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Autore: Hika_chan    03/07/2015    2 recensioni
Un semplice incontro tra la burbera Anne Bonny e lo svampito Capitano Naft, mi sono chiesta cosa poteva venirne fuori.
La storia si svolge durante le prime puntate della prima stagione, ma è solo un riferimento alla linea temporale.
[Anne Bonny centric]
[Captain Naft]
[Anne/Jack accenno]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Bonny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono resa conto che adoro questo telefilm non solo per la storia, l'ambientazione od i personaggi principali, ma anche per l'attenzione ai dettagli sia scenografici che non.
Dopo aver scritto su Randall, e mentre scrivevo su altri personaggi su cui voglio porre l'accento, ho pensato al buon Naft; capitano dell'Intrepid. È un personaggio che mi piace molto ed ho provato ad immaginare una chiacchierata amichevole tra lui ed Anne Bonny.
È stato un po' difficile perchè i due non hanno contatti reali all'interno della serie ed il personaggio del Capitano Naft non è molto approfondito. Ho voluto dargli un'aura da “vecchio dandy piratesco”, una persona eccentrica dal cuore tenero che si imbatte in un pirata donna burbera e dalla fama sanguinaria.
Spero che questo piccolo esperimento piaccia, anche perchè l'ho buttata giù di getto ed ho paura di risultare troppo frettolosa nella stesura.
Ringrazio lettori e commentatori.
Buona lettura.

***

Missing Moments


 

