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Autore: _Cissy_    02/07/2015    1 recensioni
Avevamo lasciato Will Scarlett come Re Bianco a Wonderland, assieme ad una rinata Anastasia, finalmente insieme, per poi ritrovarlo in una Sotrybrooke sotto la minaccia della Regina delle Nevi.
Ma cosa può essere successo, di tanto orribile, da portare il Fante a lasciare nuovamente il Paese delle Meraviglie e la sua amata?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta mi avevi spezzato il cuore.
Ora lo hai sbriciolato



Era notte fonda a Wonderland, ma Will non riusciva a dormire, come qualche mese prima. Era seduto su una sedia, fissando il letto che condivideva con la sua amata. La sagoma di lei era stesa sul lato destro del materasso: le labbra carnose erano leggermente socchiuse; i capelli biondi sparsi in modo elegante e regale sul cuscino; le lunghe ciglia nere sfioravano le guance. Il Re Bianco –come ormai era conosciuto in quel mondo- prese un sospiro, decidendo se era il momento giusto per parlare con la donna. Comprese che doveva farlo prima che potesse ripensarci. Si alzò, avvicinandosi ad Anastasia, chiamandola dolcemente per svegliarla. “Ana. Ana”. Tre lettere, ripetute con tutta la dolcezza di cui era disposto. “Ana, svegliati”.
“Cosa c’è Will?” chiese lei, leggermente alterata, mettendosi a sedere sul materasso. Era chiamata la Regina Bianca: perché allora aveva ricominciato a vestirsi come quella dittatrice che era? “Perché mi hai svegliato.. IN PIENA NOTTE!?”. Una punta gelida di ira si poteva già sentire nella sua voce.
“Dobbiamo parlare”. E dovevano farlo, prima che il cuore della sua amata regina tornasse di nuovo macchiato di nero. “Ultimamente non ti riconosco più. O almeno, ti riconosco come la Regina Rossa”. Will prese fiato, per poi continuare a parlare. “Ti ho visto l’altro giorno, nelle segrete, che stavi dando ordine di tagliare la testa ad un seguace del Brucaliffo perché non ti ha portato un... qualcosa”.
“Era una cosa molto importante per me” disse, con ovvietà la regina, alzando le spalle.
Il Re Bianco tentò di nuovo. “Hai rinchiuso in una gabbia lo Stregatto, facendolo pendere per tre giorni sul Mare Ribollente, perché ti ha rubato la corona per un paio di minuti”.
“Se lo è meritato”.
“ Hai dato fuoco alla vecchia casa del Cappellaio Matto solo perché ti annoiavi! Cosa puoi dire in discolpa di questo?”. A questo Anastasia non riuscì a dare una risposta. Will sospirò, per poi continuare. “Ana non ti riconosco più. Dopo quello che hai fatto durante il tuo primo governo, fai ancora questi errori e orrori?”.
“È l’unico modo che conosco per governare”. La risposta glaciale di Anastasia fece raggelare il sangue nelle vene all’uomo. “Sono la Regina. So cosa è meglio per il popolo”.
“Tu? Una regina? Lo sei diventata solo perché hai sposato il Re Rosso, per poi ucciderlo, come Cora ti ha insegnato: sbriciolando il suo cuore! Sei diventata una dittatrice, sottomettendo Wonderland e comandandolo secondo i tuoi capricci!”.
“NON OSARE PARLARMI COSì, WILL SCARLETT! TU NON PUOI PARLARMI IN QUESTO MODO”. La donna si alzò dal letto, sovrastando il sovrano. Chiuse i pugni, i quali presero inspiegabilmente fuoco. “Tu. Non sai nulla di come si governa questo paese”.
“Penso di sapere cosa vuole il popolo meglio di te”. Will si alzò, posandole una mano sulla spalla. “Ana, te lo chiedo per favore. Smettila di comportarti in questo modo. Fai stare male la gente, perché ha ricominciato a vivere nel terrore. Fai del male a te stessa, riempiendo il tuo cuore di nuovo odio. E fai del male a me”.
Anastasia rise sprezzante, all’ultima affermazione  che era stata fatta. “Ci stai male.. tu? Di grazie, spiegami il motivo!”.
“Sono stato malissimo quando ti credevo morta. Lo sono stato anche quando sembrava che tu amassi Jafar. Questa non è la donna che amo. L’Anastasia che conosco era determinata, ma conosceva la gentilezza e la dolcezza. L’Anastasia che amo è quella che è cambiata, passando dalla Regina Rossa a quella Bianca. Quella che non snobba il popolo. Non tortura, non imprigiona e non da fuoco alle cose a caso”.
