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Autore: pineapplemoustached    29/06/2015    0 recensioni
Steve Rogers/OC
Una giovane ragazza, sola e amante delle feste, costretta a lavorare per mantenersi, si ritrova faccia a faccia con gli Avengers durante l'attacco dei Chitauri.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente mi svegliai abbastanza presto e andai subito a fare colazione. In cucina non c’era nessuno, così mangiai da sola con tutta calma. Non appena ebbi finito tornai nella mia camera per lavarmi e vestirmi. Prima o poi avrei dovuto iniziare a lavorare per Tony, ma lui non voleva, mi aveva detto che finché non mi fossi rimessa al cento per cento non avrei mosso un dito per lui. Tutto sommato le mie condizioni non erano pessime: la gamba non faceva poi così male, il vero problema era la ferita sul fianco. Sentivo i punti ad ogni movimento che facevo, la paura di farla riaprire era parecchia, ma non potevo stare ferma per sempre.
Ero ferma davanti allo specchio, avevo addosso vestiti non miei, stavo fissando l’enorme cerotto che copriva i punti. Stavo ripensando a come tutto era successo, ma in realtà non ricordavo granché. Il mio flusso di pensieri venne interrotto da qualcuno che bussò leggermente alla porta. Ero alquanto sorpresa poiché non aspettavo nessuno, così mi avvicinai alla porta e, afferrando la maniglia, la aprii. Fui ancora più sorpresa quando dall’altra parte della porta trovai Steve; sembrava pronto per andare da qualche parte, aveva indosso un giubbotto di pelle nero e una maglietta bianca. “Ciao Amy” disse il capitano timidamente
“Ciao Steve” risposi con un sorriso, poi il silenzio cadde. Nessuno dei due osava parlare e il silenzio iniziava a diventare imbarazzante. “Come mai da queste parti?” chiesi cercando di rompere il silenzio
“Ehm sì,” il capitano sembrò tornare alla realtà “Mi manda Stark, mi ha chiesto di accompagnarti a comprare dei vestiti che ti vadano bene”
Che pensiero gentile…  “Oh…” fui alquanto sorpresa
“Ti aspetto giù, quando sei pronta scendi” disse gesticolando
“Si, certo, arrivo subito” timidamente. Mi sistemai i capelli e uscii dalla stanza, diretta al piano terra. Nell’ascensore incontrai Tony, lui stava andando in laboratorio. “Grazie Tony per il vestiti” dissi con molta gratitudine dopo averlo salutato
“Nessun problema” le estremità della bocca si alzarono formando un sorriso “Compra anche qualcosa da mettere questa sera”
“Questa sera?” chiesi con curiosità
“Questa sera. Festa.” Disse con un tono infantile “Come hai fatto a dimenticartene?”
“In realtà… non lo sapevo nemmeno” dissi insicura
“Beh ora lo sai” il ding dell’ascensore mi notifico l’arrivo al piano terra “Ora muoviti, Capitan Ghiacciolo ha aspettato abbastanza” disse ammiccando mentre le porte dell’ascensore si richiudevano dietro di me. Che diavolo voleva dire con quello? Cercando di non lasciare entrare Tony Stark nella mia testa mi diressi verso l’uscita dove Steve mi stava aspettando. Uscii dall’enorme palazzo e vidi subito il capitano appoggiato contro la sua Harley, con due caschi in mano. Non appena mi avvicinai me ne porse uno e mi aiutò a salire.
Mentre sfrecciavamo per la città, io ero saldamente aggrappata a Steve, avevo le mie mani attorno al suo petto, mi sentivo quasi come il giorno precedente, quando ci eravamo abbracciati, mi sentivo protetta, mi sentivo bene.
Non appena arrivammo nel negozio, iniziai a scegliere gli indumenti il più velocemente possibile, era palese che Steve non si sentisse a suo agio. La maggior parte delle magliette che presi era tinta unita, poi mi diressi verso la biancheria intima, dove il capitano non osò avvicinarsi. Cercai anche un vestito per la famosa festa di Tony.
Ci avvicinammo ai camerini “Faccio il più in fretta possibile”
“Non preoccuparti, fai con calma” disse con un leggero sorriso.
Entrai nel camerino con una montagna di cose da provare, sfortunatamente non avevo tenuto in conto una cosa: i punti. Sfilai la mia maglietta bruscamente, subito sentii un forte dolore pungente nel fianco. Fui in grado di soffocare in gola un grido di dolore. Decisi di provare prima gli abiti, sicuramente il dolore non sarebbe passato continuando a fare sforzi e correvo il rischio di non riuscire a provarli.