Un leggero vento soffiava sulle persone radunate in strada; i pirati appena sbarcati si stavano riabituando alla terra ferma mentre quelli che stavano per partire correvano per finire i preparativi. Finalmente mezzogiorno era passato e non ci sarebbe voluto molto prima che qualche ombra offrisse un riparo.
Sotto una terrazza Anne Bonny aspettava che accadesse qualcosa; aveva visto il braccio destro del Capitano Flint - Mr Gates se non sbagliava – ed aveva deciso di seguirlo. Jack aveva fiutato qualcosa dallo sbarco della Walrus e da un semplice ammutinamento si era arrivati a trattare con una puttana per 5,000 pesos. Quando era andata a chiamare Frasier per far stimare le perle del pagamento, aveva visto che Mr Gates lo stava spiando e lei voleva sapere il perchè; anch'egli protetto dal sole nella veranda della taverna, sorrideva divertito dalla scena che gli si stava presentando. Anne si sporse un po' per poter sentire meglio; in strada Fraiser stava cercando di discutere col Capitano Naft. Non riuscì a cogliere bene le parole, ma il discorso sembrava vertere su frutta, tette e piante; nulla di importante. Quando riportò gli occhi su Mr Gates lo vide in compagnia di Billy Bones. Si prese un momento per guardare il ragazzo: visibilmente preoccupato sovrastava il suo superiore con la propria altezza ed i muscoli si tendevano sotto la camicia leggera; dopo la spiegazione ricevuta alla sua lamentela si mise ad osservare anche lui Frasier. Anne si mosse inquieta, c'era qualcosa che le sfuggiva. Quando capì che volevano seguire l'estimatore per scoprire di chi erano le perle si mosse svelta verso il bordello; Jack doveva sapere subito cosa stava accadendo. Con passo spedito si inoltrò tra la folla sollevando nuvolette di sabbia col tacco degli stivali. Mentre si girò furtiva per vedere se i due uomini del Capitano Flint stessero ancora osservando la strada sbattè contro qualcuno.
- Reginald attento! - Un uomo dal viso scarno con bianchi capelli e barba lunga si sistemò il cappello; il Capitano Naft si guardò intorno accigliato.
Reginald Walker strinse più forte le dita attorno la cornice così da non lasciarsi sfuggire il quadro. I capelli chiari gli scivolarono di fronte i penetranti occhi azzurri e come sempre non sfuggì un suono dalla sua bocca.
- Giovanotto – iniziò il capitano – state attento a dove mettete i piedi! Trasportiamo carichi di valore noi! - indicando il quadro con un cenno del capo.
Anne studiò la pessima riproduzione del quadro di Adriaen Hanneman. Quello – decise – non era certo di alcun valore.
- Ma che cazzo dici, vecchio? - replicò Anne con tono stizzito. Portò le mani ai fianchi snelli scostando il soprabito ed alzò il mento con fare orgoglioso.
Con espressione quasi mortificata il pirata stava per portare la mano alla bocca, ma subito il dispiacere si tramutò in collera per la mancanza di rispetto.
- Miss Anne Bonny, solo perchè siete un pirata della ciurma del capitano Vane non vedo perchè dobbiate comportarvi come quegli incivili!
- Come cazzo mi hai chiamata? - essere paragonata a quegli animali le dava il voltastomaco, ma sentirsi chiamare “Miss” le diede un brivido. Offesa portò le mani alle spade che portava ai fianchi. Non fece in tempo ad estrarle che il rumore della cornice a terra portò tutta l'attenzione su Reginald. L'uomo aveva estratto la sua spada con cui era chiaro volesse proteggere il proprio capitano.
Anne ragionò velocemente, aveva perso di vista il proprio obbiettivo; doveva correre da Jack e dirgli di Mr Gates. Rinfoderò le spade e si allontanò: non ne valeva la pena.
Anne entrò nel bordello con passo calmo, non voleva attirare l'attenzione, e si avviò verso le scale che portavano al piano superiore. Lo scricchiolio del legno sotto i suoi piedi era coperto dalle voci stridule delle puttane o da quelle impastate dall'alcool dei pirati. Arrivata in cima entrò nella prima stanza che si trovò davanti dove Jack Rackham stava aspettando.
La grande finestra permetteva alla luce del sole di entrare ed illuminare la stanza dalle pareti verde. Le leggere tende bianche erano immobili e tirate per impedire che qualcuno vedesse all'interno.
- Anne! - il pirata scostò il bicchiere dalle labbra fine.
- Dove cazzo è la puttana?- chiese mentre cercava la ragazza bruna con lo sguardo.
- È andata a prendere del rhum. - con un piede le accostò una sedia prontamente ignorata.
- Mr Gates e Billy Bones ci stanno cercando. - lo informò mentre si avvicinava alla finestra che dava sulla strada. - Vogliono sapere chi cazzo è il compratore. -
Jack si sistemò meglio sulla sedia e toccò il fazzoletto che teneva legato al collo.
- Quando dici “ci stanno cercando” intendi che sanno chi siamo o no? - esordì dubbioso.
- Cazzo Jack, ma mi ascolti quando parlo? Dobbiamo fare qualche cazzo di cosa. - gli andò accanto e premette l'indice sulla punta del suo naso – Non vorrei che il tuo fottuto naso venga preso a pugni. -
A quell'insinuazione, invece di ritrarsi offeso, Jack alzò il volto prendendo tra le labbra la punta del dito della ragazza. Dopo un leggero morso la lasciò andare.
- Non preoccuparti tesoro, - volle tranquillizzarla – l'unico che deve preoccuparsi per ora è il venditore. E quella puttana. Il fatto che gli uomini di Flint ci cercano pende a loro favore, questa faccenda è seria.
Vennero interrotti da una ragazza con in mano una bottiglia ed un paio di boccali. Indossava un chiaro vestito verde che la faceva sembrare parte della stanza, ma gli occhi truccati di nero erano vigili e attenti.
- Se avessi saputo della tua presenza avrei preso un bicchiere in più. - si introdusse con voce suadente.
Anne la guardò e storse la bocca in una smorfia.; quando Max si avvicinò per posare gli oggetti che le tenevano le mani occupate si scostò bruscamente.
- Aspetto fuori. - sibilò tra i denti non nascondendo l'antipatia che provava per la bruna. Quando Jack non la fermò sbottò bruscamente mentre chiudeva furiosa la porta. - Fuck you, Jack! -
- E adesso che ho fatto? - mormorò il pirata sollevando gli occhi al cielo.

