01/07/2015
4 recensioni
A Puzzle of Us
Shine
Nell’oscurità di quella dimensione maledetta, intrappolato e inerme fra quelle ombre,
chiamava il suo nome,
come uno sperduto ricerca il proprio sentiero.
La sua voce improvvisa, chiara nella mente, era la lanterna che lo guidava,
in grado di tirarlo fuori da quell’inferno.
E le sue fiamme brillarono e incendiarono tutto solo per lei,
per quella luce luminosa che lo reclamava.
Wander*
Le risate sussurrate riecheggiarono divertite
fra il fruscio di lenzuola e i sospiri fuggiaschi.
Troneggiando su di lei,
le sue dita, la sua bocca e il suo respiro
vagavano curiosi, intimiditi e confusi, toccando e accarezzando
tutto ciò che raggiungevano di lei – gambe, capelli, sudore, pelle –.
Poi spinse, e spinse ancora,
accompagnato da cigolii e gemiti.
Smise di girovagare perso su quel suo mondo e si ritrovò, soddisfatto,
a casa.
Le risate sussurrate riecheggiarono divertite
fra il fruscio di lenzuola e i sospiri fuggiaschi.
Troneggiando su di lei,
le sue dita, la sua bocca e il suo respiro
vagavano curiosi, intimiditi e confusi, toccando e accarezzando
tutto ciò che raggiungevano di lei – gambe, capelli, sudore, pelle –.
Poi spinse, e spinse ancora,
accompagnato da cigolii e gemiti.
Smise di girovagare perso su quel suo mondo e si ritrovò, soddisfatto,
a casa.
Gratitude
La stoffa candida ricopriva le gambe inginocchiate
sull’erba lucente
di rugiada e di raggi del Sole.
Il tulle si macchiava di verde
e il velo nascondeva amico le lacrime
che piovevano sul corpetto di petali bianchi.
A ripensarci, doveva essergli grata:
l’aveva ridato al mondo,
donato una seconda vita da colmare di occasioni.
Nei suoi ovvi piani non vi era lei, però, a intralciarlo.
Doveva essergli grata per aver dato loro la possibilità di incontrarsi
e amarsi.
Ma per quanto ancora poteva resistere la sua gratitudine,
se gliel’aveva strappato dalle braccia per immergerlo
e affogarlo nell’oscurità,
e lei perdersi con lui?
Trasformation
Era stata una trasformazione lenta, inconsapevole.
Era stata una sconosciuta gentile,
era stata una maga acerba,
era stata un’amica petulante e lunatica,
era stata una nakama indispensabile.
E poi tutto.
I suoi occhi di drago l’avevano adocchiata,
i suoi artigli l’avevano presa
e il suo cuore se ne era innamorato,
lungo tutta quella metamorfosi.
Era stata una trasformazione lenta, inconsapevole.
Era stata una sconosciuta gentile,
era stata una maga acerba,
era stata un’amica petulante e lunatica,
era stata una nakama indispensabile.
E poi tutto.
I suoi occhi di drago l’avevano adocchiata,
i suoi artigli l’avevano presa
e il suo cuore se ne era innamorato,
lungo tutta quella metamorfosi.
Smoke
Natsu era imperscrutabile, silenzioso, pensieroso.
Irraggiungibile.
Non era più quel soffio di aria calda che le solleticava la pelle e la gola.
I ricordi di lui erano sbiaditi,
il suo sorriso sfuggente,
la sua spensierata allegria inesistente.
Era fumo. Fumo nero e soffocante.
Fumo che le sfilava via fra le dita.
Need
Era tutto perso, era tutto infranto.
Sfiorava con delicatezza quella chiave ormai inutile,
simbolo di una scelta ormai irrecuperabile.
Simbolo di un addio.
Sfiorava la pelle insaponata, immaginando lui e le sue carezze illusorie.
