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Autore: extraordinharry    01/07/2015    30 recensioni
La sfiga è la mia compagna di vita. Sono quel tipo di persona che se schiacciasse nell’opzione “hai dimenticato la tua password?” otterrebbe come risposta “cazzi tuoi”. Mai vinto nulla, mai eccelso in qualche disciplina, mai arrivata ai traguardi che mi sono imposta. Tanto che mi sono stancata e ho smesso di sperare nelle cose.
-
Tiro fuori il telefono dalla tasca, proprio nello stesso esatto momento in cui lo sento vibrare. Un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto: Ash, c’è una grandissima gnocca davanti a me con un culo che porca troia, ci farei bungee jumping!
Rimango interdetta qualche secondo. Cosa?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23.Christmas' Kiss
























Quando scendo in salotto – quattro giorni dopo il funerale di Louis – Harry, Liam e Jawy stanno sistemando delle decorazioni che nemmeno riconosco. Il mio cervello ormai si è spento completamente. Se mi vedessi allo specchio mi soffierei contro come fanno i gatti.
«Cosa succede?» domando.
Liam si volta. «Ciao tesorino di papà!»
«Ma come cosa succede?» Jawy sistema tre calze sul camino. «E' il 24 dicembre oggi, la vigilia di Natale!»
Rimango a fissarlo, sentendo una fitta al petto. Chino il capo imponendomi di non crollare ancora.
«Che ho detto di male?»
«Sarebbe stato il compleanno di Louis, oggi.» risponde Liam.
Faccio un respiro profondo e mi sforzo di sorridere ai tre, prima di congedarmi con un cenno della mano ed entrare in cucina. Apro il frigorifero e stappo una bottiglia di birra di Liam, prendendone qualche sorso. Osservo l'ora: le sette di sera.
«Ehi.» mormora qualcuno sulla porta. Mio fratello ha il braccio poggiato allo stipite e mi fissa attentamente. «Tutto bene?»
Annuisco.
Harry entra in cucina e si appoggia al lato del tavolo posto davanti al bancone in cui sono seduta io. Per minuti interminabili regna il silenzio, interrotto regolarmente dal rumore delle sorsate di birra e dal piede di Harry che batte per terra ritmicamente. «Ne ero innamorato.» sussurra.
Mi blocco, con la bottiglia a mezz'aria. Ho capito male sicuramente.
«Ero innamorato di Louis.» i suoi occhi verdi catturano i miei, e noto quanto siano lucidi e inclini alle lacrime.
Le mani iniziano a tremarmi. «Perché non me l'hai mai detto?» domando piano, come a non volermi far sentire. Come se fosse un segreto così bello da volerlo tenere solo per me.
Harry scuote la testa, sorridendo mestamente. «Temevo non approvassi. Lou è il tuo migliore amico e io sono tuo fratello.»
«Che cazzata.» dico solamente per poi bere altra birra.
Altro silenzio.
«Come è successo?»
«Come è successo cosa?»
«Come ti sei innamorato di lui?» il suo piede smette di tenere il ritmo. «Non ne sono stupita, credimi. E' una persona così bella che mi avrebbe sconvolto il contrario. Voglio solo sapere come.»
Per la prima volta, vedo mio fratello in difficoltà, lo vedo incapace di trovare le parole giuste da dire. «Tu sai...– si inumidisce le labbra fissando insistentemente un punto per terra – sai che ho passato diversi periodi adolescenziali. Sai che da piccolo, i primi anni, ho giocato sempre con te. Avevamo quasi gli stessi amici e ho sopportato Helena sin da quando era una piccola rompicazzo. E anche Louis. Io e lui parlavamo poco, lo sai. E' che qualcosa in lui mi metteva terribilmente in soggezione, come se con una sola occhiata potesse leggermi nel pensiero o capire le emozioni che provavo. Poi dopo i 12 anni mi sono allontanato da voi, da te, per colpa della mamma. Non accettavo se ne fosse andata con un uomo più giovane, in un'isola, lasciando i suoi figli e suo marito da soli. Ho passato il mio periodo emo, con quel gruppo di coglioni che mi spingevano a tagliarmi, perché "è questo quello che facciamo noi". Mi nascondevo dentro felpe nere e grandi, borchie, matita nera negli occhi...»
«Eri davvero osceno, scusa se te lo dico.» lo interrompo.
Harry scrolla le spalle sorridendo. «Lo so, ma ero uno stupido ragazzino che aveva perso la madre. Liam era caduto in depressione, tu eri solo una bambina di otto anni. Non sapevo cosa fare. Poi, un giorno, Louis venne a casa da noi, immagino per stare con te. Quando mi vide uscire dal bagno con i polsi pieni di cicatrici, si limitò a guardarmi con aria delusa per poi dirmi: "stai già soffrendo abbastanza, perché ti infliggi altro dolore?". Forse potrebbe sembrarti una frase come tante altre, ma mi colpì nel profondo. Il giorno dopo lasciai il gruppetto di emo.»
So che c'è altro. «Vai avanti.» Voglio aggrapparmi a ricordi di Louis, ricordi belli che non ho mai avuto l'occasione di sentire o vivere.
«Quindici anni, il mio periodo da bulletto. Uscivo con il gruppo del fratello maggiore di Zayn Malik, e ho detto tutto. Rubavamo nei negozi, sfasciavamo macchine, appiccavamo piccoli incendi. Liam non se ne accorgeva nemmeno. Beveva birra, poi altra ancora fino a finire le bottiglie in frigo. E a me toccava ricomprarle, perché non aveva nemmeno la forza di uscire di casa.»
Ricordo quel periodo. Ricordo che passavo più tempo a casa di Helena, Niall e Louis che a casa mia. Non c'era mai niente da mangiare in frigo, Liam non cucinava nulla, Harry passava il suo tempo fuori casa e quando c'era si chiudeva in camera sua. Liam non mi vedeva nemmeno. Non vedeva la bambina di undici anni che gli chiedeva cosa ci fosse da mangiare per cena, o se le avesse preparato la merenda per scuola. Non vedeva la bambina che scendeva il giorno di Natale in salotto, non trovando nulla sotto l'albero. Come non vedeva quanto Harry fosse deluso da lui.
«Una notte ero con Malik, il fratello maggiore di Zayn, e gli altri. Dissero che volevano rubare in casa dei Tomlinson, perché sapevano che il padre era un avvocato molto ricco. Io non volevo, iniziavo a provare qualcosa per lui. Anche se stavo con una bellissima ragazza. Provavo attrazione verso entrambi e mi sentivo terribilmente sbagliato. Così quando fummo in casa, ci accorgemmo che c'era Louis. Due dei ragazzi lo bloccarono al muro, puntandogli due coltelli contro. Malik mi ordinò di seguirlo per aiutarlo a rubare, ma io rifiutati. Rifiutai più volte, litigammo, puntarono un coltello alla mia gola, li minacciai di chiamare la polizia. Se ne andarono dopo avermi picchiato e lasciarono me e Louis lì. Lui mi sollevò da terra, mi adagiò sul suo letto e mi medicò le ferite. Come ho fatto io qualche settimana fa, più o meno.» sorrise. «Lì capii che si era creato un legame profondo.»
Sono confusa. «Non mi avevi mai detto di questa storia, Harry.»
«Non volevo ti preoccupassi. – mi fa cenno di avvicinarmi a lui e mi butto tra le sue braccia, curiosa di sentire il resto – Ogni qualvolta facessi cose sbagliate, Louis in un modo o in un altro era lì, pronto a incoraggiarmi, a dirmi che stavo commettendo un errore, che ero migliore di così. Lui vedeva del buono in me, vedeva buono dove io vedevo solo del marcio. E quando sono successi tutti questi casini con Malik, quando l'ho visto sanguinante, ho sofferto come un pazzo. Non sai quanto ci sia stato male, avrei voluto dirtelo, ma tu sembravi in un altro mondo.»
Silenzio. Accarezzo la sua schiena, beandomi del suo profumo.
«Quando tu sei uscita di casa, quella sera, e mi hai sfasciato la bicicletta tra l'altro, sono rimasto solo con Louis. Dopo averlo medicato non ho saputo resistere e l'ho baciato. L'ho baciato e mi sono sentito come mai nella mia vita. E lui ha ricambiato il mio bacio.»
«Stavate insieme?» non so se esserne felice o triste, visto come sono andate a finire le cose.
«No, ma ci sentivamo spesso. Poi è scoppiato il casino dello stato facebook e ha smesso di rispondere anche a me. L'ultima cosa che mi ha scritto, è stata quattro giorni prima che si uccidesse.»
Mi si ferma il respiro e spalanco la bocca, mentre Harry traffica con il telefono e mi mostra il display.