***
 

Quella giornata non era stata minimamente remunerativa. Dopo un bel po' che era scesa la notte Jack era tornato in tenda bagnato fradicio gocciolando ovunque andasse. Non aveva una bella espressione – nel tempo Anne aveva stilato una piccola classifica e quella era una delle più odiate. Con lo sguardo corrucciato e gli occhi stanchi, il pirata gettò a terra gli abiti che impacciavano i suoi movimenti e si stese sul giaciglio dove l'aspettava la ragazza. Con solo una camicia scura a coprirla e le gambe nude lei lo guardò immobile. Ci fu uno scambio di occhiate frammentate  da sbuffi stanchi da parte di lui finchè non cedette e parlò.
- Ho perso le perle. - disse con le mani dietro la testa e gli occhi fissi in alto.
- Cazzo, Jack... - gli tese la bottiglia già iniziata.
- Già, - asserì mentre prendeva la bottiglia. - ho perso le perle ed ora devo trovare un modo per rimediare altrimenti quella ciurma ingrata del cazzo penserà solo alla perdita! - trasse un lungo sorso e continuò – Ora che ho sbagliato saranno tutti pronti a fottermi, ma chi è che trovava lavoro quando la Regina Guthrie si incazzava con Chaz?! Jesus, quei due dovevano scopare di più! - si coprì gli occhi con la mano dichiarando così che non voleva continuare a parlarne.
- Che si fottano, Jack. 'Fanculo la ciurma e 'fanculo la Guthrie. Ce la siamo sempre cavata io e te. - gli montò languidamente a cavalcioni e passò le mani affusolate sul torace fino ad arrivare ai pantaloni. Sensualmente vi infilò dentro le dita e si chinò per raggiungere il suo orecchio con le labbra e sussurrò. - Fuck me, Jack. -

