-Uhm...Si...Fantastico...Come
no...
-Mormorai, seguitando a fissare il panorama (troppo verde per i miei
gusti, troppo umido e “boschivo” per trovarlo
minimamente
stimolante dopo diciassette anni a cavallo tra la vita e la non vita,
immerso in quel paesaggio fino al collo) distorto dalle innumerevoli
gocce di pioggia, che s'infrangevano contro il vetro dell'ampia
vetrata che sostituisce un intera parete di casa Cullen,
percuotendolo con violenza. Annuii appena percettibilmente, un
movimento tanto minuto da passare quasi inosservato anche a creature
con sensi estremamente sviluppati come i nostri, tanto veloce da
richiedere non più d'un millesimo di secondo, giusto per
farle
capire che si l'avevo sentita (impossibile non sentire i suoi
pensieri, così vividi e intensi, quasi urlati, difficile
mantenere
lo scudo e celarli) e che, dall'ovvio sarcasmo nella mia voce, no non
mi interessava, qualunque cosa stesse pensando. I pensieri di mia
sorella erano sempre troppo gioiosi, da quando arrivata alla completa
maturazione fisica e psicologica,circa sette anni prima, aveva infine
afferrato il senso dell'imprinting e le sue implicazioni più
piacevoli.
Non potevo far altro che borbottare
annoiato qualche parola, come per un innato istinto, sperando di
riuscire a schermare la sua mente finché non avesse smesso
di
rivivere secondo per secondo l'ultima nottata passata con il suo
peloso compagno, risparmiandomi l'atroce sofferenza di essere messo a
parte di particolari non troppo piacevoli...almeno per me.
Prima o poi quell'euforia sarebbe
passata... Doveva passare! Magari tra altri sette anni...
In fondo, cosa sono sette miseri anni,
di fronte all'eternità?
Papà mi ha chiesto di ringraziarti...Nonostante ciò, Tony devi smettere di schermare tua sorella.
I
suoi pensieri mi
inondarono la mente in un istante. Quasi non l'avevo sentita
avvicinarsi, impegnato com'ero a proteggere la privancy della mia
gemella... o più appropriatamente a proteggermi dai suoi
frequenti
flash back e dalle conseguenze di questi sulla mia già
provata
psiche.
-Uhmpf...-sbuffai
mentre mia sorella sgusciava via, aggraziata come una fata,
soddisfatta nonostante non l'avessi degnata d'attenzione come lei
desiderava. Ne potevo sentire i passi, il fruscio dei vestiti mentre
si fermava, abbracciava la mamma (che incanto il mescolarsi del loro
odore),e poi scendeva le scale quasi saltellando sulle punte dei
piedi nudi, raggiungendo il pianterreno.
Beh, lei non fa nulla per
impedirmelo lo sai... Eppure potrebbe, e con facilità.
Replicai
mentalmente. Mia madre
Bella...Una voce impossibile da schermare. La sua è una
mente
impossibile da ammutolire. Renesmeè ed io siamo sempre stati
gli
unici a poter oltrepassare il suo scudo, ma mi è sempre
stata
preclusa la possibilità di concederle la sua
“intimità”: non mi
è possibile zittire i suoi pensieri, il mio scudo cozza
contro il
suo, annullandone ogni effetto.
Affascinante quanto
fastidioso. Un vero nonsense per quanto mi riguarda.
-Mamma, lasciami in
pace. Non ho voglia di sorbirmi l'ennesimo riassunto dell'ennesima
romantica serata con Jake. Lo fa per sfottere.- Risposi in un
sussurro, annoiato al sol pensiero di dover sprecare ulteriormente
tempo e parole sull'argomento.
Non che avessi
reale bisogno di dar voce ai miei lamenti, si intende. Solitamente le
nostre conversazioni erano silenziose, impossibili da carpire. Lei si
è sempre limitata a pensare e io a comunicarle i miei
pensieri di
rimando. Come in una conversazione ad alta voce, se non fosse che
nessuno avrebbe mai potuto sentire quello che dicevamo. Un bel
vantaggio, ma non in momenti come quello.
