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Autore: Diemmeci    04/07/2015    1 recensioni
"Te lo ripeto per l’ultima volta: non incolpare te stesso per la mia morte. Ti chiedo solo questo. Ah, e ovviamente di vincere questa guerra. Ti voglio bene, Dean, ho fiducia in te e so che ce la farai".
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Dean Winchester, Jo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Sogni


Dean e Jo un giorno si incontrarono per caso e, dopo aver superato lo stupore iniziale, raggiunsero insieme un bar per bere qualcosa dopo una lunga giornata di lavoro.
«Ho appena terminato un caso» disse Jo, bevendo un lungo sorso di birra. «Vampiri».
«Anch’io» ribatté il giovane cacciatore. «Spirito vendicativo».

Lei sorrise.
«Non credevo che Ellen ti lasciasse cacciare da sola» Dean parlò dopo alcuni attimi. «Non dopo l’ultima volta» aggiunse, alludendo al caso a cui avevano lavorato insieme qualche tempo prima.
Jo scrollò le spalle.
«Non sa che stai continuando a cacciare».
«Esatto» affermò lei, annuendo con vigore. «Non credo che accetterà mai la mia decisione. A pensarci bene, non penso che nessuno lo farà mai».
«Vogliono soltanto il tuo bene» disse Dean. «Ci hai riflettuto abbastanza?»
Jo mosse il capo su e giù nuovamente. «Sì, Dean, ci ho riflettuto parecchio» rispose.
Lui fece per parlare, ma la ragazza lo precedette.
«So come la pensi tu, non serve ripeterlo».
«Calma, tigre» Dean si passò una mano sul viso stanco. «Vorrei soltanto farti notare che hai ancora una vita normale e potresti fare tutto ciò che vuoi se lo volessi».
«Be’, non lo voglio» ribatté lei. «
È davvero così sbagliato voler cacciare per potermi sentire accanto a mio padre? Eh?»
«No».
«Allora smettila, non cambierò idea a riguardo».
«Okay» Dean gettò la spugna, alzando le mani in segno di resa. «Hai ragione, la vita è tua e puoi farne tutto ciò che vuoi».
«Grazie».
Lui si strinse nelle spalle. «Ci ho provato, Jo, a salvarti da una vita di sofferenze».


Dean Winchester si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno per poi constatare di trovarsi nella stanza di uno squallido motel. Nessun bar, nessuna Jo.
Si passò una mano sul viso sudato e poi sul petto, avvertendo il cuore andare a mille. Erano mesi che sognava Jo, da quando aveva deciso di mettere la sua vita prima della propria.
Dalla sua morte.
Da quando si era sacrificata per lui.
Si alzò dal letto, non prima di aver lanciato un’occhiata al fratello minore che si era finalmente addormentato su quello accanto, recuperò la gialla di pelle e uscì dalla camera. Aveva bisogno di una boccata d’aria fresca per eliminare la strana sensazione che lo aveva sopraffatto durante il sogno – la stessa che si presentava ogni qualvolta che sognava Jo.
Non capiva cos’era, non fino in fondo almeno, ma Dean sapeva che in grande parte fosse il senso di colpa che covava da tempo. Sì, perché si sentiva responsabile per la morte di Jo.
Era il responsabile, punto.
Si trattenne dallo sferrare un pugno alla porta della stanza, trattenendo persino un urlo. Si sedette sul cofano dell’Impala, cercando di calmarsi.
Non posso continuare così, disse tra sé e sé.
Fece dei lunghi respiri, avvertendo la tensione diminuire man mano.
«Ecco, così» si mormorò.

Trascorse un’ora prima che il cacciatore decidesse di tornare nella camera del motel. Si distese sul letto, incrociando le gambe e poi le braccia, portandole dietro la testa.
Il senso di colpa era sempre lì. La rabbia era sparita, almeno per il momento.
Aveva pensato a lungo durante i sessanta minuti passati a fissare il cielo, soprattutto ai propri sentimenti.
Ai sentimenti mai esternati, pensò con rammarico. Cazzo, sembro una femmina, soggiunse scuotendo il capo.
Non sapeva cosa provava, era giunto a questa conclusione, e nemmeno gli interessava scoprirlo adesso. Sapeva soltanto che voleva che fosse viva, che fosse lì con lui a combattere l’Apocalisse. Sapeva che meritava di più, di certo non una morte così crudele. Specialmente non per proteggere lui.
Smettila di pensarla così.
Sentì una voce e sobbalzò per la seconda volta, guardando con occhio attento la camera. Non c’era nessuno e per esserne certo controllò anche il piccolo bagno. Niente.
Hai capito? Smettila.
Di nuovo la voce.
«Chi sei?» Chiese, sentendosi un idiota.
Sono Jo, ecco chi sono. Hai capito cosa ho detto?
Dean rimase immobile, credendo di essere impazzito. O forse sto sognando, si disse.
Non ho molto tempo, perciò ascoltami attentamente. Jo fece una breve, attendendo per una risposta che non arrivò. Non sono morta soltanto per salvarti il culo, ma sono morta combattendo l’Apocalisse. Proprio come hai pensato tu poco fa, no? Ecco. Quindi ti prego, ti imploro, smettila di incolpare te stesso per la mia morte. Smettila di buttarti merda addosso continuamente.
Il cacciatore rimase in silenzio, assimilando le parole pronunciate da Jo. Ma era davvero Jo? Stava impazzendo, il che era più probabile.
Okay, come vuoi, non rispondere. La voce di Jo riprese a parlare. Te lo ripeto per l’ultima volta: non incolpare te stesso per la mia morte. Ti chiedo solo questo. Ah, e ovviamente di vincere questa guerra. Una pausa. Ti voglio bene, Dean, ho fiducia in te e so che ce la farai.
Dean si limitò a sorridere – non sapeva come, ma sapeva che se avesse ribattuto non avrebbe ricevuto più nessuna risposta – e si addormentò per la prima volta dopo mesi senza il timore di sognare qualcosa che lo facesse pensare, pensare e pensare.   


 
* * *
Ehi :)
Spero che questa One Shot vi piaccia. Non so come sia uscita, però mi piace e volevo condividerla con voi.
Lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va.
A presto, spero.


Diemmeci
  
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