“Il potere fa questo Will. È inutile provarci: tutti siamo bravi a dire che resteremo le persone umili che eravamo. Ma appena ti poni sul capo quella corona, il potere ti fa questo... meraviglioso effetto”.
“Meraviglioso? Definisci meraviglioso una dittatura?”. L’uomo comprese che, ormai, il cuore e la mente di Ana era soggiogato dall’effetto inebriante del potere assoluto. No, non poteva perderla. Non poteva permetterselo. Capì che doveva metterla davanti ad un ultimatum, per vedere se dietro il ritorno della Regina Rossa, si nascondeva la dolce e amorevole ragazza di campagna, il cui nome dava a tutte le stelle che vedeva. “Ok. Ti do una scelta, Anastasia”. La donna fissò gli occhi scuri dell’uomo, cercando di capire la proposta che aveva intenzione di fare. “Il potere ti da alla testa, e il tuo cuore sta tornando nero, per tutti i mali commessi prima e che stai commettendo. E.. io non posso. Non posso stare al tuo fianco se sei così”.
“E che scelta vuoi farmi fare?”.
Will chiuse gli occhi. Poi parlò. “Scegli. O me. O la corona”.
Anastasia strabuzzò gli occhi. “Me lo stai chiedendo sul serio? Sai che non posso scegliere!”.
“Devi. E devi farlo ora”. Gli occhi dell’uomo iniziarono a divenire lucidi: sperò con tutto il cuore che la donna capisse gli errori fatti e lasciasse il trono. Non perché non la volesse vedere con bei abiti o sfarzosi gioielli. Ma perché non voleva vedere una donna schifa, fredda, calcolatrice, abusatrice di potere, soggiogata da tutto ciò che ne deriva da esso.
Dal canto suo Anastasia era in preda ad una crisi interna: l’uomo che amava o il potere? Non poteva rinunciare a nessuno dei due. Se avesse seguito Will, lasciando il castello e Wonderland, le sarebbe mancato tutto ciò che la rendeva forte e rispettata. Se avesse scelto la corona, non sarebbe mai stata veramente felice senza l’uomo che amava al suo fianco. Ripensò alle parole dette prima dall’uomo di fronte a se:  “come Cora ti ha insegnato:”.
Ripensò alla vecchia Regina di Cuori, ai suoi insegnamenti e alle sue capacità. E una di quelle sue potenzialità  le avrebbe consentito di  fare una scelta, senza risentirne troppo della mancanza dell’altra cosa. La decisione era presa. Fissò intensamente gli occhi di Will, metabolizzando nella sua memoria tutti i sentimenti che provava per lui. La sua mano sinistra, nel frattempo, si alzava lentamente, appoggiandosi al suo petto.
Will lo notò. “Cosa vuoi fare, Ana?”.
La regina chiuse gli occhi, infilandosi la mano nel petto e estraendo il suo cuore. Rosso, ma striato di diverse linee nere. L’oscurità che albeggiava nel suo cuore, risvegliando la perfida Regina Rossa. “Ho scelto”.
“Il potere” ringhiò l’uomo. “Dovevo immaginarlo”. Si volò di scatto, avvicinandosi all’armadio. Afferrò gli abiti che usava a Storybrooke, prima che il Bianconiglio lo riportasse, assieme ad Alice, alla ricerca di Cyrus. “Addio, Anastasia. Spero che capirai che ti stai comportando da stupida” disse, per poi mettere un piede fuori dall’uscio della porta.
“Will, mi dispiace. Non avrei voluto che tu soffrissi”. Gli occhi della donna si fecero tremolanti; le iridi coperte da un velo di lacrime. “Non volevo spezzarti il cuore di nuovo”.
“Oh no, Anastasia”. Will si girò, fissando la regina. Sulle sue guancie si potevano notare delle piccole striature invisibili, segno che delle stille di lacrime erano 
Era notte fonda a Wonderland, ma Will non riusciva a dormire, come qualche mese prima. Era seduto su una sedia, fissando il letto che condivideva con la sua amata. La sagoma di lei era stesa sul lato destro del materasso: le labbra carnose erano leggermente socchiuse; i capelli biondi sparsi in modo elegante e regale sul cuscino; le lunghe ciglia nere sfioravano le guance. Il Re Bianco –come ormai era conosciuto in quel mondo- prese un sospiro, decidendo se era il momento giusto per parlare con la donna. Comprese che doveva farlo prima che potesse ripensarci. Si alzò, avvicinandosi ad Anastasia, chiamandola dolcemente per svegliarla. “Ana. Ana”. Tre lettere, ripetute con tutta la dolcezza di cui era disposto. “Ana, svegliati”.
