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Autore: Noony    16/01/2009    1 recensioni
Possibili SPOILER da Breaking Dawn!
Nietzsche una volta disse: “Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità”.
Era paradossale che in quel momento così critico, mi tornassero alla mente queste parole.
Era stato necessario che toccassi il fondo, che fossi sul punto di perdere tutto ciò che possedevo, tutti coloro che amavo, per comprendere che di convinzioni errate avevo foderato ogni angolo della mia mente, impedendomi di trovare la verità anche dove è palese, spingendomi ad aggrapparmi con tutte le mie forze a verità di comodo, false come le banconote del monopoli.

A diciassette anni dai fatti narrati in di Breaking Dawn,la vita sembra scorrere lenta e felice per tutti,tranne per Anthony Cullen, incastrato tra due mondi, senza appartenere completamente a nessuno dei due. L'incontro con due creature, compagne eppure opposte come luci ed ombre, ne sconvolgerà l'esistenza, portandolo a prendere coscienza di se stesso.
*3/04/09 Postati capitolo 20, 21 e l'epilogo!*
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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prologo Capitolo 1. Scherzo della Natura.

-Uhm...Si...Fantastico...Come no... -Mormorai, seguitando a fissare il panorama (troppo verde per i miei gusti, troppo umido e “boschivo” per trovarlo minimamente stimolante dopo diciassette anni a cavallo tra la vita e la non vita, immerso in quel paesaggio fino al collo) distorto dalle innumerevoli gocce di pioggia, che s'infrangevano contro il vetro dell'ampia vetrata che sostituisce un intera parete di casa Cullen, percuotendolo con violenza. Annuii appena percettibilmente, un movimento tanto minuto da passare quasi inosservato anche a creature con sensi estremamente sviluppati come i nostri, tanto veloce da richiedere non più d'un millesimo di secondo, giusto per farle capire che si l'avevo sentita (impossibile non sentire i suoi pensieri, così vividi e intensi, quasi urlati, difficile mantenere lo scudo e celarli) e che, dall'ovvio sarcasmo nella mia voce, no non mi interessava, qualunque cosa stesse pensando. I pensieri di mia sorella erano sempre troppo gioiosi, da quando arrivata alla completa maturazione fisica e psicologica,circa sette anni prima, aveva infine afferrato il senso dell'imprinting e le sue implicazioni più piacevoli.
Non potevo far altro che borbottare annoiato qualche parola, come per un innato istinto, sperando di riuscire a schermare la sua mente finché non avesse smesso di rivivere secondo per secondo l'ultima nottata passata con il suo peloso compagno, risparmiandomi l'atroce sofferenza di essere messo a parte di particolari non troppo piacevoli...almeno per me.
Prima o poi quell'euforia sarebbe passata... Doveva passare! Magari tra altri sette anni...
In fondo, cosa sono sette miseri anni, di fronte all'eternità?

Papà mi ha chiesto di ringraziarti...Nonostante ciò, Tony devi smettere di schermare tua sorella.

I suoi pensieri mi inondarono la mente in un istante. Quasi non l'avevo sentita avvicinarsi, impegnato com'ero a proteggere la privancy della mia gemella... o più appropriatamente a proteggermi dai suoi frequenti flash back e dalle conseguenze di questi sulla mia già provata psiche.
-Uhmpf...-sbuffai mentre mia sorella sgusciava via, aggraziata come una fata, soddisfatta nonostante non l'avessi degnata d'attenzione come lei desiderava. Ne potevo sentire i passi, il fruscio dei vestiti mentre si fermava, abbracciava la mamma (che incanto il mescolarsi del loro odore),e poi scendeva le scale quasi saltellando sulle punte dei piedi nudi, raggiungendo il pianterreno.

Beh, lei non fa nulla per impedirmelo lo sai... Eppure potrebbe, e con facilità.

