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Autore: Rachele_Saranti    30/06/2015    1 recensioni
[Quel che resta del giorno]
Sarah Kenton è sempre stata un'ottima governante e confidente. Ma dopo aver accettato la proposta di matrimonio del Signor Benn, incomincia seriamente ad avere dei dubbi se si tratti della cosa giusta da fare. Riuscirà Mr Stevens a fermarla in tempo, prima che lei faccia l'errore più grande della sua stessa vita?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già giorno, quando Miss Kenton tornò alla villa con un bel mazzo di fiori appena recisi. Percorse tutto il corridoio in silenzio fino a giungere nel lussuoso salotto adibito ad area relax per la servitù. Mr Stevens, stava leggendo un libro, quasi non si curò nemmeno della presenza della donna all'interno della stanza.

-Ho raccolto dei fiori- disse lei con il suo solito sorriso stampato sul viso. Incredibile era vedere la positività di quella donna, nonostante la mole di lavoro incessante che ogni giorno doveva affrontare.

-Scusi?-
-Oh...Fiori...-
-State leggendo...-
-Sì- -C'è poca luce, siete sicuri di vederci bene?-
-Sì...sì-
rispose con tono sempre più cupo. La giovane osservò il collega, che non aveva ancora staccato gli occhi dalle pagine del romanzo.
< br / > -Posso...Posso sapere che cosa state leggendo Mr Stevens?-
-Un libro- Rispose lui con freddezza, come se gli costasse pure rispondere.
-Beh sì...lo noto. Ma, posso chiedervi...che tipo di libro?-
-Sto leggendo solo un libro signorina Kenton.-

La donna appoggiò il resto dei fiori che non aveva ancora sistemato nell'apposito vaso, sullo scrittoio di legno. Si aggiustò la gonna e il cardigan e con passo veloce, si avvicinò all'uomo. Lui con la stessa rapidità lo ritrasse, quasi a nasconderlo.

-Avanti, mi faccia vedere il libro, la prego!-

Che cosa stava facendo? Stava cercando di attirare la sua attenzione? Stava cercando di dirgli qualcosa? O era semplice e futile curiosità di sapere che cosa egli stesse leggendo di tanto interessante da non degnarla nemmeno di uno sguardo.

-Vi vergognate a dirmelo?- chiese lei quasi con rammarico

-No...no.-

L'uomo sospirando si alzò dalla poltrona, giusto per mantenere una certa distanza dalla ragazza.
-Miss Kenton, è solo un libro.- si spostò dall'altra parte della stanza quasi accantonato in angolo, accanto a un grande comò

. -Che cos'è? ... Hummm, è spinto?-
-Spinto?-
-State leggendo un libro audace?-

Chiese lei, facendosi più seria nel tono di voce, ma non nel volto. Il suo sguardo, così tenero e le sue labbra... Un viso luminoso e pieno di ilarità. Era strano vederla fare tali domande a Mr Stevens, ma evidentemente, quel libro aveva davvero attirato la sua attenzione. Da tempo, non poteva negare, di provare una certa vicinanza nei confronti dell'uomo; non dovuta solo al fatto che erano colleghi, in quanto lei governante e lui maggiordomo di Darlington Hall, ma anche per qualche affinità che negli ultimi mesi li aveva visti partecipi di scontri e chiarimenti.

-Pensate che si trovino libri audaci tra gli scaffali di sua Signoria?-

Rispose l'uomo con una sorta di "domanda retorica", cercando di imbarazzare la donna e azzittirla. Forse le sue domande così inopportune si sarebbero fermate, e lui avrebbe continuato la sua lettura silenziosamente, mentre lei , avrebbe terminato le sue faccende senza più chiedere nulla. Ma a Sarah quella domanda non fece paura. Non era il tipo che si intimoriva o provava vergogna per certe domande. lei non aveva fatto nulla di male; voleva solo sapere che cosa stesse leggendo di tanto entusiasmante l'uomo da cui lei aveva imparato molto e che primo tra tutti stimava e rispettava.

-Come posso saperlo?...-rispose lei con una nota di ironia o forse incertezza. La risposta sebbene l'avesse spinta a saperne ancora di più, la destabilizzò per una frazione di secondo.
-Che cos'è?- continuò -Avanti! Mostratemi quel libro!-

Era un invito. Non gli stava chiedendo di mostrargli il libro, forse non solo quello. La preghiera di Miss Kenton, era ben più profonda. Voleva conoscere tutto di quell'uomo. Voleva conoscerlo nell'animo, e voleva capire come potersi comportare con lui. Che cosa lo aggradava e cosa invece no. Lavoro arduo! Addirittura impossibile, per un uomo con lui, rivelare la sua vera natura. La stessa cosa, non si dimostrava invece complessa per lei; abituata da sempre ad essere, sì servizievole, ma altresì modo schietta sincera e diretta in quello che faceva, diceva o pensava. Il suo tono di voce era dolce, curioso, sensuale. Non c'era nulla di male in quello che stava chiedendo. O almeno, non ci sarebbe dovuto essere... Ma mr Stevens, sembrava sempre più innervosito e imbarazzato nel vedere la giovane governante avanzare verso di lui, mettendolo a spalle al muro. Avrebbe potuto farle vedere il libro e terminare lì la conversazione.
E invece no! Lui aveva paura. Ma paura di cosa? Di un libro? O della reazione che avrebbe potuto avere Miss Kenton leggendo le prime pagine del romanzo.

