare un po’. Sentiva un fastidioso ronzio nelle orecchie.
«Conoscete le regole.  Vietato tentare di disarmare l’avversario se non dopo il terzo incanto; vietato trasfigurare, schiantare o impnotizzare l’avversario; vietato insultare l’avversario. Vince chi disarma o butta giù dalla pedana lo sfidante per primo. Al mio fischio il duello avrà inizio. Domande?»
«Nossignore!» risposero in coro.
«In posizione!»
Bell e George sguainarono in sincrono le bacchette. George era destro, Bell mancina. E Bell estraeva la bacchetta dal fodero come se fosse stata una spada: era poco pratico ma faceva scena e qualche piccolo vezzo se lo doveva pur concedere. Fecero l’inchino di rito, si girarono ed eseguirono i cinque passi prestabiliti. Ad ogni passo eliminava, strato dopo strato, paure, ansie, aspettative. C’erano solo lei e la bacchetta e quel ragazzo da battere. Era come un normalissimo allenamento, in cui avrebbe brillato di nuovo, come sempre. Si voltò.

«Tre, due, uno … Fiih!»
«Glacius!»
«Impedimenta!»
Bell scartò appena in tempo di lato ed evitò l’incantesimo; il ragazzo si era abbassato riuscendo a schivare il suo, ma un pò di brina gli imbiancava i capelli.
Urlò di nuovo «Impedimenta!»  e Bell evocò un Sortilegio Scudo appena sufficiente a deviare l’Incantesimo di Ostacolo, grugnì per lo sforzo ma George ripartì all’attacco con un altro Impedimenta e un altro ancora che mandò in pezzi il  suo Protego e la colpì in pieno; esalò un respiro sofferente prima di Incendiare la manica del ragazzo, bloccando appena in tempo il suo successivo incantesimo. L’Incantesimo di Ostacolo le stava rallentando i movimenti – non andava bene, non andava per niente bene. Il Duello era una danza, una danza veloce e ricca di passi, da eseguire con rapidità, precisione e perizia e l’Impedimenta impediva di fare tutto quello per cui il Duello valeva la pena di essere di essere vissuto – la frenesia, la smania di agire, la soddisfazione di vedere la tua tattica riuscire. L’Impedimenta era in grado di  bloccarti per qualche secondo o di scaraventarti via se il mago era particolarmente potente, ma quegli attimi erano fatali. Per fortuna che aveva ancora la bacchetta puntata contro di lui, altrimenti l’avrebbe battuta all’istante.
«Rictusempra!»
«Tarantallegra!»
I due incantesimi si schiantarono a metà strada, seguiti da altri due fasci di luce che fecero la medesima fine. Bell mulinò la bacchetta nell’aria, mirando al busto del ragazzo. «Glacius!»
George riuscì a pararlo velocemente, anche se pareva un po’ affaticato, ma questo in qualche modo le fece salire il sangue al cervello e la fece scattare  con rabbia in avanti. «Oppugno!»
Una scarica di uccellini pigolanti saettò fuori dalla sua bacchetta mirando contro George Weasley che evocò l’ennisimo scudo che resistette a malapena  sotto le flebili ma numerose beccate – era un azzardo usare quell’incanto così, senza che riuscisse a padroneggiarlo del tutto: Gemma glielo aveva insegnato da poco, da era la prima formula che le era saltata in testa.
«Accio Bacchetta!»
«Expelliarmus!»
Nello stesso istante in cui Bell percepì la propria bacchetta sfuggirle di mano, una stoccata dolorosa le colpì la guancia e con un rumore sinistro le sentì cadere a terra, subito seguite dal fischio di Phil.
«Fiiih! Duello terminato in parità assoluta! Serpeverde e Grifondoro pareggiano!»

Un coro di applausi e risate scrosciò da entrambe le squadre, che avevano seguito col fiato sospeso quel velocissimo scambio di incanti durato meno del previsto, incalzante.
Bell sentì un sorriso imbarazzato illuminarle il volto e diede un’occhiata allo sfidante, che invece rideva felice e salutava i suoi compagni di squadra urlando a squarciagola battute divertenti. Guardò verso la propria squadra, che fischiava e rideva al suo indirizzo, avvicinandosi verso di lei. Tutti tranne Gemma. Il sorriso le si gelò sulle labbra non appena incrociò gli occhi di ghiaccio della Capoduellante. Si guardarono  per un interminabile secondo, durante il quale Bell sentì le gambe farsi molli e gli occhi inumidirsi - l’aveva delusa? – ma poi Gemma le sorrise facendole un cenno e percepì tutta l’euforia e l’adrenalina scorrerle in corpo come fiumi in piena. Potevano i colori essere così vividi? Era una droga, il Duello, era la sua droga, e non poteva farne a meno.

Una voce maschile la riportò alla realtà. «Scusa?»
Bell si girò e si ritrovò davanti George Weasly, senza capirne il motivo. Lui le sorrise e le porse qualcosa. «E’ stato un bel duello. Ti è caduta la bacchetta»
«Sei stato tu a farmi cadere la bacchetta» osservò Bell ricambiando il sorriso. «Ti ringrazio»
Percepì una stretta alla bocca dello stomaco quando lui le sorrise di rimando, con quelle leggere lentiggini sul viso e quegli allegri occhi azzurri. Non erano gelidi come quelli di Gemma, erano più densi, in qualche modo. Come l’acqua del mare, non come il cielo.
«Bè, è stato un piacere» le disse, e si buttò giù dal tavolo per abbracciare il gemello e dirigersi in pompa magna verso l’ altro tavolo, dove un altro duello stava per cominciare.  
Mentre scendeva ed Emily l’abbracciava ripetendole quanto era stata brava, realizzò che avrebbero fatto molti altri duelli quell’anno, competendo per la vittoria. Non le sarebbe dispiaciuo affatto.
 
 


Ma ciao!
Vedrò di essere celere, perchè miamadre mi sta per uccidere. Questa long è nata con l'intento di dimostrare che non tutti i Serpeverde sono cattivi, cosa che 3/4 del fandom sembra dimenticare troppo facilmente. Mi rifiuto di pensare che nessuno di noi abbia combattuto nella Battaglia di Hogwarts.
Che ne pensate di Bell? Spero di essere riuscita a descriverla, e di essere riuscita a descrivere il duello, nel modo più realistico e coinvolgente possibile. Vi prego, datemi una speranza. Lasciate un parere.
E' la mia prima storia nel fandom, nonostante Harry Potter sia la mia vita. Perdonate eventuali errori di battitura, ma sto usando il pc di mia sorella e anche se l'ho riletto tre volte molti errori sfuggono ^^
Feniah <3
   
 
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