Dolce
fatalità
'Unico
Capitulo'
Questa
è la mia prima fan fiction, spero che sia di
vostro gradimento… Fatemi sapere!!
Un grazie speciale
va alle
persone che, man mano che scrivevo la mia storia, mi hanno aiutata,
consigliata
e incitata ad arrivare alla conclusione, vi voglio bene!
Bacioni
Adry
Il tempi della scuola erano ormai finiti e dopo la guerra con Lord Voldemort, avvenuta tre anni prima, la pace e la serenità erano tornati a prendere il loro posto originario nella dimensione magica.
Adesso Hermione Jane Granger lavorava al ministero della magia: aveva cominciato con un semplice incarico e nel corso di quei tre anni si era fatta strada ed era stata premiata per il suo coraggio e le sue capacità fino ad arrivare a dirigere la sezione che si occupava del controllo della magia minorile nel mondo babbano.
Il
suo
lavoro le piacesse davvero nonostante le procurava anche una
quantità
indefinibile di stress dovuto alle grandi responsabilità e
del dover gestire
una sezione così importante del ministero. Dato che era
single, non ci sarebbe
stato nessuno che per qualche ora le avrebbe sgombrato la mente,
l'avrebbe
fatta rilassare e le avrebbe dato piacere. Aveva avuto così
tanti ragazzi in
precedenza, mentre adesso che né aveva bisogno era rimasta
sola.
Il primo ragazzo fu al quarto anno, Victor Krum, con cui,
però, per quanto lui
ci avesse ripetutamente provato, non era andata oltre al bacio.
L'anno successivo aveva avuto una breve, ma intensa e passionale storia
con
Harry Potter: per tutti e due era stata la prima volta ed era stata
bellissima;
poi a causa di problemi di forza maggiore, avevano preferito chiudere
quella
storia e restare amici. Al settimo anno aveva anche avuto una storia
con Ronald
Weasley, ma poi si erano lasciati alla fine della guerra dato che si
erano resi
conto che non facevano l'uno per l'altro.
Qualche anno dopo, durante un viaggio di lavoro, aveva rincontrato Krum
e tra
loro era iniziata una storia, quasi completamente fisica,che
poi si era
conclusa quando il giocatore di Quiddich si era trasferito all'estero
con la
propria squadra.
Negli ultimi tempi per smaltire lo stress aveva deciso di andare in
discoteca,
divertirsi come non mai e, se poi le si fosse presentata l'occasione di
proseguire la serata con qualcuno, non uno qualunque, l'avrebbe accolta
con
piacere.
Le uscite serali ultimamente erano diventate molto frequenti, quasi
giornaliere
e, proprio adesso Hermione si trovava al bancone del bar di una
discoteca e
stava sorseggiando il suo quinto drink altamente alcolico. Parlava da
un pò con
un ragazzo, alto e castano, nel complesso abbastanza carino, ma il
gioco si
concluse quando la sua ragazza con uno sguardo omicida giunse a
recuperarlo.
Buttò giù altri due drink per arrivare alla
modica cifra di sette super bombe
alcoliche, si alzò dallo sgabello in cui si era
accomodata quando era
arrivata e si diresse nella mischia della pista abbastanza brilla da
non
focalizzare chi le era accanto, ma non tanto da non capire le
intenzioni di
coloro che in poco tempo la circondarono con fare ammaliante.
Ballò con molti ragazzi diversi, poi il suo 'cavaliere'
divenne fisso e anche
lui, come lei, sembrava abbastanza brillo. Quando la canzone che
stavano
ballando appiccicati baciandosi, terminò si spostarono di
nuovo al bar per
qualche altro drink.
Hermione era molto confusa e aveva un mal di testa assurdo sintomo di
una
sbronza senza precedenti.
Si mosse un pò nel letto desiderando restare lì a
dormire per tutto il giorno
senza essere disturbata da nessuno per alcun motivo.
Ma qualcosa e qualcuno attirarono la sua attenzione: era nuda, coperta
solo dal
piumone e accanto a lei c'era qualcuno che si muoveva piano come se
fosse
ancora addormentato. Rimase, però, ferma nella sua posizione
aspettando che
il mal di testa si calmasse, incurante del fatto che accanto
a lei
giacesse nudo uno sconosciuto, cosa che ultimamente capitava
spesso,
anche se, di solito, ricordava almeno il nome e il volto del ragazzo
che le si
trovava accanto.