“Cosa c’è Will?” chiese lei, leggermente alterata, mettendosi a sedere sul materasso. Era chiamata la Regina Bianca: perché allora aveva ricominciato a vestirsi come quella dittatrice che era? “Perché mi hai svegliato.. IN PIENA NOTTE!?”. Una punta gelida di ira si poteva già sentire nella sua voce.
“Dobbiamo parlare”. E dovevano farlo, prima che il cuore della sua amata regina tornasse di nuovo macchiato di nero. “Ultimamente non ti riconosco più. O almeno, ti riconosco come la Regina Rossa”. Will prese fiato, per poi continuare a parlare. “Ti ho visto l’altro giorno, nelle segrete, che stavi dando ordine di tagliare la testa ad un seguace del Brucaliffo perché non ti ha portato un... qualcosa”.
“Era una cosa molto importante per me” disse, con ovvietà la regina, alzando le spalle.
Il Re Bianco tentò di nuovo. “Hai rinchiuso in una gabbia lo Stregatto, facendolo pendere per tre giorni sul Mare Ribollente, perché ti ha rubato la corona per un paio di minuti”.
“Se lo è meritato”.
“ Hai dato fuoco alla vecchia casa del Cappellaio Matto solo perché ti annoiavi! Cosa puoi dire in discolpa di questo?”. A questo Anastasia non riuscì a dare una risposta. Will sospirò, per poi continuare. “Ana non ti riconosco più. Dopo quello che hai fatto durante il tuo primo governo, fai ancora questi errori e orrori?”.
“È l’unico modo che conosco per governare”. La risposta glaciale di Anastasia fece raggelare il sangue nelle vene all’uomo. “Sono la Regina. So cosa è meglio per il popolo”.
“Tu? Una regina? Lo sei diventata solo perché hai sposato il Re Rosso, per poi ucciderlo, come Cora ti ha insegnato: sbriciolando il suo cuore! Sei diventata una dittatrice, sottomettendo Wonderland e comandandolo secondo i tuoi capricci!”.
“NON OSARE PARLARMI COSì, WILL SCARLETT! TU NON PUOI PARLARMI IN QUESTO MODO”. La donna si alzò dal letto, sovrastando il sovrano. Chiuse i pugni, i quali presero inspiegabilmente fuoco. “Tu. Non sai nulla di come si governa questo paese”.
“Penso di sapere cosa vuole il popolo meglio di te”. Will si alzò, posandole una mano sulla spalla. “Ana, te lo chiedo per favore. Smettila di comportarti in questo modo. Fai stare male la gente, perché ha ricominciato a vivere nel terrore. Fai del male a te stessa, riempiendo il tuo cuore di nuovo odio. E fai del male a me”.
Anastasia rise sprezzante, all’ultima affermazione  che era stata fatta. “Ci stai male.. tu? Di grazie, spiegami il motivo!”.
“Sono stato malissimo quando ti credevo morta. Lo sono stato anche quando sembrava che tu amassi Jafar. Questa non è la donna che amo. L’Anastasia che conosco era determinata, ma conosceva la gentilezza e la dolcezza. L’Anastasia che amo è quella che è cambiata, passando dalla Regina Rossa a quella Bianca. Quella che non snobba il popolo. Non tortura, non imprigiona e non da fuoco alle cose a caso”.
“Il potere fa questo Will. È inutile provarci: tutti siamo bravi a dire che resteremo le persone umili che eravamo. Ma appena ti poni sul capo quella corona, il potere ti fa questo... meraviglioso effetto”.
“Meraviglioso? Definisci meraviglioso una dittatura?”. L’uomo comprese che, ormai, il cuore e la mente di Ana era soggiogato dall’effetto inebriante del potere assoluto. No, non poteva perderla. Non poteva permetterselo. Capì che doveva metterla davanti ad un ultimatum, per vedere se dietro il ritorno della Regina Rossa, si nascondeva la dolce e amorevole ragazza di campagna, il cui nome dava a tutte le stelle che vedeva. “Ok. Ti do una scelta, Anastasia”. La donna fissò gli occhi scuri dell’uomo, cercando di capire la proposta che aveva intenzione di fare. “Il potere ti da alla testa, e il tuo cuore sta tornando nero, per tutti i mali commessi prima e che stai commettendo. E.. io non posso. Non posso stare al tuo fianco se sei così”.
