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Autore: Aching heart    04/07/2015    2 recensioni
[...] Vorrei poterti dire che passerà. Sì, passerà. Ma poi tornerà. E tu sarai abbastanza forte? Non ti accorgi che stai andando alla deriva? Che stai annegando nel mare di parole mai dette, di sentimenti che mai avresti dovuto provare - che non hai il permesso di provare - di ricordi consumati e ormai sbiaditi, di nostalgia dolceamara e malinconia salata – salata allo stesso modo delle lacrime - ? [...] E ora annega, annega in ciò che ami.
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Piccola follia notturna.
Perché a volte, davvero, il dolore è troppo grande.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Thoughts of mine - Frammenti di una favola triste'
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La disperazione di quelle parole che lottano per uscire ma non ci riescono. Quelle parole che ti hanno tenuta in vita finora ma che da vuoti mesi gelidi ti hanno abbandonata, ché forse neanche a loro importa più che tu viva o muoia. Le parole, a lungo tue uniche amiche, sono volate via. O forse, al contrario, sono imprigionate, impastoiate, incatramate, sepolte così in profondità dentro di te che ormai non riesci più a tirarle fuori.

E ne piangi l’assenza

Perdute in un gorgo di oscure profondità che pensavi di poter combattere, grazie a loro.

…e ne piangi l’assenza…

Ingoiate da un male che sta divorando anche te, senza che tu possa fare nulla, perché è dentro di te. E’ parte di te.

…e gridi quell’assenza.

Chi poteva salvarti, se non le parole? Quelle che non hai mai pronunciato, tutte quelle che hai conservato, tutte quelle che hai tenuto per te anche quando  era il caso che parlassi. Agli occhi degli altri sei sempre stata troppo silenziosa, ai limiti del mutismo, e non c’è stato giorno in cui qualcuno non te l’abbia fatto pesare. Ma c’erano troppe parole nella tua testa perché te ne curassi. Non dicevi mai nulla, ma sapevi che in realtà c’era tanto da dire, e tanto avresti detto, ma a modo tuo.

Muta a voce, così loquace sulla carta.

Ma ora non più. Adesso sei muta, muta davvero, nel peggiore dei modi. Quella voce inudibile e impalpabile che riusciva ad esprimere ad un foglio bianco i meandri più tetri e dolorosi del nulla eterno che ti tiene prigioniera…

…quello che mai voce umana potrebbe spiegare…

 …quella voce si è spenta. Le parole si sono perse nel vuoto.

…perse corrose  smangiate svanite. Perdute.

Eppure ce l’hai l’impulso di versare fiumi di parole su bianche rive, ce l’hai il desiderio scalpitante di prendere in mano quella dannata penna e di scrivere fino a che la mano non ti dorrà tanto da costringerti a smettere. E’ un desiderio così vivo che ti consuma, eppure quando sei lì rimane imbrigliato da tutto quel dolore che ti incombe su di te, la cui presenza soffocante avverti imminente. Troppe cose tutte insieme ti opprimono il petto e non riesci a respirare, ti comprimono la mente e ti sembra di impazzire. Non riesci a gestire tutto questo da sola. Eppure lo sei, sola.

E non riesci a fare altro che fissarlo, quel foglio bianco, e ogni volta la paura si mangia un pezzetto di te.

Perché che cosa sei, senza quelle parole? Avevi fatto un voto: vivere per raccontare. La promessa di non mollare finché non avresti aperto agli altri i tuoi mondi segreti, per affidarglieli, una volta che tu non ci saresti più stata. Ma se non riesci a scrivere, se quei mondi stanno languendo giorno dopo giorno perché li stai dimenticando, e stanno svanendo pezzo per pezzo nell’oblio, cosa vivi a fare, miserabile creatura? Cos’altro ti tiene in piedi?

Vorrei poterti dire che passerà. Sì, passerà. Ma poi tornerà. E tu sarai abbastanza forte? Non ti accorgi che stai andando alla deriva? Che stai annegando nel mare di parole mai dette, di sentimenti che mai avresti dovuto provare - che non hai il permesso di provare - di ricordi consumati e ormai sbiaditi, di nostalgia dolceamara e malinconia salata – salata allo stesso modo delle lacrime - ?

Ma non sei mai stata una buona nuotatrice. Al massimo riesci a stare a galla. Riuscivi.

E ora annega, annega in ciò che ami.



Angolo Autrice: Scritta in un momento di pathos puro, accompagnata da copiose lacrime. E' che io e l'angst siamo compagni di vita ormai.
In verità so a malapena cosa ho scritto. Ho un blocco che dura da mesi e mai come in questo momento vorrei riuscire a perdermi nelle mie storie, ma non riesco a scrivere nulla. Solo stanotte, con questa specie di crisi che ho avuto, sono riuscita a buttare giù qualcosa, ma è stata una questione di pochi minuti. Chissà, io spero che questo sia il primo passo per superarlo, il blocco. Ho pubblicato questa OS solo per questo motivo, in un momento in cui non riesco bene a ragionare, stanca e spossata come sono. Magari domani mattina, quando sarò più lucida, mi pentirò e verrò a cancellarla, ma per ora...
Buonanotte.

 
   
 
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