Invece, adesso non riusciva a ricordare proprio niente, neanche della
notte
appena trascorsa, a causa del troppo alcol.
Decise di girarsi per vedere il volto dello sconosciuto e si
ritrovò davanti
due occhi color ghiaccio, freddi e confusi allo stesso tempo.
No,no,no, non poteva essere vero, era solo un sogno, un brutto incubo.
Chiuse
gli occhi, sicura che riaprendoli non ci sarebbe stato nessuno, o
almeno non
lui!
E invece no, era tutto vero e quella era la realtà, seppur
oscura e
incredibile.
Anche lui sembrava confusa come lei, forse anche di più.
Hermione si alzò di scatto dal letto,coprendosi con una
vestaglia e uscì dalla
stanza come un razzo.
Si diresse in cucina appoggiandosi al muro, incapace di capire.
Quando si fu un pò ripresa dallo shock, andò a
cercare la biancheria intima
pulita senza entrare nella camera da letto e dopo averla trovata e
indossata,
ritornò in cucina a preparare la colazione. Prese il
caffè, lo mise in una
tazza aggiungendo un pò di latte e un cucchiaino di zucchero
e si sedette sul
bancone della cucina per bere il caffè-latte contenuto nella
tazza.
Sulla porta spuntò poi colui che era stato accanto a lei
fino a poco prima con
un'aria confusa, indecisa e forse anche un pò imbarazzata.
"Ciao Malfoy" sussurrò lei ancora nel dubbio su come
comportarsi.
"Buongiorno a te!" la salutò lui.
"Se vuoi lì c'è del caffè pronto"
disse indicando la macchinetta del
caffè e poi indicando uno scaffale,"lì ci sono le
tazze, e in quel
contenitore suo tavolo c'è anche una torta".
"Grazie" fece lui ringraziandola per la prima volta nella sua vita
prendendo una tazza e versandovi dentro il caffè,
per sedersi al tavolo a
fare colazione.
"Ricordi qualcosa di questa notte?" le chiese poi di punto in bianco
rompendo il silenzio snervante che era piombato nella stanza a
incombere su di
loro.
"Le ultime cose che ricordo con certezza, sono di essere entrata in una
discoteca ed aver bevuto qualche drink", gli rispose, "Tu?"
"Ricordo di essere uscito con i miei colleghi e poi di essermi
ritrovato
già mezzo ubriaco nella pista di una discoteca. Tutto il
resto è avvolto nella
nebbia"affermò finendo di sorseggiare il suo
caffè.
"Sai non avrei mai pensato di rivederti dopo la guerra", fece lei
ancora confusa per il forte mal di testa.
"Io non avrei mai pensato di rivederti
così!"esclamò lui col suo solito
ghigno.
Hermione rimase lì sul bancone con la tazza vuota in mano e
arrossì lievemente
pensando a cosa potesse essere successo quella notte tra loro.
"Beh, adesso è meglio che vada, altrimenti farò
tardi a lavoro"disse
interrompendo i pensieri della donna.
"Si, certo!" asserì lei scendendo dal bancone e
accompagnandolo alla
porta.
"Ciao" la salutò lui alla porta.
"Buona giornata!" gli augurò lei.
Richiuse la porta di malavoglia appoggiandovisi ancora sconvolta per
quello che
era successo.
Fece mentalmente un rapido riassunto: sapeva di essere andata in una
discoteca,
di aver bevuto molto e poi ricordava di essere scesa nella pista e di
aver
ballato prima con molti ragazzi, poi con uno solo, al 90% lui, e con
questo di
aver continuato a bere. Si era ritrovata la mattina dopo nuda nel suo
letto con
lui accanto: erano stati insieme per una notte intera e al risveglio
avevano
sostenuto una breve ma civile conversazione: caso senza precedenti tra
loro.
Decise di non pensarci più e di sistemare la stanza e rifare
il letto. Dopo
aver finito di sistemare, considerato che era già tardi,
entrò nella doccia
calda per togliere le tracce della notte appena trascorsa. Uscita dalla
doccia,
andò con indosso un' asciugamano nella cabina-armadio per
vestirsi e andò
a lavoro.