 
Ti amo.
Proteggi tua sorella e non permettere a nessuno di farle del male.


«Perché non me lo hai fatto vedere prima?»
«Non ne avevo la forza. Solo adesso ne ho trovato un briciolo per parlarti di lui. Cristo, Mary, io lo amo.»
Ci guardiamo negli occhi, entrambi con le lacrime che rigano i nostri volti. Lo stringo forte a me, nascondendomi nel suo petto, mentre lui ricambia la mia stretta e mi culla dolcemente.
«Non pensi che sia strano?» domanda titubante.
«Come potrei mai?»
«Non capita tutti i giorni di avere un fratello bisessuale.»
«Non capita tutti i giorni di poter abbracciare una persona bella come te.»
Ed è come se il nostro rapporto si fosse ricreato. Non c'è più un sottile filo, debole e pronto a spezzarsi. C'è una corda che ci lega, ormai.
Quando apro gli occhi, noto una figura poggiata alla porta. Liam. Ha le lacrime agli occhi e appena si accorge del mio sguardo puntato su di lui, si asciuga freneticamente il volto. «Ehm scusatemi, volevo solo chiedervi se vi andava di invitare i vostri amici per fare il cenone insieme.»
Harry si avvicina a nostro padre, preoccupato. «Papà, va tutto bene?»
Liam non risponde, si limita ad abbracciarlo come non ho mai visto fare da lui. Li raggiungo e mi unisco all'abbraccio, sorridendo tra le lacrime. «Scusatemi per tutto, ragazzi, scusatemi davvero.»


