Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: loveisjustanillusion    01/07/2015    1 recensioni
La loro è sempre stata una vita dettata dal destino. Una storia comandata da amore, disperazione, dolore e morte. Johanna, colei che aveva il dono di prevedere la morte delle persone, ma non è mai riuscita ad impedirla e Thomas, un normale ragazzo, condizionato dal suo amore per Johanna non potrà fare a meno di aiutarla nel suo viaggio. Una mappa. Una semplice mappa cambierà la vita di questi due ragazzi e non solo. Ma attenti, niente è mai come sembra.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
《Ascolta! Ascolta le urla della donna! Come fai a rimanere impassibile? Disse, singhiozzando, la ragazza rannicchiata sul gelido pavimento della stanza. Sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che si era ritrovata in piedi a parlare normalmente come una di quelle persone che incontri per strada, la domenica mattina, nel bel mezzo di un mercato.
Le grida della ragazza aumentarono sempre più fin quando il ragazzo riuscì ad avere un attimo di quiete per riuscire a pronunciare 《Johanna smettila di dire assurdità. Qui dentro l'unica che sta urlando sei tu!》.Le urla nella sua testa potevano andare avanti per interi minuti.
Erano mesi che sentiva quest'agonia dentro di sè. La gente moriva e lei non poteva fare niente per evitarlo, provava costantemente dolore. Urlava, piangeva. Era inevitabile.
《Thomas non lasciarmi. Ti prego. Ho bisogno di aiuto》continuava a ripetere nella sua mente, ma tutto quello che riusciva a pronunciare era 《Brutto coglione non vedi che sto male? Aiutami e non stare lì impalato!》.Non riusciva a versare nemmeno una lacrima e nonostante il ragazzo di fronte a lei fosse l'unico che sia riuscito a colmare il vuoto che la morte del padre le aveva provocato, era in grado solo di insultarlo.
Era incapace di trasmettere i suoi veri sentimenti, non riusciva a lasciarsi trasportare dalle sue emozione. Sempre troppo rigida.
《Basta, ne ho abbastanza di te e delle tue assurdità!》erano mesi che Thomas assisteva a questo spasimo.
Poche settimane prima provarono a parlare del suo cambiamento, ma peggiorò solo la situazione, si metteva a piangere ancora prima di parlare. 
È terribile provare un sentimento talmente devastante che parlarne rischia solo di infliggere più dolore.
Johanna svenne.
La sua testa era china sul pavimento mentre una notevole quantità di sangue fuoriusciva dal suo addome.
Thomas era già sul davanzale della porta quando avvenne.
Se ne accorse solo quando Johanna non rispose alla sua affermazione con ulteriori insulti.
Si voltò e con tutta la frenesia immaginabile si lanciò verso la ragazza che aveva visto crescere. 
Anni pacifici con quella ragazza così dolce e poi questo.
Nulla aveva più senso, ormai. 
Afferrò il cellulare e chiamò l'ambulanza.
Scoppiò in un pianto isterico.
Non riusciva a sopportare l'idea di perdere anche lei.
La sua infanzia era stata piena di persone che per motivi ambigui l'avevano lasciato solo.
Subito dopo che i suoi genitori erano morti era stato costretto ad andare da un psicologo.
Molte volte non parlava, si chiudeva in sé stesso.
Era più facile tenersi tutto dentro. Nessuno che potesse fraintendere i suoi sentimenti o potesse giudicarli. Non aveva bisogno della compassione di nessuno.
L'unica necessità che aveva era la solitudine, per poter piangere indisturbato. 
Era solo un bambino, ma certe cose le capiva. 
Una calda mattina d'estate, Thomas si sedette sotto una quercia, nel parco di fronte a casa sua, abbastanza vicino da poter essere controllato.
Pianse silenziosamente sotto quell'imponente albero per minuti interi, fino a quando una dolce bambina dai capelli neri gli chiese il motivo delle sue numerose lacrime, lui la ignorò come era solito fare a questa domanda e convinto che se ne fosse andata riprese da dov'era stato interrotto.
Quest'ultima si sedette al suo fianco e lo strinse a sé.