Arrivò tardi smaterializzandosi nel suo ufficio,
aspettandosi di essere
assalita dai dipendenti nel panico poiché non
riuscivano a risolvere i
loro casi.
Ma non fu così, nessuno era lì ad aspettarla, la
porta era chiusa e c'era uno
strano silenzio rispetto al solito.
Si meravigliò, da quanto non aveva una giornata
così calma?!
Aprì la porta del suo ufficio per ispezionare la situazione
negli altri
del reparto. Tutti i dipendenti erano nelle loro postazioni a
girarsi i
pollici, alcuni leggevano La Gazzetta del Profeta, altri ne
approfittavano per
mettere un pò di ordine e archiviare i fascicoli.
Tornò nel suo ufficio, accomodandosi nella comoda poltrona
perfetta per
rilassarsi; la giornata trascorse tranquilla come poche da un bel
pò di tempo e
venne anche Harry a farle visita e con lui si diresse essendo
ora di
pranzo in un piccolo e delizioso locale lì vicino.
"Allora, come va?", le chiese facendola accomodare nella sedia da
vero gentiluomo,
"Oggi sprizzi gioia da tutti i pori, i tuoi occhi non
brillavano
così da tanto, troppo tempo. A cosa è dovuto
questo bell'evento?"
Oh mio dio, Harry aveva ragione, era una giornata come un'altra tranne
per il
fatto che era stato con Malfoy e questo, per quanto non ricordasse
niente, la
rendeva inspiegabilmente libera, leggera e gioiosa. Doveva decidere:
dirgli la
verità o mentire,ma come avrebbe reagito se gli avesse
detto:
'Sai Harry, ieri sono andata in discoteca, mi sono ubriacata e questa
mattina
mi sono ritrovata nuda in casa mia con Malfoy accanto: questo, per
qualche
losco motivo, mi rende felice'. No, non era decisamente la cosa giusta
da fare,
quindi, decise, per quanto odiasse farlo, soprattutto con lui, di
mentire, o
meglio di sorvolare su alcune 'cosine'.
"Niente di particolare, sono andata in discoteca e mi sono divertita
molto, e quest'oggi a lavoro è una giornata così
tranquilla!"lo informò
abbozzando un timido sorriso, "Tu, invece, come te la passi? Come sta
Ginny? Ci vediamo così di rado che dall'ultima volta mi
sembra sia già passato
un millennio!"
"Si, è vero, siamo tutti così carichi di
lavoro!"confermò lui,
"Tutto bene, come al solito!" le sorrise.
Eh si, Harry Potter l'anno dopo essere stato con lei si era innamorato
di
Ginevra Weasley, mettendosi insieme quasi subito, e con quel
'come al
solito' intendeva dire: 'litighiamo e facciamo pace di continuo'.
"Dobbiamo fare una bella uscita tutti insieme, come ai vecchi tempi"
propose lei nostalgica.
"Sono d'accordo con te! Appena lo dirò a Ginny,
comincerà a organizzare
tutto".
"Ginny e le sue manie di grandezza! Ti prego, cerca di frenarla, per
quanto, con lei, sia impossibile riuscirci!" disse esasperata memore
delle
precedenti uscite e feste organizzate da lei.
La loro conversazione fu interrotta da un cameriere venuto a prendere
le loro
ordinazioni. Furono serviti velocemente e continuarono a chiacchierare
durante
il pranzo e quando terminarono fecero una lunga passeggiata per un
viale
innevano; in seguito tornarono ognuno a rispettivi lavori .
La giornata lavorativa si concluse tranquilla come era cominciata ed
Hermione
si smaterializzò in casa sua pronta sdraiarsi e dormire un
sonno profondo.
I giorni passarono veloci e caotici come sempre, gli impegni lavorativi
le
impedirono persino di andare la sera a trastullarsi in discoteca,come
aveva
fatto fino ad allora; era sempre in missione a cercare quei maledetti
minorenni
ogni giorno meno rispettosi delle leggi, che compievano nel
mondo babbano
magie a cui doveva porne rimediare.