Cenone a casa mia, che ne dici di venire con la banda di skinny neri?, scrivo a Kiwi velocemente.
La risposta arriva quasi subito. Dieci minuti e siamo lì.
Sorrido, infilando poi il telefono nella tasca dei pantaloni. Il tavolo è apparecchiato perfettamente e il salotto è decorato in pieno stile Natalizio, sebbene nessuno lo senta come gli anni precedenti. Niall è seduto sul divano e parla con Harry, l'unico problema sono Jawy e Liam che litigano da almeno dieci minuti.
«Da quando è un reato mangiare Kebab a Natale?!»
«Non è un reato, ma che merda è mangiare stupide piadine con carne e condimenti vari durante la vigilia di Natale?!» esclama papà.
Al sentire quella frase, Jawy diventa pallido, talmente pallido che Liam lo fa subito sedere e inizia a sventolarlo con un piattino in plastica rosso. «Scusa amico, non volevo offenderti, scusami. Ormai ho ordinato tanta roba, non c'è spazio per i Kebab. Un'altra volta, okay?»
Scuoto la testa, pensando ancora una volta a che famiglia di pazzi abbia. Poi Harry si accosta al mio orecchio e mi sussurra: «Dovresti parlare con Niall.»
Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, perciò non esito e vado a sedermi accanto a lui. «Ehi.» lo saluto.
«Ciao, da quanto...»
«Beh, non sono stata io ad averti prima baciato e poi evitato.» commento con una punta di acidità.
Niall abbassa lo sguardo e si china in avanti. «Lo so, scusami. E' che ti vedevo arrivare a scuola con Calum per poi andartene con lui e...»
«E...?»
«Mi si spezzava il cuore. Ho dovuto allontanarmi da te per poter accettare che tu sei innamorata di lui e basta.» sussurra.
Che cosa? Boccheggio, cercando le parole adatte da dire. «Niall... ma che dici? Io non...» ridacchio nervosamente.
Lui mi zittisce con un'occhiata severa. «Ah no? Non sei innamorata di lui? Si vede lontano un miglio che siete innamorati.»
«Da...cosa?» oso chiedere. Sento il volto andarmi a fuoco.
Il biondo ride amaramente. «Il modo in cui lui ti guarda, come se fossi qualcosa che sente il dovere di proteggere. Il modo in cui tu guardi lui, come se ti sentissi protetta da tutto quando è al tuo fianco. Vi guardate e non esiste nient'altro. Potrebbe passarvi davanti Michael Jackson in groppa a un unicorno con una delle parrucche della Minaj, ma voi non ve ne accorgereste minimamente.» fa una pausa. «E ammetto di essere ancora geloso da far schifo, perché non ho saputo accorgermi prima di cosa provassi per te. Ma ormai il danno è fatto, e non voglio perdere la tua amicizia.»
Le sue parole mi rimbombano nella testa, mentre i miei occhi rimangono incollati ai suoi azzurri, realizzo lentamente tutto quello che mi ha appena detto senza vergogna. E mi ritrovo a non poter negare una singola parola detta.
«Mary, ci sono i tipi in skinny neri.» sento dire da Harry.
Il mio cervello sta ancora ripensando a quello che mi ha detto Niall, e quest'ultimo mi risveglia dal coma. «Dovresti andare a salutarli.»
Mi riscuoto e volgo il capo verso l'ingresso. Ashton e Luke stanno salutando Jawy, Michael ha dato il cinque a Liam e Calum sta fissando intensamente me e l'Irlandese. Gli sorrido, ricordando quanto la sua presenza in questi ultimi giorni dopo il funerale di Louis sia stata fondamentale per me. Ma Calum devia il mio sguardo e saluta Liam.
Scatto in piedi. «Ciao ragazzi.»
Inaspettatamente Luke mi stritola in un abbraccio da orso, facendoci ondeggiare come due idioti. «Lattughina mia!» urla mentre mi spettina i capelli. Rido, spingendolo via.
Pel Di Lattuga mi abbraccia velocemente, dandomi un bacio sulla guancia per poi fiondarsi alla ricerca delle birre.
«Bella la tua bandana con Babbo Natale, Ashton.» dico anche se in realtà la bandana che indossa è terribilmente ridicola.
Il ragazzo mi afferra per le spalle, scuotendomi. «Tu si che te ne intendi! Grande, amica!» mi scocca un bacio sulla fronte, in uno stile molto paterno, e corre in cucina pure lui. «Michael se mi fotti la birra rossa ti metto crema depilatoria nel barattolo della tinta!»