“E che scelta vuoi farmi fare?”.
Will chiuse gli occhi. Poi parlò. “Scegli. O me. O la corona”.
Anastasia strabuzzò gli occhi. “Me lo stai chiedendo sul serio? Sai che non posso scegliere!”.
“Devi. E devi farlo ora”. Gli occhi dell’uomo iniziarono a divenire lucidi: sperò con tutto il cuore che la donna capisse gli errori fatti e lasciasse il trono. Non perché non la volesse vedere con bei abiti o sfarzosi gioielli. Ma perché non voleva vedere una donna schifa, fredda, calcolatrice, abusatrice di potere, soggiogata da tutto ciò che ne deriva da esso.
Dal canto suo Anastasia era in preda ad una crisi interna: l’uomo che amava o il potere? Non poteva rinunciare a nessuno dei due. Se avesse seguito Will, lasciando il castello e Wonderland, le sarebbe mancato tutto ciò che la rendeva forte e rispettata. Se avesse scelto la corona, non sarebbe mai stata veramente felice senza l’uomo che amava al suo fianco. Ripensò alle parole dette prima dall’uomo di fronte a se:  “come Cora ti ha insegnato:”.
Ripensò alla vecchia Regina di Cuori, ai suoi insegnamenti e alle sue capacità. E una di quelle sue potenzialità  le avrebbe consentito di  fare una scelta, senza risentirne troppo della mancanza dell’altra cosa. La decisione era presa. Fissò intensamente gli occhi di Will, metabolizzando nella sua memoria tutti i sentimenti che provava per lui. La sua mano sinistra, nel frattempo, si alzava lentamente, appoggiandosi al suo petto.
Will lo notò. “Cosa vuoi fare, Ana?”.
La regina chiuse gli occhi, infilandosi la mano nel petto e estraendo il suo cuore. Rosso, ma striato di diverse linee nere. L’oscurità che albeggiava nel suo cuore, risvegliando la perfida Regina Rossa. “Ho scelto”.
“Il potere” ringhiò l’uomo. “Dovevo immaginarlo”. Si volò di scatto, avvicinandosi all’armadio. Afferrò gli abiti che usava a Storybrooke, prima che il Bianconiglio lo riportasse, assieme ad Alice, alla ricerca di Cyrus. “Addio, Anastasia. Spero che capirai che ti stai comportando da stupida” disse, per poi mettere un piede fuori dall’uscio della porta.
“Will, mi dispiace. Non avrei voluto che tu soffrissi”. Gli occhi della donna si fecero tremolanti; le iridi coperte da un velo di lacrime. “Non volevo spezzarti il cuore di nuovo”.
“Oh no, Anastasia”. Will si girò, fissando la regina. Sulle sue guancie si potevano notare delle piccole striature invisibili, segno che delle stille di lacrime erano scese. “La prima volta mi avevi spezzato il cuore. Ora.. lo hai sbriciolato”.  Disse questo, con la tristezza nella voce. Poi, uscì dalla stanza e dalla vita di quella donna, che aveva amato alla follia.
Anastasia era ferma, a fissare il punto dove era scomparso l’uomo. Il suo cuore era ancora nella sua mano. Avrebbe voluto urlare, piangere, gridare. Ma senza il suo cuore, non provava niente di tutto ciò. Non sentiva il bisogno di parlare, di dire niente. Tranne una frase. “Ho fatto solo quello che mi è stato insegnato”.
Le ultime parole, prima di chiudere il suo cuore in un cofanetto e di nasconderlo per sempre. 
 
SPAZIO AUTRICE: Ehilà. Questa è la mia prima storia su “Once Upon A Time In Wonderland”, ma ho dovuto metterla per iscritto perché anche io, come diecimila altre persone (?), mi sono posta la seguente domanda: CHE COSA CI FA WILL A STORYBROOKE? Domanda lecita, mille pensieri, una teoria. E questa teoria l’ho messa per iscritto.
Spero di non aver scritto una schifezza colossale, ma, se mi conoscete attraverso le mie altre storie, io sono una persona che scrive di getto, e appena ha un’idea la deve trasformare in una storia. Chiedo ovviamente scusa in caso di errori di grammatica o di svista (ma, anche se siamo in estate e non è nemmeno mezzanotte, ho il cervello che è partito)
Detto questo, vi auguro una buona lettura.
Alla prossima, Cissy
  
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