Finalmente un mese dopo erano riusciti a fare l'uscita organizzata in
modo
eccellente e sublime da Ginny.
Si stava divertendo tantissimo ed era felice che fossero di nuovo dopo
tanto
tempo di nuovo tutti insieme.
"Sai il mese scorso io e Alan abbiamo rischiato grosso!",
raccontò
una ragazza alla sua amica.
Era in bagno ad aspettare Ginny e sentendo la discussione tra
quelle due
ragazze ad Hermione venne da ridere: quella non era una delle cose che
per il
momento le sarebbe potuta accadere essendo single.
Ma un lampo le passò alla mente incombendo pericolosamente
su di lei: quel mese
aveva saltato il ciclo!!
Era strano per lei che era sempre puntuale come un orologio; si
tranquillizzò
credendo che il ritardo era dovuto solo allo stress lavorativo e
pensando bene
di rimandare la preoccupazione per non rovinarsi la serata, che si
concluse
molto tardi.
Quella rimpatriata ci voleva proprio, non si divertiva così
da tanto tempo e i
timori per il ritardo scemarono presto.
Una settimana dopo, però, del ciclo non c'era neanche
l'ombra e il suo pensiero
era subito volato alla notte trascorsa con Malfoy: avevano usato
qualche genere
di contraccettivo?
Domanda destinata a non avere una risposta, o almeno per il momento.
Prima di andare a lavoro passò in una farmacia per comprare
un test di
gravidanza che avrebbe fatto non appena fosse arrivata in ufficio,
qualora
questo sarebbe risultato positivo, avrebbe subito prenotato una visita
dal
ginecologo per la conferma.
Il test risultò positivo e la visita dal ginecologo fu
fissata per due giorni
dopo.
Furono due giorni bruttissimi e molto agitati, non riuscì a
dormire incapace di
pensare a cosa avrebbe fatto se il test non avesse sbagliato.
Il giorno arrivò. La visita fu breve e il verdetto del
ginecologo fu: 'Auguri
signorina, lei è incinta di cinque settimane!'.
Oltre a quella rivelazione che fece disperare ancora di
più Hermione, il
ginecologo le diede anche l'ecografia del feto che aveva fatto.
Era ora sdraiata nel letto a guardare l'ecografia.
Cosa avrebbe
dovuto fare? Tenere il bambino e crescerlo da sola oppure abortire
senza dire
niente a nessuno?
Doveva parlare con qualcuno e doveva farlo subito, non avrebbe mai
avuto la
forza di scegliere da sola.
Andò a casa di sua madre,sapendo che lei, donna saggia e
giusta, le avrebbe
consigliato la scelta adeguata.
Si sedettero nel divano del salotto e cominciarono a chiacchierare
sorseggiando
un tè e sgranocchiando biscotti al cioccolato.
"Sono incinta", disse a bruciapelo facendo andare di traverso a sua
madre il biscotto che stava mangiando.
"Stai scherzando?", le chiese con tono neutro, anche se sapeva
già
che sua figlia non avrebbe mai giocato su un argomento del genere.
"Non sono mai stata più seria in vita
mia!",affermò Hermione con
disarmante serietà.
La signora Granger non proferì più parola, non
sapeva cosa dire, immaginava che
prima o poi sua figlia le avrebbe detto quelle parole e lei
non aspettava
altro,dopotutto, dopo diventare madri, per ogni donna, essere nonna
è un sogno,
ma pensava che quel momento sarebbe arrivato dopo che si fosse sposata
e,invece, sua figlia era single!!
"Non so cosa fare mamma, ho bisogno di aiuto!",interruppe i pensieri
della madre scoppiando a piangere subito consolata dall'altra.
"Sai almeno chi è il padre?",le chiese ed Hermione tra i
singhiozzi
annuì.
"Lo conosco da dieci anni, eravamo a scuola insieme, ma non si
può dire
che siamo esattamente amici", chiarì la ragazza stretta in
un abbraccio
dalla madre.
