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Autore: zaynseyes_    02/07/2015    0 recensioni
"Tu--tu non assomigli ad un angelo" esclamai stupidamente. Il ragazzo aveva tatuaggi lungo le braccia e un abbigliamento poco consono all'aspetto di un angelo. Che poi, come diavolo si vestiva un angelo?
Lui fece spallucce "Che ti aspettavi? Non tutti gli Angeli sono uguali"
"E a me doveva capitare quello che assomiglia al tatuatore in fondo alla strada?"
*
Si avvicinò e mi sfiorò la guancia con il naso, accarezzandomela delicatamente e respirando pesantemente sulla mia pelle.
"Sei la persona più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita" le parole mi uscirono dalla bocca senza il mio consenso.
La logica e il corpo di Zayn più vicino del dovuto, a quanto pare non andavano molto d'accordo.
.
.
| Dove Zayn è un Angelo Custode un pò particolare e Charlotte una ragazza molto realista e affatto sicura di se stessa |
#Accenni Larry, se non vi piace il genere evitate di leggere o in alternativa di saltare le parti inerti ad esso. Grazie dell'attenzione.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Solita giornata di scuola, solita mensa, solito cibo non commestibile, solito tavolo, solita merda.

Mi guardai intorno, osservando i vari studenti che ridevano e scherzavano ai propri tavoli con i rispettivi amici, non preoccupandosi di fare meno rumore o sembrare meno felici.

Roteai gli occhi, infastidita da tutto quel casino. Cercai di concentrarmi sul mio patto di carne proveniente dalla scadente mensa della scuola. Arricciai il naso, sapendo che dovevo mangiarla se non volevo morire di fame.

Sospirai e tagliai un pezzo di carne, portandolo alla bocca e inghiottendolo velocemente. Volevo solo finire di mangiare e andarmene in cortile a fumare una sigaretta.

Non potendo aspettare oltre, seguì l'istinto e mi diressi fuori dalla mensa, lasciando il vassoio pieno di cibo sul tavolo.

Uscì fuori dall'edificio scolastico, respirando appieno l'aria pungente, tipica invernale. Mi diressi al mio solito posto, quello più silenzioso e lontano da occhi indiscreti.

Cercai il pacco di sigarette dentro la tasca e ne accesi una, non curandomi di guardarmi intorno per vedere se ci fossero professori nelle vicinanze: scommettevo che questi fossero da qualche parte a mangiare il loro pranzo o a scoparsi qualche altro professore.

Espirai, facendo uscire dalla bocca una nuvoletta di fumo. Oggi era la tipica giornata noiosa in cui mi sentivo più sola del solito. Cercai però di non pensarci più di tanto e, dopo aver finito di fumare velocemente la sigaretta, rientrai a scuola.

Presi un profondo respiro. Fra poco sarei ritornata a casa, era solo questione di tempo. E di pazienza.

¤¤¤¤¤

"Emily, sono a casa!" gridai non appena entrata in casa.

Mi accolse un silenzio quasi inquietante e capì che non c'era nessuno ad aspettarmi.

Alzai gli occhi al cielo. Adesso mi sento decisamente meno solapensai ironica.

Attraversai il salotto e salì le scale, diretta verso la mia camera, lanciandomi poi letteralmente sul letto. Se mi avesse visto Emily mi avrebbe sgridato per circa un quarto d'ora, ma...beh, lei non c'era.

Chiusi gli occhi per un'istante, mettendomi un braccio sul viso, immaginando come fosse avere una vita con attorno un sacco di persone che ti facevano sentire sempre amata e al sicuro.

Sospirai un'ultima volta e abbassai il braccio, poggiandolo sul materasso e aprendo gli occhi. Osservai il soffitto per quello che mi sembrò un'eternità, completamente immersa nei miei pensieri, fino a quando sentì un rumore provenire dalla camera da letto dei miei genitori. Mi sedetti di scatto, spalancando gli occhi. Cosa cazzo sta succedendo?

Alzandomi velocemente dal letto, mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa con cui colpire il malintenzionato, ladro o killer. La scelta era tra una sedia, una scarpa e un libro. Scelsi ovviamente quest'ultimo, incamminandomi verso la stanza da cui proveniva il rumore udito pochi minuti prima.

Vidi una figura indistinta vicino la finestra, quasi un'ombra. Maledì Emily per aver deciso di non aprire la finestra e far restare al buio la stanza.

"Chi-- chi sei?" la mia voce tremava di paura.

Una risata echeggiò in tutta la stanza, leggera ma decisa. Un brivido mi percorse la schiena e le mani presero a tremare.