Replicai mentalmente. Mia madre Bella...Una voce impossibile da schermare. La sua è una mente impossibile da ammutolire. Renesmeè ed io siamo sempre stati gli unici a poter oltrepassare il suo scudo, ma mi è sempre stata preclusa la possibilità di concederle la sua “intimità”: non mi è possibile zittire i suoi pensieri, il mio scudo cozza contro il suo, annullandone ogni effetto.
Affascinante quanto fastidioso. Un vero nonsense per quanto mi riguarda.
-Mamma, lasciami in pace. Non ho voglia di sorbirmi l'ennesimo riassunto dell'ennesima romantica serata con Jake. Lo fa per sfottere.- Risposi in un sussurro, annoiato al sol pensiero di dover sprecare ulteriormente tempo e parole sull'argomento.
Non che avessi reale bisogno di dar voce ai miei lamenti, si intende. Solitamente le nostre conversazioni erano silenziose, impossibili da carpire. Lei si è sempre limitata a pensare e io a comunicarle i miei pensieri di rimando. Come in una conversazione ad alta voce, se non fosse che nessuno avrebbe mai potuto sentire quello che dicevamo. Un bel vantaggio, ma non in momenti come quello.
-Tony, non dire assurdità. Sai benissimo che cerca solamente di renderti partecipe. Sei apatico e distante da un po di tempo a questa parte.-

Precisamente da quando sono nato mamma, grazie per avermelo ricordato...

A quel pensiero scosse le spalle, accostandosi a me con movenze delicate e leggere. -Sai che nessuno ti costringe qui, puoi andare a trovare Carlisle e Esme a Londra, oppure Tanya. Carmen sarebbe felice di rivederti!Sai quanto è affezionata a te e tua sorella.-
A volte mi domandavo se non fosse in grado di leggere i miei pensieri come io potevo leggere i suoi. Volsi lo sguardo, spostandolo finalmente dal bosco al di la del vetro al volto di mia madre. -Cosa te lo fa pensare?- domandai, mantenendo una totale indifferenza. -Che io voglia allontanarmi da Forks, intendo?-
Lei rise, socchiudendo appena gli occhi, rare scaglie d'oro spiccavano contro il nero dell'iride.

Dovresti andare a caccia...

Commentai mentalmente sollevando un angolo della bocca, in un incerto e debole sorriso.

E tu non dovresti cercare di cambiare argomento.

Mi rispose con un veloce pensiero, per poi riprendere a parlare. -Fissi la pioggia come la fissavo io quando sono arrivata qui.- sospirò, umana abitudine difficile da abbandonare, soprattutto per chi, come noi, si sforza di mescolarsi tra la popolazione umana il più possibile. -Non sei felice.- Non una domanda la sua,ma un affermazione.
-Certo che lo sono, lo sono sempre stato. Sai che non devi preoccuparti. Anche se non sono esuberante come Nessie, non sto male. Siamo gemelli, ma non significa che dobbiamo essere uguali sotto ogni aspetto.-
Zittendomi, tornai a fissare la boscaglia davanti casa, segno inequivocabile che desideravo porre fine a quella conversazione, almeno per il momento.
-Ho capito l'antifona. Hai ragione, è meglio che vada a caccia. Rimarrò nella vicinanze, se hai bisogno. A dopo tesoro.- Mi rivolse un sorriso, velato da una leggera malinconia, (lo vedevo bene riflesso contro il vetro della finestra) prima di voltarmi le spalle, e raggiungere gli altri in soggiorno, lasciandomi preda delle mie elucubrazioni.
Lei capiva, forse come nessun altro, ciò che provavo, e che sentivo in fondo all'animo, Non ho mai saputo perché, forse nel suo periodo da umana...Ma non ho mai voluto indagare, forse il merito va solo al profondo legame che ci legava e ci lega ancora, e che per quanto io ami i membri delle mie famiglie (quella vampira e quella umana) è più profondo di qualunque altro.
Io mi sentivo uno scherzo della natura.
Non potevo venire a capo di ciò. Non potevo sopportare d'essere a metà tra i due mondi, ma di non appartenere veramente a nessuno di questi.
Non sono totalmente un vampiro come nonno Carlisle, ne completamente e fragilmente umano, come nonno Charlie.

SCHERZO DELLA NATURA.

L'unica classificazione possibile per quelli come me.
Nessie non era del mio stesso parere. Lei non si sentiva un mostro, lei si sentiva unica, fantastica, insuperabile. Godeva nel sapere di essere una dei pochi della nostra non-razza. Ma lei ha sempre avuto Jake, in questo caso credo le sue capacità di giudizio siano state offuscate dalle troppe lodi che il mutaforma non smetteva mai, o quasi, di tessere per lei.

Io... Noi... Non dovremmo esistere. Siamo un abominio...

Preso da un così pesante e schiacciante pensiero, mi allontanai dalla vetrata, per dirigermi verso l'ala della villa occupata dalle camere da letto.
La pioggia era cessata, ma ovviamente si trattava di un particolare totalmente irrilevante per me.


  
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