-Vi prego di lasciarmi in pace Miss Kenton. per favore...-

sospiri...respiri profondi. Non sapeva che cosa dire, non sapeva come comportarsi. Non era mai successa una cosa del genere.
Non gli era mai successo che una donna si intromettesse nei suoi affari. Nessuno gli aveva mai chiesto che cosa leggesse, o gli avesse chiesto qualcosa a riguardo delle sue abitudini quotidiane.
Certo si trattava di un libro. Miss Kenton sapeva quanto mr Stevens adorasse leggere, ma quel giorno la sua brama di conoscere era andata ben oltre del previsto. La vera domanda che il maggiordomo si stava ponendo, era perché quella donna ci tenesse tanto a lui e perché volesse rompere la "distanza" che tra loro c'era sempre stata.
La donna avanzò ancora di qualche passo, finchè Stevens sentì le sua spalle aderire perfettamente alla parete della stanza. La tensione stava salendo. Miss Kenton però non sembrò accorgersene. Sorrise ancora una volta e con aria divertita guardò l'uomo, che intanto si stava facendo sempre più imbarazzato.

-Perché non volete farmelo vedere? per favore.-
-Questi sono i miei momenti di intimità, li state invadendo...-rispose lui quasi come per difendersi da un'accusa.
-Ah....è così?-
-Sì.- rispose fermamente
Lei sembrò compiaciuta.

-..Sto invadendo i suoi momenti di intimità...- mentre pronunciava quelle parole, sembrò quasi che ne scandisse il senso con una sensualità innata. Mr Stevens non aveva mai visto Sarah, sotto quella luce.

E la cosa gli fece non poca paura.
Ammiccò, e si leccò le labbra.

-Cosa c'è in quel libro. Coraggio mostratemelo.- Altri passi verso di lui.

Stevens incominciò a trattenere il respiro. Sentì l'adrenalina salirgli in tutto il corpo, e il sudore a scendergli dalla fronte. Non riusciva a guardarla negli occhi. Sentiva qualcosa di strano in lui; qualcosa che non aveva mai provato prima di allora, e non era solo imbarazzo.
Non era vergogna, e non era nemmeno paura. Sentì le sue mani sudare, e un groppo in gola gli impedì di rispondere subito a miss Kenton.

-O forse...state cercando di proteggermi...Mi scandalizzerebbe? Rovinerebbe il mio carattere? Lasciate che lo veda...- Era in trappola.

Tra i due ormai non c'era più nemmeno un briciolo di distanza. Stevens spostò la mano per non toccare involontariamente il corpo della donna. Portò il libro all'altezza del cuore, e lo serrò bene con una stretta di mano. Lei appoggiò le sue, delicate e vellutate, sopra quelle dell'uomo.
Deglutì. Gli occhi di Miss Kenton si fecero sempre più brillanti, nella penombra sembravano due stelle eterne. Alzò lo sguardò, di poco, giusto per cercare di osservare nei particolari l'uomo che le stava negando alcune risposte.
Le mani di Sarah si fecero più strette intorno a quella del quarant'enne.
Che stava facendo? Cercando di strappargli di mano il libro?. Delicatamente, incominciò ad allentare la presa quando la donna, con insistenza, continuò nel suo intento. Lui finalmente ebbe il coraggio di guardarla negli occhi. Lei se ne accorse. Si fissarono per pochi secondi, prima che Stevens le concedesse definitivamente il manoscritto. Lei con avidità mista a curiosità, lo prese tra le mani, e incominciò a sfogliarlo.
Mai fu più stupefacente la sua reazione.
Si morse il labbro, e rimase a bocca aperta, leggendo la trama del tomo.
Non era un libro erotico. lui non la stava difendendo da una scrittura sopra le righe, o concetti provocanti e non adatti a una donna per bene come lei. Non si trattava di un libro spinto, noir, proibito...solo di una storia romantica.
Una bellissima e semplice storia tra due innamorati intenti a vivere i loro anni migliori contornati da niente se non il loro stesso amore. Batté le palpebre e rilesse attentamente alcune righe. Non c'erano dubbi! Mr Stevens era un uomo estremamente sensibile e altresì romantico.
E allora perché tenerle nascosto uno scritto così ben fatto? Perché non mostrarle subito il libro? Da cosa la stava difendendo? Forse da nulla. Forse...Forse era lui che si stava proteggendo. Forse era lui che voleva tenere le distanze tra di loro. ma perché? Loro erano sempre stati amici, e in quegli ultimi tre anni, avevano avuto modo di conoscersi bene e entrare anche intimità.