"Chi diavolo sei?" ripetei, indietreggiando sempre di più dalla figura che mi si avvicinava.

Adesso potevo vedere un pò meglio chi avevo davanti. Era un ragazzo alto, moro, con la pelle mulatta e un'irritante e pauroso ghigno stampato in viso.

Questo presunto killer-- glielo si leggeva in viso-- mi si avvicinò un'ultima volta, squadrandomi dalla testa ai piedi.

"Finalmente ti posso conoscere. Di persona, intendo" sorrise lui, ghignando.

Spalancai gli occhi terrorizzata. Adesso oltre killer era pure uno stalker. Rapidamente mi voltai e corsi giù per le scale, dirigendomi verso la porta di casa per poter uscire e scappare via. Chi diavolo era quello lì?

Scesi le scale e individuai la porta, sospirando di sollievo. Mi voltai, guardandomi indietro per vedere se mi stesse seguendo o peggio, se mi stesse puntando contro una pistola. Ad un certo punto della mia corsa, sbattei contro qualcosa di solido e per l'impatto quasi caddi per terra.

Mi voltai sconvolta e vidi il ragazzo-killer davanti a me. La bocca mi si spalancò di incredulità e le gambe cominciarono a tremare.

"Come hai...io ero--tu non..." balbettai, cercando di formulare una frase di senso compiuto.

Lui scosse la testa e abbassò leggermente il capo "Sempre la solita storia. Forse dovrei smetterla di apparire così dal nulla" borbottò fra sé, con un piccolo sorriso sulle labbra.

Quando alzò lo sguardo, notai solo adesso quanto fossero luminosi e profondi i suoi occhi. Una luminosità quasi irreale. Corsi in cucina, cercando un qualcosa per difendermi. Impugnai perciò un coltello e con piccoli e silenziosi passi ritornai in salotto.

"Almeno sei stata più sveglia degli altri. Prima cosa da fare quando si vede un estraneo in casa è cercare di difendersi, non urlare all'impazzata e svenire lungo il corridoio" qualcuno disse alle mie spalle. Sobbalzai e mi girai con il coltello ben in vista.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, per niente impaurito dell'arma che la ragazza aveva in mano.

"Tu--quindi hai già ucciso altre persone?" dissi con gli occhi spalancati. La mia mano tremava leggermente, facendo tremare di conseguenza anche il coltello.

Il ragazzo rise leggermente e le si avvicinò "Io non uccido le persone." si guardò poi intorno, come se quella frase l'avesse detta un milione di volte. Poi fece ritornare lo sguardo su di lei, l'ombra di un sorriso ad increspargli le labbra "Io le salvo"

Aggrottai le sopracciglia confusa, alzando il coltello più vicino al suo viso "Dimmi chi sei o giuro che ti conficco questo in gola" affermai, cercando di assumere un tono da dura.

Questa volta il moro inarcò un sopracciglio "Ma se non faresti male neanche ad una mosca, Charlotte"

"Come sai il mio nome? Oh mio dio, da quanto mi pedini?" dissi, non nascondendo la paura nella voce.

"Da-- uhm, fammi pensare..." si mise una mano sul mento con fare pensieroso "sì, diciassette anni e tre mesi, per l'esattezza" esclamò poi, leggermente divertito.

Spalancai gli occhi "Cosa?" esclamai completamente fuori di me "Cosa--cosa vuoi da me?"

"Non è abbastanza chiaro?" chiese, guardandomi dalla testa ai piedi ed esibendo poi un sorriso malizioso.

Non sapevo cosa mi facesse più paura: il fatto che volesse stuprarmi o il fatto che potesse essere l'uomo più ricercato dell'Inghilterra che aveva deciso di entrare in una casa qualsiasi e uccidere tutte le persone che vivevano all'interno.

"Okay, basta con questa messa in scena." affermò di punto in bianco, notando probabilmente il mio sguardo completamente terrorizzato e le lacrime che mi premevano agli angoli degli occhi. Scosse la testa "Dio, a volte odio questo lavoro"

"Lavoro, ma cosa-- di che diavolo stai parlando? Ti sei drogato per caso, oh cazzo, tutti a me capitano" esclamai, indietreggiando.

Lui sospirò "Non sono drogato. Probabilmente dopo quello che ti dirò potresti pensarlo ma...no, non lo sono. Questa è la parte che più odio." borbottò l'ultima frase, passandosi una mano tra i capelli "Ecco, è un pò difficile da credere ma uhm, sono il tuo Angelo Custode"

Lo guardai. Mi scappò una risata, che non mi preoccupai di trattenere. Risi quasi fino le lacrime per poi esclamare un "Mi prendi in giro? Non sono mica una bambina di cinque anni a cui puoi rifilare queste cazzate. Adesso esci da casa mia o chiamo la polizia" conclusi seria.