E finalmente è arrivato il suo turno. Mi giro, cercando gli occhi scuri di Calum. Le gambe mi tremano e sento un esercito di rinoceronti vestiti da elefanti nello stomaco. «Kiwi.» lo saluto.
«Ciao.» risponde freddamente.
Aggrotto la fronte. «Che ti succede?»
«Secondo te?» sputa fuori arrabbiato.
«Ragazzi tra mezz'ora mangiamo, okay?» annuncia Liam. «No, Jawy, inutile che mi guardi così, ho detto niente Kebab.»
«Signore, spero abbia preso della lattuga per Mary!» la voce di Luke proviene dalla cucina.
«Da quando mia figlia mangia lattuga?!»
Calum sta per andare a sedersi, quando lo blocco per il polso. «Si può sapere che cazzo ti prende?» sibilo.
Muraglia Cinese mi si avvicina. «Perché non torni a parlare con il biondino ossigenato a cui piace tanto baciarti?»
Improvvisamente capisco e non posso fare a meno di sorridere, prossima alle risate. Calum incrocia le braccia al petto e sembra tanto un bambino di cinque anni. «Andiamo fuori, dai.» con il capo indico la porta e lui con uno sbuffo si avvia.
La chiudo alle mie spalle e lo osservo andarsi a sedere sul dondolo nella veranda. Il distributore di birre non era restituibile ma scambiabile, così optammo per un dondolo in perfetto stile americano. «Allora?» chiede.
Mi siedo accanto a lui, poggiando le gambe sul suo grembo e mettendomi comoda. «Mi spieghi perché sei geloso di Niall così all'improvviso e senza motivazione?»
Hood sussulta. «Non sono geloso di Niall.»
«Ah no?»
Ci guardiamo qualche secondo. «Lo legherei ai sedili di un aereo diretto in Cina.»
«Lo mandi a casa tua?»
«Ho molti amici pronti a farlo fuori, sì.»
«Calum.» sospiro.
Nessuna risposta.
Allungo la mano e gli accarezzo i capelli neri come la pece. «Almeno sai di cosa stavamo parlando?»
«No, so solo che quando sono arrivato tu avevi gli occhi incollati a lui e quella specie di Hulk biondo ti fissava come se stesse per baciarti.»
Rido piano e gli tiro una ciocca di capelli, facendolo voltare nella mia direzione. «Adesso io ti rifaccio la stessa domanda e tu risponderai: "no, di cosa?", pronto?» lui sbuffa, nascondendo un sorrisetto. «Almeno sai di cosa stavamo parlando?»
«No, di cosa?»
Impara in fretta il ragazzo. «Lui mi parlava di noi due. Mi parlava di come si capisse che eravamo uno innamorato dell'altra solo dal modo in cui ci guardiamo.» dirlo ad alta voce mi fa arrossire violentemente e vorrei solo scappare in casa, nascondendomi dietro i doppi menti di Liam.
Calum afferra la mia mano, tracciando la forma delle mie dita. «Beh, su una parte ha ragione il coglione.»
Gli assesto un colpo con la gamba. «Ovvero?»
Quando sollevo lo sguardo, lui mi sta scrutando attentamente, quasi avesse paura a parlare. «Io sono innamorato di te.»
Mi drizzo immediatamente, abbandonando la mia posizione comoda. Senza accorgermene sciolgo la presa della sua mano sulla mia e spalanco gli occhi, sconvolta. «Calum...»
«Sì?» sorride innocentemente.
Sposto una ciocca di capelli ribelle e prendo qualche respiro profondo. «Qual è la parte sulla quale non avrebbe ragione, invece?» sussurro.
«Non credo tu sia innamorata di me.» dice semplicemente, ma riesco quasi a scorgere una punta di delusione nel suo tono di voce.
Scuoto la testa, e ancora una volta mi ritrovo a corto di parole. «Ma perché? Perché sei innamorato di me?» e mi accorgo subito di quanto suoni strana la mia domanda, tanto che ridiamo insieme.
Kiwi si fa serio, però, e le sue mani catturano ancora una volta la mia destra, strigendola dolcemente. «Ti ricordi quando agli inizi ti dissi cosa pensavo fosse per me l'amore?»
Ricordo il discorso che mi fece al telefono, in cui paragonava l'amore a una canzone. Annuisco.
