Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: DrewBieber99lovehim    30/06/2015    4 recensioni
Scossi la testa.-Tu sei pazza.- Dissi incapace di muovermi.
Premette il grilletto.
Ma prima che potessi dire altro fui spinto violentemente a terra e quello che vidi non mi fece più ragionare.
-Edith!- Gridai il suo nome, incredulo di vederla lì a terra, aveva preso la pallottola al mio posto.
*.*.*.*.
-Non mi lasciare piccola, non lasciarmi andare, va bene?- Sussurrai spostandole i capelli bagnati dal sudore dalla fronte.
Annuì debolmente, aumentando la stretta sulla mia mano.-...fa male.-
-Lo so, lo so che fa male, ma tu devi rimanere sveglia, almeno finchè non arriviamo in ospedale. Non avresti dovuto prendere quella pallottola per me, perchè lo hai fatto? Perchè?- Continuai a ripeterle affondando il viso sull'incavo del suo collo.-Io ti amo-
*.*.*.*.
-Le mie condoglianze.- Parenti e amici continuavano a ripetermi la stessa frase ed io non riuscivo più a pensare ad altro.
*.*.*.*.
''Justin?'' Continuavo a sentire il suono della sua dolce voce nella mia testa e credetti per davvero di essere pazzo, finchè la penna sopra al mio banco non iniziò a muoversi.
'Allora visto che non vuoi giocare con me starò qui seduta, a parlarti di tutta la mia vita.''
Rimasi paralizzato.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I've a best friend angel.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

 

-Justin!- Strillò Edith chiudendo a chiave la porta del bagno.

Inarcai il sopracciglio, ancora con lo spazzolino da denti in mano.

I suoi capelli ricci erano più arruffati del solito, in una maniera assurda, post-coito e il corpo ricoperto dalla sua coperta rosa pallido mi facevano intendere che si era data molto da fare quella sera ed erano appena le undici.

-Justin, ho un gravissimo problema.- I suoi bellissimi occhioni blu mi scrutavano con attenzione, come per farmi capire soltanto con lo sguardo quale fosse il problema.

Finii di lavarmi i denti con calma, lasciandola appoggiata alla porta del bagno, col respiro affannoso.

-Dov'è il problema?- Chiesi annoiato.

Non che non me ne fregasse di lei, ma molte volte diceva cose senza senso o si divertiva a prendermi in giro.

Sospirò, stringendo la coperta.-Credo di essere allergica al lattice.- Spiegò tutto d'un fiato, arrossendo lievemente.

Mi appoggiai coi gomiti sul lavandino, scuotendo la testa divertito.-Allergica al lattice?- Ripetei giocando con alcuni dei miei ciuffi castani.-Lo stai dicendo per il preservativo? Che è successo?-

-Praticamente dopo la discoteca mi sono portata un ragazzo a casa, che mi sta ancora aspettando a letto, abbiamo iniziato a farlo, ma poi ho sentito un forte dolore..lo sai che non sono abituata coi preservativi, ma ha insistito tanto.-

Annuii, sospirando.-Vuoi farmi vedere?-

Aggrottò le sopracciglia, non capendo.-Che cosa?-

-Secondo te cosa?- Risposi facendo un passo verso di lei.

Io ed Edith eravamo legati da una profonda amicizia dai miei tredici anni e i suoi undici.

Nessuno a scuola riusciva a sopportarmi, ricordo che ero cattivo con chiunque mi si parasse davanti, ma lei aveva insistito tantissimo.

 

''-Vattene.- Dissi incrociando le braccia al petto e fulminando la nuova arrivata con lo sguardo.

Sorrise, facendomi innervosire.-Sei carino.- Ammise sbattendo più volte le palpebre, mostrandomi il colore scuro dei suoi occhi blu, a differenza dei miei, decisamente più chiari.

-Va via.- Ripetei portando lo sguardo dietro di lei, sui miei compagni di classe, che si divertivano a giocare ad acchiapparella.

Dio che stato, eravamo in prima media non elementare.

-Non ti piaccio?- Borbottò avvicinandosi di più a me.-Tu mi piaci.- Riportai lo sguardo su di lei, stranito, cosa intendeva dire?

Mi soffermai di più,il suo colore della pelle era caffèlatte, ma la cosa che mi attirava erano i capelli.

Ricci, ricci e corti fin sopra le spalle.

-Io mi chiamo Edith e sono in prima media, ti va di giocare con me?-

-Quanti anni hai?- Mi decisi a chiederle incrociando le braccia al petto.

-Undici, sono intelligente quindi ho saltato un anno, ti va di giocare?- Mi porse la mano, aspettandosi seriamente che accettassi.

-No.- Risposi secco.

-Perchè?- Ritirò la mano, delusa.