"Hermione, io non posso dirti cosa fare, non posso decidere per
te,certo
non posso negare che per me non sia stato uno shock", fece una breve
pausa
per selezionare i pensieri, "I figli sono una benedizione del cielo, se
ciò che accaduto, un motivo ci sarà. Devi essere
tu a decidere cosa fare:
scegliere se abortire, tenere il bambino o darlo in adozione. Decidi
bene
perché dopo non potrai più cambiare idea, io,
qualunque sia la tua scelta,sarò
sempre con te, bambina mia", parlò amorevolmente la madre
stringendola più
forte tra le sue braccia.
"Grazie mamma, ti voglio bene!", la ringraziò Hermione.
Rimasero sul divano per ancora un'ora a parlare e a guardare
foto, poi
Hermione tornò a casa sua sdraiandosi nuovamente sul letto
a vedere
l'ecografia, alternandola a foto di quando era piccola che la madre le
aveva
consegnato prima di andare via.
Era quasi mezzanotte e la decisione fu presa , adesso nessuno
avrebbe mai
potuto fargliela mutare: avrebbe tenuto quel bambino anche se
significava
crescerlo da sola considerando che il padre, Draco Malfoy, non sarebbe
mai
stato d'accordo e poi non poteva privarlo della sua libertà
solo perché
aspettava un figlio da lui!
Era però suo dovere avvisarlo e decise di chiamarlo il
mattino dopo
dall'ufficio.
Si mise sotto le coperte addormentandosi con una mano in grembo, come a
voler
proteggere il suo bambino.
Il giorno successivo, dopo essersi svegliata, aver fatto colazione, una
doccia
rinfrescante e essersi vestita, andò in ufficio, dove ad
attenderla c'era già
un bel pò di gente.
Risolse i loro problemi e,non appena ebbe un pò di tempo
libero, ne approfittò
per chiamare Malfoy e prendere un appuntamento.
Le rispose la sua segretaria alla quale lasciò il numero del
suo ufficio e
quello del telefonino per farsi richiamare da lui non appena
fosse stato
libero per mettersi direttamente d'accordo. Riattaccò e
tornò al suo lavoro.
Era ora di pranzo ed Hermione stava quasi per andare a mangiare,quando
il
telefono squillò e la segretaria le
annunciò la chiamata di Malfoy,
che,curioso come era di capire il perché di quella chiamata,
l’aveva chiamata
immediatamente.
Si organizzarono in modo tale da potersi incontrare il pomeriggio
stesso in un
caffè di Londra.
Hermione ansiosa e preoccupata come era, uscì dal Ministero
all'orario per
dirigersi al luogo dell'appuntamento e, come prevedeva, Malfoy non era
ancora
arrivato, quindi si sedette ad un tavolo e ordinò una
cioccolata calda che le
fu servita in un battibaleno.
"Buon pomeriggio!",la salutò un uomo biondo e attraente
sedendosi di
fronte a lei,"Scusa per il ritardo, ma non mi sono proprio potuto
liberare
prima".
"Ciao, non ti preoccupare, sono appena arrivata pure io!"
riferì
guardandolo negli occhi per vedere se avesse intuito il motivo di
quell'incontro.
"Malfoy, ciò che devo dirti è una cosa seria,
quindi cercherò di essere il
più chiara, breve e concisa possibile",
cominciò lei.
"Ottimo, và avanti!" la incitò il biondo.
Hermione respirò
a fondo prendendo coraggio
poi cominciò pronunciando quelle parole tutte d'un fiato,
"Sono incinta e tu sei il padre. Non sono venuta qui, però,
per chiederti
qualcosa, ma solo per dirti che diventerai padre considerando che non
ho
intenzione di abortire. Se non vorrai riconoscere il bambino,
porterà il mio
cognome e, se non vorrai nemmeno far parte della sua vita, non ti
costringerò,
sono pronta a crescerlo da sola!", terminò riprendendo fiato.
Fissò il proprio sguardo in quello di Malfoy, che la
guardava a sua volta
sbalordito e incredulo, incapace di proferir parola.
Hermione rimase là ferma per un poco, tuttavia vedendo che
la situazione non
cambiava e Malfoy non accennava a dar segni di vita, si alzò
prendendo le sue
cose, e si diresse verso l'uscita, lasciandolo solo al tavolo con solo
la tazza
di cioccolata che lei aveva ordinato poco prima.
Era rimasto di stucco di fronte alla realtà, esattamente
come aveva previsto,
ma Hermione si sentì lo stesso libera e serena.