«E' esattamente quello che provo quando sto con te, se non amplificato e ancora più bello.» la sua voce è dolce e sembra volermi abbracciare, mentre la notte cala e Natale si avvicina. «Sei quel tipo di canzone che stupidamente giudico ancora prima di ascoltare, quella canzone che catalogo già come "non è il mio genere". E poi per sbaglio ti sento, cambiando stazione radio in macchina, scorgo la musica e mi entra in testa. Cerco di allontanarla, perché mi ripeto "no, amico, non è il tuo genere, ma che fai?". Però poi mi riscopro a volerla conoscere meglio, e la ascolto davvero, ascolto le sue parole, ascolto cosa abbia da dire. Due, cinque, sette, venti volte. Mi entra dentro e diventa la mia canzone preferita.»
Le sue parole fluttuano nell'aria intorno a noi, facendomi sentire un intero zoo nello stomaco, e il cervello che lentamente finisce di funzionare. Fisso le nostre mani, e quando lui stringe debolmente, sollevo il volto e lo trovo vicinissimo a me.
«E so che magari tu non provi lo stesso perché io sono un coglione, uno stronzo, idiota, portatore di skinny neri compulsiv...»
Lo blocco. «Tu eri l'unknown number, il numero sconosciuto. Ma più di tutto, eri un grande punto di domanda. Non sapevo chi ci fosse dietro il tuo numero, non sapevo quanto potessi fidarmi di te, se dicevi la verità, se tenevi anche un minimo a me, se...»
«...fossi davvero un ragazzo di diciannove anni e non un maniaco di sessanta?»
Con la mano libera gli spingo il volto lontano da me, facendolo ridere. «Cretino. Dicevo, non era solo il tuo numero sconosciuto, lo eri anche tu per me. Vedi, ci sono momenti della tua vita in cui ti senti arrivato proprio alla fine: non trovi più niente che ti entusiasmi, niente che ti faccia stare bene, nessuno che riesca a capirti appieno, ad ascolarti. Però poi arriva quella persona che ti prende per mano e ti mostra che non sei davvero arrivato alla fine; e lì capisci che hai ancora tanta strada da percorrere, che la tua vita non termina lì, che troverai tantissime cose che ti riaccenderanno. E sai qual è la cosa migliore? Che tu avresti potuto semplicemente limitarti a mostrarmi quella strada da seguire, invece hai deciso di percorrerla con me. Mi hai tenuta per mano, tutto il tempo, accompagnandomi. Non immagini minimamente quanto tu sia stato fondamentale e quanto lo sia ancora adesso.»
Ho il volto probabilmente rosso come un peperone messicano, non essendo abituata a pronunciare a voce alta e guardando la persona interessata i miei sentimenti. Calum sta sorridendo, mordendosi il labbro. «Quindi mi stai dicendo che...»
«Ti amo, Calum Tommaso Augusto Robin Hood.»
Alza gli occhi al cielo. «Ne sei sicura?»
«Come sono sicura che sette per otto faccia quarantotto.»
Lui rimane perplesso. «Ma veramente fa cinquantasei...»
«Fanculo, la sbaglio sempre!» Quella tabellina è il mio tallone d'Achille.
Calum sghignazza, per poi afferrarmi il volto tra le mani e poggiare le sue labbra sulle mie. E' incerto, come se temesse potessi cambiare idea all'improvviso e dargli uno schiaffo così forte da rispedirlo dalla sua vera famiglia in Cina. Ma poi capisce che non ho nessuna intenzione di respingerlo, non più ormai, e diventa sicuro di quello che fa.
«Ragazzi, vero che voi volete Keba...»
Ci separiamo con uno scatto, imbarazzati. Jawy ha un sorrisetto malizioso stampato in volto. «No, voi niente Kebab, altrimenti l'alito...» ci fa l'occhiolino. «Siamo tutti a tavola, venite?»
«Certo!» esclamo un po' troppo euforica. Mi metto in piedi, seguita a ruota da Calum.
Non appena Jawy è di nuovo dentro, Calum mi si avvicina sorridendo e stampandomi un altro bacio. «Prima di entrare...» mormora. Gli pizzico una guancia e lo costringo a staccarsi.
Lui sbuffa. «Vedremo dopo quando ti farò passare costantemente sotto il vischio.» ha uno sguardo maligno. «Peccato non esista una pianta sotto la quale si debba far sesso.»
«Doraemon!» lo rimprovero.
Karate-Kid sghignazza ed entra dentro.
Sto per entrare anche io quando sento il telefono vibrare nella mia tasca. Mi fermo sulla soglia della porta e lo sblocco, trovando un messaggio di Helena. Lo leggo, non intenzionata a rispondere.
Ma quello che leggo mi lascia perplessa, quasi spaventata.

