03/07/2015
4 recensioniL'equazione di Dirac
Virginia era comodamente stesa sull'enorme letto matrimoniale con un cuscino dietro la schiena e un buon libro fra le mani, intenta a godersi un po' di sano e meritato riposo dopo aver passato l'intera giornata in azienda a saltare da una riunione all'altra.
Stava giusto pensando a quanto fosse benefico dedicare un po' di tempo alle proprie passioni, cullata dalla brezza estiva di fine giornata, quando il suo processo di rilassamento venne interrotto dall' improvvisa entrata in scena di Tony Stark, che sulla soglia della porta stava bellamente sfoggiando la più ricorrente espressione di tutto il suo vasto repertorio: un perfetto mix di soddisfazione, immodestia e becero autocompiacimento.
L' uomo raggiunse il letto, prese posto al fianco della compagna, le tolse il libro dalle mani facendolo volare dall'altro lato del materasso e infine, sotto lo sguardo sempre più perplesso della donna, prese respiro e disse:
«Tesoro, sono un genio.»
Pepper ridusse gli occhi a due fessure, indecisa se picchiarlo prima, dopo o durante l' ennesimo elogio a se stesso che da lì a poco l'uomo avrebbe intonato.
«Tony...» iniziò a dire, ma lui le aveva già tappato la bocca con una mano e iniziato a gesticolare con l'altra.
«Non hai idea di quello che la mia mente brillante sia stata in grado di realizzare. A proposito, segnatelo: è evidente che questa cosa faccia di me un genio indiscusso, non che avessi qualche dubbio comunque...sei veramente fortunata ad avermi al tuo fianco.»
«Tony, se adesso non la smetti giuro che...»
«No, tesoro, mi devi ascoltare! Questa cosa è perfetta e non ci crederai, ma riguarda anche te» la interruppe iniziando ad agitarsi sul letto, in preda all'entusiasmo.
Ora che ci pensava, Pepper non lo aveva mai visto così emozionato per qualcosa che aveva scoperto, o comunque per qualcosa che doveva necessariamente dirle e a poco a poco sentì la rabbia scemare, lasciando spazio alla curiosità.
«Ero lì che stavo guardando alcune formule fisiche, sai, quelle che ultimamente fanno tanto impazzire me e Banner, ed ero talmente immerso in calcoli, conteggi e ipotesi varie che non mi ero accorto di una cosa stupefacente. Vuoi sapere cosa?» chiese Tony e i suoi occhi quasi brillavano dall'entusiasmo.
Pepper rise della sua espressione e acconsentì, osservando l'uomo estrarre un foglietto dalla tasca dei pantaloni.
«Dammi un secondo...» aprì la carta, la stese per bene e poi la tese alla donna.
"Tadààà! Si tratta dell’equazione di Dirac!» esclamò.
Pepper osservò il foglio e vi lesse sopra un'incomprensibile formula matematica; aggrottò le sopracciglia, confusa, e poi tornò a guardare il compagno.
U«hm...e quindi? Non capisco...»
«Come non capisci? Siamo noi! Io e te...» spiegò Tony cambiando espressione e assumendone una che a Pepper fece venire voglia di aprire un qualunque libro di fisica e di stamparselo nel cervello.
«Tony, mi dispiace, lo sai che di queste cose non me ne intendo...»gli disse mortificata.
A questo punto Tony si morse la lingua, non che fosse realmente dispiaciuto che la ragazza non conoscesse la formula, ma adesso era inevitabilmente costretto a spiegarla. E questo non l'aveva affatto previsto.
«Oh...non fa niente. Posso...potrei spiegartela, semplificandola» disse vagamente imbarazzato.
Pepper acconsentì e lo lasciò parlare.
«Dunque...vediamo. Precisamente si tratta di un'equazione d'onda e serve a descrivere in modo relativisticamente invariante il moto dei fermioni, che in pratica sono delle particelle che...» Tony osservò il viso di Pepper e si bloccò «Sì, in effetti così non la capirai mai...»
«Non c'è un modo più semplice per spiegarla?»
Tony si mise a pensare qualche istante e poi riprese a parlare " Mettiamola così...ci sono due sistemi che stanno a contatto per un certo periodo di tempo e interagiscono fra di loro. Se per un motivo qualunque questi due sistemi vengono separati, continueranno lo stesso a sentire l'influenza l'uno dell'altro, inevitabilmente. Quindi non potranno mai essere considerati come due sistemi distinti, ma sempre come un sistema unico. Da questa formula si può arrivare alla teoria della non-separabilità e...direi che posso concludere qui» Tony terminò la spiegazione e tornò a guardare Pepper. «Hai capito adesso?»
«Quindi...noi siamo i due sistemi? Io e te, voglio dire...»
«Beh...sì»
«Un sistema unico...» mormorò sorridendo e osservando l'uomo emozionata "È una cosa bellissima, Tony»
Lui annuì in preda ad un imbarazzo che non avrebbe mai creduto di provare, ma che non lo fermò nemmeno quando decise di afferrare una mano di Pepper e di stringerla nella propria.
«Quello che sto cercando di dirti è che...potrebbero accadere un sacco di cose che tenteranno di dividerci, è già successo in passato e potrebbe succedere ancora. Ma questo non vuol dire che lo faranno davvero. Non lo permetterò. Capisci quello che voglio dire?» chiese già sicuro della risposta che avrebbe ottenuto.
Pepper annuì commossa e gli buttò le braccia al collo, stringendolo in un abbraccio e lasciandosi stringere a sua volta.
«Ho capito...» mormorò prima di posare le labbra sulle sue.
Tony rispose al baciò con passione e la strinse ancora di più a sè, beandosi di quel contatto e non accennando a lasciarla andare; quando lo fece la guardò negli occhi e sotto sotto Pepper vi lesse un'espressione divertita.
«Comunque non c'è che dire, sei davvero fortunata ad avermi...chi altro te la poteva fare una dichiarazione del genere?» domandò prima di lasciarsi assalire da una pioggia di pugni. Nonostante tutto sorrise, tanto poi sapeva in che modo sarebbe finita la serata.