-Perchè no.-

-Perchè no?-

-Smettila.-

-Allora visto che non vuoi giocare con me starò qui seduta, a parlarti di tuutta la mia vita.- Disse allungando la 'u'

Feci spallucce.-Fai come vuoi.-

Che non lo avessi mai detto.''

 

E quello fu solo l'inizio.

-Cosa!? No! Sarebbe troppo imbarazzante. Devi solo dirmi cosa fare con quel ragazzo. Và a parlargli.-

-Non ci pensare nemmeno, diglielo e fallo andare via-

-No, io non ci riesco, ti prego.- Si aggrappò al mio braccio destro, incurvando il labbro inferiore.-Per favore, per favore, ti prego.-

Alzai gli occhi al cielo.-Mi devi un favore.-

Tirò un urlo, avvolgendo le braccia attorno al mio collo. Speravo che quella coperta non le cadesse

Ricambiai l'abbraccio, oramai abituato a questo tipo di affetto da parte sua.

Se lo avesse fatto qualcun'altro lo avrei mandato a quel paese.

-Domani devo passare dal ginecologo, buonanotte.- Mi salutò girando i tacchi.-Ah e ti voglio bene.- Aggiunse fuori dalla porta.

Sorrisi, la mia piccola di 15 anni cresceva sempre di più ed io la amavo, come l'amore che un fratello prova verso la sorella, ma non mi sarei mai intromesso nelle sue ''relazioni'', se voleva andare a letto con più ragazzi poteva farlo.

Ero protettivo, ma non troppo.

Era rimasta con me fin dall'inizio, nessuno poteva allontanarla da me ed io non vivevo senza lei.

Inseparabili.

Dopo anni difficili, sia per me che per lei, eravamo rimasti ancora insieme, vivevamo nella casa di sua nonna, chiusa in una pensione per vecchi.

Ce la cavavamo benissimo, io lavoravo full time e lei part-time in vari posti.

-Justin ha detto che mi vuole tantissimo bene.- Edith mi prese sotto braccio, sorridendo a Dennis, che scosse la testa ridendo.

-Mi chiedo come facciate a sopportarvi a vicenda, giuro.- Lanciai un occhiataccia al biondino, io non ero così terribile, Edith era molto peggio.

-Io sono adorabile, è lui quello complicato.- Si mise seduta sulle sue ginocchia, sorridendogli per cercare di convincerlo a darle ragione.

Era sempre la stessa storia, lei gli faceva gli occhi dolci e lui ci cascava.

-Hai ragione, però tu non sei mica tranquilla, sempre a infastidirlo.-

Oh, Dennis che mi difendeva.-Non è vero, io lo tratto benissimo, vero Justin?-

-No.-

-Justin!- Strillò mettendo il broncio.-Dovresti essere dalla mia parte.-

-Finiscila Edith, questa settimana che cucina hai intenzione di sperimentare?- Chiesi per cambiare discorso.

Ogni settimana era una cucina diversa con lei, per esempio quella ebraica, che non mi era piaciuta per niente, oltre al dolce di pesche.

-Non te lo dico, così impari a trattarmi male.- Si alzò, camminando offesa fino alla sua stanza.

Stava facendo sul serio?

-Credo abbia le sue cose, lasciala stare.-

Annuii concordo e diedi un occhiata veloce alla casa, composta dal salotto, la cucina, un bagno e due stanze, tra cui quella più grande di Edith.

I mobili erano di antiquariato, vista la ex presenza della nonna, se fosse stato per me avrei già venduto tutto, ma lei proprio non voleva.

-Quindi tra te ed Edith proprio niente uhm?-

-Cosa intendi dire?- Mi misi di fronte a lui, pronto a sentire quello che aveva da dirmi. Sbuffò, giocando con le mani.

-Dio Justin, vivete assieme da moltissimo tempo e mi vuoi dire che tra voi non c'è proprio niente?-

-Già.- Risposi secco.

-Smettila Justin, la guardi in quella maniera, dai, lo sai che a me puoi dirlo.- Dennis era uno dei pochi amici che Edith era riuscita a farmi avvicinare.

Capelli biondi, occhi chiari, irlandese e simpatico.

-Non provo niente per lei, se non un grande affetto.- Stavo iniziando a dubitare delle mie stesse parole. Non provavo niente per lei giusto?

-Dio, sei così difficile. Se lo chiedo a lei invece mi dice che è ovvio che quello che prova per te è amore.-

Lo guardai incuriosito, giocando nervosamente col telefono che tenevo in mano. -Amore?- Ripetei sconvolto.

Che Edith fosse innamorata di me?

Pov Autrice:

 

Hey, ho letto tante ff in questa sezione, quindi so che non c'è già una storia simile., qui, storie del genere sono tutte dove Lui è l'angelo.

Ho voglia di cambiare, proporvi qualcosa di nuovo e spero apprezziate questa mia idea.

 

   
 
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