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Autore: Zomi    03/07/2015    7 recensioni
-… tanti auguri a te…-
Un risolino solca le labbra di Nami, che sfrega il capo contro il cuscino, premendo il capo a nascondere, capricciosa, l’arcuarsi delle sue labbra.
Da quanto non sente questa canzone?
-… tanti auguri a te…-
**FanFiction partecipante al Nami's Birthday Party indetto dal Midori Mikan**
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BIRTH RAIN DAY
 
 
-… tanti auguri a te…-
Un risolino solca le labbra di Nami, che sfrega il capo contro il cuscino, premendo il capo a nascondere, capricciosa, l’arcuarsi delle sue labbra.
Da quanto non sente questa canzone?
-… tanti auguri a te…-
 
Era piccola.
Forse otto, nove anni al massimo, e nel caldo luglio di Coconat Village una pioggia fitta e noiosa cadeva incessantemente da giorni.
La tempesta battente colpiva ogni angolo dell’isola, rendendola grigia e uggiosa, lontano ricordo dell’estiva isola profumata di mandarini dove la piccola Nami cresceva sorridente.
Anche allora la rossa se ne stava raggomitolata tra le coperte chiare e profumate del suo letto, scalciando contro le gambe fredde di Nojiko e rubandole le coperte.
Capricciosamente, ancora.
Non aveva alcuna intenzione di alzarsi da quelle comodissime e calde coperte e sorbirsi l’ennesima giornata uggiosa, costretta a rimanere chiusa in casa a giocare invece che fuori tra i mandarini di Bellmere.
Si strinse nelle coperte, premendo il capo contro il cuscino.
“Stupida pioggia” sbuffò tra sé, artigliando le coperte e raggomitolandosi come un gattino infreddolito.
Allungò una manina in cerca del calore corporeo della sorella, ma la ritrasse in fretta non trovandola e sbuffando ancora, testarda a non voler lasciare il suo angolino morbido.
No, no, no e ancora no.
Non si sarebbe sorbita una nuova noiosissima giornata di pioggia.
Non quel giorno, soprattutto quel giorno.
Il suo girono speciale, in cui avrebbe dovuto risplendere il sole e non cadere la pioggia umida e fredda.
No, non voleva la pioggia nel giorno del suo compleanno, e preferiva poltrire a letto e sorbirsi le ramanzine di Bellmere, che stranamente non l’aveva ancora presa per la collottola come un gattino, sgridandola per la sua pigrizia innata.
No, Nami voleva il sole, un caldo sole e lo avrebbe aspettato al caldo delle coperte, invece che al freddo della…
-… tanti auguri a te…-
Scatto a sedersi come una molla, molleggiando sul materasso cigolante all’udire quella nota litania.
Non riuscì a stropicciarsi gli occhi, che si ritrovò dinanzi la madre e la sorella abbracciate a Genzo, fradicio da capo a piedi, che le porgevano una fumate e bellissima torta dal mandarino, illuminata da una candelina arancione.
-… tanti auguri cara Nami…-
Il sorriso le solcava le guance, purpuree per la felicità, e le manine, strette alle coperte, tremavano di gioia.
Una torta!!!
Tutta per lei!!! Per il suo compleanno!!!
-… tanti auguri a teeee… eticù!!!-
Ridacchiò mettendosi a saltare sul letto, abbracciando il raffreddato Genzo che l’accolse nell’abbraccio di famiglia, sghignazzando.
-Ahhh gattina!!!- le scombussolò i capelli rossi con una goffa carezza –Ho corso sotto la pioggia per poter arrivare in tempo e farti gli auguri per primo: non me lo merito un bacio?-
Nami ridacchiò, sporgendosi a baciare il rude sergente tra i baffoni neri, facendolo arrossire e gettandosi subito tra le braccia della madre, abbracciandola con forza.
-Grazie mamma!!!!- urlò, accoccolandosi a lei e facendo spazio alla sorella -È il più bel compleanno della mia vita!!!-
Bellmere la fissò con i suoi enormi occhi scuri, abbracciandola con forza e baciandola in ogni dove, lasciandosi andare, almeno una volta l’anno, a quel lato materno e tenero che custodisce gelosamente in sé, coccolando la sua gattina rossa, abbracciandola e facendola ridacchiare per tutte quelle carezze inaspettate.
Baci, carezze, qualche “ti voglio bene” e quegli abbracci che Nami non riuscirà a dimenticare mai, nemmeno sotto la più terribile delle torture.
Per un giorno, seppur piovoso, non sentì la necessita di aver nulla se non le labbra di Bellmere a baciarla e le sue mani a stringerla, i giochi con Nojiko e le risate di papà Genzo, tra uno starnuto e l’altro.
Fu il so compleanno più bello, il migliore.
Forse l’ultimo con Bellmere, e forse proprio per questo…
 