Andò in una libreria lì vicino alla ricerca di
libri sulla gravidanza e, dopo
aver preso quelli più interessanti, si diresse a casa della
madre per
informarla della decisione presa.
Il
giorno
dopo Hermione andò a far visita all'ufficio di Harry con un
solo scopo:
rendergli nota la propria gravidanza.
"Salvo capo!" lo salutò lei scherzosa entrando nella stanza
attraverso la porta aperta.
Harry appena la vide fu felicissimo, abbozzò un sorriso a
trentaquattro denti,
la abbracciò, la fece accomodare e nel frattempo chiuse la
porta.
"A che devo questa visita?", le chiese sorridendo.
"Devo dirti una cosa Harry",fece lei,sicura che quel sorriso sarebbe
presto scomparso dalla sua bocca.
"Dimmi pure, io per te sono sempre libero!", soggiunse il bambino
sopravvissuto.
"Sono incinta, di cinque settimane", raccontò abbozzando un
sorriso.
Harry era rimasto basito e l'unica cosa che voleva sapere era chi fosse
il
padre di quel bambino. Glielo stava per chiedere, ma Hermione, come se
avesse
previsto quella domanda, parlò,
"Ti prego Harry, non chiedermi né ora, né in
futuro chi è il padre del
bambino, voglio tenerlo per me, ti dico solo che lo conosci".
Harry non capì il perché di quella scelta, ma la
accettò comunque: Hermione non
faceva mai nulla per caso, ci doveva essere un valido motivo.
"Va bene, Hermione. L'importante è che tu sia felice.",
replicò il
ragazzo, "Perché tu sei felice, vero?" le che chiese con
aria un pò
confusa.
"Ma certo! Non potevo chiedere di meglio nella mia vita!",
riferì
gioiosa e abbracciandolo. Per festeggiare il lieto annuncio, Ginny
provvedé ad
organizzare anche una festa e invitò praticamente tutte le
persone che Hermione
conosceva, e da loro ricevette una montagna di regali che le sarebbero
stati
utili dopo la nascita del bambino.
Sua
madre le stava sempre vicino, come a voler supplire all'assenza di un
uomo e insieme stavano sistemando la cameretta del bimbo a grandi
linee, dato
che non sapevano ancora il sesso; era stata sempre la madre a farle
compagnia
dal ginecologo per la seconda visita di routine.
Non appena giunse al terzo mese di gravidanza cominciarono le nausee
mattutine
e le voglie, tanto che faceva la spesa, sopratutto di dolci, per dieci
persone.
Era alla tredicesima settimana, quando, mentre si dirigeva nel suo
ufficio, un
mancamento la colse e tutti, preoccupatisi per lei e per le sue
condizioni di
salute, l'avevano costretta a filare dritta a casa, dove lei si sarebbe
sdraiata sul letto a guardare la tv con una barretta di cioccolata in
mano.
La settimana dopo ebbe un altro svenimento ed Harry non volle
più sentire scuse
rimandandola a casa con un permesso di ferie per maternità.
Riceveva frequenti visite, soprattutto dei suoi amici, mentre la madre
andava
da lei la mattina per poi lasciarla solo la sera.
Due settimane dopo, però, era sola quando un inaspettato
visitatore bussò alla
porta, giunto a trovarla con un discorso ben preparato in testa.
Era Draco Malfoy, il padre di suo figlio.
"E tu, che diavolo ci fai qui?" domandò lei sbalordita per
la
sorpresa.
"Sono stato al Ministero, ma lì mi hanno riferito che sei in
aspettativa,
quindi, sono venuta qui dove tutto è cominciato, per quel
che mi ricordi,
certo, col solo scopo di parlarti"la informò lui.
"Accomodati", lo invitò, "comunque mi hanno costretta ad
andare
in maternità, non è stata una mia scelta!"
Si accomodarono sul divano del soggiorno-cucina ed Hermione
continuò a gustarsi
un pacco di biscotti attendendo che Malfoy si decidesse a parlare.