Lui roteò gli occhi e allargò le braccia "Ma perché non ci crede mai nessuno?"

Inarcai un sopracciglio e cercai di avvicinarmi il più possibile al telefono di casa, a pochi passi da me. Con uno scatto, degno da medaglia olimpica, mi girai verso il cellulare e composi il numero della polizia.

"Oh, sì, chiama la polizia. Digli che hai un Angelo in casa" ghignò lui.

"No. Dirò che c'è un maniaco, killer che mi vuole uccid-" mi interruppi quando, dopo essermi girata verso la figura del moro, questo era scomparso dal nulla.

Spalancai gli occhi e sbattei le palpebre un paio di volte. Che mi fossi sognata tutto? Magari mi ero solo addormentata sul letto e tutto questo era stato solo frutto della mia immaginazione. Sicuramente.

"Cos'altro devo fare per convincerti?" qualcuno mi sussurrò all'orecchio.

Sobbalzai e mi allontanai di scatto, facendo cadere per terra il telefono che avevo ancora in mano.

"Non-- gli angeli non esistono" scossi la testa con veemenza e chiusi gli occhi. Mi massaggiai le tempie e feci dei profondi respiri. Adesso sono pure pazza. La solitudine, a quanto pare, non mi fa affatto bene.

"Ti vedo abbastanza sconvolta, o mi sbaglio" disse lui con un sorrisetto impertinente.

Aprì un occhio e gli lanciai un'occhiataccia. Poco dopo lo richiusi e incomincia a ripetere una serie di "non esiste, lui non esiste, questa è solo la tua immaginazione, lui non esiste" come a scacciare da casa quel ragazzo che si fingeva un Angelo. Il suo Angelo Custode.

"Per dimostrarti che sono davvero un Angelo, guarda qui" disse lui.

Sentì intorno a me uno spostamento d'aria e riluttante, aprì un occhio. Vidi delle enormi ali occupare quasi tutto il salotto. Era bellissime, grigie e con qualche sfumatura di azzurro e oro sulle punte. Erano particolari e non si addicevano affatto alle tipiche ali che qualcuno si spetterebbero di vedere.

Restai a bocca aperta, un pò perché ero senza parole, alla ricerca di una spiegazione logica, e un pò perché non capitava tutti i giorni di vedere delle ali, delle ali vere.

"Tu--tu non assomigli ad un angelo" esclamai stupidamente. Il ragazzo aveva tatuaggi lungo le braccia e un abbigliamento poco consono all'aspetto di un angelo. Che poi, come diavolo si vestiva un angelo?

Lui fece spallucce "Che ti aspettavi? Non tutti gli Angeli sono uguali"

"E a me doveva capitare quello che assomiglia al tatuatore in fondo alla strada?" inarcai un sopracciglio. Stavo dialogando con un ragazzo che aveva delle enormi ali conficcate sulla schiena e che assomigliava più ad un rapinatore di banche che ad un Angelo. Domani andrò da uno psicologo. Uno molto bravo.

Lui alzò gli occhi al cielo e sorrise "Ti prenderebbe per pazza e ti rinchiuderebbe in una clinica psichiatrica"

"Come scusa?" chiesi confusa.

"Hai pensato di voler andare da uno psicologo, no? Beh, ti ho dato la mia opinione" fece spallucce.

"Tu leggi nella men-- okay, questo è ovviamente frutto della mia fervida immaginazione. Tu non esisti. Tu non puoi esistere." feci una risata isterica "Adesso mi volterò e quando mi girerò tu sarai scomparso"

Mi voltai, contai fino a tre e poi mi girai nuovamente. Il ragazzo era ancora lì, questa volta con le braccia incrociate al petto e un sorriso divertito sulle labbra.

"Sicuramente sei più divertente dei ragazzi precedenti. Ce la spasseremo insieme, ne sono sicuro" disse, facendomi l'occhiolino.

"Cosa significa? Che cosa ci fai qui? Cosa vuoi da me?" chiesi a raffica, non curandomi del gesto malizioso che mi aveva appena fatto.

Lui chiuse lentamente le ali e mi si avvicinò. Io indietreggiai, non riuscendo ancora a capire cosa fosse quell'essere. Gli angeli non esistono, Charlotte.

Lui sospirò "Starò con te per un pò di tempo, fino a quando avrai bisogno di me. E poi scomparirò e non dovrai più preoccuparti della mia presenza"

"Io non ho bisogno di te" esclamai sicura.