 
-… il più bel compleanno della mia vita…- sussurra con un filo di voce, le labbra strette sul cuscino, lasciando che una mano, accompagnata dalla canzone di buon compleanno, le accarezzi i capelli e la schiena.
-… tanti auguri a te…-
Era trascorso così tanto tempo.
Non aveva più avuto l’opportunità di festeggiare il suo compleanno da quel lontano giorno, e ora, come da un eco lontano, quelle parole le venivano di nuovo proposte, con la stessa dolcezza di un tempo.
Con lo stesso amore di un temo.
-… tanti auguri cara…-
La mano che l’accarezza scivola tra le coperte, la fa sorridere per il solletico sui fianchi non appena la sfiora, e si insinua sotto la canotta chiara che usa come pigiama.
Ormai è inutile fingere di dormire o nascondere il suo sorriso felice e le guance rosse, se ne sarà accorto pure lui, anche se è un po’ idiota.
Si gira tra le sue braccia, lo lascia cantare ancora un po’ prima di posare la bocca sulla sua e baciarlo piano.
La canzone si interrompe, ma riesce comunque a sentirla dentro di sé, intonata dalla dolce vocina di una Nojiko priva di tatuaggi, di n Genzo senza cicatrici e da una Bellmere sorridente, con al sigaretta penzoloni sulle labbra e viva.
Il più bel compleanno della sua vita.
-… mocciosa, tanti auguri a te!!!-
Non si arrabbia, riesce perfino a ridere della buzzorraggine del suo uomo che nemmeno nel giorno del suo compleanno non rinuncia a chiamarla on il suo nomignolo preferito.
Lo bacia piano, lo accarezza e lo stringe la petto, trovando in lui il calore che un tempo cercava nella sorella e che, inconsciamente, sapeva che mai sarebbe stato così bello e protettivo come quello di Zoro.
-Sei un buzzurro…- sghignazza, baciandolo a stampo sulle labbra, quelle labbra storte in un ghigno.
Zoro la fissa, fissa quell’aria da eterna bambina che sorride e ride, per lui, per la sua voce stonata e grossolana, per le sue carezze.
E non riesce, non riesce proprio a non reprimere un sorriso di quelli teneri e caldi, rari e che predilige mostrare solo a lei, accarezzandole il viso e scostandole qualche ciocca di rame dagli occhi.
-Auguri: oggi sei una mocciosa più vecchia di un anno- la canzona, ma non riesce a strapparle di dosso quel sorriso felice.
-Da che pulpito- gli tira una linguaccia –Avrò sempre un anno in meno di te, buzzurro-
Le bocche si rincontrano, le mani si stringono e apposta ignorano lo scalpitare eccitato di qualcuno –una renna dottore forse, e un capitano di certo ansioso di festeggiare la sua navigatrice- al di là della porta della loro camera.
-Oggi piove- le sussurra, premendo le labbra sul suo sorriso, e Nami non si imbroncia, non si nasconde sotto le coperte e non pensa di voler trascorrere il suo compleanno a poltrire o aspettare il sole.
-Meglio- si lascia coccolare –I compleanni con la pioggia sono i migliori- riesce a baciarlo ancora prima che la porta venga sfondata, riempiendo la stanza di urla e salti sul letto.
 
Alla sera, sembra che qualcuno canti, nel caos della Sunny.: “Auguri Nami”.
Una voce materna e al sapor di tabacco.
Ma chissà… magari è solo il ticchettio della pioggia .
   
 
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