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Autore: hanaemi_    02/07/2015    2 recensioni
« “Elsbeth, oggi ho una sorpresa per voi.”
Così esordì Roderich, in quel mattino di metà giugno. L’ungherese, appena alzatasi, ancora mezza addormentata e intenta a riprendere contatto con la realtà che la circondava, rimase per un attimo spaesata dalla notizia datale dal marito. »
Genere: Romantico, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magie

 

{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Austria, Ungheria
Pairing: AusHun
Parole: 650 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)}


Vienna, 12 giugno 1868.


“Elsbeth, oggi ho una sorpresa per voi.”
Così esordì Roderich, in quel mattino di metà giugno. L’ungherese, appena alzatasi, ancora mezza addormentata e intenta a riprendere contatto con la realtà che la circondava, rimase per un attimo spaesata dalla notizia datale dal marito. Sapeva che quel giorno era il loro primo anniversario di matrimonio, sì, ma cosa mai aveva preparato?
Seduta sul bordo del letto con le gambe penzoloni, Erzsébet socchiuse gli occhi e inclinò la testa, come soleva fare quando era incuriosita o perplessa.
Roderich sorrise nell’osservare l’espressione interrogativa che si faceva largo sul viso roseo e riposato della moglie. Andò a sedersi accanto a lei e le disse, accarezzando la lunga e morbida chioma castana:

“Vedrete, sono certo che ciò che ho organizzato vi farà di sicuro piacere.”

Poi, donandole un semplice bacio sulla guancia, si alzò dal materasso e la lasciò a sistemarsi, senza aggiungere null’altro.

Sempre più perplessa (e curiosa, bisognava ammetterlo), la fanciulla si preparò e raggiunse l’austriaco che l’attendeva ai piedi della scala, dritto come uno spillo.
Impeccabile come sempre, vestito di tutto punto e con un sorriso gentile a illuminargli le labbra, Roderich la prese per mano, come tante altre volte aveva fatto quando l’ungherese era scesa da quei gradini, fosse stato per un ballo che si teneva da loro o semplicemente per un’uscita, ed Erzsébet si lasciò condurre, impaziente di sapere dove l’avrebbe portata.
Non ci volle molto per raggiungere il posto dove avrebbe ricevuto la sua sorpresa, difatti, una volta dinanzi alla porta del salone, l’austriaco si fermò e voltò il viso in direzione della moglie.

“Siamo arrivati.”

Spinse la porta e scortò la moglie all’interno, facendola accomodare su una poltroncina e sedendosi a sua volta accanto a lei. La sala era completamente vuota, se non fosse stato per loro due e per il pianoforte a coda posto di fronte a loro.

Poco dopo entrò in sala un uomo, il quale, raggiuntili, fece un inchino ad ambedue e si sedette al piano, chiudendo gli occhi.

E non appena quell’uomo toccò i tasti del piano iniziò la magia.



Quella melodia, la “Danza ungherese n°4”, durò appena quattro minuti, ma furono quattro minuti estremamente intensi e struggenti, durante i quali Erzsébet, stringendo forte la mano di Roderich nella sua, arrivò all’orlo delle lacrime, sentendo in quelle note il ricordo della sua terra natìa.
L’austriaco, verso la fine, rivolse una rapida occhiata alla donna accanto a sé: sapeva che l’ungherese non era molto amante della musica classica, per questo non la costringeva a seguirlo ai concerti o all’opera se non fosse lei a richiedere esplicitamente di accompagnarlo, ma dentro di sé sentiva che quella, sì, quella avrebbe fatto colpo su di lei. Difatti non appena avvertì la mano calda di lei sul dorso della sua, subito Roderich gliela strinse, facendo intrecciare le loro dita; e al notare la lacrime di commozione della ragazza sorrise con dolcezza, intenerito dalla spontaneità peculiare che apparteneva da sempre a Ungheria.
Con la mano libera si sfilò il fazzoletto di stoffa dalla tasca della giacca e glielo porse, sussurrandole:
“Asciugate le lacrime dal vostro bel viso, liebe. Il pianto non vi si addice.”

Erzsébet si tamponò gli occhi, ancora un po’ arrossati e lucidi, e si alzò dalla sedia, lasciando la mano del marito e dirigendosi da Brahms, autore e compositore di quella partitura.

“Vi ringrazio per questa meraviglia, herr Brahms” disse, inchinandosi con grazia dinanzi all’uomo.

Poi si voltò a guardare Roderich, a pochi metri da loro, in piedi con le mani giunte dietro la schiena.

Erzsébet sorrise, con quel sorriso sincero e spensierato che tante volte l’austriaco le aveva visto in volto, anche prima di sposarla, e che aveva sempre tanto amato.

“E ringrazio anche voi, marito mio.”

Gli si avvicinò, mettendosi in punta di piedi per lasciargli un timido e delicato bacio a fior di labbra.

“È stata una sorpresa più che gradita, danke schön.”

Roderich, leggermente imbarazzato da quel bacio inatteso,  sorrise di rimando e fece un mezzo inchino.
“Grazie a voi, mia amata.”



 

   
 
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