"Quando mi hai annunciato di essere incinta, mi hai sbalordito, e anche
molto!Non sapevo cosa fare, ma poi ho capito e ho deciso", fece una
breve
pausa prima di informarsi sulle sue volontà,"Voglio far
parte della vita
di nostro figlio, voglio conoscerlo ed essere presente il
più possibile nella
sua vita; non voglio essere come mio padre".
"Malfoy, davvero, non sei costretto, se davvero non vuoi, non te la
senti,
a star qui,con me, per un bambino che non hai voluto!",
cercò di
convincerlo lei.
"Granger, io sono il padre di questo bambino, ho il diritto e il dovere
di
essere presente nella sua vita, non puoi impedirmelo; so cosa vuol dire
crescere senza l'affetto di un padre e, credimi, non è stato
per nulla
gradevole. Non posso e non voglio ripetere, per alcun motivo, l'errore
di mio
padre. E' meglio avere l'affetto di due genitori che amano il proprio
figlio
seppur non stiano insieme, anziché quello di uno solo
genitore",
insistette lui.
"Sei proprio sicuro di quello che stai dicendo, non ti tirerai
indietro?",
chiese, cedendo quasi del tutto davanti alla fermezza delle parole del
biondo.
"Non sono mai stato più sicuro in vita mia: non c'e proprio
niente da
scherzare su un bambino!".
"Quindi è questa la tua decisione: far parte della vita di
nostra figlio?",
gli domandò per essere definitivamente certa.
"Si, cercherò di essere un padre responsabile, amorevole e
presente!", confermò lui.
"Se è questo che vuoi, non posso che esserne felice, anche
perché non
avrei mai ritenuto possibile che dalla tua bocca potessero uscire
queste
parole!", asserì lei.
"E invece eccomi qui, davanti a te, dopo averle appena pronunciate!",
esclamò lui.
Si guardarono meglio occhi sorridendo: quello era davvero un bel
giorno!!
"Allora, che ne dici di cominciare a rendermi partecipe da ora?",
chiese lui.
Hermione
si alzò dirigendosi nella sua stanza per prendere la
cartella contenente tutto
ciò che riguardava il bambino, la prese e
tornò nella stanza dove si
trovava Malfoy.
"Qui ci sono tutti gli esami, le ecografia e tutto il resto", disse
porgendogli la documentazione.
"Grazie", disse impadronendosene e cominciando a sfogliare il
contenuto, mentre Hermione tornò a occuparsi dei biscotti.
Si ritrovò a fissare l'uomo che le stava accanto e
notò in lui molti
cambiamenti non solo fisici, ma soprattutto comportamentali,
soffermandosi su
questi: non era più il ragazzo bastardo, arrogante e
presuntuoso che ricordava,
altrimenti non avrebbe mai fatto quella scelta; 'non voglio essere come
mio
padre', aveva detto, e quella affermazione fu ciò che le
rese maggiormente noto
il suo cambiamento.
Quei pensieri furono interrotti dal bambino che le piazzò un
bel calcio e lei
mise la mano in grembo come per istaurare un contatto.
Draco se ne accorse immediatamente e la guardò come con aria
preoccupata
"Cosa hai?", le chiese.
"Ultimamente continua a palesare la sua presenza sempre più
spesso!",
raccontò lei riferendosi al bambino.
"Posso?" chiese, volendo anche lui avere un legame con quella
creatura che era anche parte di lui.
Hermione gli afferrò la mano posandogliela sul pancione nel
punto in cui il
piccino continuava a muoversi.
La signora Granger, giunta a casa della figlia, li trovò
ancora lì, su quel
divano, che ridevano e scherzavano con la mano del ragazzo
continuamente mossa
da quella di sua figlia sul pancione. Capì subito che quel
ragazzo era il padre
del bambino che Hermione aspettava.
Fu proprio la madre di Hermione la prima ad essere informata su quasi
tutta la verità e questa scherzando disse loro"con
due genitori così
verrà proprio un bel bambino!".
In seguito toccò a tutti gli altri e, alcuni non ne furono
molto contenti, ma
accettarono con rassegnazione.
Nel giro di un mese tutti vennero a sapere che Draco Malfoy e Hermione
Granger
aspettavano un bambino e i giornalisti ci andarono a nozze sbattendo il
resoconto in prima pagina; aveva fatto scandalo la notizia di Hermione
Granger,
fedele amica di Harry Potter, al cui fianco aveva combattuto Voldemort,
incinta
del figlio di un nemico giurato, figlio di un Mangiamorte e forse
anch'egli
seguace del Lord Oscuro.