 
Possiamo vederci? E' importante, ti prego.




AIEEEEAH
Ho una voglia assurda di sushi e non so come uscirne, davvero. VOGLIO DEL SUSHI. ADESSO. Cioè, in questo momento mi accontenterei di qualsiasi cosa salata visto che non ho mangiato nulla. A parte un ghiacciolo all'arancia. E ieri notte ho cenato con un ghiacciolo all'amarena. E non ho pranzato. E tanto meno fatto colazione perché a casa di Mele è già molto se c'è la carta igienica, figuriamoci qualcosa per fare colazione. Sapete che esiste gente che fa pagare agli invitati del proprio diciottesimo la roba da bere e da mangiare? 
Vabbè, drammi a parte.
Oggi è primo luglio, domani è due luglio e sarà una giornata pessima per me. #coserandom
Chiudiamo l'angolo "cazzi miei".
....
Questo capitolo non è triste, dai. Se tralasciamo la parte iniziale.
Premetto che io non shippo la Larry, ma mi piaceva troppo l'idea di quei due insieme nella ff. Quuuuindi è nata sta cosa che spero sia piaciuta anche a voi.
Poooooi, il tanto atteso bacio tra Calum e Mary. Arriva un punto, quando scrivi una ff, in cui ti accorgi che stai tirando troppo per le lunghe un semplice bacio, quindi pensi "ma lo vuoi muovere il culo?" e decidi di farli baciare. Ora, giunta al capitolo 23 mi sono sentita in dovere di dare una piccola gioia a sti qui. Porelli.
Tra l'altro, piccolo avviso: il funerale di Lou non segna la fine dei drammi. Nel prossimo capitolo ce n'è un altro, e lo so lo so lo so, voglio proprio tanto male ai personaggi di questa storia ma vabbè che ci possiamo fare.
Bueno, io me ne vado a rispondere alle recensioni del 22. (sappiate che alcune mi hanno fatto male al cuoricino per la tristezza)
Per qualsiasi cosa:

Facebook – Mary DomenicaDagosto
Twitter - @cucchiaia
Ask.fm - @cucchiaia
Wattpad – cucchiaia

#STAYSTRONG


PS. Spoiler prossimo capitolo ehehhe (quanto mi piace sta cosa)
A primo impatto mi viene da ridere come una pazza per le stronzate che è capace di dire, invece sto zitta e mi limito a osservarla con sguardo stupito. «Non è possibile.»
«Calum non è famoso per i suoi modi gentili e il suo carattere buono.»


PS.2 Mi sono dimenticata cosa dovevo scrivere, come non detto.
   
 
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