-Oh cielo! Non è affatto scandaloso! Io....è solo una romantica storia d'amore...- sussurrò lei, senza avere il coraggio di dire altro.

Guardò Il maggiordomo; anche lui la stava fissando. Non era uno sguardo di rimprovero. Tenero, dolce...sembrava come un cucciolo indifeso. I loro visi erano a pochi millimetri di distanza. Poteva sentire i respiri di Miss Kenton sulla sua pelle.
Poteva vederla mentre lo idolatrava e aspettava qualcosa da lui... Qualcosa, che nemmeno dopo attimi, secondi di silenzio e intimità reciproca in quel loro sguardo, non arrivò mai.

-Leggo questi libri...ogni libro che possa suscitare la mia curiosità. Leggo per approfondire la mia cultura Miss Kenton.- la risposta sembrò quasi una pugnalata al cuore della donna. - vorrei chiederle se non le dispiace, di non disturbare quei pochi momenti che dedico a me stesso-

Quelle parole fecero gelare il sangue a entrambi. Lei abbassò lo sguardo, e non fu più capace di osservare il volto dell'uomo che , molto probabilmente, non ricambiava i suoi stessi sentimenti. I suoi occhi si fecero lucidi.

Stava per piangere. Oh...lo stava per fare davanti all'uomo che l'aveva appena rifiutata?
No! Miss Kenton non poteva e non doveva assolutamente mostrarsi così impotente davanti a quel rifiuto. Era troppo facile piangere davanti a lui, supplicandolo, implorandogli scusa, e forse chiedendogli se davvero ci fosse potuta essere una speranza tra i due.
Che fare allora?
Doveva essere dignitosa, ovvio.
Ritrasse subito la mano, e sempre senza guardarlo, si girò subito per andarsene. Stava piangendo in silenzio, dentro di sé. Ogni passo lontano da lui, era uno strappo al cuore. Raggiunse presto la porta d'uscita dal salotto, e per una volta tanto, ringraziò di avere un carattere forte e dignitoso. Appena voltato l'angolo le sue lacrime si fecero visibili, e le rigarono il volto. Non si scompose. Non un singhiozzo o un lamentio. Nemmeno un accenno alla sua disperazione
. Deglutì, e respirando profondamente, decise di dirigersi verso il suo alloggio. Lì avrebbe avuto modo di asciugarsi le lacrime, e ritornare la stessa Miss Kenton di qualche ora prima.
Lì, in quella stanza, avrebbe potuto dare sfogo alle sue emozioni e al dolore che provava. Pianse. Pianse a lungo, senza fare rumore. Pianse disperata, senza trovare soluzione ai suoi problemi. Lui non sarebbe mai cambiato. Forse...forse lei si era solo illusa di poter finalmente allacciare con Stevens un rapporto che andava al di fuori delle loro professioni. Tutte sciocchezze. Chiuse la porta, e si sdraiò su letto.

L'aveva respinta. Lo aveva fatto con tanta stupidità, che nemmeno se ne era reso conto. L'aveva ferita nei sentimenti, quelli che lei provava per lui. Aveva ucciso il suo amore? Forse no.
Forse Miss Kenton avrebbe trovato un'altra occasione per dimostrargli che davvero lo amava. E se così non fosse stato? Vivere nel rimpianto non era quello che lui era abituato a fare. Erano stati così vicini...e lui aveva avuto paura.
Paura di aprire il suo cuore a una donna tanto graziosa come lei. Perché? Per il suo orgoglio? perché non era possibile che tra domestici ci fossero delle relazioni?
Perché era stato codardo? Troppe domande stavano assalendo la sua testa.
Maledizione! Davvero non capiva che quella sarebbe potuta essere la sua grande opportunità? Quanto ancora lo avrebbe aspettato? Quanto ancora avrebbe potuto tollerare le sue indecisioni...i suoi detti e non detti? I fiori erano ancora lì. Sullo scrittoio. Stevens era rimasto in piedi, osservando il libro di lettura.
Come era potuto essere così sciocco? Era evidente che Miss Kenton non era interessata al libro. Si ricompose, e facendo un lento respiro, mise tutto in ordine nella stanza, per poi recarsi al piano di sotto a controllare il resto della servitù.

Non poteva andare avanti così. Davvero non poteva.
   
 
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