Le lacrime sfioravano le sue guance, solitarie in quel silenzio,
come il suo essere abbandonata.
I suoi pensieri sfioravano quelle poche righe scure su una carta di pianto,
insensibili.
Ne aveva bisogno. Un assoluto bisogno.
Del suo sogno ormai perso, della sua famiglia sparpagliata.
Piangeva immersa nel tempore dell’acqua,
in un bisogno spasmodico di lui.
Era tutto perso, era tutto infranto.
Sfiorava con delicatezza quella chiave ormai inutile,
simbolo di una scelta ormai irrecuperabile.
Simbolo di un addio.
Sfiorava la pelle insaponata, immaginando lui e le sue carezze illusorie.
Le lacrime sfioravano le sue guance, solitarie in quel silenzio,
come il suo essere abbandonata.
I suoi pensieri sfioravano quelle poche righe scure su una carta di pianto,
insensibili.
Ne aveva bisogno. Un assoluto bisogno.
Del suo sogno ormai perso, della sua famiglia sparpagliata.
Piangeva immersa nel tempore dell’acqua,
in un bisogno spasmodico di lui.
Glory days
La matita di Reedus filava sulla carta con maestria,
imprigionandovi nei tratti scuri i momenti di svago e i ricordi di quell’adunata di squattrinati.
I giorni gloriosi di Fairy Tail, indelebili e incancellabili. Racchiusi sparpagliati nel suo quaderno.
E in ogni angolino nascosto di quei ritratti di vita,
vi era indelebile l’impronta di loro, sfuggevoli.
Ma nulla inorgogliva un’artista più di essere stato il primo a raccontare una storia con la sua arte,
una storia di un drago innamoratosi di una stella.
Happy
Dolore rosso come il sangue che aveva visto sgorgare tanto copiosamente,
lancinante le catturò l’intero corpo,
un acuto urlo di sofferenza come unico sfogo.
Un ultimo sforzo, un pianto frignante di vita le ridiede respiro.
Una calda copertina le nascondeva agli occhi la sua gioia,
nato da tanto amore cieco quanto di sofferenza angustiante.
Ed era lì, fra le sue mani, a ricordarle la mancanza perenne,
dell’altra metà della sua felicità.
Dolore rosso come il sangue che aveva visto sgorgare tanto copiosamente,
lancinante le catturò l’intero corpo,
un acuto urlo di sofferenza come unico sfogo.
Un ultimo sforzo, un pianto frignante di vita le ridiede respiro.
Una calda copertina le nascondeva agli occhi la sua gioia,
nato da tanto amore cieco quanto di sofferenza angustiante.
Ed era lì, fra le sue mani, a ricordarle la mancanza perenne,
dell’altra metà della sua felicità.
Cold
Incredula, a un soffio dal suo viso, le dita tremanti lo lambirono,
scottandosi ad ogni carezza.
Sembravano suonare timorose la sua pelle scagliosa,
i suoi muscoli prepotenti,
il suo corpo caldo, come nemmeno il Sole sarebbe mai stato.
Arrivata alle sue labbra, tana di canini letali,
le rasentò con le proprie, caduta in un abitudine di cui non voleva scordare il calore,
e i suoi occhi, feriti e spaventati,
s’inoltrarono della freddezza spietata dello sguardo di lui.
* mi ero ripromessa che almeno qui avrei fatto a meno delle scene R-Rosse … già, come se potessi evitarle, ovviamente.
Eccomi qui, come se non dovessi ancora scrivere un intero cap della mia long ... ho tempo da perdere a iosa perciò, comprimo i prompt della NaluWeek (alcuni sono stati proprio b...di con la sottoscritta) in una paginetta di FlashFic e ci vediamo tutte (si spera prima del giorno del giudizio) con "La mia missione" per un prossimo aggiornamento...
Suvvia, non ridete come iene dei miei perennemente incompiuti buoni propositi ...
Abbracci, Tammy