-Tony, non dire
assurdità. Sai benissimo che cerca solamente di renderti
partecipe.
Sei apatico e distante da un po di tempo a questa parte.-
Precisamente da quando sono nato mamma, grazie per avermelo ricordato...
A
quel pensiero
scosse le spalle, accostandosi a me con movenze delicate e leggere.
-Sai che nessuno ti costringe qui, puoi andare a trovare Carlisle e
Esme a Londra, oppure Tanya. Carmen sarebbe felice di rivederti!Sai
quanto è affezionata a te e tua sorella.-
A volte mi
domandavo se non fosse in grado di leggere i miei pensieri come io
potevo leggere i suoi. Volsi lo sguardo, spostandolo finalmente dal
bosco al di la del vetro al volto di mia madre. -Cosa te lo fa
pensare?- domandai, mantenendo una totale indifferenza. -Che io
voglia allontanarmi da Forks, intendo?-
Lei rise,
socchiudendo appena gli occhi, rare scaglie d'oro spiccavano contro
il nero dell'iride.
Dovresti andare a caccia...
Commentai mentalmente sollevando un angolo della bocca, in un incerto e debole sorriso.
E tu non dovresti cercare di cambiare argomento.
Mi
rispose con un
veloce pensiero, per poi riprendere a parlare. -Fissi la pioggia come
la fissavo io quando sono arrivata qui.- sospirò, umana
abitudine
difficile da abbandonare, soprattutto per chi, come noi, si sforza di
mescolarsi tra la popolazione umana il più possibile. -Non
sei
felice.- Non una domanda la sua,ma un affermazione.
-Certo che lo sono,
lo sono sempre stato. Sai che non devi preoccuparti. Anche se non
sono esuberante come Nessie, non sto male. Siamo gemelli, ma non
significa che dobbiamo essere uguali sotto ogni aspetto.-
Zittendomi, tornai
a fissare la boscaglia davanti casa, segno inequivocabile che
desideravo porre fine a quella conversazione, almeno per il momento.
-Ho capito
l'antifona. Hai ragione, è meglio che vada a caccia.
Rimarrò nella
vicinanze, se hai bisogno. A dopo tesoro.- Mi rivolse un sorriso,
velato da una leggera malinconia, (lo vedevo bene riflesso contro il
vetro della finestra) prima di voltarmi le spalle, e raggiungere gli
altri in soggiorno, lasciandomi preda delle mie elucubrazioni.
Lei capiva, forse
come nessun altro, ciò che provavo, e che sentivo in fondo
all'animo, Non ho mai saputo perché, forse nel suo periodo
da
umana...Ma non ho mai voluto indagare, forse il merito va solo al
profondo legame che ci legava e ci lega ancora, e che per quanto io
ami i membri delle mie famiglie (quella vampira e quella umana)
è
più profondo di qualunque altro.
Io mi
sentivo uno scherzo della natura.
Non potevo venire a
capo di ciò. Non potevo sopportare d'essere a
metà tra i due mondi,
ma di non appartenere veramente a nessuno di questi.
Non sono totalmente
un vampiro come nonno Carlisle, ne completamente e fragilmente umano,
come nonno Charlie.
SCHERZO DELLA NATURA.
L'unica
classificazione possibile per quelli come me.
Nessie non era del
mio stesso parere. Lei non si sentiva un mostro, lei si sentiva
unica, fantastica, insuperabile. Godeva nel sapere di essere una dei
pochi della nostra non-razza. Ma lei ha sempre avuto Jake, in questo
caso credo le sue capacità di giudizio siano state offuscate
dalle
troppe lodi che il mutaforma non smetteva mai, o quasi, di tessere
per lei.
Io... Noi... Non dovremmo esistere. Siamo un abominio...
Preso
da un così
pesante e schiacciante pensiero, mi allontanai dalla vetrata, per
dirigermi verso l'ala della villa occupata dalle camere da letto.
La pioggia era
cessata, ma ovviamente si trattava di un particolare totalmente
irrilevante per me.