Harry veniva spesso a farle visita come a voler controllare che Malfoy
si
comportasse bene e fu lui il primo, quando un giorno,
smaterializzandosi a casa
dell'amica di sera tardi, li trovò addormentati sul letto
davanti alla tv, a capire
che quei due si amavano:Hermione aveva la testa appoggiata sulla spalla
del
biondo che la cingeva a se con fare protettivo.
Alla visita del quinto mese dal ginecologo, a cui Draco ed Hermione si
presentarono insieme, mano nella mano, seppero il sesso del loro bimbo:
era una
femmina sana e vitale, ma anche molto energetica, come dimostravano i
continui
calci che Hermione riceveva da lei.
Circa quattro mesi dopo, quei due ragazzi si ritrovarono nella sala
parto del
S. Mungo: erano le tre del pomeriggio del giorno 8 Novembre, quando
Hermione
Granger diede alla luce una bella bimba di 3,500 Kg.
Draco Malfoy era seduto in una poltrona con sua figlia in braccio
accanto al letto
della donna che amava nonché madre di sua figlia.
Dopo
aver visto la bambina e un minuto dopo aver sentito il 'ti amo ' che
Draco le
aveva sussurrato all'orecchio con la bambina tra le braccia, Hermione
si era
addormentata , felice come mai prima di allora.
Si Hermione e Draco si amavano, lo avevano sempre fatto e quei cinque
mesi
passati insieme avevano contribuito a far uscire a galla quel
sentimento che
giaceva sommerso tra tanti altri.
La ragazza adesso era sveglia sdraiata su un letto d'ospedale con la bimba stretta in un calorosa abbraccio con Malfoy che la guardava sorridente.
"Sai, la maternità ti fa bene, sei ancora più bella e splendente del solito. Dovresti diventare madre più spesso!", esclamò il neo-papà.
"E' per caso un invito, Malfoy?", ribatté lei.
"Potrebbe anche essere, ma non subito, magari dopo un bel matrimonio", pronunciò lui.
Hermione era confusa,le stava davvero chiedendo di sposarlo?
Draco prese dalla tasca del suo cappotto appoggiato sulla poltrona, una piccola scatola rigida blu, la aprì mettendola a vista della donna e rivelandone il contenuto: c'era un anello in oro bianco, un solitario.
"Hermione Jane Granger, mi vuoi sposare?",chiese lui.
La ragazza era emozionatissima, non aveva mai pensato, nonostante l'amore che li aveva uniti per quegli ultimi cinque mesi, che Draco le avrebbe mai fatto quella proposta, e presto gli occhi dorati divennero lucidi.
"Si, lo voglio!", accettò lei.
Draco le prese la mano mettendolo l'anello al dito e poi si avvicinò al volto della sua futura sposa per baciarla dolcemente. Era davvero un giorno memorabile e sicuramente uno dei più felici della loro vita.
Il giorno dopo le visite divennero continue: tutti volevano ammirare il frutto di quella stramba, seppur vincente, unione. Alla bimba in questione, bella con gli occhi dello stesso color oro della madre e qualche capello nella piccola testolina dello stesso biondo del padre, abbastanza tranquilla da sveglia, ma movimentata durante il sonno, i genitori, di comune accordo diedero il nome Kristen.
Quando Hermione e la bambina furono dimesse Draco le portò nella villetta con giardino che non molto tempo prima avevano scelto insieme per viverci e crescere i loro figli.
I mesi passarono e ad Aprile fu celebrato il loro matrimonio così che Hermione Granger divenne quindi Mrs. Malfoy.La cerimonia fu piuttosto intima e sobria: furono invitati solo i parenti stretti e gli amici intimi per evitare che i giornalisti paparazzassero anche il giorno delle loro nozze. Questo fu il secondo giorno, dopo 8 Novembre, più felice della loro vita.
Avevano sprecato dieci anni della loro vita a bisticciare e a litigare ed ora, dopo alti e bassi, si erano finalmente trovati e si amavano alla follia.