Thomas si irrigidì immediatamente dopo quel gesto, ma non la mandò via.
Ripeterono quel medesimo abbraccio per giorni, senza mai parlarsi.
Le parole non servivano.
Lui aveva bisogno di affetto e quella bambina glielo stava dando.
Non importava nient'altro.
Solo in seguito venne a scoprire che erano vicini di casa e che il suo nome era Johanna.
Un nome che non poté più dimenticare.
Aveva solo 10 anni quando i suoi genitori morirono e la sparizione del suo padrino quando arrivó alla maggiore età, non aveva aiutato a fargli passare una vita tranquilla.
Aveva un costante pensiero in mente: che presto sarebbe rimasto solo.
Erano ormai passati anni dalla prematura morte dei suoi e lui sentiva ancora quel medesimo lancinante dolore che provò il giorno che i poliziotti si erano presentati a casa sua per avvisarlo dell'incidente.
Nonostante fosse solo un marmocchio fece come il padre gli aveva insegnato e non fece cadere una sola lacrima quando toccò a lui fare il riconoscimento dei corpi esanime.
Erano talmente malmessi che a stento riuscì a riconoscerli anche il sangue del loro sangue, ma probabilmente il vero motivo della sua esitazione era dovuto al trauma provato. Era incredibile che un pazzo ubriaco li avesse investiti proprio il giorno del suo compleanno.


L'ambulanza arrivò nel minor tempo possibile.
Caricarono Johanna su una barella per poi correre all'ospedale.
Tentarono, invano, di smuovere Thomas dalle sue preoccupazioni e convincerlo di accompagnarla in ospedale.
Quest'ultimo la raggiunse un'ora dopo, quando fu in grado di alzarsi e ragionare lucidamente.
Prese la macchina e arrivato all'ingresso chiese il numero della stanza dov'era situata la sua fidanzata.
Rimase a lungo sullo stipite della porta. Era incredibile come la ragazza che fino a poco prima urlava nella sua camera da letto fosse così tranquilla in quell'istante.
Erano mesi che non sentiva quella tranquillità.
Ormai il loro rapporto era basato sulle liti dovute al cambiamento di Johanna avvenuto quando lei compì diciott'anni.
Thomas amava il silenzio a differenza della sua amata.
Appena c'era un attimo di quiete quest'ultima doveva interromperlo.
Era straziante per lei poter vagare nella sua mente.
Un infermiere ruppe l'atmosfera creatasi chiedendo a Thomas se avesse bisogno di qualcosa, lui non rispose e si andò a sedere sulla sedia situata di fianco al letto.
La ragazza era assopita, di conseguenza Thomas andò a cercare il medico per avere maggiori informazioni sul suo stato.
Ci volle una mezz'ora abbondante, ma alla fine riuscì a trovarlo.
Disse a Thomas che non avevano riscontrato malori nelle ultime due ore e che quando erano arrivati in ospedale era avvenuto un fatto strano: non avevano notato ferite da dove fuoriuscisse il sangue, era tutto normale.
In seguito l'avevano sottoposta ad esami neurologici, che non avevano mostrato anomalie, e riportata a letto.
Il ragazzo era basito.
Come poteva non avere ferite, ma aver comunque una macchia di sangue sul vestito? 
Ne aveva abbastanza.
Era una vita che sopportava avvenimenti misteriosi, senza mai venirne a capo.
Thomas andò dalla ragazza con l'intento di lasciarla.
Fino a poche ore prima piangeva istericamente per paura di perderla e adesso era proprio lui che aveva l'intenzione di abbandonarla a sé stessa.
Le lasciò una lettera, precisamente sul comodino di fianco al letto.
Tentò di baciarla, ma, stranamente, non ci riuscì. 
Era come se Johanna fosse all'interno di una bolla con la funzione di proteggerla dal mondo esterno e una parete impercettibile aveva reso quel bacio irrealizzabile.
Lasciò l'ospedale, erano successe fin troppe cose strane quel giorno.
Si diresse verso il bosco e lì si sentì a casa.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: loveisjustanillusion