***
 

Un'altra notte era scesa, ma le urla di baldoria dei vari equipaggi risuonavano nell'aria ancora vigorose. Vari falò erano disseminati lungo la spiaggia circondati da tende, ed i pirati con in mano una bottiglia di birra o di rhum intonavano canzoni sconce che li univa in un osceno coro.
Anne Bonny si stava allontanando decisa dal proprio accampamento. Dopo che avevano perso le perle era stata incaricata di portare Max alla ciurma. Non era stata una cosa facile; la Regina Guthrie l'aveva messa sotto sorveglianza ed aveva dovuto aspettare pazientemente che la puttana se ne andasse da sola dal bordello. Quando l'ebbe consegnata non pensava che Hamund si sarebbe intromesso sulla punizione da assegnarle. Se punizione poteva chiamarsi – pensò. Aveva visto quel corpo enorme buttarsi su quella ragazza esile, le risate distorte che salivano come ululati in cielo. Non poteva fare niente, ed improvvisamente tornò a quando aveva tredici anni; la voglia di uccidere quel mostro la divorava, ma era incapace di muoversi.
Dopo l'arrivo della Regina Guthrie – la Stronza come le piaceva chiamarla – si era stupita di come Max fosse tornata dal Capitano Vane ed ora le sue urla di dolore le perforavano i pensieri.
Doveva allontanarsi; ogni urlo era un ricordo, ogni singhiozzo una pugnalata.
- Marinaio, che cosa ci fai qui? -
Anne si guardò intorno; immersa nei pensieri aveva continuato a camminare fino ad un altro accampamento. Individuò un uomo seduto sulla spiaggia rivolto verso il mare.
- Sono già due cazzo di volte che ci incontriamo nel giro di un paio di giorni, vecchio. - rispose avvicinandosi.
Il Capitano Naft era distante dai suoi uomini e si godeva la brezza marina seduto con la schiena dritta e le mani sulle ginocchia. Si levò il cappello e la guardò affabile.
- Mettiti seduta, giovane. - e battè il palmo di fianco a sé.
- Che cazzo vuoi? - digrignò i denti mentre lo guardava ricomporsi sorpreso da quell'attacco.
Non aveva mai avuto contatti col Capitano Naft e non ne aveva mai voluti. Così vecchio e fino non veniva preso in considerazione, per non parlare poi del suo fare da svampito. Improvvisamente si trovò a chiedersi come un uomo del genere fosse diventato capitano – scarso, ma pur sempre capitano.
Spinta dalla curiosità, e decisa a non tornare al proprio accampamento prima che gli altri avessero finito, si sedette a terra e prese la bottiglia che le porgeva l'uomo. Ci fu un momento di silenzio, nel quale Anne trasse un sorso di rhum, poi il capitano parlò.
- Giornata memorabile, nevvero? Singelton morto, la Ranger in mano al Capitano Flint... - si interruppe sentendo la ragazza che aveva accanto sputare a terra. - Miss Bonny, smettetela ad atteggiarvi ad uomo, se lo fosse ora vi stareste divertendo con quella signorina che avete portato sulla spiaggia. -
- Smettila vecchio, sei un cazzo di capitano pirata, non una fottuta governante. - Nella sua vita Anne aveva incontrato due soli tipi di uomini: quelli che ti facevano venire voglia di ammazzarli e Jack – ed a volte coincidevano. Si trovava impreparata con il Capitano Naft e le sembrava sconcertante trovarsi lì con lui. Ma gli ultimi giorni erano stati strani.
- Governante? Oh, ma no Miss Bonny... - negò lui col capo. I capelli ondeggiarono sfiorando la lunga barba candida. - Voglio solo che un pirata promettente come lei possa arrivare ad alti livelli! - Non si era reso conto che questo suo modo spensierato di parlare suscitava diverse reazioni in chi lo ascoltava: il Capitano Lawrence sbuffava spazientito, Miss Guthrie ascoltava tra il paziente ed il rassegnata, Anne Bonny lo studiava sospettosa. - Noi siamo pirati non perchè ruttiamo o ci comportiamo come animali, oh no no no no, ma perchè vogliamo un mondo in cui essere liberi. Peccato che ci siano più uomini che vogliono distruggere invece di costruire. - Finì sorseggiando il liquore dal bicchiere che aveva portato con sé insieme alla bottiglia.
Anne lo imitò riflettendo su ciò che aveva sentito. Cresciuta come un uomo e come pirata non aveva mai preso in considerazione l'argomento. Non sapendo cosa rispondere, e sopratutto se voleva farlo, cambiò completamente argomento cercando di mantenere il tono burbero.
- Non sono una cazzo di Miss, chiamami col mio fottuto nome. - si voltò a guardarlo. - Si può sapere come cazzo sei finito qui? - chiese studiandolo da capo a piedi incurante dei propri modi.
Improvvise urla irate squarciarono l'aria seguite da momenti di silenzio. Voltandosi i due videro la ciurma dell'Intrepid lasciare spazio ai litiganti, dritti di fronte al fuoco erano paonazzi più per l'alcool che per il calore e le loro intenzioni non sembravano buone.
- Se volete scusarmi, ragazza... - così congedatosi si alzò e mentre i piedi affondavano nella sabbia si diresse dalla propria ciurma esclamando – Signori! Raffreddate i bollenti spiriti e risolviamo la questione in maniera civile! -
Una smorfia, molto vicina ad un sorriso per la verità, si stampò sul volto di Anne mentre guardava l'uomo strampalato con cui era rimasta a parlare. Trovava ridicolo quel suo atteggiamento pacifico in quel luogo intriso di sangue, avarizia e potere. Si alzò e spazzolò i propri abiti con le mani.
Portando la bottiglia con sé, Anne tornò decisa al proprio accampamento. Per quanto la situazione della puttana la disturbasse al momento aveva problemi più gravi, come guadagnarsi il pane senza una nave, senza i commerci della stronza e con il proprio compagno messo ancor più di prima nella merda. Strinse istintivamente la mano libera attorno l'elsa della spada; avrebbe sistemato tutto, come sempre.

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Note a fine storia:
avrei voluto fare qualcosa di più divertente e comico col Capitano Naft, ma me lo riserverò per un'altra volta!
Grazie ancora di aver letto!

 

  
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