Iniziai con il tubino nero, mi ci vollero dieci minuti buoni per infilarlo e altrettanti per sfilarlo. L’abito era bellissimo, ma decisamente troppo aderente, seguiva perfettamente le mie curve, mostrando anche la fasciatura sul fianco, era così stretto che mi sentivo soffocare, accentuava anche il dolore provocato dalla ferita. Non appena riuscii a liberarmi, mi rivestii e uscii dal camerino. “Già fatto?” chiese Steve sorpreso
“Certo” dissi sorridendo cercando di mascherare la mia voce tremante di dolore.
Assieme alle magliette e gli altri indumenti di cui necessitavo, decisi di tenere un solo vestito. Era senza spalline, aveva una fascia che cingeva il seno e diventava subito largo, lasciando respirare la mia ferita. Inoltre ne avevo uno uguale, prima che tutto fosse distrutto, sapevo già come mi sarebbe stato.
Steve pagò, immagino con una carta di credito del miliardario, poi tornammo alla moto. Piegammo e infilammo i sacchetti nelle due grandi borse ai lati della moto, infine salimmo diretti verso la Stark Tower.
Mentre ci avvicinavamo a casa, iniziai a sentire la bocca asciutta, sotto il casco iniziai a sudare. Sentii le mie braccia perdere la presa dal corpo di Steve, senza volerlo lasciai cadere il mio corpo contro il suo. Poco dopo ci fermammo. Istantaneamente la testa iniziò a girare, “Siamo arrivati” disse il capitano. Avrei voluto parlare, avrei voluto chiedere aiuto, ma era quasi come se il mio corpo non rispondesse. Sentivo i battiti cardiaci diminuire sempre più, poi ancora una volta quel dolore intenso riprese. Istintivamente portai la mano dove si trovava la ferita. Sentii bagnato. Merda. Cercai di sollevare la mano per guardarla, ma Steve la vide prima di me. La mia maglietta grigia era completamente bagnata di sangue. In uno scatto il capitano scese dalla moto e mi tolse il casco “S-Steve…” balbettai con un filo di voce
“Hey, non preoccuparti, sono qui”
Le sue parole mi confortarono, mi fecero sentire al sicuro. Le forze mi abbandonarono non appena quelle parole furono pronunciate.
Aprii con fatica gli occhi, la luce era forte, ma non appena si abituarono sorrisi. Questo soffitto lo conosco. Ero nella mia camera sdraiata sul mio letto. Sentivo della musica provenire da lontano, probabilmente dai piani di sopra. “Buongiorno bella addormentata”
Roteai gli occhi all’indietro “Tony…”
“Perderai la mia festa”
“Tony mi dispiace davvero…”
“Questa era la vostra grande occasione”
“Tony che diavolo stai dicendo?” chiesi curiosa e seccata “Perché non torni alla tua festa?”
Con una smorfia lasciò la stanza. Lo sentii parlare con qualcuno appena fuori, ma non riuscii né a riconoscere l’altra voce, né a capire cosa stessero dicendo. Per quanto riguarda il “chi fosse” l’altra voce, ebbi risposta poco dopo e mi sono anche fatta un’idea di cosa possono essersi detti.
Steve entrò nella mia stanza, non era vestito elegante, dubito avesse intenzione di andare a quella festa.
“Hey Steve” dissi imbarazzata
“Ciao Amy, come ti senti?”
“Molto meglio ora, grazie” dissi senza mai incrociare il suo sguardo “Non vai alla festa? Tony ci teneva molto”
“Non amo quel genere di feste e poi non ho motivo di andarci” mentre parlava si avvicinò e si sedette sul bordo del letto di fianco a me.
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi finalmente aprii bocca “Grazie per oggi…”
“Non preoccuparti” disse sorridendo
Alzai gli occhi, il mio sguardo incontrò il suo “Steve dico davvero, grazie” senza accorgermene la mia mano strinse la sua, le nostre dita si intrecciarono. Sentivo i suoi occhi chiamarmi, il suo sguardo sembrava guardarmi l’anima, desideravo con tutta me stessa tornare in quel posto sicuro: stretta tra le sue braccia. In pochi secondi qualcosa di ancora più bello accadde. Portò la sua mano libera vicino al mio viso e, dopo aver scostato una ciocca di capelli da davanti, la appoggiò sulla mia guancia “Sarò sempre al tuo fianco per proteggerti”. Il cuore iniziò a battere fortissimo, il mio stomaco era invaso da farfalle.
Chiusi gli occhi e finalmente le mie labbra incontrarono e sue. Un turbinio di emozioni mi invase, non m ero mai sentita così bene. Non avrei più voluto lasciarlo andare.
 Le nostre labbra si separarono, Steve mi guardò profondamente “Io sarò con te…” disse piano il capitano “…fino alla fine”
   
 
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