"Questo è quello che dici tu." rispose, scuotendo la testa "Ogni Angelo si ritrova sempre accanto all'uomo e quando quest'ultimo è in difficoltà, lui gli si presenta e lo aiuta. Ovviamente solo in casi eccezionali o estremamente particolari. Ogni Angelo Custode conosce bene il proprio protetto (?) e sa se è il caso di agire o rimanere in disparte. Purtroppo però, questi protetti a volte si rivelano più deboli di quanto immaginassimo e non riescono ad accettare la nostra presenza qui nel mondo, proprio per questo si uccidono, o finiscono in cliniche psichiatriche. Cosa abbastanza triste per noi Angeli, purtroppo" concluse, sospirando e abbassando brevemente la testa.

Esitai un paio di secondi "Di cosa avrei bisogno, esattamente?" chiesi, ignorando la spiegazioni del ragazzo e cercando di imitare un tono da ragazza sicura di sé.

Lui mi guardò ed io arrossì sotto il suo sguardo intenso e profondo, quasi volesse scavare fin dentro l'anima "Questo non posso dirtelo. Ogni umano deve saper quale siano le proprie difficoltà e affrontarle come meglio crede. Noi possiamo solo consigliarlo e cercare di non portarlo sulla strada sbagliata"

"E che succede se non accettano i vostri consigli?" chiesi, ancora un pò scettica.

Lui fece spallucce "L'uomo è artefice del proprio destino. Nella strada che ha scelto di percorrere può incontrare più pericoli, a volte può perdersi lungo il percorso e spesso accade che non ritrovi più se stesso. Noi cerchiamo di evitare questo, ma non sempre è possibile" rispose lui, arricciando il naso, infastidito dal non poter risolvere sempre qualsiasi situazione nei migliori dei modi.

Guardai un punto fisso oltre le sue spalle "Quindi sei qui perché ho un problema, che non so nemmeno quale sia, e tu mi aiuterai a capirlo ed aiutarmi ad affrontarlo?" chiesi stupita. Non credevo di avere un problema così grave da avere addirittura il privilegio di vedere un Angelo Custode, che aveva il compito di aiutarmi a superarlo.

"Sì, esattamente." rispose, annuendo felice "Vedo che incominci a capire"

Lo guardai brevemente. Avevo così tante domande che mi ronzavano in testa da non sapere neanche quale porgergli per prima "Deduco che tu sappia tutto di me" affermai.

Lui sorrise "Ti ho vista nascere e compiere da sola i tuoi primi passi, ti ho sentito pronunciare la tua prima parola, ti ho vista al tuo primo giorno di scuola, con il tuo primo fidanzato e so anche che taglia di reggiseno porti"

Spalancai gli occhi "Ma tu sei un Angelo! Non possono esistere degli Angeli maniaci!" esclamai, furiosa che mi fosse capitato un essere del genere da sopportare.

Lui alzò le mani arrendevole "Okay, l'ultima me la sono inventata" rise sommessamente.

Restai incantata per qualche secondo dalla sua risata cristallina e spontanea. Scossi poi la testa, togliendomi di testa quei pensieri. Chiusi gli occhi e mi massaggiai le palpebre.

"Quindi, uhm, come funziona questa cosa? Mi seguirai ovunque o comparirai all'improvviso, facendomi venire ogni volta un infar- ehi!"

Dopo aver riaperto gli occhi, notai che il ragazzo era scomparso dal nulla. Mi guardai intorno per esserne sicura, ma ancora una volta non vidi nessuno. Nessuna traccia di lui.

Sbuffai infastidita "Almeno dimmi come ti chiami!" urlai nel bel mezzo del salotto. Se qualcuno fosse entrato in quel momento, mi avrebbe preso sicuramente per pazza.

Sentì un leggerissimo, quasi impercettibile, vento gelido alle mie spalle e un brivido mi attraversò la schiena. Subito dopo sentì un "Zayn" sussurrato all'orecchio e sobbalzai spaventata. Una risata riecheggiò nella stanza ed io misi il broncio, incrociando le braccia al petto.

"Stronzo" borbottai, stizzita.

Dannato Angelo delle mie scatole.

 

 

_________________

Non ho idea se questa storia effettivamente possa piacere a qualcuno, ma spero di si. Questa era solo un'introduzione, ho già pronto il prossimo capitolo e posso solamente dirvi che sarà più lungo rispetto a questo, lol

Ho delle idee abbastanza chiare su questa storia e spero che possa esprimerle chiaramente e che non la rendi noiosa o scontata.

Aspetto dei vostri commenti per sapere se vi piace o se magari vi ha incuriosito un pò! :)

Big love e alla prossima <3

  
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